Anteprima

Prey 2

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a cura di jred

Park City – Utah – Circa cinque anni fa abbiamo vissuto le avventure di Tommy, l’indiano cherokee che affrontò i poteri della Sfera per salvare la sua amata, Jen, da un’invasione aliena. Un’avventura molto peculiare, in grado di dividere il pubblico tra coloro che hanno amato l’approccio anticonformista e coloro che avrebbero preferito un gameplay più classico. Nel 2008 trapelarono le prime indiscrezioni che rivelavano l’esistenza di un seguito che, se tutto andrà bene, avremo modo di giocare nel 2012, anno in cui Bethesda e HumanHead hanno pianificato il rilascio di Prey 2. Abbiamo avuto modo di vedere questo promettente seguito durante il Bethesda Gamers Day, evento organizzato dal colosso statunitense per promuovere la sua line up.

Cambio di protagonista…La prima novità di Prey 2 è il fatto che abbandonerete le vesti di Tommy, nonostante quest’ultimo, stando all’epilogo del primo capitolo, abbia tutt’altro che terminato le sue avventure. Questa volta impersoneremo Killian Samuels, una guardia carceraria un tempo sceriffo di una contea statunitense. Il collegamento con il primo capitolo appare quindi, perlomeno dalle prime indiscrezioni, piuttosto flebile: Killian è a bordo del Seajay Air Flight 6401, aereo che abbiamo visto precipitare durante le prime fasi del primo Prey. Dopo il tremendo impatto il protagonista si risveglierà su di un pianeta alieno, completamente all’oscuro di quello che gli sta succedendo intorno. Ancora non sono stati chiariti i passaggi logici che porteranno un aereo di linea a schiantarsi su di un pianeta alieno, ma sappiamo che visiteremo almeno tre enormi ambientazioni, tra le quali sembra troveremo anche quello che è il pianeta natale della razza extraterrestre, Exodus, formato prevalentemente da sconfinate grotte rocciose e una città costruita in mezzo al deserto. Il teatro della recente presentazione è stata invece una metropoli sorta a cavallo delle due facce lunari, con il quartiere a luci rosse nella parte più oscura e la parte ricca nella porzione perennemente illuminata. Il primo impatto è da togliere il fiato, la metropoli sviluppata tanto orizzontalmente quanto verticalmente brulica di forme di vita aliene, alcune delle quali molto simili ai Pirati Spaziali di Metroid Prime, oltre che di luci e neon. L’ispirazione è chiaramente ispirata alle scenografie di Blade Runner: dal capolavoro di Ridley Scott è stato ripreso il forte contrasto tra luci e ombre, l’aspetto bagnato e corrotto del quartiere, i tanti oggetti volanti che riempiono i cieli. Non sarà solo la direzione artistica a cambiare profondamente, infatti lo stile di gioco abbandona la linearità classica degli sparatutto dell’epoca e propone un approccio alla Assassin’s Creed, prendendo dal capolavoro Ubisoft la libertà d’azione e di esplorazione, oltre che la possibilità di scalare praticamente tutte le strutture della città. Poiché ormai la Sfera non esiste più, potremo dire addio anche a quei corridoi gravitazionali che ci costringevano a fasi di combattimento a testa in giù con nemici di sopra, di lato e di sotto, così come alla verranno abbandonati i relativi enigmi che rendevano in alcuni punti il gioco sin troppo simile ad un puzzle game. Queste fasi di gameplay volevano essere la vera innovazione del primo capitolo, ma finirono per essere percepite più come un fastidio anziché un punto di forza. Questa volta affronteremo i nemici su un solo piano ortogonale e la libertà d’azione sarà garantita dalle grande agilità di Killian, in grado di arrampicarsi su ogni muro e abbastanza abile da sfruttare ogni parapetto come barriera o nascondiglio. Saremo infatti dei cacciatori di taglie silenziosi ed implacabili, che si muoveranno nella città alla ricerca di nuove prede. Potremo quindi decidere quale missione intraprendere, con chi parlare e quali luoghi visitare, spostandoci liberamente da una città all’altra o favorendo dei tanti svaghi disponibili nel quartiere. Ogni decisione che prenderemo avrà ripercussioni sul prosieguo della trama e sulle reazioni che gli altri personaggi avranno nei nostri confronti, nonostante il finale previsto per l’arco narrativo sia uno soltanto. Sembra persino che incontreremo personaggi già conosciuti durante il primo capitolo, e che avremo qualche probabilità di scoprire cosa è successo allo stesso Tommy. Chris Rhinehart – co-fondatore di HumanHead –  ha comunque confermato come non sarà necessario aver giocato al primo capitolo per godere pienamente della storia.

…cambio di combattimenti.Gli scontri varieranno dunque in base a come noi decideremo di affrontare il livello (come già visto in altri sparatutto, vedi Crysis 2) usando un sistema di coperture che si avvicina parecchio a quello di Killzone 3, alternando momenti in cui il protagonista compierà azioni “flessibili” in stile Vanquish o si arrampicherà come in Mirror’s Edge. I tanti riferimenti dovrebbero far capire quanto il progetto HumanHead sia ambizioso e quale libertà promette di conferire ai giocatori. Di fronte ad un informatore, potremo ad esempio decidere se pagare i suoi servigi o sfoderare l’arma e minacciarlo di morte. Anche in questo caso le reazioni saranno molteplici, ci sarà chi implora la nostra benevolenza e chi invece preferirà combattere, senza contare quelli che se la daranno a gambe e che saremo costretti ad inseguire. Una volta agganciato un bersaglio il gioco evidenzierà il nostro obiettivo rendendolo visibile anche attraverso i muri. Gli inseguimenti saranno molto spettacolari e metteranno in mostra l’agilità del protagonista, che si troverà a balzare da un parapetto all’altro per inseguire alieni dalle diverse fogge, tra i quali anche esseri viventi capaci di teletrasportarsi. Per fortuna tra i nostri gadget ve ne saranno di tutti i tipi, tra i quali potenti missili portatili, armi per immobilizzare i sospetti, granate in grado di scatenare campi gravitazionali, o scudi energetici composti da tanti miniesagoni, i quali si consumeranno progressivamente in base ai colpi subiti. Le armi e gli oggetti che troveremo saranno generati casualmente sulla mappa in base al livello del nostro personaggio, e saranno inoltre potenziabili e personalizzabili nel loro aspetto. A condire il tutto potremo utilizzare più di venti gadget, tra i quali due visori per l’analisi ambientale, il potenziamento dell’armatura e molti altri ancora in fase di sviluppo. Altro grosso cambiamento rispetto al primo Prey lo subiranno i nemici: stavolta molto più simili agli umani e intelligenti, saranno infatti in grado di percepire il nostro stile di gioco e comportarsi di conseguenza, decidendo di attaccare in gruppo aggirandoci e sfruttando le coperture. Anche la polizia agirà in base ai nostri crimini e dovremo stare molto attenti a non attirare troppo l’attenzione delle forze dell’ordine. Una volta catturato il sospetto potremo scegliere se interrogarlo, farlo fuori o mandarlo direttamente al cliente, con evidenti ripercussioni in base alla decisione presa. Nel nostro caso, una volta consegnato alla giustizia il criminale dovremo subire le conseguenze delle nostre azioni: un enorme mostro ci si parerà di fronte, cercando vendetta. Riusciremo a cavarcela anche in questa situazione? Sfortunatamente la presentazione si è interrotta proprio sul più bello, lasciando l’interrogativo aperto per future prove con mano. 

No alle nuove tecnologie?Pare che gli sviluppatori abbiano preferito concentrarsi più nel dare vita ad un arco narrativo piacevole e ad un gameplay bilanciato piuttosto che preoccuparsi di adattare il gioco per le periferiche di rilevazione di movimento o per i sistemi 3D tanto in voga negli ultimi mesi. A garanzia di questo si conferma anche la mancanza totale del multiplayer; dati i numerosi rinvii della data di uscita una parte del pubblico poteva aspettarsi di più proprio per quanto riguarda la giocabilità online, e speriamo che la decisione di non implementarla possa andare a favore della qualità dell’esperienza singolo giocatore. In ultimo è interessante sottolineare come la piattaforma di riferimento per lo sviluppo del gioco sia l’Xbox 360, dove l’ID Tech 4 – motore grafico utilizzato anche in Brink –  fa già faville. Proiettato su di uno schermo da cinema Prey 2 non mostrava incertezze e si muoveva in maniera davvero fluida. Il sistema di luci dinamico e le scelte stilistiche aiutano oltretutto ad immergersi in questo universo molto particolare ed affascinante, che in diversi scorci, come per esempio i topless bar o alcuni angoli della città, ricorda capolavori del calibro di Mass Effect 2 o Bioshock. Tutti questi cambiamenti non mancheranno di spiazzare i fan del primo capitolo, che si troveranno tra le mani un titolo profondamente mutato, i cui legami col passato sembrano tutt’altro che stretti. Questo non deve tuttavia spaventare, in quanto gli sviluppatori sembrano aver comunque costruito un background molto solido, affascinante ed ambizioso, che già da questa prima presentazione non può che attirare le nostre attenzioni. Il tempo a disposizione dei ragazzi di HumanHead è ancora tanto, non ci rimane che seguire gli stadi evolutivi del progetto, sperando che sappia mantenere le elevate aspettative.

– Un nuovo inizio

– Trama ed ambientazioni ispirate

– Livelli ampi

Abbandonata in parte la strada intrapresa dal precedessore, gli sviluppatori di Bethesda hanno rivoluzionato la giocabilità ed abbandonato le atmosfere che ci hanno accompagnato per tutta la durata del primo capitolo. Gli sforzi per rendere Prey 2 un buon gioco sembra tuttavia ci siano tutti: un mondo aperto e libero da esplorare, la grande libertà lasciata nell’approcciare alle missioni e l’affascinante comparto tecnico sembrano promettere davvero bene. Di certo l’abbandono della tradizione rappresenta un grosso interrogativo per tutti i fan, e costringerà questo nuovo titolo ad attirare interesse e hype con le proprie forse. Solo il tempo potrà dirci di più, rimanete con noi per tutti gli aggiornamenti.