Recensione

Prototype 2

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a cura di jewel

Ci sono persone per le quali i videogiochi sono molto di più che semplici forme d’intrattenimento. Agguantare il pad, per molti fan di questo settore, vuol dire infatti catapultarsi in un mondo completamente fuori dall’ordinarietà per vivere avventure che, purtroppo, difficilmente avremo l’occasione di saggiare al di fuori dello schermo. A volte sentiamo il bisogno di impersonare grandi calciatori per vivere l’emozione di una partita storica, altre volte ancora ci piace impugnare scudo e spada per simulare di vivere in mondi fantastici, popolati da orchi, maghi, fanciulle in pericolo e chi più ne ha più ne metta. Nel caso di Prototype, quello che avevamo potuto sperimentare con il primo capitolo si può riassumere anche in una sola parola: Potere. Riuscire a sollevare automobili come fossero piume, poter correre in verticale lungo le pareti dei grattacieli di New York o ancora avere la capacità di tramutarsi in qualsiasi essere umano; i ragazzi di Radical Entertainment erano riusciti a ficcare tutte queste folli idee dentro un unico titolo, creando un action-game maturo e dannatamente divertente. Ebbene, a circa tre anni di distanza da quella prima pazzesca avventura, è finalmente giunta l’ora di tornare a vestire i panni di un mutaforma per spaccare tutto. Signore e signori, ecco a voi Prototype 2!

“Ho mai detto di essere un eroe?”E’ passato poco più di un anno dalle vicende del capostipite della serie, e una nuova epidemia del virus denominato “Blacklight” ha costretto le autorità locali a rendere Manhattan zona di quarantena. Quella che ora viene chiamata New York Zero è una città dominata dalla paura, in cui il minimo sospetto di infezione basta e avanza per meritarsi una scarica di piombo dai soldati della Blackwatch, organizzazione incaricata di estirpare il virus dall’intera zona. Il sergente James Heller, protagonista delle vicende del gioco, torna a casa dalla sua famiglia dopo aver prestato servizio in Afghanistan e Iraq, ma come in un brutto sogno, è costretto a ritrovarsi faccia a faccia con le sue più grandi paure. Gli affetti più cari di Heller sono infatti rimasti vittime del caos incontrollabile dell’isola e, con una sorta di tacita promessa a sé stesso, il protagonista giura vendetta contro Alex Mercer, responsabile della diffusione del virus nonché protagonista del primo Prototype. Ben presto i due si incontreranno e, seguendo un colpo di scena dietro l’altro, Heller verrà a conoscenza di complotti ben più grandi di quanto potesse immaginare. Fortunatamente, allo stesso modo del suo acerrimo nemico, anche il nostro nuovo eroe sarà dotato di straordinari poteri da mutaforma, tanto esagerati quanto estremamente devastanti in battaglia. Già per quanto riguarda la qualità della narrazione, Prototype 2 fa un bel passo in avanti rispetto al predecessore. Nell’intero arco narrativo, capace di tenervi col fiato sospeso a forza di plot twist, il protagonista si circonderà di personaggi credibili, dai caratteri ben definiti. Lo stesso Heller, probabilmente anche a causa della stragrande superiorità di linee di dialogo, si rivela essere un “eroe” molto più profondo e carismatico di quanto non fosse stato Mercer in passato. Proprio a questo proposito, segnaliamo la presenza, nel menu principale di gioco, di un sunto generale sugli eventi del predecessore, piuttosto esaustivo per tutti i giocatori che intendono acquistare direttamente il nuovo capitolo.

Un arsenale genetico pronto a prendervi a calciPer chi non avesse familiarità con la serie, ricordiamo che, allo stesso modo di titoli come Infamous, il gioco utilizza un’impostazione free-roaming, permettondoci di vagare liberamente nella mappa per consultare missioni principali ed extra solo quando lo riteniamo opportuno.In quanto a movimenti e meccaniche di gioco in generale, pur basandosi sostanzialmente su quanto visto nel primo capitolo, Prototype 2 riesce ad apportare un bel numero di novità interessanti. Ancora una volta il nostro mutaforma sarà in grado di sfidare ogni legge della fisica, correndo più veloce di un’automobile, coprendo decine di metri con un unico balzo e via discorrendo. A differenza del primo capitolo, questa volta il giocatore avrà inoltre a disposizione fin da subito l’abilità di planare, utilissima qualora si vogliano raggiungere obiettivi molto distanti sulla mappa saltando da un grattacielo all’altro. La prima grossa novità del titolo è il cosiddetto “istinto di caccia”, attivabile in qualsiasi momento tramite la pressione dell’analogico sinistro. Questo sistema genera una sorta di segnale circolare che si propaga a partire dal bersaglio che stiamo cercando, per cui anche se questo sarà fuori dal nostro raggio visivo, potremo comunque individuare la sua posizione seguendo la direzione dalla quale proviene il cerchio generato. Arrivati all’origine del segnale, il nemico che stiamo cercando sarà evidenziato con un’aura inconfondibile di colore arancione, e si potrà quindi dare il via alle danze. Una volta agganciato il bersaglio tramite l’apposito tasto dorsale, il giocatore potrà tranquillamente iniziare a inanellare combo, attaccando il nemico con ogni arma del proprio arsenale genetico, lanciando oggetti di scenario contro il malcapitato, e schivando i suoi colpi saltellandogli attorno. Per ridurre in brandelli i membri della Blackwatch e gli infetti, le armi principali a nostra disposizione saranno le braccia di Heller, che, modificando la propria forma, potranno infatti assumere sei differenti forme letali. A differenza del Prototype originale, questa volta tramite il “cerchio dei poteri” potremo assegnare due poteri contemporaneamente ai rispettivi tasti utilizzati per il combattimento. Grazie a questa trovata, sarà possibile, ad esempio, affiancare l’efficacia degli artigli sulle brevi distanze a quella della frusta, un’altra arma genetica che si rivelerà piuttosto comoda contro i nemici da cui è meglio tenersi alla larga. Ai vecchi poteri se ne aggiungeranno poi di nuovi, come ad esempio i tentacoli, creando in definitiva un arsenale completo e soddisfacente. Una scelta che abbiamo particolarmente apprezzato è stata quella di affidare l’uso di scudi, sempre creati dalle braccia di Heller, a un solo tasto del pad. In questo modo è possibile passare dall’attacco a un’impostazione difensiva in men che non si dica e, sebbene possa sembrare banale, la cosa farà di certo piacere a chi sentiva la mancanza di una simile comodità nel primo Prototype. Altra piacevole aggiunta è un tipo di salto che ricorda vagamente le movenze del Cavaliere Oscuro di Arkham City, grazie al quale il protagonista può letteralmente scavalcare il nemico per sorprenderlo alle spalle.Come da tradizione per il franchise, è ancora possibile appropriarsi dei fucili d’assalto dei Blackwatch, così come dei loro lanciarazzi e, soprattutto, dei loro veicoli. Questi ultimi sono ancora una volta cingolati ed elicotteri, ma il sistema di approccio è totalmente cambiato. Saltando in groppa al mezzo bersaglio, l’azione rallenterà e, al centro dello schermo, si aprirà un menu rapido grazie al quale potremo scegliere cosa fare nell’immediato futuro. Potrete assumerne il controllo, ma anche strappare il lanciarazzi del veicolo senza salire a bordo o ridurlo in brandelli con una mossa devastante. La scelta spetta unicamente a voi. Cambia anche il sistema di “massa”, ora non più legato alla barra della vita del personaggio, ma acquisibile in un secondo momento come barra separata da riempire consumando bersagli biologici, aspetto di cui parleremo nel prossimo paragrafo. Una volta ottenuta la giusta dose di massa è possibile scatenare tutto il potere del nostro mutaforma facendo partire una miriade di tentacoli in ogni direzione dal corpo del protagonista, oppure prendendo il controllo di due potenti Bruti. Questi ultimi potranno quindi essere direzionati verso il nemico che preferiamo tramite la pressione dell’analogico destro, con la possibilità di richiamarli all’ordine una volta conclusa la carneficina. Dopo questa bella sviolinata sulla ricchissima offerta bellica di Prototype 2, dobbiamo a malincuore soffermaci su una nota negativa, ovvero il targeting system del gioco. Spesso e volentieri capita infatti che, in situazioni concitate, sebbene ci sia un nemico grosso e cattivo che punta minaccioso verso la nostra posizione, premendo il tasto dedicato al lock on, Heller finisca per mettersi a osservare una sventurata nonnina che passava di lì o un debole infetto che non sarebbe riuscito a far male a una mosca, portandoci inevitabilmente a un game over di cui non abbiamo colpa. A volte risulterà infatti molto più congeniale spostare la telecamera manualmente per inquadrare ciò che è di nostro interesse, ma la cosa può comunque rivelarsi scomoda se i vari Goliath e Bruti di turno ci attaccano da ogni direzione. Un bel miglioramento si identifica invece nel nuovo sistema di esperienza adottato dal gioco, molto più ordinato e leggermente più intuitivo rispetto al primo Prototype. In poche parole, conquistando il giusto numero di punti esperienza il nostro protagonista aumenterà di livello e, ogniqualvolta si presenterà questa eventualità, il giocatore potrà assegnare un punto incrementando il suo attacco, la difesa, la salute e così via. Ulteriori migliorie possono essere apportare tramite le mutazioni, bonus che nonostante il nome pittoresco si rivelano essere semplici incrementi per i parametri di Heller e che potranno essere ottenute prendendo parte a quante più missioni extra possibile. Le missioni secondarie sono davvero un bel po’ e spaziano dalla semplice ricerca di “scatole nere” nella mappa di gioco, a vere e proprie missioni articolate in più parti, che sapranno tenervi impegnati per più di qualche ora.

James Heller e l’arte di consumare senza farsi vedereUno dei poteri principali che Alex Mercer possedeva nel capostipite della serie era quello di poter “consumare” qualsiasi persona incontrasse, ovvero assumere le sembianze di chiunque gli potesse far comodo. In Prototype 2 la cosa funziona più o meno allo stesso modo: qualora fosse necessario, il nostro protagonista può prendere le sembianze di agenti della Blackwatch o scienziati, così da potersi intrufolare in strutture di interesse senza destare sospetti. Un’apposita barra si riempirà quando i nemici cominceranno a capire che c’è qualcosa che non va con la vostra identità e, in caso di eccesso, scatterà lo stato di allerta con tutte le conseguenze che potete ben immaginare. A questo punto l’unica cosa da fare per tornare alla normalità è allontanarsi quanto più possibile, oppure trovare un punto abbastanza nascosto per riprendere le sembianze del classico James Heller.In ogni caso questi sono tutti elementi già visti nel prequel, mentre le vere novità arrivano quando la capacità di “consumare” si intreccia con il nuovo “istinto di caccia”. Immaginate di trovarvi all’interno di una base nemica. Avete bisogno di tramutarvi in uno scienziato per passare un controllo di sicurezza senza far scattare allarmi pericolosi, ma per farlo avete prima necessità di capire se il vostro bersaglio è tenuto d’occhio da qualche guardia. Attivando l’istinto di caccia noterete che lo scienziato è contornato di rosso, il che vuol dire che finché non eliminerete chi lo controlla da lontano, non potrete consumarlo. Al contrario, contorni bianchi indicano che il bersaglio può essere consumato senza destare sospetti e, guarda caso, spesso troverete qualche guardia con questa caratteristica a pochi metri dall’obiettivo designato. Certo, non sarà la meccanica stealth più fantasiosa del mondo, ma inserita a intervalli regolari tra una missione e l’altra risulta essere una bella trovata per tenere alta l’attenzione del giocatore. In una maniera simile a quanto visto con i veicoli, anche quando si dovranno afferrare bersagli umani si aprirà un menu con varie scelte rapide, tra cui annoveriamo la novità di poter attaccare un ordigno genetivo al malcapitato per causare danni nelle sue vicinanze con una forte esplosione. Meccanica parecchio utile per creare diversivi.

Con Alex Mercer era tutto più bruttoAnche per quanto concerne il comparto tecnico, Prototype 2 ha più alti che bassi. Permangono alcune texture di basso livello e, non troppo di rado, assistiamo a molteplici compenetrazioni poligonali. In generale rispetto al primo capitolo è tutto leggermente più rifinito, dai riflessi alle ombre, passando per gli effetti generati dalle esplosioni e le animazioni meno legnose dei nemici. In più, nonostante la grande mappa di gioco e il grandissimo numero di persone e nemici che si susseguono a schermo, il motore grafico adottato dai ragazzi di Radical Entertainment riesce a gestire il tutto alla grande, con rarissimi cali di fluidità. La narrazione è arricchita da suggestive cut-scene in CG realizzate in un evocativo bianco e nero, con pochi dettagli colorati di rosso e blu. Altrettanto piacevoli sono poi le confuse e distorte sequenze live action che mostrano i ricordi delle persone che vengono consumate da Heller.Il comparto audio è invece quasi esente da difetti, con una colonna sonora sempre in linea con i toni tesi della narrazione e un doppiaggio non solo quasi perfetto ma, udite udite, completamente in italiano. Fatta eccezione per qualche rara voce secondaria leggermente infelice, il resto del voice acting si attesta su un livello ben più alto di quanto si possa immaginare, con linee di dialogo spesso degne dei migliori film d’azione a stelle e strisce.

– Trama coinvolgente, con personaggi credibili e ben definiti

– Sistema di combattimento migliorato

– Doppiaggio italiano stupefacente

– Sistema di esperienza ordinato e intuitivo

– Targeting System da rivedere

– Ancora qualche pecca nel comparto grafico

8.5

In sostanza Prototype 2 riprende tutto ciò di buono che c’era nel predecessore e ce lo ripropone aggiungendo una trama molto più interessante, condita da personaggi credibili e, in particolare, un protagonista decisamente più carismatico. Il sistema di combattimento presenta molte piacevoli aggiunte tanto nei poteri quanto nelle possibilità d’azione, ma un targeting system fin troppo approssimativo finirà per decidere l’esito di molti combattimenti senza concedervi voce in capitolo. Per il resto, il gioco offre un comparto tecnico molto soddisfacente, con imperfezioni grafiche che nel contesto risultano essere trascurabili e un doppiaggio italiano sorprendentemente ottimo. Nelle sue oltre nove ore di gioco, Prototype 2 riesce a racchiudere il potenziale per essere apprezzato appieno non solo dai fan del predecessore, ma anche da chi non aveva mostrato interesse nei riguardi delle avventure di Alex Mercer. Davvero un ottimo titolo!

Voto Recensione di Prototype 2 - Recensione


8.5