Recensione

Raiden V

Avatar

a cura di Mapaan

Informazioni sul prodotto

Immagine di Raiden V
Raiden V
  • Sviluppatore: MOSS
  • Produttore: MOSS
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , SWITCH
  • Generi: Sparatutto
  • Data di uscita: 25 febbraio 2015 Giappone - 11 maggio 2016 USA ed Europa - 14 settembre 2017 PS4 JAP - 5 ottobre 2017 PC/PS4 Europa - 25 luglio 2019 Switch

Dopo poco più di due mesi dall’uscita sul suolo nipponico, il nuovo prodotto MOSS sbarca in esclusiva Xbox One superando quei limiti territoriali, che spesso e volentieri tengono questi shoot’em up tanto classici e di nicchia lontani dal suolo europeo. Sono ormai passati venticinque anni dal rilascio del primo episodio di questa longeva saga e seppur la base classica sia rimasta invariata, MOSS ha sempre provato a reinventare il gameplay cercando di dare nuova linfa vitale ad ogni capitolo uscito. 
Si Vola, Ancora Una Volta. 
La base narrativa su cui si sviluppano i diversi stage, che compongono l’avventura principale è sostanzialmente nulla e rappresenta il classico pretesto per dare inizio alle mille esplosioni su schermo. Una razza aliena nota come Cranassian (termine noto da anni a tutti i fan della saga) vuole invadere nuovamente il nostro pianeta e le associazioni per la sicurezza terrestre, sotto la World Alliance Military, decidono di schierare ancora una volta i Raiden Fighters per distruggere tutte le navi spaziali aliene; i videogiocatori di shoot’em up a scrolling verticale sanno bene quanto poco importante sia l’aspetto narrativo in titoli simili e Raiden V non fa nulla per cambiare le carte in tavola. MOSS ha però deciso di inserire, mentre si gioca, i classici discorsi dei personaggi secondari sulla destra dello schermo, che pur non risultando scritti male, sono comunque difficili da seguire e occupano una porzione, forse esagerata, di schermo. Ciò che invece ci ha deluso, almeno parzialmente, è la direzione artistica; purtroppo la qualità complessiva è molto “irregolare” e si passa da design di ottimo livello ad ambienti poco ispirati che strizzano esageratamente l’occhio verso il passato. Nulla da dire sulla varietà degli stage con delle cornici interessanti che vanno a toccare città, foreste, basi e porti spaziali; proprio in tal senso è un peccato vedere questa qualità estetica tanto altalenante con un passaggio da luoghi realizzati con una più che degna cura artistica, con colori vivi e accesi, a setting spogli e poco ispirati. Nota di merito invece per il level design, sempre funzionante e funzionale, grazie anche agli spawn dei nemici, localizzati ed inseriti con cognizione di causa e mai lasciati al caso. 
Facile da Imparare, Difficile da Padroneggiare. 
I ragazzi di MOSS hanno provato a donare a questa quinta incarnazione della saga di Raiden qualcosa di più dei soliti meccanismi da shoot’em up – che riguardano la pressione di un tasto per fare fuoco e del muovere senza sosta l’analogico per spostarsi e non venire colpiti – andando a riprendere molto di quello già presente in Raiden III ampliandone però la base di partenza. Prima di iniziare a giocare sarà possibile scegliere tra tre differenti modelli (ognuno con diverse caratteristiche ed armi uniche) di aircraft che dovrete poi utilizzare per tutto il resto del gioco: il classico Azuma, lo Spirit of Dragon ed il Moulin Rogue. La prima nave spaziale si presenta al livello di caratteristiche come una via di mezzo, così come nei precedenti capitoli della saga; la seconda possiede una difesa alta, una potenza alta ma una velocità bassa.  L’ultima, al contrario, presenta invece una potenza bassa, una difesa bassa ma una velocità elevatissima. Dare al giocatore la possibilità di scegliere risulta ovviamente fondamentale riuscendo ad andare così incontro ad ogni differente stile di gioco e donando al titolo stesso delle diverse possibilità di approccio nelle varie sezioni. Le armi di Raiden V sono invece il risultato di diverse combinazioni dell’intera saga ed anche queste, come la tipologia di aircraft, si possono scegliere prima di cominciare a giocare. Il giocatore dovrà infatti selezionare tre ami da portare durante l’avventura: ogni arma fa parte di una classe differente, di conseguenza sarà possibile selezionarne una per ogni tipologia a disposizione (Vulcan, Laser e Plasma). Un aspetto, questo, che arricchisce la possibilità di scelta mettendo in risalto l’abilità del giocatore nel selezionare il miglior equipaggiamento possibile per affrontare i diversi livelli che compongono il gioco. In pieno stile Raiden anche in questo capitolo è stato deciso però di non inserire uno switch istantaneo delle armi; il giocatore potrà scegliere con quale partire e solo raccogliendo delle particolari gemme, dal colore corrispondente all’arma da voler equipaggiare, che vedrete di tanto in tato comparire in missione, sarà possibile modificare il vostro equipaggiamento. Progredendo nell’avventura principale potrete anche potenziare, fino al decimo livello, tali armi raccogliendo quelle stesse particolari gemme per lo switch delle armi, a cui prima facevamo riferimento. Presenti anche le solite bombe (alcune equipaggiate già inizialmente), molto rare da trovare e capaci di annientare ogni elemento ostile su schermo, riuscendo a dare così al giocatore la possibilità di uscire dalle situazioni maggiormente complesse. A trarre maggiore beneficio da questo lavoro d’integrazione di assoluta qualità è il ritmo di gioco, semplicemente ottimo e ben calibrato che eleva tranquillamente Raiden V tra i migliori esponenti dell’intera saga. L’ultima fatica Moss riesce a mostrare sapientemente due facce di una medesima medaglia perché in grado di essere un buon punto di partenza per tutti coloro interessanti ad iniziare a giocare gli shmup, non rinunciando però a presentarsi agli esperti del genere come un titolo difficoltoso e punitivo. Se riuscirete a dedicargli il giusto tempo, anche solo per provare qualcosa di differente dal solito, Raiden V riuscirà ad essere davvero appagante. 
La Dura Vita di Uno Scroller. 
Essendo uno scroller verticale fortemente old-school è doveroso sottolineare come la vera natura del gioco sia la rigiocabilità e non la durata vera e propria della story mode, che non tradisce i “canoni” del genere attestandosi sulle classiche due ore circa. Esattamente come nel terzo capitolo della saga, la story mode di Raiden V si sviluppa all’interno di otto stage totali; gli ultimi due però si sbloccano raggiungendo determinati obiettivi durante le diverse sezioni. Come scritto precedentemente, il titolo cerca di andare incontro a tutti i tipi di giocatori dando la possibilità di scegliere tra ben sei diversi tipi di difficoltà: ad esempio con la practice mode, in cui i nemici non colpiscono, chi è alle primissime armi potrà studiarsi per bene la struttura dei livelli e i luoghi di generazione dei nemici oppure i più esperti potranno utilizzarla per correggere eventuali errori. Ad andare ulteriormente incontro ai giocatori ci pensa anche il numero infinito di Continue, già visto nella scorsa generazione nelle produzioni Cave; potrete esaurire la vostra vita quante volte vorrete ma avrete comunque la possibilità ricominciare illimitatamente dal punto di morte. Ciò che resta fondamentale in uno shmup è infatti il cercare di migliorare il proprio punteggio: questo, giunto il momento della vostra morte, si resetterà facendovi ripartire da zero. Di conseguenza, non è finire il gioco la vera sfida ma registrare punteggi sempre più alti e migliorarsi come giocatori. La vera novità introdotta rispetto al passato riguarda invece la suddivisione dei livelli in differenti routes. In base al modo in cui avrete sconfitto un boss di fine stage, al rank assegnatovi, alla quantità di danno subito o all’arma utilizzata sbloccherete infatti altre strade (quattro in totale) che cambieranno il setting di base, aggiungendo o addirittura modificando lo svolgimento di un’intera sezione. Il genere degli shoot’em up ha avuto nella scorsa generazione qualcosa di simile ad una seconda giovinezza, in particolare su Xbox 360 – dove è nata una vera e propria piccola community di fan – grazie a Cave, che ha rilasciato nel corso degli anni prodotti degni di nota, che sono riusciti anche a varcare i confini nipponici; basti pensare in tal senso ad Akai Katana e Deathsmiles oppure si potrebbe addirittura tenere in considerazione le riedizioni di grandi classici Treasure come Ikaruga e Radiant Silvergun. Molti dei titoli appartenenti a questo genere e usciti nella scorsa generazione sono stati pubblicati però con molti extra, dando ai giocatori la possibilità di spendere tantissime ore anche su qualcosa che non fosse semplicemente la story mode o le boss missions. È doveroso segnalare invece, sotto questo aspetto, che Raiden V arriva su Xbox One presentando una generale mancanza di extra di spessore, non solo per quanto riguarda le modalità ma anche per le opzioni a disposizione; considerando il prezzo con cui è stato messo in commercio era lecito aspettarsi di più. Degno di nota invece il comparto sonoro, con musiche in game assolutamente piacevoli da ascoltare mentre si scatena il caos su schermo e con ottimi effetti sonori che fanno da contorno al gioco vero e proprio. 

– Ottima diversificazione degli stage

– Ritmo di gioco perfetto

– Gameplay classico ma solidissimo

– Sonoro ottimo

– Mancanza di extra di spessore

– Qualità della direzione artistica altalenante

7.5

Raiden V è uno shmup old-school di buonissima qualità, impreziosito da ottime scelte al livello di gameplay, che risulta ben calibrato, e di ritmo, semplicemente perfetto. A fare da sfondo a questo quadro già piacevole vi è anche un lavoro degno di nota sul comparto sonoro; peccato invece per una direzione artistica non sempre brillante e per la mancanza di contenuti extra di spessore. Tuttavia rimane un acquisto assolutamente consigliato a quella fetta di utenza ancora “innamorata” degli shoot ‘em up a scrolling verticale, difficili da padroneggiare ma appaganti come pochi altri tipi di giochi.

Voto Recensione di Raiden V - Recensione


7.5