Recensione

Pandora's Tower

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a cura di Dr. Frank N Furter

Finalmente è arrivato l’ultimo titolo di spessore che terminerà il cerchio delle esclusive Wii. Pandora’s Tower ha un compito difficile: riuscire a non deludere i fan che lo hanno aspettato per molto tempo e chiudere il ciclo vitale della quinta casalinga Nintendo in modo dignitoso. Ovviamente ci sarà chi farà notare che un certo Dragon Quest X sarà disponibile anche su Wii. Detto molto sinceramente non arriverà prima del 2013, quando ormai saremo tutti concentrati sul nuovo Wii U che conterà su una versione quasi sicuramente migliore.Senza ulteriori indugi e con le idee ben chiare, andiamo a vedere cosa e come si propone il titolo sviluppato dai ragazzi di Ganbarion

Forzatamente carnivoraL’irriverente slogan “salva una pianta, mangia un vegano” potrebbe essere riscritto per l’occasione: “salva la tua innamorata vegetariana e maledetta, uccidi dodici bestie all’interno di dodici torri e falle mangiare la loro carne“. Umorismo da quattro soldi a parte, Pandora’s Tower non si perde in chiacchiere e trasporta il giocatore nella situazione peggiore che potrebbe coinvolgere una coppia di giovani innamorati: Elena è stata maledetta, un grosso marchio sulla schiena le deturpa il corpo e la lenta ma inesorabile trasformazione in una disgustosa bestia è già in atto. Mavda, una misteriosa e quanto mai spaventosa vecchietta, indica ad Aeron, l’innamorato cavaliere senza paura, la strada per salvare la sua amata. In sostanza solo la carne dei mostri all’interno delle dodici torri situate nella “Faglia” può invertire temporaneamente il processo di trasformazione e, in particolare, solo la carne dei dodici Magister può cancellare definitivamente l’orribile maledizione. Oltre a essere un’impresa piuttosto difficile c’è un altro problema: gli abitanti di Illiria sono vegetariani, o per meglio dire, i loro insegnamenti gli impongono l’astinenza dalla carne. Elena dal canto suo è disgustata al solo pensiero, ma di fronte ai pericoli che il suo uomo sta correndo per lei e l’imminente trasformazione si fa forza e inizia a mangiare. Una storia che sottolinea il legame tra due giovani innamorati senza mai scadere nel banale, impreziosita anche da un buon numero di cut scene e scene d’intermezzo atte a spiegare e approfondire le dinamiche che hanno portato la maledizione di Elena.

Una catena per incatenarli, con gli anelli non siamo pratici…I ferri del mestiere a disposizione di Aeron non sono moltissimi, ma la catena che la vecchia Mavda vi donerà ha molti poteri in grado di renderla sia un’arma adatta al combattimento sia un utile strumento per esplorare e superare ogni tipo d’ostacolo. Il gameplay fonda le sue basi sulla vecchia scuola degli action/adventure, prendendone ispirazione e non plagiando, omaggiando alcuni capisaldi del genere, tanto che se fosse stato in 2D in molti avrebbero gridato al sequel spirituale di Castlevania: Symphony of the Night. L’esplorazione ha comunque un vincolo importante: il tempo. La maledizione di Elena viene solo rallentata, per questo motivo un apposito indicatore vi segnalerà quando è il momento di tornare dalla fanciulla per darle la carne dei mostri comuni uccisi nelle torri. Un procedimento importante strettamente collegato a un’altra meccanica del gioco, la relazione con la fanciulla che andrà ad approfondire la conoscenza dei due ragazzi e del loro rapporto e determinerà anche il finale (addirittura cinque disponibili). Potrete farle dei doni come libri da tradurre o semplici oggetti da arredamento per rendere l’Osseravatorio (l’hub centrale del gioco) un luogo più caldo e accogliente; inoltre in base all’oggetto regalato Elena può fornirvi dei servizi utilissimi, uno su tutti l’incremento di oggetti trasportabili. Qualcuno potrebbe storcere il naso per l’importante ruolo che ha il backtracking, oppure lo stress del tempo che scorre inesorabilmente, “difetti” prettamente soggettivi visto che all’interno dell’ecosistema di gioco si amalgamano molto bene risultando coerenti tra loro. Il sistema di combattimento è piuttosto semplice da apprendere, pochi comandi facilmente assimilabili che permettono di superare le prime torri con relativa facilità; man mano che proseguirete nell’esplorazione il livello di sfida si alzerà gradualmente rendendo l’esperienza di gioco godibile e raramente frustrante. L’armamentario potrà essere migliorato sensibilmente tramite un sistema di crafting: gli oggetti raccolti, come i pezzi di carne in eccesso, possono essere venduti a Mavda che aprirà un vero e proprio punto vendita all’interno de l’Osservatorio. Potenziare, riparare le armi, fare scorta di pozioni e medicine, saranno tutte operazioni di routine prima di affrontare la nuova torre o per ripartire alla volta di una particolarmente ostica.

Si poteva fare di piùCitando a modo nostro un vecchio successo sanremese non potevamo trovare parole migliori quando abbiamo analizzato il comparto tecnico. Premettendo che un gioco del genere punta molto anche sulla realizzazione degli ambienti e i loro design, il lavoro svolto dai ragazzi di Ganbarion ci ha lasciati con l’amaro in bocca, più che altro non per un orribile realizzazione ma per quello che poteva essere. Considerando che Wii è una macchina dalle prestazione superiori alle vecchie concorrenti old gen (Xbox e PS2) siamo rimasti stupiti quando, non solo la qualità delle texture ma la pulizia a schermo in alcuni punti lascia a desiderare, ad aggravare la situazione è la presenza costante e fastidiosa di cali di frame rate. Se guardiamo nel passato a lavori come Ninja Gaiden o Final Fantasy XII sviluppati su piattaforme meno prestanti ci si chiede perché anche Pandora’s Tower non possa sfoggiare un’orgia visiva in “standard definition”. Discorso diverso per la qualità del level design, ogni torre ha la sua caratteristica principale (acqua, fuoco, fitta vegetazione) inoltre i labirintici livelli ideati incoraggiano il giocatore a scoprire tutte le possibili scorciatoie e gli oggetti più preziosi. Piccolo appunto sulla varietà dei nemici comuni, quasi tutti simili tra loro non ci hanno entusiasmato particolarmente.Buon lavoro anche per quanto concerne la colonna sonora, deliziosa e azzeccata per sottolineare i momenti più intensi, forse non epica e d’impatto come in Xenoblade Chronicles ma resta un lavoro degno di nota.Un plauso alla longevità di un titolo che non è solo un gioco di ruolo orientale ma anche azione e avventura, cinque finali e almeno quindici ore per terminare la storia la prima volta.

– Storia appassionante

– Gameplay non innovativo ma profondo

– Longevo

– Buona colonna sonora

– Cali di framerate

– Texture slavate

– Qualche problema tecnico con la telecamera

8.0

Pandora’s Tower è un apprezzabilissimo esperimento che forse ha pagato l’inesperienza del team di sviluppo per emergere al di sopra della massa e affermarsi qualitativamente in tutti i settori. Se da una parte abbiamo una storia ben raccontata e un gameplay non innovativo ma decisamente impegnativo e profondo, dall’altra c’è un comparto tecnico che non rende giustizia alle capacità della console, oltre a evidenziare problemi con sporadici cali di frame rate. Tuttavia, gli appassionati dei giochi di ruolo orientali e del genere action/adventure troveranno pane per i loro denti sperando che Nintendo non abbandoni la saga per un futuro, in teoria, esaltante.

Voto Recensione di Pandora's Tower - Recensione


8