Recensione

Pillars of Eternity Complete Edition, la recensione dell'approdo su console

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Informazioni sul prodotto

Immagine di Pillars of Eternity
Pillars of Eternity
  • Sviluppatore: Obsidian Entertainment
  • Piattaforme: PC , APPLE
  • Generi: Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 26 marzo 2015 - 8 agosto 2019 (Complete Edition su Nintendo Switch)

Pillars of Eternity è stato uno dei principali esponenti della recente rinascita dei CRPG, tornati prepotentemente alla ribalta dopo anni di dimenticatoio, invero più da parte del mercato che non della folta schiera di fan, perlopiù radunati su PC.
Nel variegato mercato odierno, però, sembra esserci spazio per questa tipologia di titoli anche su console, e così, dopo l’ottimo esperimento di Torment Tides of Numenera, anche il titolo Obsidian giunge su PS4 e Xbox One con tutti i contenuti scaricabili rilasciati post lancio, in un’edizione che si è quindi guadagnata il suffisso Complete Edition.
L’uomo che sussurrava alle anime
Inutile concentrarsi sulla narrativa di Pillars of Eternity Complete Edition, rimasta immutata dall’uscita su PC: basti sapere che il giocatore vestirà i panni del classico eroe per caso, sopravvissuto in maniera sorprendente ad un oscuro rituale, perpetrato da una manica di cultisti infervorati, che gli consente di comunicare direttamente con le anime umane.
Se l’incipit (e anche parte dello svolgimento) risultano non particolarmente originali, a colpire sono piuttosto la quantità e la qualità dei dialoghi, la cura nella caratterizzazione dei personaggi, la bontà delle quest secondarie.
Il nome di Chris Avellone si conferma essere garanzia di qualità a livello narrativo, e coloro i quali non disdegnano leggere si ritroveranno immersi in uno degli universi più affascinanti, complessi e credibili degli ultimi vent’anni: Eora pullula di razze differenti, di persone con motivazioni assai disparate, di fazioni realistiche e di personaggi non giocanti che hanno moltissimo da dire, letteralmente e figurativamente.
Obsidian, d’altronde, non ha iniziato ieri a fare giochi di ruolo, e l’esperienza accumulata si vede anche (se non soprattutto) nei piccoli dettagli: dialoghi apparentemente inutili possono nascondere insospettabili scelte morali, personaggi incontrati brevemente torneranno in scena quando meno ce lo si aspetta e, soprattutto, si gioca con la costante sensazione di entrare in un universo preesistente, governato da regole ben precise, con una mitologia vasta ed affascinante.
Come recentemente ci era successo anche con altri titoli di questa seconda giovinezza dei CRPG (pensiamo a Torment, ma anche a Tyranny, seppure in misura minore), abbiamo riscoperto il piacere di iniziare una conversazione con ogni NPC capitatoci a tiro, non solo nella speranza di raggranellare quante più quest opzionali possibile, ma anche per il puro gusto di immergerci nella lore e nelle dinamiche del mondo di gioco.
Se non è questa una lampante dimostrazione della qualità di un gioco di ruolo, allora non sappiamo proprio quale possa essere.
Come prima, ma col pad
Come per il comparto narrativo e, grossomodo, anche per quello tecnico, il gameplay di Pillars of Eternity non ha subito scossoni in questa Complete Edition, e quindi, più che soffermarci sulle dinamiche di gioco in se stesse, per un’analisi delle quali vi rimandiamo alla recensione della versione PC, ci soffermeremo, piuttosto, sulla qualità del porting e sulla resa finale del prodotto pad alla mano.
Come già capitato per altri porting di giochi di ruolo isometrici da PC, i ragazzi di Obsidian hanno optato per un utilizzo smodato dei menu radiali, soluzione ritenuta ideale per i controlli via Dual Shock 4 e pad di Xbox One: i risultati, in effetti, sono buoni, con una scorrevolezza dei menu che, pur certamente inferiore all’accoppiata mouse/tastiera, assicura un controllo abbastanza capillare di tutto l’inventario.
Certo, serve qualche minuto per farci la mano, ed equipaggiare tutti i membri del party richiede certamente più tempo e pazienza che su PC, ma lo scotto da pagare per giocare prodotti di questa profondità su console è questo.
Abbiamo trovato particolarmente comodo il metodo scelto per cambiare personaggio al volo, ovvero la singola pressione di un dorsale, e apprezzato l’aumento del font per tutti i testi, che consente al giocatore di non modificare la distanza che usualmente intercorre tra la seduta e lo schermo della televisione.
Ovviamente quest’ultimo elemento dipende molto anche dalle dimensioni dello schermo su cui il prodotto viene fruito, ma nel nostro caso, con la configurazione di gioco standard (che comprende una PS4 Slim ed uno schermo da 44 pollici) non abbiamo riscontrato problemi di sorta nel leggere i muri di testo che l’avventura propone.
Un’altra accortezza, che dimostra l’attenzione del team di sviluppo verso il pubblico console, storicamente molto differente da quello PC, risiede nell’aver impostato, di default, la difficoltà del gioco a livello Facile, così da rendere l’impatto con il sistema di combattimento il meno straniante possibile.
In realtà quest’ultimo si rivela abbastanza canonico per gli standard del genere: pur avvenendo in tempo reale, è possibile metterlo in pausa in ogni istante, impartendo ordini ad ognuno dei membri del party, per poi vederli eseguiti non appena arriverà il rispettivo turno di azione.
Le variabili da tenere sotto controllo nello stesso istante sono molteplici, soprattutto durante gli scontri più affollati, in cui, in verità, la maggiore distanza dallo schermo rispetto al PC si avverte, causando un pizzico di confusione in più: nulla che infici la qualità del battle system, beninteso, ma riteniamo doveroso segnalarlo.
La grandezza di Pillars of Eternity, comunque, risiede anche nella scelta di non costringere il giocatore a combattere sempre e comunque: come per l’edizione base su PC, anche questa Complete Edition elargisce punti esperienza non in seguito alle battaglie vinte, ma al completamento delle quest (tanto primarie quanto secondarie) e alla scoperta di nuovi luoghi.
Un modo elegante di favorire l’immersione del giocatore nel mondo di Eora e di aggiungere peso alle fasi di esplorazione.
L’aggiunta più rilevante è data dalla presenza di entrambe le espansioni rilasciate post lancio su PC, ovvero The White March Part I e II, che, oltre ad aggiungere un’altra ventina abbondante di ore ad un’avventura già smisurata, portano il giocatore in una regione fredda ed inospitale di Eora, precedentemente inesplorata, che porta in dote nuovi conflitti, nuove fazioni e un gran numero di quest opzionali.
A conti fatti, quindi, se la versione originaria si lascia ancora preferire per la comodità del sistema di input e la minore distanza dallo schermo di gioco, i possessori di Xbox One e PS4 possono consolarsi con l’aumentata quantità di contenuti e il prezzo di lancio ribassato, accompagnato, peraltro, da una sempre gradita versione fisica, giunta nei negozi nostrani pochi giorni fa.
Zoom in or zoom out?
Il discorso relativo al comparto tecnico è leggermente più complesso, nel senso che su console, vista la già citata distanza dallo schermo (c’è anche chi gioca con una PS4 attaccata al monitor PC, ma parliamo della maggioranza) penalizza l’ottimo lavoro di caratterizzazione e di disegno degli artisti di Obsidian.
Se su PC Pillars of Eternity si faceva perdonare la sua povertà in termini meramente poligonali con un livello di dettaglio ed una cura artistica notevoli, su console l’impatto è meno felice, soprattutto per chi non è abituato a questa tipologia di prodotti.
Gli interni, gli abiti dei personaggi, il design di alcuni dei mostri incontrati ad Eora non saranno apprezzabili se non avvicinandosi allo schermo, e il colpo d’occhio generale è assai distante dalla media delle produzioni più recenti sulle ammiraglie Microsoft e Sony.
D’altronde, chi acquista un prodotto del genere di certo non lo fa in cerca di lustrini a livello grafico: la direzione artistica è decisamente sopra la media, ed alcuni scorci, alcuni villaggi e il design di alcuni dei campi di battaglia riescono ad impressionare nonostante un motore grafico abbastanza basilare (Unity), che ha quantomeno il pregio di gestire senza grossi affanni l’azione a schermo.
Su PS4 Slim non abbiamo riscontrato problemi di fluidità degni di nota, se non microrallentamenti in occasione di qualche salvataggio o di situazioni particolarmente concitate, con una dozzina di personaggi contemporaneamente a schermo, ognuno dei quali sparava colpi, magie o menava fendenti.

Uno dei migliori RPG degli ultimi anni

Longevità alle stelle

Tutti i contenuti post lancio inclusi

La nuova interfaccia funziona…

Lontano dallo schermo si perde qualcosa

…ma mai quanto mouse e tastiera

8.5

Anche in questa Complete Edition, Pillars of Eternity si conferma come uno dei giochi di ruolo più ambiziosi, vasti e meglio scritti degli ultimi anni, graziato com’è da una scrittura sopraffina, una cura per i dettagli ammirabile e uno sconfinato amore verso topoi e meccaniche dell’epoca d’oro dei CRPG.

Giocarlo su console significa rinunciare alla comodità di mouse e tastiera e a tanti piccoli dettagli artistici, ma anche portarsi a casa, ad un prezzo d’eccezione, l’avventura base ed entrambe le espansioni, per un totale di una settantina di ore di gioco di grande qualità.

Al posto vostro non ce lo lasceremmo scappare, a meno che non lo abbiate già sviscerato al tempo su PC, visto che questa versione non porta in dote alcun contenuto inedito.

Voto Recensione di Pillars of Eternity - Recensione


8.5