Recensione

Postal III

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a cura di SlimShady89

Uno dei più controversi prodotti della storia videoludica ha visto recentemente il suo terzo approdo nel mercato: si tratta di Postal, l’ormai celebre shooter di casa Running With Scissors.Nel bene e nel male Postal ha fatto sempre parlare di sé, e ha visto nella sua particolare storia di sviluppo un crescendo di censura talmente elevato da causare problemi anche nella commercializzazione del gioco stesso. Motivo? Probabilmente il solito che ha caratterizzato il prodotto anche in passato, ovvero il grave rischio di portare con sé polemiche e scene ludiche al limite della legalità, per poi essere vietato. Un modo per tutelarsi insomma.

Il pretesto“Buono o Pazzo?” è questa la formula utilizzata da Running With Scissors per pubblicizzare Postal III, rivelatasi tuttavia molto lontana dall’offerta di gameplay proposta poi dal titolo in questione.Già, perché piuttosto che parlare di indirizzare Postal Dude, il protagonista, verso il lato buono della civiltà o nella strada per il manicomio, durante l’arco dell’avventura dovremo scegliere se renderlo un perfetto poliziotto o coinvolgerlo nella criminalità organizzata….e magari terroristica, cruenta e gratuitamente offensiva, con una trama che verterà su episodi recentemente accaduti davvero.Postal Dude arrivato nella città di Catharsis inizierà a guadagnare qualche spicciolo attraverso una serie di compiti nel più classico stile degli action con limitata natura free roaming.Il videogiocatore avrà a che fare con una formula classica di attivazione e completamento delle quest, ma lo svolgimento delle stesse – e in particolar modo le sottotrame che le caratterizzano – mancano completamente di originalità.Abbiamo visto una serie di titoli che hanno fatto parlare di sé calcando la mano su droga, sesso, criminalità organizzata e quant’altro, ma Postal III è quanto di più diseducativo si possa trovare nel fantastico e creativo mondo dei videogame. Se videogame come Saints Row dedicati al puro e spinto divertimento continuano ad avere successo grazie a tanti punti di forza, appoggiandosi al trash per enfatizzare l’opera, Postal III fa dell’eccesso morale il suo unico motivo di vita.Alla resa dei conti, la decisione che attende il videogiocatore sul comportamento di Postal Dude è semplicemente legata alla giocabilità, in quanto scegliere per una strada piuttosto che per quella opposta permetterà di giocare missioni diverse o di interpretarne altre dal lato opposto, anche se nessuna di queste offre spunti divertenti o vari.

Il troppo stroppiaGli eccessivi ed espliciti riferimenti di cattivo gusto ad argomenti illegali o sensibili sfociano quasi con sfacciataggine in citazioni di avvenimenti recenti sgradevoli e decisamente poco signorili, enfatizzati da un gameplay votato alla derisione e, passateci il termine, al cazzeggio inutilmente violento.Più che pestaggi ed armi distruttive, avremo a che fare con strumenti di morte degni del miglior Saw, ridicolizzando i poveri malcapitati con la possibilità di urinarci addosso…e qui una delle tante citazioni che non avremmo mai voluto vedere in un videogame.Non solo, aldilà delle armi classiche della serie, è possibile usare un tranquillo spray urticante o qualcosa di più macabro, come machete per fare a pezzi i pedoni per poi incendiare i loro corpi ormai privi di vita…ed anche in questo caso citazioni che richiamano gli avvenimenti recenti, oltre che una chiara dimostrazione di come l’esagerazione la faccia da padrona anche con armi bianche classiche che si trovano in diversi altri videogame dalla natura simile.La giocabilità di fondo, ovvero uno sparatutto libero con tanto di sistema di coperture e doppia trama tra poliziotto e criminale, passa in secondo piano per giustificare le missioni che hanno tutte un comune denominatore: raccontare il meglio del peggio della volgarità, e non solo.Le missioni sono molto ripetitive: tocca eliminare un soggetto in particolare o salvaguardare qualcun altro, in contesti inverosimili ed esagerati…in tema con la serie.Nessun personaggio è ben delineato sotto il profilo caratteriale, come ci hanno abituati i capolavori del genere, per cui l’incedere ripetitivo inizierà con l’annoiare dopo poco, salvo chi si divertirà a seminare un po’ di caos in giro sfruttando le numerose caratteristiche di questo tipo che di certo non mancano, come gatti esplosivi che faranno di certo discutere.

OldgenPostal III è un prodotto che lascia molto a desiderare non solo a livello etico ma anche osservando il comparto tecnico.I maggiori difetti del titolo vengono riscontrati nelle gestione delle collisioni – in alcuni frangenti praticamente rimasto fermo al 2003, l’anno in cui ha fatto capolino il seguito del titolo lanciato nel ’97, e nell’intelligenza artificiale nemica.Purtroppo i due difetti collimano spesso e volentieri dando davvero l’impressione di trovarsi davanti ad un titolo non presentabile in quest’era videoludica, poiché se da un lato i nemici non faranno altro che sparare e sparare senza preoccuparsi di ciò che farà l’utente, dall’altro l’interazione con gli oggetti dello scenario, le coperture e gli scontri piuttosto abbozzati rendono il tutto molto frustante, soprattutto considerato il fatto che non ci si diverte per niente a causa della totale assenza di patos.Perdonabile invece la mancanza di cura per i dettagli che si avverte a livello generale per tutta l’avventura, anche se la caratterizzazione di Postal Dude risulta piuttosto ben delineata ma non seguita dal resto dei modelli poligonali, riciclati e riproposti di continuo.Dal punto di vista audio è stato fatto il minimo indispensabile, e segnaliamo che il titolo non è previsto in italiano nemmeno per quanto riguarda i sottotitoli, dunque i fan della serie dovranno attendere una traduzione amatoriale o un solido successo di vendite che spinga gli sviluppatori a investire qualcosina nelle localizzazioni, cosa che speriamo non accada visti i risultati di questo capitolo.

– Possibilità di scegliere a quale fazione allinearsi

– Tecnicamente obsoleto

– Quest ripetitive

– Storyline per niente appassionante

3.0

Postal III è una delusione per tanti fattori: il titolo non impara nulla dagli errori commessi in passato sia a livello puramente videoludico che materiale, andando anzi ad appesantire il livello di gore ed inciviltà che hanno caratterizzato nel bene e nel male il successo della serie.

Diversi titoli insegnano come il trash, se usato con parsimonia, possa rivelarsi utile e funzionale al progetto, mandando magari segnali importanti all’utenza, ma Running With Scissors calca nuovamente la mano, superando la soglia della tollerabilità.

Se per rimediare a questi errori non si è fatto nulla, a livello tecnico si è fatto poco per stare perlomeno al passo della concorrenza, sfoggiando intelligenza artificiale, texture e giocabilità rimasti indietro anni, chiaro segno di come gli sviluppatori si siano affidati solamente al lato sopra le righe del titolo per sperare nel successo.

Scommessa azzardata che difficilmente premierà.

Voto Recensione di Postal III - Recensione


3