Anteprima

Paragon

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a cura di Kable

Il genere dei MOBA, in questo particolare momento della storia videoludica, rappresenta di sicuro la più frequentata declinazione del fenomeno e-sports. Una delle costanti dei Multiplayer Online Battle Arena è stata però fin dalle loro origini quella di costituire un genere esclusivamente legato al solo mondo PC. Le motivazioni alla base di una tale scelta derivano sicuramente dal fatto che la pietra miliare del genere, DotA, si sia sviluppata a stretto contatto con tale ecosistema, dando poi luogo ad una serie di sequel spirituali dal cammino altrettanto fortunato. Tuttavia è chiaro come a determinare una tale chiusura nei confronti dell’ambiente console abbiano anche concorso fino ad oggi delle ineludibili ragioni pratiche.
Il primo fondamentale problema, consistente nell’adozione esclusiva della visuale isometrica dall’alto, ha reso infatti i MOBA sostanzialmente inadatti ad essere adottati anche da un’ambiente di gioco diverso da quello gestito tramite mouse e tastiera. Altrettanto grande è risultata, nel frattempo, la difficoltà di rendere gestibili, nei tempi rapidi imposti da meccaniche ormai conclamate, le complesse e dinamiche interfacce di gioco, tipiche dei titoli più blasonati, solo tramite il semplice utilizzo del pad.
Fortunatamente esistono case di sviluppo sempre disposte ad accogliere le sfide complesse, forti anche di una fanbase molto nutrita a cui appellarsi. Dopo il recente arrivo su PS4 del porting di SMITE, già reduce da un buon successo su PC, è infatti finalmente approdato sulla console di casa Sony, in fase early access ed in contemporanea con la versione PC, il nuovo MOBA a tema fantascientifico sviluppato da Epic Games: Paragon.
La terza persona è quella giusta
Ad accomunare Paragon e il titolo a base di scontri tra divinità creato da Hi-Rez Studios è innanzitutto quella che si è rivelata essere la scelta fondamentale per trasporre il genere al di fuori del proprio luogo di nascita: l’adozione della visuale in terza persona, tipica di un classico TPS. Quest’ultima, grazie ad una razionalizzazione del sistema dei comandi, ottenuta fondendo un’intuitiva interfaccia centrale con la rapidità dei menù, shop e abilità, consultabili tramite la semplice pressione dei grilletti del pad, sembra aver dato vita ad un concept di base davvero solido e capace di imporsi lontano dall’ambiente di riferimento proprio del genere. 
Una premessa però è d’obbligo prima di scendere maggiormente nel dettaglio del nostro hands-on.
La versione di Paragon da noi provata ed attualmente disponibile rappresenta davvero un early access alle primissime fasi e, come specificato dallo stesso messaggio degli sviluppatori che puntuale apparirà sullo schermo tra una partita e l’altra, non è al momento, per ovvie ragioni di sviluppo, esente dai consueti bug, rallentamenti, cali di frame rate e problemi di matchmaking. Per questo motivo in questo primo articolo dedicato al MOBA di Epic Games ci concentreremo principalmente sulle novità introdotte quanto a meccaniche di gioco, ripromettendoci di ritornare a tempo debito anche sul comparto tecnico vero e proprio. Il titolo infatti, pur attingendo a piene mani da concept ormai noti ai più e che hanno fatto la fortuna del genere, è riuscito già a stupirci positivamente in riferimento ad alcune interessanti innovazioni rispetto al gameplay più classico. 
Una sola impressionante mappa
Al momento è disponibile solo la classica mappa 5vs5, divisa nelle canoniche 3 corsie e affrontabile contro I.A. o avversari reali, ma Paragon è già stato capace di mostrarsi in tutta la magnificenza grafica promessa tempo fa dal suo trailer di debutto: un dettaglio grafico davvero sbalorditivo, sia per quanto riguarda i pochi personaggi presenti al momento, sia per la landa futuristica di Agora dove si daranno battaglia, rappresentante di sicuro il picco più alto fino ad ora raggiunto da un MOBA. Il tutto è supportato da una pulizia del design che rende anche gli scontri più concitati affrontabili con lucidità, nonostante l’affollamento che a volte è venuto a crearsi su schermo.
Le basi da cui parte il gameplay del titolo però sono quelle classiche. Avremo prima di tutto la possibilità di scegliere tra un piccolo roster di personaggi, ognuno recante alcuni parametri numerici di riferimento per le proprie caratteristiche di base e contraddistinto dal particolare ruolo che potrà ricoprire in battaglia. Una volta scesi in campo dovremo: coordinarci con i nostri compagni di squadra, puntare alla distruzione prima delle torrette difensive poste su ogni lane, ed infine del Nexus centrale, allo scopo di ottenere la vittoria sugli avversari. 
Nonostante Epic Games abbia pensato di lasciare inalterata la struttura di base del titolo rispetto a quella dei suoi principali concorrenti, abbiamo avuto modo di constatare alcune piccole differenze in grado di rendere il titolo accattivante a dispetto delle similarità. 
È stata, ad esempio, eliminata la possibilità di acquistare calzature per aumentare la velocità del proprio eroe, sostituendo il tutto con la Modalità Viaggio, attivabile a piacimento. Questa ne migliorerà l’andatura e sarà interrotta solo quando attaccheremo, useremo una delle abilità a nostra disposizione o saremo bersaglio degli avversari. Si tratta di una scelta che, vista anche la vastità della mappa, richiedente lunghi tempi di percorrenza anche in Modalità Viaggio, conferisce di sicuro un certo dinamismo alle situazioni di gioco. Ci siamo spesso ritrovati ad alternare frequentemente la nostra velocità di movimento per inseguire un avversario in fin di vita o magari per riuscire a fuggire in tempo prima di finire vittima di qualche esplosione o raggio laser. Una gradita variante che per ottimizzare i propri risultati sarà necessario gestire al meglio.
Altra particolarità che abbiamo avuto modo di notare è costituita dalla maggiore incisività dei Super Minion generati grazie alla distruzione degli Inibitori avversari. Si tratterà in effetti di grossi robot che presenteranno una grande resistenza ai colpi e saranno dotati di un danno talmente elevato da fare la differenza anche in late game. Una scelta da parte degli sviluppatori che renderà ancora più importante difendere appropriatamente le proprie lane vista anche la lunghezza di ciascuna di esse.
L’accuratezza delle scelte strategiche, fondamentale in ogni MOBA, interesserà, vista la tridimensionalità dei livelli della mappa di gioco, anche la scelta dei movimenti e del posizionamento del proprio eroe. La landa di Agora in effetti sarà estesa non solo orizzontalmente ma anche verticalmente. Sin dalle prime battute, questo vi porterà ad assumere un approccio differente nei confronti della battaglia. Avrete infatti la possibilità di attaccare i nemici da apposite alture, sulle quali sarà possibile saltare grazie alla pressione del tasto X, o di essere a propria volta attaccati ai fianchi da punti inaspettati. Una versatilità tattica che assumerà toni più realistici grazie all’ottimo sfruttamento delle potenzialità dell’Unreal Engine 4 e a un sistema di puntamento che fino ad ora non ha mostrato grosse pecche quanto a gestione.
Più livelli di profondità
Non sarà solo la mappa di gioco a presentare diverse dimensioni. Lo stesso corso della partita si fonderà su una stratificazione di parametri alquanto complessa e strutturata essenzialmente su due livelli di profondità. Paragon in effetti è un titolo che si presenta fin da ora complicato da padroneggiare, sia per quanto concerne la fase di battaglia che per la preparazione stessa a quest’ultima.  Il risultato finale però sarà il godimento di un’esperienza sostanzialmente nuova.
Durante ogni scontro infatti il nostro personaggio accumulerà sia i classici punti esperienza, sia i punti CXP (card experience points), rappresentati da sfere arancioni che si spargeranno sul terreno ad ogni uccisione, di minion o eroe avversario, e che dovremo raccogliere prontamente. 
I primi, così come in tutti gli altri titoli, serviranno per potenziare le proprie abilità. In tutto avremo cinque possibilità di scelta upgradabili ognuna per un massimo di tre volte: oltre alle due abilità di partenza e all’ultimate, sarà possibile aumentare il danno dell’attacco base ed ottenere anche una variante di quest’ultimo ad utilizzo singolo e dotata di cooldown. Ovviamente ogni personaggio sarà infine dotato anche di una passiva che scalerà in automatico livellando e che ne determinerà sostanzialmente lo stile di gioco principale.
I punti CXP, d’altro canto, saranno direttamente connessi a quella che è l’innovazione più consistente introdotta da Paragon e che concorre a farne un titolo ricco di possibilità di personalizzazione. Il classico item shop di ogni partita sarà infatti sostituito da un mazzo di carte selezionabile tra quelli che avremo associato prima della battaglia al nostro eroe. All’interno del deck troveremo diverse carte divise essenzialmente in tre categorie: Prime, Equipaggiamento e Potenziamento. La carta recante la dicitura Prima sarà utilizzabile in copia unica e determinerà sostanzialmente il particolare tipo di bonus base che sceglieremo di conferire al personaggio corredato di relativo buff ai minion della nostra lane. Le carte Equipaggiamento invece rappresenteranno gli oggetti e le armi utilizzabili dal nostro personaggio, che andranno ad aumentarne gli attributi principali. In tutto avremo sei slot da riempire: quattro per oggetti ad attivazione e due per oggetti dotati di abilità passiva. Le classiche pozioni di health e mana ed i ward, ad esempio, saranno utilizzabili acquistando la relativa carta, la quale a sua volta sarà dotata di tre cariche ripristinabili una volta tornati in base. Le carte Potenziamento infine rappresenteranno degli upgrade inseribili, per un massimo di tre ciascuno, all’interno degli oggetti acquistati. Questi ultimi poi, una volta completi, forniranno un ultimo è più potente bonus aggiuntivo. Il costo delle carte presenti al momento varia da un minimo di 1 ad un massimo di 3 punti CXP per le comuni, mentre aumenta per quelle di rarità superiore.
Ogni eroe comincerà la propria partita con 3 punti e ne otterrà altri 3 da spendere ogni volta che riempirà l’apposita barra arancione. A fornire un’ulteriore idea di quanto la questione dei punti CXP sia importante ai fini della vittoria concorrerà la presenza, all’interno della classica Jungle, di un giacimento nel quale ogni squadra potrà posizionare il proprio estrattore per attingere tale risorsa direttamente dal nucleo di Agora. La struttura produrrà un certo quantitativo di energia ogni lasso di tempo e basterà recarsi nelle sue vicinanze per beneficiarne. L’estrattore rappresenta di sicuro un’altra interessante variante rispetto agli altri concorrenti e porterà probabilmente a rendere anche la fase di Jungle ancora più reattiva che altrove, vista l’importanza di piazzare e difendere il proprio macchinario.
Maestri di deck building
Come specificato in precedenza, Paragon presenterà più livelli di profondità e questo sarà reso ancora più evidente dall’importanza rivestita dalle meccaniche che caratterizzeranno la preparazione agli scontri.
Innanzitutto, maggiormente utilizzeremo un eroe più aumenteremo il nostro livello di maestria con quest’ultimo, in maniera molto simile a quanto avviene già in Heroes of the Storm. Ogni personaggio sarà caratterizzato da quella che per stile potrebbe ricordare la sferografia presente in Final Fantasy X, che sarà articolata in dieci step corrispondenti ad altrettanti livelli accumulabili con un dato personaggio. Per ogni eroe ci sarà anche la possibilità di sbloccare, tramite i punti Reputazione accumulati giocando o spendendo denaro reale, la relativa Sfida Maestro, la quale per ogni livello guadagnato fornirà determinati bonus in exp fruibili non solo da noi stessi ma anche dai membri del nostro team. Dal primo fino al quinto livello sarà possibile proseguire in tranquillità anche senza aver ottenuto l’accesso alla Sfida. Successivamente la corsa fino al decimo livello sarà possibile invece solo tramite quest’ultima. Il premio finale consisterà in una Skin Leggendaria proprio come avviene nel MOBA di casa Blizzard. Al livellamento di ogni personaggio si affiancherà inoltre quello del proprio account che porterà ulteriori benefici perlopiù consistenti in pacchetti di carte.
Come si può notare, la chiave di volta su cui si reggerà Paragon, anche al di fuori della battaglia, sarà costituita propria dalla possibilità di collezionare carte di diversa rarità e tipologia per poi dar vita ai propri mazzi personalizzati. Una scelta davvero particolare per un MOBA e che strizza l’occhio al deck building tipico di ogni card game. 
Una volta raggiunto il livello 5 con il proprio account in effetti ci si potrà sbizzarrire nella creazione di uno o più mazzi per i propri eroi, tra i quali scegliere ad inizio partita, determinando così il pool di carte che potremo acquistare durante lo scontro grazie ai CXP. Ogni mazzo potrà essere composto da un massimo di 40 carte.
È chiaro che sulla base di tali meccaniche il titolo mostra già due aspetti che a lungo andare potrebbero renderlo poco adatto soprattutto a chi non è avvezzo al genere. Il livellamento, specie quello dei personaggi, si è mostrato particolarmente lento e il raggiungimento della maestria massima anche con uno solo di essi richiederà l’impiego di un numero consistente di ore.
La meccanica di deck building cela d’altra parte quella che è la natura tipica di ogni free-to-play e cioè la necessità, per chi non ha molto tempo da investire nel titolo, di porre mano alle micro-transazioni che saranno inserite. La diversa rarità delle carte, unita al fatto che ogni pacchetto ne conterrà solo 5, potrebbe in realtà rendere necessario per tutti qualche acquisto tramite denaro reale. Per divenire competitivi ad alti livelli sarà infatti indispensabile ottimizzare i 40 slot di ogni mazzetto con le migliori carte in circolazione per il ruolo che saremo intenzionati a far rivestire ad ogni specifico personaggio. 
Quanto alla lunga tale aspetto possa incidere non è dato saperlo. A differenza di altri MOBA, infatti, Paragon, potrebbe comportare una doppia spesa, concernente non solo personalizzazioni per gli eroi – i quali di per sé saranno però aggiunti in automatico – ma anche l’acquisto dei pacchetti di carte.
Quello che è certo al momento è che la prima impressione generale sul titolo, nonostante i dubbi insiti come sempre nella natura free-to-play, non può che essere positiva. Il MOBA di Epic Games, sia dal punto di vista grafico sia per quanto riguarda le meccaniche, rappresenta una ventata di freschezza per il genere e di sicuro un gradito arrivo su console.
Paragon denota sin da questo early access un enorme potenziale soprattutto grazie ad un gameplay dinamico derivante dalla fusione tra i migliori aspetti di un MOBA e la natura più pura dei card games.Non possiamo quindi non suggerirvi di seguirne in nostra compagnia lo sviluppo in attesa dell’arrivo della recensione della sua versione definitiva.

– Graficamente rappresenta un punto di svolta per il genere

– Gameplay dinamico e coinvolgente

– Il Deck Building apre un enorme ventaglio di possibilità strategiche

Epic Games sembra sia riuscita a dar vita ad un ottimo titolo, nonostante il genere risulti ormai inflazionato. Non solo la scelta della visuale classica di un TPS si sposa perfettamente con l’ambiente console, ma l’innovazione rappresentata dalla sostituzione dello shop con il sistema di deck building costituirà un nuovo punto di partenza anche per i veterani del genere. Paragon, al di là dell’ottimo aspetto grafico, ha ancora molte sorprese in serbo per gli amanti dei MOBA.