Recensione

R-Type Final

Avatar

a cura di Matty

Un po’ di storiaCorreva l’anno 1987 e il mondo videoludico si apprestava a conoscere un titolo capace di inventare un genere a sè: R-Type, ideale capostipite degli sparatutto a scorrimento, copiato e clonato più volte, senza che però mai si raggiungessero i suoi medesimi livelli (a onor di cronaca, va citato tuttavia un ottimo Einhander per PlayStation). E fu subito storia.Nemmeno la stessa Irem, poi, con R-Type Delta (PsOne, anno 1999), riuscì a superarsi, a convincere e stupire ancora, pur mantenendo uno standard qualitativo sicuramente buono. Oggi, il Duemila è ormai più che alle spalle, ma la giocabilità frenetica, semplice ed immediata dell’R-Type che fu pare poter divertire ancora: sarà davvero così?

TramaNegli shoot’em-up, non c’è bisogno di ripeterlo, la trama svolge sovente la superflua parte di comparsa, apparendo fra l’altro spesso poco ispirata ed originale, ma quantomeno, in questo caso, gli sviluppatori hanno provato a conferirle una (minima) importanza. L’Impero Bydo (che ancora non si sa esattamente cosa sia) minaccia la vita dell’uomo, e tocca a voi sbarazzarvene, affrontando orde di nemici in contemporanea.

GameplayIniziando il gioco, risultano disponibili solo poche astronavi, ma molte divengono selezionabili – peraltro piuttosto rapidamente – man mano che si procede. Ogni navicella è inoltre personalizzabile, sia per quanto concerne il colore, sia per il pod (utile perchè ci protegge dagli attacchi nemici) che la accompagna, e ciascuna (in totale sono più di cento) presenta caratteristiche uniche che possono influire in maniera decisa sul gameplay. Un gameplay, quello di R-Type Final, che riprende fedelmente quello dei prequel: il vostro compito non sarà altro che quello di sparare – scegliendo opportunamente le modalità di fuoco – ai nemici, incontrando di tanto in tanto il consueto boss di fine livello e potenziando in modo adeguato il vostro mezzo, raccogliendo i power-up disseminati per gli scenari. Altra peculiarità di cui tener conto è il boost, ovverosia la velocità dell’astronave, che è possibile cambiare mediante la pressione dei tasti dorsali L. A proposito di comandi, la risposta degli stessi è perfetta, grazie pure al selettore 60 Hz; in più, il pad Ps2 si dimostra assolutamente all’altezza e i tasti da imparare sono talmente pochi che l’apprendimento è quasi istantaneo. L’unico, vero problema di R-Type Final è che, parlando di giocabilità, i diciassette anni che ci separano dall’avvento del precursore della saga non sono bastati per introdurre alcune sostanziali, probabilmente doverose, innovazioni: dopo tutto questo tempo, ci si ritrova fra le mani un titolo – a livello di concept – praticamente uguale ai predecessori e, si sa, diciassette anni di videogiochi sono praticamente un’era; proprio per tale motivo, il gameplay del gioco in questione si può definire quasi “primitivo”. Ma tant’è, è onestamente difficile rinnovare un genere trascurato, quasi dimenticato, come quello degli sparatutto laterali in 2D, che, diciamolo, si ama o si odia. A onor del vero, va detto che che l’aggettivo “Final” conferito al titolo dagli sviluppatori sta quasi sicuramente a significare la fine della storica serie: allora, perchè non godersi questo canto del cigno? Certo, molti utenti potrebbero ricercare qualcosa di più complesso ed articolato, ma i nostalgici apprezzeranno, altrochè. D’altronde, le miriadi di nemici contemporaneamente su schermo, i boss di fine livello, gli effetti psichedelici delle armi possono appassionare tutt’oggi, specie se stiamo parlando di quello che, ai giorni nostri, è consentito ritenere il secondo miglior prodotto nel suo genere dopo Ikaruga, in attesa di testare Gradius V.

Grafica e sonoroQuanto al comparto grafico, è indubbiamente uno degli aspetti meglio riusciti dell’opera videoludica targata Irem. Il look delle navicelle è come sempre azzeccato e convincente, ma i maggiori elogi vanno spesi relativamente all’esplosione di colori dovuta all’utilizzazione delle varie armi, che rende il tutto molto movimentato e gradevole da vedere. Le lacune emergono quando ci si accorge invece di un frame rate non di rado incerto (ma i rallentamenti possono risultare provvidenziali per schivare i colpi nemici!), e di una scelta cromatica eccessivamente incentrata su gradazioni di grigio, che rende gli scenari un po’ troppo cupi. Per contro, è impossibile non citare l’ottima realizzazione dei fluidi, che reagiscono attivamente alle sollecitazioni, e degli sfondi, ove è possibile scorgere innumerevoli elementi animati.Per ciò che concerne il sonoro, i programmatori hanno optato per un genere “techno new age”, loopato fino all’inverosimile, che svolge il suo dovere senza però lasciare particolarmente il segno. Gli effetti ambientali sono invece degni di lode, certamente tra i migliori sentiti negli ultimi tempi, ed è un peccato che non siano supportate tecnologie quali il Dolby Pro Logic, perchè altrimenti si sarebbero raggiunti risultati ancora più impressionanti.

LongevitàI livelli previsti sono in totale sette, ma non ci si faccia ingannare: R-Type Final è un gioco estremamente difficile, specie se provato alle difficoltà maggiori (da Human in poi), tanto da poter divenire frustrante. Innanzitutto, i “continue” non sono infiniti, ma più di qualcuno incontrerà seri problemi perchè è sufficiente essere colpiti anche una sola volta per dover ricominciare lo stage. Fortunatamente, giungono in nostro aiuto i checkpoint, piazzati intelligentemente prima delle situazioni più ardue da superare. Tuttavia, questo non basta a considerare facilitata l’esperienza, anzi. Per l’appunto, la valutazione riferita alla longevità è molto soggettiva: chi ama le sfide, chi è “duro a morire” trarrà molte soddisfazioni portando a termine il gioco; ma chi predilige qualcosa di più semplice potrebbe essere indotto a mettere da parte il DVD abbastanza presto. Detto ciò, esistono pur sempre i livelli di difficoltà Baby e Child

– Buon comparto grafico

– Offre un notevole livello di sfida

– Il primo (e ultimo?) R-Type su PlayStation2

– Può risultare frustrante

– Concept di gioco primitivo e ormai ampiamente superato

– Cali di frame rate

7

I fan degli shoot’em-up e gli amanti dei videogiochi vecchia scuola rischieranno di amare alla follia R-Type Final, possibile ultimo esponente della storica saga targata Irem: boss di fine livello, spettacolari esplosioni, frenesia, adrenalina, alto livello di sfida sono tutti fedelmente riproposti diciassette anni dopo il primo R-Type, e mantengono inalterato il loro fascino; a distanza di anni, Irem si conferma leader nel settore e, pur senza strafare, con l’aiuto di un comparto tecnico d’indubbio valore (peccato solo per gli sporadici rallentamenti), partorisce un prodotto secondo solo allo splendido Ikaruga.

Viceversa va affermato che la maggior parte dei videogamer avrebbe magari preteso un qualcosa di nuovo, meno semplicistico (ma non per questo semplice, s’intenda): una qualche innovazione, difatti, non avrebbe certo nociuto. Ma, si sa, chi s’accontenta gode, e gode di brutto…

Voto Recensione di R-Type Final - Recensione


7