Recensione

Puzzle Quest 2

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a cura di Pregianza

Se possedete un cellulare c’è un buon 90% di probabilità che ci abbiate installato Bejeweled, semplice ma geniale puzzle game sviluppato dalla Pop Cap Games. Il gioco ha avuto un successo stratosferico nonostante la sua natura di passatempo da viaggio e ne sono state prodotte decine di versioni. Nel 2007, a un gruppo di sviluppatori Australiani, la Infinite Interactive, venne l’idea di riprendere il famoso giochino e farne qualcosa di totalmente diverso: fonderlo con un GDR fantasy. Il risultato, Puzzle Quest, fu un successone al di là di ogni aspettativa, al punto da portare milioni di fan ad attendere impazienti l’uscita di un suo seguito che prese forma col nome di Puzzle Quest: Galactrix. Galactrix deluse però le aspettative cambiando molto del gameplay e della formula che rendeva il capostipite così assuefacente. Davanti alle continue richieste dei giocatori, Infinite Interactive decise quindi di tornare alle origini (cosa che ultimamente pare funzionare un po’ con tutto…), riprendendo il sistema originale e la sua ambientazione fantasy con lo scopo di migliorarlo ed eliminarne i difetti.

Creare guerriero X. Guerriero X deve eliminare forze del male Y aiutato da compagni Z. EvvivaPuzzle quest 2 non è un GDR comune. La sua natura di gioco ibrido non è un male per quanto riguarda il gameplay ma, ahinoi, lo è per quanto riguarda la trama. Non aspettatevi un’epopea ricca di colpi di scena in un mondo realistico, curato ed immersivo. In Puzzle Quest sarete uno stereotipato eroe, tornato nella stereotipata cittadina di Verloren per sconfiggere le forze del male. Forze del male che sono presenti in abbondanza nella zona, ma prive del benchè minimo carisma. La trama è buttata lì solo per giustificare sfide a colpi di gemme contro un quantitativo innumerevole di mostri e la qualità dei dialoghi è allo stesso livello. Non è certo il primo gioco in cui succede, ma una storia studiata meglio avrebbe sicuramente reso più piacevole l’esperienza.

Assaggia la mia spada! Prima però devo mettere in fila queste 4 gemme rosse…Se non avete mai giocato al primo Puzzle Quest vi troverete davanti a un gioco quantomeno eccentrico. Parliamo di un vero e proprio GDR, in cui dovrete scegliere una classe e affrontare svariati nemici in combattimenti a turni che vi permetteranno di salire di livello. La novità sta nel fatto che, al posto del mana o dell’energia tipici del genere, per utilizzare i vostri poteri e/o attacchi speciali dovrete accumulare gemme e per farlo sarà necessario metterle in fila in una partita 1 contro 1 di Bejeweled con il vostro avversario. Il sistema sembra folle, ma è geniale e costringe a pensare non solo alle abilità da utilizzare ma anche alle mosse da fare sulla scacchiera per mettere in fila le gemme necessarie. Così come nel primo titolo della serie, anche in Puzzle Quest 2 avrete a disposizione 4 classi: lo stregone, il paladino, il barbaro e l’assassino. Ogni classe ha poteri specifici che vengono appresi salendo di livello e possono venire utilizzati in combinazione: ad esempio un barbaro ha svariati attacchi che necessitano di gemme rosse e verdi e di conseguenza alcuni dei suoi poteri trasformano le pietre di colore diverso in quelle di cui si ha bisogno. Le classi sono ben strutturate e uniche. L’assassino dispone di attacchi molto dannosi mentre il paladino ha abilità prevalentemente difensive che gli permettono di sopraffare il nemico sul lungo termine. Oltre alle gemme colorate compaiono altri due tipi di pietre, i teschi e i magli. I teschi danneggiano ancora direttamente il nemico se messi in fila, i magli sono invece una novità assoluta del seguito e fungono da “punti azione” per utilizzare le armi equipaggiate. Le armi infatti sono cambiate e non concedono più semplicemente dei bonus passivi ma possono essere attivate per fare danno. Il cambiamento è interessante ma rende la scelta dell’equipaggiamento meno complessa e strategica se paragonata a quella del predecessore. Il sistema però nell’insieme non è peggiorato, anzi, la scomparsa delle cavalcature (e del tedioso processo di potenziamento delle stesse) è davvero gradita, così come ben accetta è anche l’eliminazione degli innumerevoli incontri casuali con mostri vari. Ora molti dei nemici si possono evitare e il gioco risulta molto meno noioso. Molto piacevole anche l’aggiunta di vari sottogiochi quando si trovano dei forzieri, si devono disarmare delle trappole o è necessario scassinare una serratura e il ritorno del sistema di potenziamento delle armi con l’aiuto del fabbro cittadino. La difficoltà è molto accessibile e, fatta esclusione per un paio di mostri dotati di poteri particolarmente fastidiosi, non dovreste avere problemi ad avanzare nel gioco. Il gameplay non è però esente da imperfezioni: le classi sono ben fatte ma alcune rendono il gioco decisamente più divertente di altre. Un assassino è molto efficace in battaglia, cosa che permette di concludere gli scontri velocemente. Non si può dire lo stesso del paladino con cui ci vuole parecchio a sconfiggere mostri dotati di buona resistenza. Inoltre, nelle fasi finali della campagna, i combattimenti contro avversari minori tendono ad essere un po’ troppo duraturi anche con le classi offensive e la cosa si accentua se si affronta il gioco al massimo della difficoltà. Sono difetti che non rovinano l’esperienza più di tanto, ma qualche potere finale più devastante e dei boss finali più impegnativi avrebbero migliorato la situazione.

Oggi ad Art Attack impareremo a colorare un barbaroLa grafica di Puzzle Quest 2 è molto colorata e ben definita. Siamo davanti a un titolo completamente bidimensionale con personaggi ed ambientazioni disegnati a mano. L’arte stavolta si discosta dallo stile manga utilizzato nel primo titolo e, mentre per quanto riguarda le mappe ci troviamo davanti a un netto miglioramento, lo stesso non si può dire del design di mostri e eroi. Lo stile fantasy alla occidentale non è spiacevole ma la qualità dei disegni lascia alle volte un po’ a desiderare e manca di finezza. Il sonoro presenta musiche discrete, una voce narrante di buona qualità nelle scene d’intermezzo e effetti sonori decenti. Il minimo sindacale. La campagna principale è molto longeva e richiede più di 20 ore per essere completata se si affrontano anche le quest facoltative. Ad essa si vanno ad aggiungere svariate modalità alternative che comprendono sfide veloci, vari sottogiochi e una modalità torneo in cui è possibile utilizzare i mostri incontrati durante il singleplayer. Oltre a tutto questo Puzzle Quest 2 offre anche un multiplayer online di ottima qualità, con tanto di match classificati.

HARDWARE

Requisiti minimi:-CPU: Intel® Core 2 @ 1.8 Ghz / AMD Athlon 64 X2 2.0 Ghz -Memoria: 1GB RAM -Scheda grafica: 256 Mb (GeForce® 7 / Radeon® X800),Direct X 9-Sistema operativo: Microsoft® Windows® XP/Vista -475 MB liberi di spazio su hard disk

– Ritorno di un puzzle game geniale

– Fantastico per passare il tempo

– Longevo e divertente

– Migliora molte caratteristiche del predecessore

– Gameplay leggermente semplificato

– Alcune classi possono risultare tediose, in particolare verso la fine

8.0

Puzzle Quest 2 è l’ottimo seguito di un titolo che ha cambiato il modo di percepire i puzzle games. Una vera e propria pietra miliare tra quei giochi “di transizione” tra hardcore gamers e casual gamers, la serie di Puzzle Quest è tornata in tutto il suo splendore. Siamo per la seconda volta davanti a un gioco in grado di offrire ore di divertimento e di dare assuefazione e, anche se il gameplay risulta leggermente semplificato e non è privo di difetti, lo consigliamo a tutti coloro che hanno amato il primo, amano i gdr o amano semplicemente i puzzle games.

Voto Recensione di Puzzle Quest 2 - Recensione


8