Anteprima

Puppeteer

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a cura di Pregianza

Più la tecnologia avanza, più gli sviluppatori si sbizzarriscono con la grafica dei giochi. Di anno in anno si vedono spuntare personaggi sempre più realistici con un’espressività quasi umana, paesaggi stratosferici, effetti speciali esagerati, e un sacco di altre chicche che sciolgono occhi e cuori degli amanti del fotorealismo. 
Tra i tanti team di sviluppo ci sono però molte squadre che puntano più alla poesia visiva che al dettaglio grafico, e cercano di catturare i giocatori con uno stile unico e inimitabile. Se c’è una software house che ha dimostrato di essere tra i migliori in questo campo, quella è sicuramente Japan Studio, che negli anni ha sempre puntato più sulle idee brillanti che sulle meraviglie tecniche nei suoi titoli. Puppeteer rientra nella categoria delle opere “poetiche”, un gioco dove i personaggi sembrano in tutto e per tutto fatti di cartonato, e si muovono in un teatro la cui scenografia è in continuo mutamento. Questo lavoro ci ha sempre incuriosito parecchio, ma negli ultimi giorni è finalmente giunto tra le nostre mani un bel codice preview, su cui ci siamo lanciati senza esitare. E’ ancora presto per una recensione, ma, se la qualità dovesse confermarsi al livello di ciò che abbiamo visto, i possessori di Ps3 hanno di che stare allegri. 
Non perdere la testa
Il protagonista del gioco è un ragazzino di nome Kutaro, che si ritrova tra le grinfie del terribile Re Orso Lunare, un tiranno dotato di poteri magici che cattura saltuariamente le anime dei bambini per rimpolpare il suo esercito di marionette. Il nostro eroe viene tramutato in un pupazzo e privato praticamente subito della testa. Liberatosi grazie al provvidenziale aiuto di una irritante strega paffuta e del suo gatto volante Ying Yang, Kutaro si arma della prima testa sostitutiva nelle vicinanze e si prepara ad affrontare il terribile orso gigante. E’ l’inizio di una lunga ed esaltante avventura, che vedrà il ragazzino prendere il possesso di un paio di forbici magiche chiamate Calibrus, e incontrare un gran quantitativo di personaggi assurdi.
Come intuibile la narrativa è da fiaba, ma i dialoghi vantano uno spiccato humour che strappa qualche risata anche ai giocatori più cresciuti. Non è tanto la storia a catturare, quanto il ritmo della campagna, sempre piuttosto alto. Le vicende in cui Kutaro viene a trovarsi sono variegate e divertenti, e gli sviluppatori le hanno chiaramente strutturate per supportare un gameplay altrettanto diversificato.
Parlando di giocabilità, partiamo dalle basi. Kutaro pùò saltare, schivare e abbassarsi, azioni che rendono le prime fasi del gioco piuttosto basilari. La sua principale capacità sta nel poter “cambiare testa”, utilizzando al posto del suo capoccione originario oggetti sparsi nelle mappe. Ogni testa equipaggiata sarà dotata di una speciale abilità, che può sbloccare dei segreti ben nascosti nei vari livelli.
Inizialmente la semplicità del sistema può venire a noia, ma la stasi non dura molto. Il protagonista viene infatti in possesso quasi subito delle Calibrus, forbici magiche che gli permettono di tagliuzzare nemici e vari elementi del paesaggio. Una volta ottenute le forbici il gameplay cambia sensibilmente, e offre nemici di vario tipo, boss fight con pattern fissi da analizzare, e numerose zone dove le Calibrus vanno usate per spostarsi in aria tagliuzzando drappi e tendaggi vari. 
A questo si aggiunge l’aiuto di Ying Yang: lo svolazzante gatto semi addormentato può venir spostato con l’analogico destro, e indirizzato in zone segrete che contengono cristalli (la moneta del gioco), teste aggiuntive o altri extra. Ying Yang (anche se non sarà sempre lui il vostro compagno volante), rappresenta anche il modo in cui gli sviluppatori hanno inserito il gioco in cooperativa, visto che può venir controllato col Move, e rende il titolo più facile a tratti se usato da un personaggio umano. Non che la difficoltà sia particolarmente elevata, ad ogni modo. I livelli sono chiari e privi di momenti da platform hardcore, e le boss fight sono alquanto intuitive. In particolare l’unico nostro dubbio riguarda proprio il loro svolgimento, poiché i grossi nemici contro cui Kutaro ogni tanto si trova a combattere ci sono parsi fin troppo facili da superare. 
Un peccato, ma è ancora troppo presto per dare giudizi. Abbiamo affrontato solo alcuni boss delle fasi iniziali e non sappiamo ancora come varieranno nelle fasi avanzate, possiamo tuttavia già descrivervi un’altra caratteristica di Kutaro, ovvero la capacità di usare teste “speciali” dotate di ulteriori poteri, che non possono venir perse come le altre. Nella nostra prova abbiamo ottenuto ad esempio una testa scudo appartenuta a un cavaliere, con cui Kutaro può rispedire i proiettili al nemico. La limitazione dei colpi che la testa può ricevere prima che la barriera si disattivi è stata usata in modo curioso da Japan Studio, che ha introdotto momenti in cui è necessario spremere un pochino le meningi per capire come liberare il passaggio da alcune fastidiose torrette magiche. Puzzle di questo tipo saranno probabilmente la norma per tutta la campagna, e ci aspettiamo di vedere molti altri poteri e rompicapo da risolvere avanzando nel gioco.
Art Attack
Il gioco non usa un classico sistema a punti vita: Kutaro perde letteralmente la testa quando viene colpito, e ha un tempo limite per recuperarla prima di perderla per sempre. Durante le missioni il ragazzino può raccogliere un massimo di tre teste, e se le perde tutte è game over. L’accessibilità di Puppeteer si nota anche qui, considerando che questa meccanica ci è parsa fin troppo permissiva e non siamo mai realmente “morti” durante i primi livelli. 
Poco male, la prova ci ha infatti divertito molto, portandoci ad ammirare per tutto il tempo lo stile artistico e l’originalità delle situazioni create dai programmatori di Japan Studio. Graficamente tutto funziona a meraviglia e, come abbiamo già detto nel primo paragrafo, sembra davvero di vedere delle figure di carta in movimento, in un mondo magico e magnifico dalla grande varietà. 
Lodevole anche il sonoro, grazie a un narratore che racconta le gesta di Kutaro senza disturbare, a un pubblico che applaude in sottofondo come se si stesse davvero interpretando uno spettacolo teatrale, e a ottimi doppiatori, azzeccatissimi nel ruolo dei vari personaggi di contorno del gioco. La cura posta nella creazione di ogni elemento è impeccabile. 

– Artisticamente notevolissimo

– Gran varietà di situazioni nei livelli

– Originale e intuitivo

Con il suo stile artistico unico e la notevole varietà di situazioni proposte durante la campagna, Puppeteer ci ha conquistato. Abbiamo affrontato solo le prime fasi del lavoro di Japan Studio, eppure siamo rimasti colpiti dall’incredibile cura per il dettaglio e dalla bellezza dei suoi livelli. C’è ancora da aspettare un po’, ma i possessori del monolito nero amanti dei platform farebbero bene a tenere gli occhi bene aperti.