Recensione

Playboy: The Mansion

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a cura di Fabfab

Annunciato nell’ormai lontanissimo 2003, “Playboy The Mansion” é andato incontro ad un curioso destino: accolto inizialmente se non con entusiasmo di certo con molta curiosità, il titolo Ubisoft ha subito un progressivo calo di interesse man mano che si avvicinava la data d’uscita, accompagnato ad una crescente delusione: in effetti alla prova dei fatti il gioco si è rivelato quantomeno deludente…

L’impero di HefnerIndecisi su come trattare un materiale tanto “scottante” quale é la licenza di Playboy, i programmatori di Cyberlore Studios hanno deciso di optare per una via di mezzo tra un simulatore di vita alla “The Sims” ed un gestionale.Nei panni di Hugh Hefner dovremo dare vita al decennale impero di Playboy partendo dalla sua mitica villa (la Mansion del titolo) e dal primo, storico numero della rivista. Inizialmente il titolo permette di scegliere tra due modalità di gioco, che si differenziano tra loro solo nella gestione degli obiettivi: nel Gioco a Missioni si progredisce portando a termine gli obiettivi assegnati di volta in volta, mentre nel Gioco Libero saremo noi a scegliere gli scopi da conseguire ed anche le modalità ed i tempi d’azione. A parte questo le due modalità sono praticamente identiche nel loro svolgimento.Lo scopo principale del gioco è adoperarsi per far uscire ogni mese un numero della rivista, aumentandone qualità e vendite, fino ad arricchirci e a raggiungere le vette del successo. Per ogni numero della rivista occorre preparare la Copertina, il Centerfold (il mitico paginone centrale), un Servizio fotografico a tema e tre articoli, uno generico (da scegliersi, possibilmente, tra uno degli argomenti più in voga del momento) e due dedicati a qualche VIP.Naturalmente non potrete fare tutto da soli (anzi, Hugh si occupa per lo più di pubbliche relazioni e di ginnastica a letto, nient’altro), pertanto dovrete assumere uno staff che vi aiuti. Questo si divide in:– Fotografi: essenziali per realizzare copertine, paginoni centrali e servizi, anche se delle fotografie finirete per occuparvi voi in prima persona, scegliendo ambienti e pose. Purtroppo il gioco non distingue tra una bella foto ed una mediocre, importa solo il soggetto della stessa.– Giornalisti: gli unici in grado di scrivere articoli o fare interviste. Maggiore sarà la loro abilità, migliori saranno i pezzi che ne verranno fuori.– Bunny Playboy: le mitiche conigliette. Servono unicamente per intrattenere gli ospiti (ed il padrone di casa) e a servire drink durante i party. Più sono brave e sexy, maggiore sarà la felicità e disponibilità degli ospiti a collaborare con noi.– Playmate Playboy: sono le ragazze immagine della rivista, quelle destinate a comparire sul paginone centrale o in copertina e a diventare vere e proprie stelle della rivista!Ognuno di questi collaboratori ha statistiche proprie (distinte in Fisico, Intelligenza e Bellezza) che influiscono sulla loro resa: se per una coniglietta sono importanti soprattutto gli attributi fisici, i giornalisti è meglio sceglierli con qualche neurone in più in testa…Oltre ai membri a Hugh Hefner ed ai membri del suo staff (destinato a diventare sempre più numeroso man mano che crescono i nostri guadagni e quindi le possibilità di assumere personale), le uniche altre persone che si aggirano per la nostra magione sono gli ospiti delle nostre feste. Organizzare party e ricevimenti (per i quali è anche possibile decidere l’abbigliamento da tenere, si passa dal formale abito da cerimonia all’intimo…) è importante perchè è l’unico modo per aumentare la nostra fama, per conoscere ed intervistare VIP (e fotografarle, se sono VIP al femminile) e, di conseguenza, aumentare la tiratura della rivista.

Mi faccio la villa…Un’altra delle attività in cui saremo impegnati è quella relativa all’arredamento della nostra mega-villa: il gioco mette a disposizione oggetti di tutti i generi e di tutte le forme, con cui è possibile sbizzarrirsi ad arredare le vuote stanze iniziali. Purtroppo la personalizzazione è molto limitata da due fattori: il primo è che la Mansion è modellata su quella originale, quindi non è possibile modificarne l’aspetto o la grandezza. Il secondo è che anche il mobili è tutto a tema, vale a dire che non è possibile intervenire sul look dell’abitazione, ma solo sulla disposizione degli arredi.L’arredamento è importante specie durante i party, perchè determinati oggetti coinvolgono gli invitati e ne aumentano il divertimento. Non dimentichiamo, inoltre, il mobilio destinato allo staff: una scrivania è essenziale al giornalista per scrivere, e se a questa aggiungiamo libreria ben fornita potremo perfino aumentarne il rendimento.

…e pure le conigliette!Il gioco ruota tutto attorno alla carismatica figura di Hefner. Vero pigmalione del suo impero, non si muove foglia che lui non voglia: potete assumere e licenziare staff, decidere i contenuti della rivista, organizzare ospiti e decidere quale VIP circuire per i vostri scopi e arredare la casa.Il problema dell’aspetto gestionale del gioco è che è troppo superficiale e ripetitivo: si finisce in pratica per fare sempre le stesse cose, solo più in grande. Col passare del tempo avrete più collaboratori, più ragazze, VIP sempre più importanti ma le cose da fare sono sempre le stesse, senza un minimo di varietà e, ancora peggio, senza un minimo di vera sfida.Portare avanti con successo il proprio impero è davvero troppo facile, così come troppo elementari appaiono i rapporti interpersonali: ogni ospite può essere conquistato con una basilare e veloce chiacchierata. In genere basta essere professionali con gli uomini e galanti con le donne per ottenere da loro tutto quello che ci serve. Il problema si avverte in particolar modo con le ragazze, pronte a farsi sedurre e cadere ai nostri piedi in pochi minuti: e se all’inizio è divertente ripassarsi ogni essere femminile che transiti dalle nostre parti, ben presto la cosa viene inevitabilmente a noia, anche a causa della mediocre realizzazione tecnica di cui parlerò nel prossimo paragrafo…

La fabbrica delle donneSe da un lato posso capire che i programmatori non abbiano osato spingersi troppo oltre per quanto riguarda l’aspetto piccante del gioco, per non trovarsi tra le mani un prodotto vietato ai minori, d’altro canto è incomprensibile come alla fine risulti trascurato proprio quell’aspetto che forse era più importante per un gioco che porta la dicitura Playboy nel titolo: le ragazze!Tutte le presenza femminili del gioco sono state evidentemente realizzate partendo da un medesimo modello: possono variare il colore della pelle o i capelli, gli abiti o la taglia del seno, ma per il resto sembra sempre di avere a che fare con la stessa persona. In più le stesse non possono dirsi particolarmente belle alla vista: la maggior parte di loro è a dir poco anonima, poco dettagliata e senza personalità (e i casi di cloni non sono rari). Inoltre ogni ragazza ha la medesima taglia, i medesimi comportamenti ed atteggiamenti, le stesse reazioni e si conquista sempre nello stesso modo e se nelle prime due ore vi divertirete come pazzi a sedurre e copulare in ogni luogo possibile (ma sappiate che l’approccio adottato è quello molto ironico alla “The Sims” e non si andrà mai oltre il semplice topless, indipendentemente dalla situazione), una volta esaurito l’entusiasmo per la novità, ci si stanca ben presto e rimane poco altro con cui intrattenersi.Detto delle ragazze, sappiate che lo stesso problema affligge anche i personaggi maschili, anche se in misura minore (forse perché ce ne sono meno?) e se con loro non si parla di seduzione ma di proposte d’affari.Le animazioni di ogni personaggio sono piuttosto buone quando si tratta di interagire con l’ambiente, ma diventano estremamente legnose in caso di spostamenti (quando Hugh Hefner corre sembra una comica di Benny Hill).Chiari e comprensibili i menù di gestione, facilmente consultabili e piuttosto completi, anche se al servizio di un gameplay poco profondo.Anche l’ambiente di gioco ricorda nettamente “The Sims”: la visuale è dall’alto, anche se si può avvicinare o allontanare a piacere, così come è possibile rendere trasparenti i muri per vedere meglio la situazione. Peccato che gli ambienti scarseggino in varietà, ci si muove tra la villa, il giardino, la piscina e la mitica grotta. Purtroppo sono presenti anche bug di varia natura: a me è capitato di vedere personaggi passare dal 3D al 2D, congelarsi in determinati punti o…sconporsi (testa di quà, corpo di là)! Per fortuna di solito basta uscire dalla stanza e rientrare perchè tutto ritorni a posto.D’atmosfera la colonna sonora, con alcuni pezzi di artisti famosi, mentre l’audio presenta le solite voci in falsetto sempre uguali per ogni tipo di conversazione (anch’esse mutuate dal pluricitato “The Sims”).Progredendo nel gioco si sbloccano parecchi extra, ma dubito che molti avranno vogliano proseguire per molto tempo dopo le prime due orette…

– Hugh Efner è un vero dritto

– Le conigliette di facili costumi

– Simulazione fiacca e ripetitiva

– Grafica scarna

– Poco longevo

5.0

Chi mi conosce sa che, normalmente, sono abbastanza generoso (c’è chi dice fin troppo generoso) con questo genere di giochi un po’ maliziosi, ma il grave problema di questo Playboy: The Mansion è che si tratta di un titolo di difficile collocazione. Come gestionale è troppo ripetitivo e superficiale, si fanno le stesse identiche cose dall’inizio alla fine, solo sempre più in grande e sebbene le cose da tenere d’occhio sembrino molte, l’assenza di precisi termini temporali entro cui portare a termine i propri compiti stronca sul nascere ogni possibile difficoltà mentre il lato simulativo è semplicemente inesistente.

L’aspetto piccante del gioco è altrettanto deludente: l’approccio cartoonesco adottato smorza di molto i toni, mentre il fatto che le ragazze siano quasi tutti cloni poco curati le une delle altre, che per conquistarle non si debba fare altro che chiacchierare con loro per pochi minuti e che reagiscano tutte allo stesso identico modo smorza ben presto gli entusiasmi. Nessuno pretendeva un gioco erotico, intendiamoci, ma il titolo Ubisoft ha il torto di non offrire spunti degni di interesse a parte il divertimento iniziale, che non andrà oltre la prima ora di gioco e neanche il prezzo ribassato a cui viene venduto (45€) é abbastanza basso da compensarne i limiti…

Voto Recensione di Playboy: The Mansion - Recensione


5