Recensione

Rabbids Travel in Time

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a cura di FireZdragon

I piccoli, grassocci e folli Rabbids sono riusciti nell’intento di spodestare il vecchio Rayman dal ruolo di mascotte ufficiale Ubisoft. La compagnia francese, ben conscia di aver creato dei personaggi capaci di entrare nel cuore dei videogiocatori, ha iniziato a sfruttare questo brand in ogni modo possibile: pupazzi collezionabili, giocattoli ed un’immancabile serie TV hanno fatto in modo che i buffi conigli prolificassero nelle case di tutti. Il Nintendo Wii, console che di fatto ha dato vita al fenomeno, dal canto suo non si è fermato un istante ed ha dato i natali a ben quattro titoli a loro dedicati. Anche quest’anno i Rabbids sono tornati, con il loro carico di minigiochi, risate e divertimento: riuscirà questo quinto capitolo a rinfrescare la serie?

Come si conquista una coniglia? Con un anello a 24 carote!Rabbids Travel in Time parte con il botto grazie ad un’idea di fondo geniale: i nostri adorati conigli entrano in possesso di una lavatrice in grado di viaggiare nel tempo e sono pronti a portare scompiglio nella storia dell’umanità modificandone il passato. Dai dinosauri a Re Artù, da Benjamin Franklin a Neil Armstrong, nessuno potrà dirsi al sicuro. Dopo una breve ed esilarante cinematica iniziale il nostro alter ego dalle orecchie lunghe verrà catapultato nel 2012 all’interno di un museo di storia. Entrati nel primo gabinetto libero potremo creare il nostro profilo in maniera semplice ed intuitiva, ed una volta scelto il nome e pochi altri dettagli saremo subito pronti per gettarci a capofitto in questa nuova avventura. Abbandonati i classici menù testuali, da sempre elemento caratteristico della serie, questa volta potremo muoverci liberamente per le varie zone del museo e selezionare i minigiochi semplicemente entrando nelle sale relative. Divisi in cinque macro categorie, ognuna delle quali rappresentante una tipologia di mini game precisa, avremo a disposizione in tutto solo poco più di una ventina di competizioni alle quali accedere. Data la mancanza di qualsivoglia tutorial, ogni stanza ci permetterà di prendere confidenza con i controlli relativi ai giochi in essa contenuti: nella camera dei platform avremo una visuale bidimensionale e potremo muoverci sullo schermo, rimbalzando e saltellando sulle diverse superfici; nella zona dedicata ai giochi aerei saremo in grado di spiccare il volo e fluttuare nell’aria; in quella degli sparatutto potremo prendere il nostro Rabbid ed utilizzarlo a mò munizione; nella zona dedicata alle gare di velocità potremo imparare a muoverci legati ad un altro Rabbid, mentre nell’unica stanza che supporta il Wii MotionPlus il nostro paffuto amico bianco funzionerà come un’esca: sarà necessario indicare semplicemente la direzione in cui gettarlo e riavvolgere il filo con il nunchuck a mo’ di mulinello. Nonostante ognuna delle sezioni contenga dai tre ai sei minigiochi, molti di questi si assomigliano, portando il giocatore a scegliere esclusivamente i più divertenti e ad abbandonare gli altri dopo qualche partita di prova. D’altra parte non vi sono motivazioni sufficienti a spingere i giocatori ad annoiarsi su tediose sfide, quando possono sceglierne altre studiate meglio senza nessuna ripercussione.

L’idea di fondo svanisce in frettaLa possibilità di influenzare la storia si rivela sin da subito un’idea vincente, anche se proseguendo lungo la campagna essa si rivela molto meno profonda del previsto. L’interazione con il passato si riduce esclusivamente a filmati finali dove la nostra influenza è limitata a sole due scelte divertenti ma altrettanto scontate e, soprattutto, brevi. Ubisoft ha preferito sfruttare il background narrativo al solo fine di offrire più ambientazioni nelle quali ambientare le sfide, senza approfondire ulteriormente l’ottimo materiale a disposizione. Permettendo una modifica più radicale del museo o offrendo un maggior numero di opzioni per l’interazione, i giocatori avrebbero goduto di una maggiore motivazione a ripetere più volte i minigiochi, la quale è invece del tutto assente una volta terminata l’avventura. Tutti questi fattori potrebbero passare in secondo piano data la natura di party game del titolo, ma anche da questo punto di vista la soddisfazione non è al top. I minigiochi sono ovviamente divertenti e ben confezionati ma stancano presto. Oltre a presentare un numero nettamente inferiore di sfide rispetto ai capitoli precedenti, questa nuova incarnazione dei Rabbids lascia l’amaro in bocca per via della limitata possibilità per i giocatori di scatenare il caos, da sempre elemento distintivo della serie. Scordatevi quindi l’agitare come forsennati Wii Mote e Nunchuck o lo scatenarsi durante le partite: l’evoluzione ha portato i minigiochi a basarsi quasi esclusivamente sull’abilità del giocatore, prediligendo così la precisione nei controlli piuttosto che il mero movimento. Questo non significa che il divertimento manchi completamente, ma la formula risulta meno coinvolgente rispetto a quanto accadeva in passato. Le partite in solitaria non presentano grandi sfide a causa di un’intelligenza artificiale non troppo complessa, ma Ubisoft ha affiancato alla classica modalità split screen fino a quattro giocatori la possibilità di partecipare a gare online con altri contendenti, organizzare tornei e consultare punteggi e classifiche grazie alla connessione Wi-Fi, un’innovazione richiesta dai fan per lungo tempo.

Il contorno è più adorabile del contenutoAnalizzando a fondo Rabbids Travel in Time ci si rende conto di come siano solo i conigli a trascinare il titolo sopra la sufficienza: le cut scene esilaranti, la possibilità di cantare a squarciagola a nostro piacimento, agghindare i conigli con una trentina di vestiti diversi ed alcuni minigiochi di contorno, come per esempio le gare di ballo in puro stile Just Dance, evitano al titolo un verdetto ben peggiore. Oltre all’evidente superficialità con la quale il titolo è stato sviluppato, sono presenti lunghi caricamenti prima di ogni partita e ad ogni cambio di stanza. Il museo, che doveva rappresentare una novità, risulta ben presto più un peso che un divertimento. Dover correre da una parte all’altra dell’edificio può lasciare piacevolmente sorpresi durante le prime sessioni di gioco, ma alla lunga diventa monotono, facendo preferire il comodo teletrasporto che permette di spostarsi grazie ai più classici menù. I Rabbids sono riprodotti con la solita cura e le ambientazioni dei minigiochi risultano gradevoli, sia per la loro varietà sia dal punto di vista del design. Classica nota di merito per il sonoro a base di “Bwaaaaa!” e rumori esilaranti, derivati, come sempre, dai nostri paffuti amici bianchi.

– Idea di fondo divertente…

– I Rabbids!

– Possibilità di giocare online

– .. ma sviluppata superficialmente

– Solo una ventina di minigiochi

– Stanca presto

6.0

La serie dei Rabbids su Wii inizia a sentire il peso degli anni: Raving Rabbids Travel in Time risulta privo di novità rilevanti e viene sostenuto quasi solo dal carisma dei suoi protagonisti. Consigliamo l’acquisto del titolo esclusivamente ai fanatici dei conigli targati Ubisoft, mentre tutti gli altri potrebbero preferire Raving Rabbids Party Collection, compilation dei tre capitoli precedenti. I minigiochi risultano purtroppo poco incisivi dal punto di vista del divertimento e troppo pochi per offrire un’adeguata varietà. L’utilizzo del Wii MotionPlus è stato inoltre relegato a sole tre sfide molto simili fra loro le quali non sfruttano a dovere le potenzialità del controller, facendo sentire la mancanza delle gare su balance board che in passato avevano saputo regalare grandi momenti di ilarità e divertimento, occasioni che purtroppo stentano ad emergere in questo nuovo capitolo dei Rabbids.

Voto Recensione di Rabbids Travel in Time - Recensione


6