Recensione

Quantum Theory

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a cura di Dr. Frank N Furter

Questa generazione videoludica ha visto l’affermarsi di un genere appartenente da anni quasi esclusivamente al mondo PC. Lo sparatutto in prima persona (FPS) si è imposto come tipologia dominante del mercato, accompagnato dal “fratello” con visuale in terza persona (TPS). Chi ha dato la spinta per farne il re del mercato odierno è l’America, sospinta da una schiera di software house dotate di grossi budget e tante idee interessanti. Dall’altra parte abbiamo l’oriente, con i suoi team di sviluppo rimasti un po’ indietro rispetto ai colleghi americani per quanto concerne tecnica e fantasia. Quest’ultima, solitamente prerogativa dei nipponici, è stata definitivamente sacrificata in nome del dio denaro per realizzare un prodotto come Quantum Theory. Per accaparrarsi una fetta di mercato in occidente, una storica casa di produzione orientale come Tecmo Koei ha cercato di trasformare il suo prodotto cercando di renderlo simile al modello americano, ottenendo tuttavia un risultato disastroso.

Arche e cacciatori di archeSyd per mestiere distrugge arche, buttandone giù una dietro l’altra noncurante della sorte di chi lo accompagna in queste rischiose avventure. Il suo unico scopo è abbatterle perché portatrici di un virus chiamato “Diablosis”; esso è in grado di trasformare una qualsivoglia forma di vita in una bestia incapace di controllare la propria aggressività. Le arche non sono altro che enormi e altissime torri pullulanti di nemici armati di tutto punto, Syd entra dal portone principale, risale la costruzione per tutta la sua altezza, e la distrugge. Per buona metà del gioco non si conosce il vero motivo di questa sua ostinazione (l’abbozzo di trama messo in piedi fa intendere che da qualche parte si nasconda dell’altro). Al giocatore è mostrata qualche brevissima cut scene in cui l’energumeno dal volto sfigurato pronuncia poche frasi, non perché taciturno o riflessivo, ma perché caratterialmente povero: paradossalmente, il protagonista è piuttosto piatto persino considerando gli standard di un genere che già di per sè non fa della caratterizzazione del cast il suo cavallo di battaglia. L’impianto narrativo è un contorno, ma come tale dovrebbe comunque dare all’utente quella parvenza di avventura per farlo immedesimare con i personaggi a schermo. Se già Quantum Therory fallisce in pieno questa missione non fondamentale, figuratevi cosa vi aspetterà dopo.

La guerra dei cloniGli utenti Microsoft possono contare tra le loro esclusive uno sparatutto in terza persona del calibro di Gears of War, riconosciuto come uno dei massimi esponenti del suo genere. Per questo motivo non ci stupiamo di trovare nei negozi tutta una serie di prodotti pronti a clonare le ben oliate meccaniche di gameplay, nel tentativo di replicarne il successo. I ragazzi di Tecmo Koei non si sono limitati alla giocabilità, hanno preso e copiato di pari passo ogni singolo elemento del loro concorrente: le ambientazioni, i nemici, le armi, i muscolosi soldati armati di fucili e mitragliatori sproporzionati, tutto è stato copia/incollato per rendere il loro prodotto più vicino ai gusti del mercato occidentale. Come accennavamo nel paragrafo d’apertura, è stato questo l’errore più grande: assoggettare un sistema di gioco prettamente americano avendo però il gusto ed i budget degli sviluppatori orientali. Forzare le due nature ha dato vita a una copia mal realizzata del già citato Gears of War. Quantum Theory soffre inoltre la mancanza di una modalità online ben strutturata. Questa propone solo quattro modalità competitive viste e riviste in prodotti analoghi, senza la possibilità di affrontarle la storia in cooperativa online o locale. Vista la qualità del gioco è stato molto difficile trovare persone con cui giocare, raramente siamo riusciti a raggiungere il tetto massimo di 12 partecipanti in un’arena. A questo si unisce una campagna singolo giocatore molto breve che si attesta sulle 6-7 ore se giocata a livello normale. Nota dolente è il gameplay stesso dell’avventura in singolo giocatore, poiché cade nel limbo della ripetitività subito dopo la prima ora, offrendo veramente poco in termini di varietà dell’azione e idee innovative. L’unico spunto interessante è dato dalla presenza femminile, Filena, una misteriosa umana già presente all’interno della torre: caricandola fisicamente sul braccio sarà possibile scagliarla contro i nemici, in questo modo sferrerà un attacco molto potente al quale potrà seguire una combo di colpi fisici, nel caso in cui vi troviate vicini all’avversario. Tra un salto e l’altro dovrete aspettare che passi l’affaticamento di Syd, evitando così l’utilizzo forsennato di tale abilità.

Plastica FusaTozzo e squadrato, ricoperto da texture di bassa qualità che dovrebbero, in teoria, ricreare il colore della pelle: il modello poligonale del protagonista è forse quello più riuscito, ma si sa, la star del palcoscenico è quella che gode del trucco migliore. Immaginate dunque ambientazioni anonime che ripetono se stesse finché non si cambia il macrolivello, animazioni nemiche identiche nonostante vi sia più d’un tipo di avversari, un’intelligenza artificiale a dir poco deficitaria, perfetta per strapparvi più di una risata in tante occasioni. Immaginate tutto questo, agitate con cura e avrete lo scenario di Quantum Theory. Si unisce allo scempio finale una colonna sonora senza alcuno spunto o motivo interessante e un sistema di controllo poco efficace per quello che riguarda la dinamica del salto in corsa (morirete spesso e volentieri cadendo) e la mira col fucile di precisione, che richiede la pressione del tasto R1 prima e R2 dopo: per nostra fortuna durante la recensione abbiamo potuto sfruttare i famosi real trigger aggiuntivi, altrimenti sparare sarebbe stato decisamente frustrante.

– Esce in un periodo carico di grandi giochi, non sarete così disperati da doverlo comprare

– Comparto tecnico mediocre

– Gameplay ripetitivo

– Storia, personaggi e dialoghi da dimenticare

– Online striminzito

3.5

Quantum Theory è un prodotto insufficiente in ogni suo reparto. Non c’è un singolo elemento che raggiunga la decenza, oltre a copiare una saga esistente lo fa anche male partorendo così un titolo con gravi insufficienze. Visto il periodo di grandi uscite non farete fatica ad evitarne l’acquisto, saranno soldi risparmiati per giochi che meritano la vostra attenzione. Speriamo vivamente che Tecmo Koei abbia imparato la lezione: una bocciatura a livello mondiale dovrebbe far capire che la strada intrapresa è quella sbagliata, che non basta creare un energumeno muscoloso con una grossa arma pesante per realizzare un gran gioco. Fallimentare.

Voto Recensione di Quantum Theory - Recensione


3.5