Anteprima

Pre E3 - Dead Space

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a cura di andymonza

Cosa succederebbe se chiudessimo in una stanza un gruppo di ragazzi con la passione (leggi: fissazione) per l’horror? Ad esempio, potrebbero uscirsene con l’idea e l’intenzione di concentrare in una sola esperienza tutte le malate sfumature del genere! Siete vagamente paranoici? Claustrofobici? Paura del buio? Vi spaventerebbe non potervi fidare dei vostri sensi? Essere costantemente braccati da qualcosa di terribile? Da vari fanatici dell’horror, i ragazzi di EA Redwood Shores possono affermare, ed a ragione, di conoscere a fondo i meccanismi della paura umana; dopo essersi studiati tutto lo scibile orrorifico che cinematografia, letteratura e videoludica hanno da offrire, sono passati all’elaborazione di un setting che potesse ospitare l’avventura più agghiacciante mai messa in scena.

The Dark Side of EAImmaginate per qualche attimo lo spazio, infinito, profondo, silenzioso. Immaginate ora un’astronave da carico, la migliore e la più grande mai esistita, orgoglio tecnologico dell’umanità. Asettica, ordinata, immensa, perfettamente funzionale. Un semplice guasto ai sistemi di comunicazione porterà un ingeniere, Isaac Clarke, ad abbordare la nave per le riparazioni di rito: una volta a bordo, troverà qualcosa di molto diverso da ciò che si aspettava, e l’incubo avrà inizio…L’affascinante setting è il primo elemento che distingue Dead Space da ogni altro survival horror ad oggi conosciuto: per intenderci, chiunque conosca il film Event Horizon (“Punto di non ritorno” in Italia) può farsi un’idea delle atmosfere di questo titolo.Il plot prende il via diversi secoli nel futuro, quando l’esaurimento delle risorse della Terra costringe l’uomo ad esplorare le immensità dello spazio alla ricerca di nuove riserve di cibo, acqua ed energia; enormi navi esplorano le profondità del cosmo, individuando pianeti edibili per poi farli letteralmente a pezzi, stoccando le preziose risorse in essi contenute.In un giorno di lavoro come un altro, nei panni dell’ingeniere Isaac incrocerete casualmente l’ammiraglia, apparentemente alla deriva. Quando tutti i tentativi di mettervi in contatto con l’equipaggio saranno falliti, deciderete di salire a bordo, per far luce sull’accaduto. Pessima idea: il vostro esiguo equipaggio verrà massacrato in pochi attimi da una feroce razza aliena, che sembra aver infestato ogni livello dell’immensa nave, nonchè i corpi del precedente equipaggio. Sarete soli, su una nave grande come una città, senza addestramento e costantemente braccati. La missione di Isaac sarà trovare il diario del capitano, al cui interno ci sono i codici di accesso indispensabili per individuare una via di fuga. La narrazione procederà nel corso dell’avventura su tre piani temporali differenti: oltre al presente, con la nave devastata ed Isaac in cerca di salvezza, tramite i log dell’equipaggio scopriremo cosa è andato storto; a questi due piani temporali se ne aggiungerà un terzo, ancor più lontano nel tempo, che ci svelerà retroscena sulla razza aliena. E’ opportuno soffermarsi sul fatto che il vostro alter ego non è il supersoldato di turno, ma un professionista come tanti, dotato principalmente di equipaggiamento da lavoro. L’ingombrante tuta che Isaac indossa lo rende estremamente lento e pesante, con una diretta influenza sui pochi attacchi da mischia che potrete sferrare nel caso finiate le munizioni (peraltro scarsissime): essi, seppur potenti, saranno lenti, ed un solo colpo a vuoto potrebbe bastare per decretare una prematura morte. A parte qualche fucile raccolto dagli ex memebri del’equipaggio, per la maggior parte del tempo imbraccerete un laser adibito al taglio della roccia, caratterizzato da un rateo di fuoco lentissimo e dalla possibilità di regolare l’ampiezza e l’orientamento del raggio. Esso potrà all’occasione essere utilizzato come raggio traente, in maniera molto simile a quanto visto con la Gravity Gun di Half Life 2. Un altro interessante gadget in nostro possesso sarà un raggio in grado di rallentare il tempo, con una particolarità: esso funzionerà selettivamente su un solo nemico, mentre il resto dello scenario continuerà a “scorrere” a velocità normale; esso necessiterà quindi un utilizzo oculatamente tattico, per mettere fuori gioco per qualche istante i nemici più pericolosi. L’ambientazione spaziale ha permesso alcune interessanti scelte di level design: alcuni livelli presenteranno infatti gravità 0, senza ossigeno, e dunque immersi nel più assoluto silenzio: gli stivali magnetici della tuta da lavoro ci permetteranno in tali di frangenti i caminare su e giù per pareti e soffitti, con un conseguente aumento esponenziale delle direzioni da cui potremo essere attaccati. Un altro elemento saliente del gameplay è la possibilità di danneggiare i terrificanti alieni che ci daranno la caccia in maniera settoriale e strategica: a seconda di dove indirizzeremo il laser in nostro possesso potremo staccare loro gambe, braccia o la testa, ed osservare compiaciuti reazioni realistiche e convincenti, nonché diverse per ogni specie aliena: non tutte infatti avranno punti vitali simili a quelli dell’uomo, e staccare una testa potrebbe tuttalpiù rendere cieco il nostro avversario, senza per questo diminuirne la furia omicida.

A stylish nightmareUno degli elementi più affascinanti di questo titolo è senza dubbio l’ambientazione: l’immensa mole dell’astronave ha permesso ai level designer di creare una moltitudine di ambienti differenti, iperrealistici, caratterizzati dal netto contrasto tra asetticità, ordine e pulizia da una parte, ed il caos di sangue e materia organica dall’altro. L’illuminazione è stata oggetto di una cura fino ad oggi vista solo nelle migliori produzioni hollywoodiane: quasi tutti gli ambienti sono immersi nella penombra, illuminati a sprazzi da fonti di luce irregolari e dinamiche. Il chiaroscuro risultante è in grado di generare nel giocatore una tensione fino ad oggi sperimentabile solo al cinema, divisa a metà tra la paura di ciò che il buio può nascondere, e le improvvise rivelazioni.Il level design è caratterizzato da ambientazioni perlopiù claustrofobiche, lunghi e stretti corridoi costellati di angoli bui, luci taglienti e porte ermetiche. Ci si sente schiacciati, indesiderati, estranei.Parlando di design, davvero degna di nota è la scelta degli sviluppatori di eliminare qualsiasi forma di HUD: tutte le informazioni necessarie, come ad esempio salute e munizioni, le troveremo direttamente sul nostro personaggio, o sull’oggetto od arma interessato.Anche l’inventario si presenta in maniera inedita ed originale: invece di mettere in pausa il gioco, esso è accessibile in tempo reale, e viene proiettato sotto forma di ologramma.Esplorando gli ambienti avremo spesso il compito di ricostruire l’accaduto, al fine di individuare prima o poi una via di fuga. Durante l’hands on abbiamo avuto occasione di aggirarci nell’infermeria della nave, e tramite i diari elettronici dell’equipaggio abbiamo scoperto che essa ha rappresentato l’ultimo baluardo di resistenza per l’equipaggio: con la nave ormai in mano alle creature aliene, gli ultimi sopravvissuti si sono barricati nell’ospedale per impedire che anche i corpi presenti nella morgue diventassero ospiti per nuove mostruosità. La paura e la claustrofobia hanno tuttavia avuto la meglio, e gli ultimi sopravvissuti sono impazziti: alcuni di essi ancora si aggirano tra le sale operatorie, dimentichi del disastro, e convinti di svolgere ancora le loro quotidiane attività. In uno dei momenti più disturbanti di tutta la sessione di prova abbiamo incontrato una dottoressa, intenta ad operare con cura e precisione un cadavere dilaniato; la build non ancora completa non ci ha purtroppo permesso di interagire con lei, ma nella versione finale incontri come questo saranno completi di dialoghi.La natura parassitica degli alieni fa sì che abitino i corpi degli ex membri dell’equipaggio, deformati e sconvolti durante l’incubazione: alternano un incedere lento e scostante ad improvvisi attacchi, che metteranno a dura prova il vostro tempismo, facendovi costantemente saltare sulla sedia.

Comparto tecnicoIl colpo d’occhio è davvero piacevole, con una gran varietà di texture ben definite, in grado di rendere ogni stanza o corridoio diferente dal precedente. I modelli sono convincenti, e le animazioni molto caratteristiche (ottime soprattutto quelle degli alieni). L’aspetto migliore rimane comunque il comparto luci/ombre: vero protagonista del level design, le fonti di luce e le ombre vengono proiettate in maniera completamente dinamica, con un realismo senza precendenti.L’hands on ha invece fatto luce su un aspetto un po’ meno gradito, ovvero il massiccio utlizzo di script, con trigger posti sempre negli stessi punti: seppur efficaci per creare improvvisi eventi “ad effetto”, essi andranno irrimedialmente ad inficiare il fattore rigiocabilità.

Molti survival horror, da Resident Evil a Silent Hill, sono stati in grado di farci passare qualche notte insonne, ma Dead Space va decisamene oltre. Lo stile cinematografico, l’ambientazione terrificante ed il plot ben articolato su 3 piani temporali creano un’esperienza immersiva, in grado in pochi secondi di intrappolare il giocatore in un vero e proprio incubo, dal quale non sarà facile staccarsi.L’ottimo comparto audiovisivo ed un level design accurato, supportano pienamente la struttura narrativa; l’unica perplessità riguarda il fattore rigiocabilità, purtroppo compromesso da un massiccio utilizzo di script.I deboli di cuore stiano alla larga, mentre tutti gli appassionati di horror ed emozioni forti non devono assolutamente farselo sfuggire: l’incubo videludico più terrificante mai visto è in arrivo su PC, Xbox 360 e Playstation 3 a fine 2008. Gridate pure, nello spazio nessuno potrà sentirvi.