Recensione

Phantom Brave

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a cura di Fabfab

Un peso enorme gravava su questo Phantom Brave, quello di essere il primo gioco programmato da Nippon Ichi dopo il successo mondiale ottenuto dal bellissimo “Disgaea: Hour of Darkness”: naturale che dal suo successore (solo in senso lato, visto che non si tratta di un seguito ma di un nuovo titolo) ci si aspettasse molto. Purtroppo per gli appassionati Phantom Brave si dimostra un titolo non all’altezza del predecessore, sebbene questo non significhi affatto che non si tratti di un ottimo prodotto…

Un nuovo tactical/rpgLa prima differenza che salta agli occhi dopo i primi minuti di gioco è che l’umorismo e la demenzialità di “La Pucelle” e “Disgaea” lasciano il passo a tematiche più serie ed anche drammatiche, sebbene qualche momento leggero sia sempre concesso.Protagonista del gioco è Marone, una ragazzina in grado di comunicare con il mondo degli spiriti e di evocare i morti; per questi suoi poteri viene temuta ed isolata dai suoi compaesani, sebbene questi non esitino a ricorrere a lei quando ci siano da risolvere problemi “soprannaturali”. La solitudine di Marone è acuita dalla perdita dei genitori, cacciatori di demoni uccisi da una misteriosa entità. Per fortuna la ragazza non è del tutto sola, visto che a vegliare su di lei c’è sempre Ash, il fantasma di un prode guerriero e amico dei genitori della protagonista.Come consuetudine il titolo Nippon Ichi è un gdr tattico programmato sulla falsariga degli storici “Tactics Ogre” e “Final Fantasy Tactics”, sia per quanto riguarda il gameplay sia per l’aspetto che ricorda molto un gioco per SNES.Dunque si parla di mappe tridimensionali dai confini ben delimitati, su cui personaggi agiscono a seconda dei loro valori di portata (per gli attacchi) e movimento (per gli spostamenti); manca la consueta griglia, che solitamente si accompagna a questo genere di prodotti, ma in realtà il risultato non cambia di molto. Sulla mappa vengono schierati i personaggi del giocatore e gli antagonisti, il gioco si svolge a turni (ogni personaggio agisce a seconda del proprio valore di iniziativa, indipendentemente dallo schieramento) e si conclude con lo sterminio degli avversari. Ogni personaggio ha, naturalmente, capacità differenti, caratterizzandosi per valori come difesa, attacco e movimento oltre che per la possibilità di usare incantesimi o attacchi speciali. Anche il corretto utilizzo degli “elementi naturali” presenti sul terreno (rocce, alberi, dislivelli, buche…) rappresenta parte integrante della strategia di gioco.

La ragazzina e i mortiNaturalmente non è tutto qui: per ogni suo nuovo prodotto la Nippon Ichi si inventa sempre qualcosa di diverso e così è anche questa volta.Come detto Marone è solo un’orfanella, quindi sebbene destinata a grandi imprese non può contare su eserciti di combattenti, a parte il solo Ash. La sua particolarità è però quella di poter evocare gli spiriti dei defunti legandoli ad un particolare oggetto che si trovi sulla mappa di gioco: in tal modo lo spirito del morto tornerà ad avere un corpo mortale, anche se solo per un certo numero di turni. L’unico limite alle evocazioni di Marone è rappresentato dal limite massimo di truppe che possono scendere in campo, per il resto la protagonista può schierare chi e quando vuole, ben cosciente che un personaggio evocato non può più essere richiamato indietro per quello scontro una volta che abbia raggiunto il tempo concessogli.Oltre a questo importante elemento strategico, che consiglia di ponderare per bene il momento in cui schierare sul campo i vari personaggi, se ne aggiunge un’altro davvero geniale: i combattenti evocati, infatti, acquisiscono le proprietà dell’elemento a cui vengono temporaneamente associati. E’ questa, sostanzialmente, l’intuizione su cui poggia buona parte del gameplay: per avere guerrieri competitivi meglio evocarli legandoli ad elementi forti come rocce o alberi, mentre maghi e guaritori rendono meglio se associati a fiori o altri oggetti.C’è inoltre un’altra importante variante da tenere sempre presente: la stessa Marone. Se come combattente la ragazza non vale poi molto, la sua presenza è tuttavia necessaria se non ci si vuole trovare con un numero limitato di combattenti peraltro tutti con i minuti contati. Solo la protagonista ha la possibilità di evocare i mostri, perdere lei condanna il giocatore a sconfitta quasi certa.Come nei precedenti capitoli esiste anche una sorta di base in cui tutti i personaggi evocabili dal giocatore stazionano e nella quale è possibile parlare con loro, scegliere l’equipaggiamento che utilizzeranno (un solo oggetto per personaggio), fare acquisti presso lo spaccio, andare dal fabbro (per risvegliare i poteri degli oggetti), curare i feriti ed arruolare nuove truppe. In particolare va sottolineata l’importanza degli oggetti di cui decideremo di dotare ogni combattente, visto che assieme all’elemento cui verrà legato in battaglia, rappresentano gli elementi in grado di influenzare abilità e poteri dei personaggi, sia in bene che in male. Non manca naturalmente anche la possibilità di affrontare dungeon generati casualmente per passare ore ed ore solo per potenziare il party!Ma non finisce qui, perchè personaggi ed oggetti si potenziano di combattimento in combattimento, diventando sempre più forti, acquisendo nuove capacità e finendo addirittura col potersi “fondere” tra di loro. Insomma, come sempre la Nippon Ichi ha dato vita ad un sistema di personalizzazione piuttosto originale e, soprattutto, molto divertente da sperimentare.

Seconda e terza dimensioneTecnicamente il gioco mantiene il medesimo aspetto retrò che ha caratterizzato anche i lavori precedenti: si tratta di una precisa scelta dei programmatori e non di un loro limite.Dunque ci troveremo nuovamente di fronte a personaggi 2D disegnati in stile anime e super-deformed, coloratissimi e dotati di mille espressioni, atte a sottolineare i momenti drammatici o comici della situazione. Anche le animazioni degli stessi appaiono particolarmente curate, sicuramente più che in Disgaea. La realizzazione è senz’altro molto valida, sia per quanto riguarda i personaggi ed i vari mostri, sia soprattutto per quanto concerne gli ambienti, ricchi di dettagli e davvero belli a vedersi: questi sono realizzati in 3D e per questa ragione possono essere liberamente ruotati e zoomati, in modo da permettere sempre la miglior visuale possibile sull’andamento dello scontro. Peccato che certi passaggi particolarmente drammatici della trama vengano in parte sminuiti proprio dal cartoonesco aspetto del gioco…Di ottimo livello, infine, il comparto sonoro: le musiche sono sempre piacevoli da ascoltare (e sono raccolte in un apposito cd venduto in allegato al gioco!), anche se talvolta non accompagnano a dovere le bellicose situazioni di gioco. Davvero rimarchevoli il doppiaggio americano e gli effetti sonori.Per quanto riguarda la longevità, infine, come usuale questa è molto elevata: la bellezza della storia vi farà desiderare di procedere per scoprirne ogni nuovo risvolto, mentre le numerose battaglie e, soprattutto, le numerose possibilità di personalizzazione vi faranno passare ore ed ore di piacevoli battaglie.

– Ottima trama

– Decine di tattiche, combinazioni, personalizzazioni

– Buon livello strategico

– Tecnicamente datato

– Meno vasto di Disgaea

8.0

Forse non all’altezza di Disgaea, ma comunque molto vicino alla qualità del suo predecessore, il nuovo corso adottato da Nippon Ichi fa ben sperare in previsione dell’imminente seguito proprio di questo Phantom Brave…

Voto Recensione di Phantom Brave - Recensione


8