Recensione

Pool of Radiance

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a cura di Maxnikk

RITORNO AL FUTUROForse non tutti se lo ricordano, ma la celebre collana di giochi della SSI ispirata all’universo di Dungeons & Dragons e denominata “Gold Box”, iniziò nel lontano 1988 proprio con un videogame intitolato Pool of Radiance, l’antesignano del titolo qui recensito.Era l’epoca del glorioso Commodore 64 e, da quell’anno in poi, fu un susseguirsi continuo di giochi, più o meno di successo, ambientati nel mondo fantastico dei Forgotten Realms prima e di Dragonlance e di Dark Sun poi.Titoli come l’indimenticabile Curse of the Azure Bonds, per non parlare della trilogia di Eye of the Beholder e di Secret of the Silver Blades, hanno rappresentato, per tutti gli amanti dei giochi di ruolo, le tappe obbligate di un cammino che li ha portati a rivivere emozioni quanto più possibile vicine a quelle dei giochi da tavolo.Ora, in attesa del promettente Neverwinter Nights della Bioware e, in risposta alla celeberrima serie di Baldur’s Gate della Black Isle, Pool of Radiance: Ruins of Myth Drannor si propone al pubblico come un titolo classico ed insieme innovativo grazie all’inclusione di alcune feature del nuovo set di regole D&D di terza generazione.Arruolati dal benevolo mago Elminster, i protagonisti di questo nuovo episodio si troveranno ad affrontare il mistero legato alla comparsa di un nuovo Pool of Radiance (piscina radioattiva) nella città di New Phlan. Tra orchi e mostri di ogni genere dovremo guidare i nostro manipolo di coraggiosi eroi attraverso le rovine della mitica città elfica di Myth Drannor per scoprire che cosa sia successo.

LA FORMAZIONE DEL PARTYCome in ogni buon gioco di ruolo che si rispetti, la prima cosa da fare è quella di procedere alla formazione del nostro party che, inizialmente, sarà composto da 4 elementi per poter poi arrivare ad un massimo di 6.Scartata, direi, la possibilità di scegliere tra i personaggi già disponibili, risulta molto più interessante e divertente creare da zero il nostro team di avventurieri.Per prima cosa dobbiamo scegliere la razza del nostro personaggio (Umano, Elfo, Nano, Mezz’Orco, Halfling, Mezz’Elfo), ricordando che ciascuna di queste ha caratteristiche ed inclinazioni proprie di cui dovremo tenere conto nella successiva scelta della classe.E qui notiamo subito come non sia stata inclusa la classe del mago, mentre sono state mantenute quelle del guerriero, del barbaro, del ranger, del chierico, dello stregone del paladino, del vagabondo e del monaco.Come detto in precedenza, certe razze sono più adatte a ricoprire alcuni ruoli piuttosto che altri. I nani, per esempio, possono anche fare gli stregoni, se lo vogliamo, ma il loro fisico tozzo e muscoloso li vede sicuramente più indicati come guerrieri.Fatto questo dovremo scegliere il nostro “schieramento”, ossia stabilire se intendiamo essere buoni, cattivi o neutrali. Questo influenzerà in maniera decisiva il comportamento del nostro personaggio che, se buono tenderà a proteggere vite innocenti e ad essere rispettoso di leggi e tradizioni mentre, se malvagio, sarà votato alla corruzione, alla distruzione ed alla noncuranza dell’autorità.La scelta potrà essere limitata da quella precedente relativa alla classe dal momento che un personaggio come il paladino, per sua stessa natura, non potrà non stare dalla parte del bene e della legge.Il passo successivo sarà quello di assegnare i punteggi per i vari tipi di abilità. A tale proposito, dal momento che il gioco si rifà esplicitamente a D&D, sarebbe stato lecito aspettarsi che tale operazione venisse affidata al tradizionale tiro di dado, cosa che, purtroppo non avviene. Avremo, invece, un certo numero di punti (di norma 25) da distribuire in 6 abilità classiche (forza, destrezza, costituzione fisica, intelligenza, saggezza e carisma).Infine dovremo scegliere l’aspetto fisico e dare un nome ai nostri personaggi. Una comoda scheda ci riassumerà le caratteristiche e ci renderà conto degli oggetti presenti nel suo inventario, delle skills e delle magie a sua disposizione, se in grado di effettuarle.

NEL CUORE DELL’AVVENTURAUna volta creato il nostro party verremo trasferiti nella città di Myth Drannor, da dove avrà inizio la nostra avventura.Col progredire della stessa i nostri personaggi avanzeranno di livello e, ad ogni avanzamento, ci sarò la possibilità di progredire in quasi tutte le classi disponibili.Questa è una delle caratteristiche del terzo set di regole di D&D, cui va anche affiancata l’eliminazione delle diverse restrizioni di classe e razza: ciò significa che tutte le razze possono avanzare indistintamente in ciascuna classe fino al 16° livello, purché la somma dei livelli multiclasse non superi il n. 32.La struttura del gioco risulta essenzialmente orientata verso i due poli dell’azione e dell’esplorazione, con una trama decisamente lineare ed un incedere piuttosto lento che trova il suo apice nei combattimenti, molto più simili a partite a scacchi, con la loro strategia e la loro tattica, piuttosto che ai frenetici massacri cui ci hanno abituato i vari Diablo e Throne of Darkness.

IL SISTEMA DI COMBATTIMENTOEccoci dunque arrivati al cuore del gioco, dove le regole di D&D terza edizione trovano un’ulteriore implementazione.Oltre a legare l’iniziativa e la velocità di reazione dei vari personaggi alle loro abilità, possiamo, infatti, utilizzare tutto lo spettro di mosse previsto dal manuale base di D&D come caricare, posizionarsi vicino ai maghi nemici per coglierli di sorpresa ed altro ancora (ricordate sempre che il fattore sorpresa è importante in quanto vi permetterà di avere l’iniziativa e di fare, quindi, la prima mossa).Il sistema di combattimento lo possiamo definire a turni temporizzati dal momento che ogni giocatore ha un certo quantitativo di secondi (evidenziato da una barra posta sotto ogni personaggio) per compiere le proprie azioni (due azioni semplici o una complessa per ogni turno).Terminato il tempo a nostre disposizione senza aver effettuato un’azione comporterà, di conseguenza, la perdita del turno.Per eseguire le azioni più complesse come lanciare incantesimi, utilizzare pozioni e via discorrendo dovremo ricorrere ad un apposito menu a tendina (basta cliccare col tasto destro del mouse sul personaggio prescelto) che però risulta abbastanza scomodo quando si tratta di ricercare un’azione contenuta, magari, nel sottomenù di un sottomenù.Tale tipologia a turni rende i combattimenti piuttosto lenti e macchinosi, forse addirittura noiosi in qualche caso.Da notare qualche piccolo problema relativo alla linea di vista dei personaggi che talvolta impedisce, per esempio, il lancio di un incantesimo perché l’obbiettivo individuato viene segnalato come fuori linea nonostante non vi sia alcun ostacolo di mezzo.Altra piccola pecca l’impossibilità di allontanarsi troppo gli uni dagli altri per i membri dello stesso party, cosa questa che impedisce, tra l’altro, di mandare in avanscoperta un personaggio mentre gli altri restano al coperto.

L’INTERFACCIA DI GIOCOChi fosse abituato a giocare a Baldur’s Gate e simili forse potrebbe trovarsi spiazzato di fronte ad un interfaccia come quella di PoR nella quale le icone sono ridotte all’osso ed ogni comando viene impartito tramite l’utilizzo di appositi menù (con relativi sottomenù) a tendina. Forse un po’ scomodo, come già sottolineato, quando si tratta di andare a scovare un’azione senza sapere bene dove andarla a pescare ma, fortunatamente esiste sempre la possibilità di mappare “ad hoc” i tasti della nostra tastiera.La schermata di gioco risulta così decisamente libera e pulita presentando solo le icone essenziali a tenere sotto controllo lo svolgimento della partita.Nell’angolo in basso a destra troviamo 4 barre colorate (blu, verde, porpora, giallo) ciascuna delle quali è associata ad un diverso personaggio. L’altezza della barra indica lo stato di salute di ogni membro del party, per questo va tenuta sotto stretto controllo durante i combattimenti.Il piccolo triangolo, invece, che si trova sotto una di queste barre individua il leader, colui che guida la squadra, che interagisce cogli oggetti quando il party agisce come gruppo e che ha il compito di parlare con i vari personaggi non giocanti (cosa molto importante in quanto ci permette di apprendere cose molto utili per il prosieguo del gioco, comprare e vendere oggetti e addirittura trovare qualcuno che vorrà unirsi a noi).Per impartire i comandi è, quindi, possibile o selezionare direttamente il personaggio, oppure la barra colorata ad esso corrispondente. Quest’ultima opzione risulta particolarmente utile nelle situazioni più confuse.Accanto a queste barre troviamo altri due tasti. Il primo è quello relativo alla formazione adottata dal party (di norma il leader dovrebbe essere il punto più avanzato), il secondo, invece, è il cosiddetto tasto di riposo ciccando il quale il party recupera le energia perse in combattimento. Ma attenzione, è possibile utilizzarlo solo quando è di colore verde, ossia quando non vi sono pericoli nelle vicinanze..Ancora più a destra troviamo poi un ulteriore pulsante che ci consente di scegliere se impartire l’ordine di movimento al singolo o al party nella sua interezza (va comunque ribadito che i vari membri non possono allontanarsi troppo dal leader).Infine,ell’angolo a sinistra in basso troviamo altre 4 icone relative alle opzioni di gioco (caricare, salvare o chiudere una partita, impostare i settaggi), al Quest Log (ci ricorda quali sono tutte le quest di cui abbiamo sentito parlare e che non abbiamo ancora completato), al tempo (indica cioè se è giorno o è notte) e alla mappa di gioco (ci mostra l’area che stiamo esplorando consentendoci di posizionare anche delle bandierine per ricordarci dove sono collocate cose di particolare rilevanza).

GRAFICADa un punto di vista strettamente tecnico Por si presenta ben realizzato, con un ‘ottima armonizzazione tra personaggi tridimensionali e fondali bidimensionali renderizzati.Unico neo l’impossibilità di agire sulla risoluzione che, nel caso dei primi resta fissata a 640×480, mentre quella dei fondali si attesta sugli 800×600.Nonostante questa limitazione resta comunque possibile constatare come ogni elemento dell’equipaggiamento (armature, armi, mantelli, guanti e via discorrendo) sia stato realizzato con estrema attenzione e cura del particolare.Discorso un po’ diverso, invece, per quanto riguarda le ambientazioni e gli effetti di illuminazione, legati soprattutto all’utilizzo dei diversi tipi di magia.In questo caso la qualità si dimostra quantomeno altalenante, pur non scadendo mai nella mediocrità.

SONOROSituazione meno eclatante per quanto riguarda musiche ed effetti sonori. Le musiche, pur evocative e d’atmosfera, come si conviene ad ogni Rpg, non raggiungono vette d’eccellenza come quelle cui ci hanno abituato altri titoli come Icewind Dale, mentre gli effetti sonori non vanno molto al di là del rumore delle armi in combattimento o del fragore delle magie utilizzate. Del resto non si potrebbe pretendere molto di più da un gioco di ruolo.

LONGEVITA’Semplicemente eccellente. Vi ci vorranno settimane per terminare tutto il gioco, soprattutto se fermamente intenzionati ad esplorare ogni recondito angolo dei vari dungeons.

HARDWARE

Configurazione minima: Pentium II 400 Mhz, 64 Mb Ram, Scheda Video con 16 Mb Ram

MULTIPLAYER

PoR consente ad un massimo di 6 giocatori di darsi battaglia in dungeons generati casualmente sia su rete locale che via internet. Va da sé che il ruolo del leader del party sarà il più gratificante ed importante tant’è che questi potrà anche inserire una password per limitare l’ingresso di nuovi utenti nella partita.

Tecnicamente apprezzabile

Longevità eccellente

Sistema di combattimento che alla lunga può risultare noioso

8

Mi risulta difficile dare in poche righe un giudizio globale su questo nuovo titolo ambientato nei Forgotten Raelms dal momento che, data la sua particolare struttura, potrebbe presentare alcuni aspetti forse poco digeribili per la maggior parte degli utenti.

L’indubbio pregio di essere il gioco che rende al meglio l’atmosfera tipica dei board games ispirati a Dungeons & Dragons ha il suo rovescio della medaglia in un’impostazione che predilige esplorazione e combattimento a scapito della storia e della creazione, se così si può dire, di un mondo virtuale nel quale poter vivere le nostre fantastiche avventure. In modo particolare la scelta di adottare un sistema di combattimento a turni temporizzati, con un’impostazione decisamente tattica e strategica, potrebbe essere motivo di noia per coloro i quali sono abituati alla frenesia di titoli come Diablo II o Throne of Darkness. Se, dunque amate gli Action Rpg, forse è meglio che proviate Pool of Radiance prima di acquistarlo mentre, se siete dei fanatici di tutto ciò che ruota attorno a D & D, compratelo ad occhi chiusi. Si tratta sicuramente di un ottimo titolo, ben realizzato e tutto sommato divertente, ma che potrebbe non piacere a tutti.

Voto Recensione di Pool of Radiance - Recensione


8