Recensione

Port Royale 3

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a cura di Specialized

A ben otto anni di distanza da Port Royale 2, che nel suo genere rimane ancora un titolo di grande interesse e per nulla datato, Gaming Minds subentra ad Ascaron Entertainment e ripropone la formula gestionale-economica-piratesca tipica della serie con Port Royale 3, che per la prima volta si può giocare anche su Xbox 360 e PlayStation 3. Segno che in fondo anche i possessori delle console non disdegnano un genere simile, ma il rischio di un’eccessiva semplificazione del gameplay in favore del pubblico “consolaro” ha accompagnato l’uscita di Port Royale 3 con una certa apprensione. Vedremo a breve se un tale rischio si è tramutato in realtà, ma per ora concentriamoci sulla struttura di gioco e sul modello gestionale messo in piedi dal team tedesco.
Benvenuti nel XVII secolo
Port Royale 3, qui recensito in versione PC, offre essenzialmente due Campagne in singolo di diversa natura (una più commerciale, l’altra più “action” e piratesca), una terza modalità più aperta e libera e il multiplayer a quattro giocatori che però, complici server tristemente deserti, non siamo riusciti ad approfondire a dovere. Sullo sfondo delle isole caraibiche del XVII secolo contese tra Spagna, Olanda, Francia e Inghilterra impersoniamo un umile possessore di una nave mercantile impegnato a costruire un impero mercantile dal nulla. Le meccaniche del gioco sono praticamente le stesse dei due predecessori, anche se qui il tutto è molto più ricco, completo, graficamente più curato e longevo. A seconda della campagna che si sceglie, l’approccio al gioco si fa più orientato agli scambi commerciali e all’analisi del mercato di merci o più spinto verso la pirateria, cosa che si traduce in un gameplay basato sugli scontri navali e su un ritmo decisamente più elevato. Il cuore del gioco rimane comunque legato alla raccolta di materie prime e a una sorta di import-export ante-litteram, anche se con il passare delle ore potremo creare direttamente noi le materie da vendere nelle sessanta città presenti nel gioco. Proprio questo aspetto, che trasforma Port Royale 3 in un piccolo Sim City, è lo spunto più felice del gameplay; gli edifici con cui interagire e da costruire sono circa una trentina e propongono una buona varietà di funzioni e possibilità, passando dalle immancabili piantagioni di vario tipo a costruzioni classiche come fabbro, segheria, distilleria e naturalmente le case per gli abitanti. La presenza di eventi casuali spesso catastrofici ricorda ancora di più certe trovate a la Sim City, ma anche sul versante delle navi e delle imbarcazioni Port Royale 3 offre numeri, varianti e modelli capaci di accontentare anche l’appassionato più esigente.
Promozione con qualche ripensamento 
Non manca poi un sistema di fama e reputazione legato alle nostre azioni e scalare i vari gradi per diventare un pezzo davvero grosso dei Caraibi ha un sapore quasi ruolistico, con una progressione dinamica ben integrata che assicura almeno 7-8 ore di gioco di discreto livello. In realtà portare a termine le due Campagne distinte porta via più tempo, ma è come se Gaming Minds abbia voluto concentrare i contenuti più interessati del gioco fin dall’inizio, forse per venire incontro a un pubblico delle console poco abituato a un andamento più lento e ragionato. Sta di fatto che dopo alcune ore Port Royale 3 fa fatica a tenere desta l’attenzione del giocatore, iniziando a soffrire di una certa ripetitività nella formula di gioco e non riuscendo a mantenere una progressione avvincente sulla lunga distanza. Un difetto non da poco per un gestionale di questo tipo, che tra l’altro deve fare i conti anche con un sistema di scontri navali macchinoso (davvero troppe le varianti di cui tenere conto), con un’oscillazione dei prezzi un po’ a casaccio e con un comparto grafico un po’ sotto tono, che pecca soprattutto nella varietà delle città e in una certa pesantezza del motore grafico, senza che ciò sia giustificato da quanto visto sullo schermo. Eppure Port Royale 3 riesce comunque a portare a casa una sufficienza piena per merito del suo modello gestionale, adatto sia ai neofiti del genere (i tutorial sono abbondanti e il manuale di gioco particolarmente corposo), sia a chi cerca una sfida più elevata addentrandosi nel complesso sistema di compravendita e nella gestione dei convogli. E poi, diciamocelo, un simile periodo storico con quest’atmosfera un po’ esotica e un po’ avventurosa ha sempre il suo fascino 

– Modello gestionale completo e ricco di elementi

– Il sistema di fama e reputazione è ben integrato

– Le prime ore scorrono che è un piacere…

– …ma alla lunga il gioco fatica a coinvolgere

– Le battaglie navali potevano essere più semplificate

– La grafica non è granché e il motore grafico non è dei più leggeri

6.5

Port Royale 3 ha la grande pecca di proporre tutto subito, lasciandoci dopo 7-8 ore di gioco con una ripetitività accentuata e con un modello di gameplay che non riesce più a regalare sorprese. Un vero peccato, anche perchè per il resto questo terzo episodio della serie non è affatto male e riesce a proporre una struttura gestionale completa e adatta quasi a tutti, a parte qualche asprezza nel modello degli scontri navali e nell’eccessiva fluttuazione dei prezzi. Il mondo di gioco è vasto, le città numerose e gli elementi gestionali tra costruzioni, modelli navali e materie prime rende imprimono solidità al tutto.

Voto Recensione di Port Royale 3 - Recensione


6.5