Recensione

Pokemon Colosseum

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a cura di Yoshi

Nel pantheon dei personaggi Nintendo, i Pokemon ricoprono un ruolo del tutto particolare: non sono legati a serie videoludiche tradizionali della grande N (come ad esempio Mario e Zelda), devono la loro fama a un fenomeno di costume più che al mondo delle console, e sono infine tanti e non uno.Nati come creature da combattimento in due geniali titoli Rpg per Gameboy (il termine Pokemon nasce dalla contrazione delle parole pocket e monster), i piccoli mostriciattoli si sono poi affermati con cartoni animati e giochi di carte, oltre che essere protagonisti di numerosi sequel videoludici per le console Nintendo.Volendo riassumere in poche parole quale sia il concetto che sta alla base dei titoli Pokemon (perlomeno quelli del filone principale), si può sicuramente parlare di commistione tra il genere del gioco di ruolo e la passione, sopita in ognuno di noi, del collezionismo: lo scopo principale dei videogiochi non è tanto quello di terminare l’avventura, quanto l’impadronirsi di tutte le specie di creature, inseguendo la collezione perfetta (che mai arriverà, dal momento che Nintendo introduce nuove razze ad ogni capitolo successivo della saga). Proprio in quest’ottica, fin dai primi titoli Nintendo ha introdotto il meccanismo di scambio dei pokemon, una versione moderna delle classiche figurine: oltre a poter raccogliere le creature all’interno del gioco, gli utenti possono infatti scambiare i propri pokemon con altri giocatori, sfruttando il collegamento tra due Gameboy. Di più: questa operazione è indispensabile per completare la propria collezione, dal momento che nessun singolo titolo permette di ottenere tutti le razze (nei primi due capitoli, ad esempio, alcuni pokemon presenti nella versione red non erano inclusi in quella blue, e viceversa).Uno schema di gioco come quello della serie Pokemon si adatta perfettamente ai sistemi portatili, ma molto meno alle console casalinghe: per questo Nintendo è sempre stata in un certo senso reticente nel trasportare la saga su gli hardware maggiori, limitandosi in alcuni casi (su Nintendo 64) a spin-off secondari o arene virtuali dove far combattere i pokemon ottenuti su Gameboy (è il caso, questo, dei primi due Pokemon Stadium).

Su GameCube, il primo Rpg Pokemon non portatileQuando Nintendo ha annunciato per la prima volta lo sviluppo di Pokemon Colosseum, tutti si aspettavano un sequel migliorato dei due Stadium apparsi su Nintendo 64, ovvero un titolo destinato a fare da spalla ai nuovi episodi per Gameboy Advance (Pokemon Rubino e Zaffiro) senza alcuna modalità di gioco totalmente autonoma. La grande N ha invece deciso di sfruttare al massimo la licenza per il nuovo capitolo della saga, dotandolo non solo di una sezione Battle (analoga appunto a Pokemon Stadium), ma anche di una completa modalità Storia, un vero gioco di ruolo sulle orme dei titoli per Gameboy.In questa sezione il giocatore impersona un allenatore di Pokemon membro della misteriosa organizzazione Snagem, composta da membri senza scrupoli in grado di sottrarre i Pokemon dai rispettivi proprietari grazie alla Snag Machine. Il vero scopo dei team Snagem è in realtà quello di potenziare i Pokemon catturati, tramutandoli in Pokemon Ombra, creature dal cuore chiuso e dai poteri maligni. La storia ha inizio proprio nel momento in cui il protagonista decide di abbandonare l’organizzazione, non prima di averle sottratto la Snag Machine; da questo momento lo scopo del giocatore sarà quello di sconfiggere l’organizzazione, recuperare i Pokemon ombra e riconvertirli in creature normali. Non sono invece presenti pokemon selvaggi, da catturare direttamente allo stato brado: l’unico metodo per rimpinguare la propria collezione è quindi quello di sconfiggere gli altri allenatore e snaggare le loro creature.Durante il processo di conversione dei Pokemon, essi acquisiscono nuove mosse e una maggiore varietà di attacchi: in quest’ottica Pokemon Colosseum accentua il fattore di crescita rispetto ai precedenti episodi (che pur utilizzavano i concetti di esperienza ed evoluzione); d’altro canto si perde in parte il meccanismo classico dei precedenti titoli, e di conseguenza Pokemon Colosseum può risultare (piaccia o no) un titolo “diverso” rispetto alla saga tradizionale.Una volta terminata la modalità storia, il giocatore otterrà il diritto di trasferire i pokemon conquistati sui giochi per Gba Pokemon Rubino e Zaffiro.

Sfida tra poke-allenatoriLa sezione Battaglia riprende quelle dei predecessori Pokemon Stadium: si tratta essenzialmente di una trasposizione tridimensionale e con grafica migliorata degli scontri tra due allenatori, sfruttando i Pokemon acquisiti nelle avventure per Gameboy Advance (previo collegamento delle console portatili) o durante la modalità storia di Colosseum. Il multiplayer può essere esteso a quattro giocatori, impiegando fino a 3 Gba collegati al Gamecube. Per chi non disponesse di amici allenatore da sfidare, la modalità battaglia può essere affrontata anche in single-player, con avversari comandati dalla Cpu della console.

Grafica e SonoroSin dalla prima partita appare evidente che lo sforzo degli sviluppatori non è stato certo indirizzato al comparto tecnico: pur disponendo di un impianto grafico pulito e fluido, Pokemon Colosseum non sfrutta degnamente le capacità di calcolo del Gamecube, con un numero di poligoni su schermi relativamente limitato, modelli che a volte non possono che apparire trascurati ed effetti speciali nella norma. Risolleva le sorti del comparto grafico proprio la presenza dei Pokemon: pur non trattandosi di capolavori di tecnica, le simpatiche creature risultano ben animate e caratterizzate, soprattutto per i giocatori dei titoli per Gba che finalmente hanno la possibilità di osservare la propria collezione riprodotta in formato tridimensionale durante le battaglie. In queste ultime sono inoltre riposti gli effetti migliori, che rendono le mosse dei Pokemon ancora più interessanti per gli appassionati della saga.Il sonoro risulta ancora più deludente: le tracce musicali si attestano sulla solita sufficienza stiracchiata e si limitano a un dignitoso ruolo di sottofondo, mentre i dialoghi tra i personaggi sono demandati ai sottotitoli (fortunatamente localizzati, come tutto il gioco, in lingua italiana). Il settore da cui era però lecito attendersi una maggiore attenzione era ancora una volta quello dei Pokemon; le creature invece non hanno un vasto repertorio di espressioni vocali, e si limitano a qualche sparsa smorfia di gioia, ira o doloro: un’occasione persa per caratterizzare ancora meglio i Pokemon.

-Tanti pokemon da collezionare

-Connettività con GBA

-Tecnicamente deludente

-Longevità storia non alle stelle

6.5

Per i fan della saga dei Pokemon, Colosseum può rappresentare una buona aggiunta alla serie: la modalità battaglia si integra con la consueta facilità agli episodi per console portatili (grazie alla retrocompatibilità del Gba, possono essere sfruttati praticamente tutti i capitoli della serie, dai capostipiti Blue e Red ai più recenti Rubino e Zaffiro) e permette di visualizzare le battaglie tra allenatori all’interno di un’arena tridimensionale e con un dettaglio impensabile per il Gameboy Advance. Inoltre, tramite Colosseum possono essere acquisiti pokemon di prima generazione, inaccessibili per quei giocatori di ultima data che non hanno mai avuto modo di giocare con i vecchi capitoli. La modalità storia costituisce poi il primo vero tentativo di Rpg Pokemon “classico” su console non portatile. L’esperimento può definirsi riuscito a metà: da un lato infatti è indubbio che il feeling della serie è mantenuto nel capitolo Gamecube pur con la doverosa dose di innovazione, dall’altro è innegabile che la natura stessa dei giochi Pokemon sia naturalmente legata alle console portatili.

Per gli utenti più occasionali, Pokemon Colosseum può essere inquadrato con un gioco di ruolo di media fattura, caratterizzato da un comparto grafico e sonoro solo sufficiente e da una longevità discreta. È bene comunque notare che non si tratta del titolo migliore per approcciare la saga dei mostriciattoli Nintendo.

Voto Recensione di Pokemon Colosseum - Recensione


6.5