Recensione

Prince of Persia: Le Sabbie Dimenticate

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a cura di Krauron

Il progetto di ideazione di questo nuovo capitolo della saga di Prince of Persia può avere una doppia chiave di lettura: i buonisti (o meglio, gli sviluppatori) affermano che il lavoro è sorto dopo alcune lamentele dei fan consequenziali all’uscita sugli scaffali dell’episodio in cell shading. Il titolo in questione per la cronaca non era nemmeno malaccio, ma l’eccessiva facilità (per non dire un tasso di sfida pari a zero) e discutibili scelte di marketing future (chi ha detto DLC?) sono stati due motivi validi per molti fan per una lapidazione senza precedenti. Quindi sempre secondo la prima teoria, quelli di Ubisoft dispiaciuti da cotanto rammarico, avrebbero pensato di creare un capitolo che riprendesse il feeling delle vecchie avventure “sabbiose” ed arabeggianti che tanto hanno fatto bene sulle console della scorsa generazione, in modo da accontentare i sostenitori di vecchia data. Quelli più maligni invece, altro non vedono in questo capitolo che una bieca trovata commerciale, spinta dall’uscita del film nelle sale (che, sempre per la cronaca, non ha in comune quasi nulla con l’esponente videoludico). Insomma, alla fine il gioco riesce nell’impresa di conquistare una buona fetta di videogiocatori, ma accontentando un po’ meno la critica. In questo marasma di avvenimenti si staglia la presenza dell’episodio per Nintendo DS che andremo a recensire, un titolo già da molti bollato preventivamente come flop qualitativo. La questione però non è di facile giudizio così come sembra.

Ci sono un Principe, una Principessa ed un Idraulico Si ritorna dunque in quel clima da Mille e una Notte che ha caratterizzato soprattutto “Le Sabbie del Tempo”, con il Principe che perde in circostanze avverse i suoi ricordi e che tenterà di riacquisirli grazie all’aiuto di uno spirito che ci viene in soccorso. Nulla insomma di particolarmente significativo e, anzi, narrativamente il gioco risulta abbastanza piatto fin dalle prime battute, con il protagonista che ostenta ironia spicciola alternata a frasi a dir poco stereotipate. Anche il gameplay riesce ad essere particolarmente anonimo, privo di una specifica personalità: ci sono tutta una serie di livelli rappresentati su una mappa alla “Super Mario” (quindi con vari “cerchietti”) e con l’immancabile boss di fine “sezione”. Le missioni da affrontare, per così dire, saranno intorno alla quarantina, ma non esaltatevi, perché la durata delle stesse è davvero misera anche per i giocatori meno smaliziati. Dunque, sembrerebbe di avere a che fare con una produzione insufficiente su più fronti, abbastanza pacchiana e triste nello stile, quanto povera di contenuto. Invece, incredibilmente, il gioco riesce a divertire e ad avvincere pennino alla mano. Quest’ultimo tra l’altro, sarà l’unico vostro alleato, come la tradizione zeldiana ci ha insegnato nei due episodi per la console dal doppio schermo. Al touch screen è affidato praticamente tutto, dai movimenti, alle corse, ai fendenti ed alle parate. A seconda delle situazioni, il gioco vi condurrà con mano nella giusta azione da compiere, e il risultato finale è più che soddisfacente: l’agilità del principe è fluida e scorrevole proprio come nella controparte in HD, e lo stesso ritmo forsennato fatto di corse contro il tempo, lame rotanti ed altre diavolerie simili è riprodotto nella giusta maniera. Capita, talvolta, di fare un po’ di confusione tra una magia ed un salto, tuttavia è abbastanza raro sbagliare. La formula dunque è la stessa, ed ogni capitolo proporrà, con la giusta dose di varietà, sezioni di platforming miste ad altre più ragionate, che purtroppo non si discosteranno più di tanto dalla classica formula “sposta la cassa sul interuttore o per raggiungere sezioni sopraelevate”. Presenti anche i combattimenti che però risultano in fin dei conti, l’anello debole della produzione: non solo sono facilissimi (rendendo inutile l’uso della parata), ma persino del tutto slegati dal contesto di gioco, presentandosi spesso e volentieri all’improvviso.

Giocare con la sabbiaOltre alle classiche movenze circensi, alle acrobazie da stuntman e ai principeschi fendenti, il Principe potrà contare su tutta una serie di abilità primarie e secondarie più o meno note, che non vi descriveremo tutte per non rovinarvi la sorpresa. Tra la prima spicca immancabilmente la possibilità di riavvolgere il tempo, la quintessenza dell’intero brand: basterà toccare il simbolo della clessidra su schermo e in un attimo avrete l’occasione di rimediare ad errori commessi. Il secondo elemento invece non solo è utile per risolvere enigmi a tempo, ma anche per passare maggiormente indisturbati in ambienti poco piacevoli o per avere la meglio su di un vostro avversario particolarmente rapido ed ostico. Il sistema funziona abbastanza bene e saprete sempre intuitivamente quale magia usare, senza particolari problemi di sorta. Oltre a questi poteri ce ne saranno altri, non meno importanti, e sbloccabili ogni volta che sconfiggerete un boss. Purtroppo la riuscita degli stessi è spesso macchinosa e scomoda, a causa di molteplici azioni da compiere nella stessa maniera e in tempi rapidissimi. Ad esempio una delle capacità mistiche prevederà la solidificazione di particolari colonne di sabbie, in modo da permettervi di usare come trampolino di salto o per scendere da altezze considerevoli senza nuocere alla vostra salute. Peccato però che spesso il gioco riconosce il nostro movimento manuale come il salto, facendo suicidare il nostro eroe in maniera abbastanza ridicola. Ridicola come le combo dei combattimenti: presenti in minima quantità, saranno spesso e volentieri un mero orpello, in quanto il più delle volte sarà necessario molto meno per avere la meglio sul rivale. Questo grazie anche alla possibilità di potenziare la vostra spada ad un negozio di fiducia visitabile tra una missione ed un’altra. In tale emporio sarà possibile anche acquistare potenziamenti per la salute e per le sabbie, oppure un nuovo abito per il vostro principino. Peccato che comunque non si avrà mai a che fare con un Principe vestito per le grandi occasioni, considerato che tecnicamente il titolo non meraviglia dal punto di vista grafico e rappresenta ancora uno stile super deformed del protagonista abbastanza stridente con il contesto circostante. Se questa cosa è sicuramente negativa, le ambientazioni risultano spesso molto evocative e le movenze del protagonista piuttosto ben realizzate.Il comparto sonoro, pur godendo di tracce ispirate alle musiche orientali, si rivela particolarmente ripetitivo, così come gli anonimi effetti audio.

– Divertente

– Controlli intuitivi

– Riprodotto il giusto feeling

– Combattimenti troppo semplici e mal inseriti

– Breve e facilotto

– Privo di una propria personalità

6.4

Il problema principale delle Sabbie Dimenticate, non è tanto da riscontrarsi in particolari aspetti, ma in una mancanza di personalità e carattere che gli impediscono di primeggiare nell’affollato mercato NDS. Non così malvagio come molti possono pensare, e magari anche divertente per chi adoro questo genere di titoli, tuttavia è indubbio che si poteva e doveva fare meglio.

Voto Recensione di Prince of Persia: Le Sabbie Dimenticate - Recensione


6.4