Recensione

Qbert

Avatar

a cura di Garese

Q*bert è il porting di un famoso gioco arcade, risalente al 1982, il cui protagonista è una buffa palla arancione con i piedi ed una strana proboscide.

I livelli del gioco consistono in piramidi formate da cubi sovrapposti, ed il nostro scopo sarà far cambiare colore ad ogni cubo, semplicemente portando il nostro Nasone sopra di essi.Muovendoci dovremo evitare vari ostacoli e nemici, che variano da strane palline colorate che cadono dalla cima dello schermo e rimbalzano sui cubi, ad esseri più intelligenti, come ad esempio il serpente Coily o altre creature, che camminano sulle facce laterali dei cubi.Le uniche armi sulle quali Q*bert può fare affidamento sono la nostra prontezza di riflessi, e due dischi colorati ai lati della piramide, che dovremo cercare di raggiungere per sbarazzarci dei nemici. Saltando su uno dei due dischi, infatti, il nemico più vicino a noi salterà giù dalla piramide, e noi verremo trasportati in cima ad essa, senza nemmeno un graffio.Nei livelli più avanzati l’azione diventa più veloce, e non basterà più il semplice passaggio sopra un cubo per cambiarne definitivamente il colore: alcune volte il colore dei cubi non cambierà in maniera definitiva, e ritornerà al valore originario se ripasseremo sopra al cubo, costringendoci a ripetere il percorso effettuato, mentre in altre occasioni dovremo saltare su di essi più volte, per raggiungere il colore necessario a completare il livello.

La versione scaricabile da PlayStation Store di Q*bert non ha subito cambiamenti degni di nota rispetto alla versione originale da sala giochi. Il sonoro è praticamente identico a quello del cabinato, e la grafica dei livelli e dei personaggi è rimasta invariata, pur godendo dell’adattamento all’alta definizione, che dona al tutto un aspetto più definito. Non è presente un opzione per giocare con la grafica originale del gioco, come spesso accade con i porting su console dei vecchi classici arcade.I controlli, che nella versione arcade erano impartiti tramite un joystick posizionato diagonalmente (dato che Q*bert può compiere solo salti diagonali da un cubo all’altro), rappresentano la nota dolente del gioco, forse al giorno d’oggi ancora più che allora.Tramite la leva analogica impartiremo a Q*bert la direzione nella quale saltare, ma non è detto che questo avvenga correttamente. Per motivi ignoti, ci ritroveremo non di rado ad essere bloccati fra un salto e l’altro, solo per venire colpiti da un nemico o un ostacolo. I movimenti della leva analogica dovranno essere precisi al millimetro, o non verranno riconosciuti, lasciando Q*bert nell’immobilità totale. È presente anche il supporto per il sensore di movimento del controller SIXAXIS, ma in questo caso la situazione peggiora notevolmente rivelandosi quanto di più impreciso mai visto in un titolo PlayStation 3, con risposte ai nostri movimenti in modo apparentemente casuale.

Nonostante gli evidenti problemi riscontrati con il sistema di conrollo, Q*bert risulta essere ancora abbastanza divertente, forse grazie al suo concept estremamente semplice. Anche se i nemici utilizzano percorsi apparentemente casuali, potremmo divertirci a tentare di evitarli per cambiare il colore di ogni blocco della piramide, anche se per un paio di ore al massimo.

È possibile giocare con un amico, alternandosi nel completare a turno il proprio livello, mentre l’unica feature online del gioco è una classifica, limitata però ai primi 200 migliori risultati, senza alcuna possibilità di visualizzare la propria posizione o quella degli amici in lista.

– Prezzo contenuto

– Divertente per un breve periodo

– Comparto tecnico datato

– Pessimi controlli

0

Q*bert è un titolo adatto solo ai più accaniti nostalgici della versione arcade, desiderosi di rivivere le sensazioni provate 25 anni fa. Il gameplay fin troppo semplice, penalizzato da un sistema di controllo davvero pessimo, lo rendono un titolo sconsigliabile a tutti gli altri utenti, a meno di non volerlo acquistare per puro collezionismo, invogliati anche dal prezzo esiguo.