Recensione

Pac-Man 256

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a cura di AG

Pac-Man, vera e propria icona dell’industria videoludica, dalla sua prima comparsa nel gioco omonimo del 1980 (peraltro conservato nel museo d’Arte Moderna di New York) ha vissuto innumerevoli incarnazioni sulle più diverse piattaforme. Data la sua natura arcade non poteva non comparire anche sulle piattaforme mobile con un titolo nativo, cosa che è avvenuta nel 2015 con il lancio su iOS e Android di Pac-Man 256, sviluppato da Hipster Whale (già noti per un altro arcade, Crossy Road, del 2014) in collaborazione con 3 Sprockets. Quest’anno arriva il porting su console e PC, pubblicato da Bandai Namco. Chi è in cerca di una droga per l’estate si faccia avanti.

Un livello per buggarli tuttiIl titolo del gioco prende ovviamente spunto dal famigerato livello 256 del gioco originale. Come molti lettori sapranno, arrivati al livello in questione un bug portava alla “disintegrazione” della mappa di gioco, rendendo di fatto impossibile superarlo (con conseguenti leggende metropolitane circa giocatori che ci sarebbero riusciti). Su questa premessa si costruisce l’idea di Pac-Man 256, che modifica la classica struttura di gioco della serie: al posto della classica divisione in livelli, il titolo propone un unico infinito labirinto generato proceduralmente ad ogni nuova partita. Esso si sviluppa tramite scroll verticale, con la porzione inferiore del quadro che viene progressivamente distrutta dall’avanzata del bug in questione. Il gioco si tramuta così in un runner game il cui obbiettivo è sopravvivere il più a lungo possibile superando ogni volta il proprio best score. L’accumulo di punti rispecchia le solite logiche della serie: il labirinto è cosparso di punti di cui il nostro eroe giallo deve nutrirsi per incrementare il punteggio complessivo: più lunga la serie di punti fagocitati senza interruzioni, più alto il punteggio accumulato. Ci sono poi vari bonus da raccogliere, da moltiplicatori di punteggio a power-up difensivi e/o offensivi. Questo perché, come ogni Pac-Man che si rispetti, dovremo guardarci dai malefici fantasmini che ci daranno costantemente la caccia, ognuno con il proprio pattern di movimento, dai più riottosi ad attaccarci ai più accaniti nello starci alle calcagna, fino ai più pigri che si attiveranno solo avvicinandosi ai loro pressi, e così via. Tenere sotto controllo tutto ciò che si muove su schermo è ovviamente difficile, e l’ansia per il bug che avanza contribuisce a tenere alta l’adrenalina, costringendo il giocatore a muoversi continuamente e ad allenare i propri riflessi. Rispetto alla versione mobile, che prevede l’acquisto in-app dei potenziamenti degli oggetti, la versione PC e console ha reso il tutto gratuito tramite l’accumulo di coins virtuali ottenibili raggiungendo alcuni obbiettivi in game. I power-up superano la ventina, e tutti hanno numerosi livelli di potenziamento, che ne incrementano durata o punteggio realizzabile: si va dal magnete che attira a noi punti e oggetti, a raggi laser per distruggere i nostri nemici, all’invisibilità per passare inosservati tra gruppi di fantasmi e molti altri divertenti gingilli.

Nostalgia canagliaL’offerta ludica, pur immediata e soddisfacente per brevi sessioni di gioco, si conclude di fatto qui, anche se l’esperienza può prolungarsi grazie alla modalità multigiocatore cooperativa, con la quale cui ci si può divertire assieme ad altri 3 giocatori. La modalità di gioco rimane tuttavia la medesima, quindi il grado di assuefazione e divertimento dipende da quanto si è appassionati e/o affezionati al franchise. L’operazione nostalgia, fra grafica retrò e suoni da gioco a 8 bit funziona, anche se il pauperismo ostentato potrebbe essere letto come eccessiva pigrizia di programmazione. La totale assenza di colonna sonora (eccettuato l’intramontabile main theme nella schermata di apertura) è un’altra nota stonata che sa di corsa al risparmio. Per lo meno i livelli sono “skinnabili” con 11 diverse opzioni, dal labirinto classico a varianti futuristiche, a paesaggi urbani o bucolici. Alcuni di essi però rischiano, causa colori sgargianti e reskin di nemici e dello stesso Pac-Man, di generare più confusione che altro.

– Può dare assuefazione

– È un evergreen

– Non il solito Pac-Man…

– una sola modalità di gioco

– nessuna musica

– …ma poco ci manca

7.0

Pac-Man 256 è una divertente variazione rispetto alla struttura canonica della serie, che può generare grande divertimento e si presta ad una rigiocabilità costante, poichè spinge il giocatore a migliorarsi costantemente. In ogni caso, nemmeno l’opzione multigiocatore coopertiva può sopperire più di tanto alla ricorsività congenita di cui si sostanzia la formula di gioco. Si tratta in definitiva di un prendere o lasciare, a seconda che siate o meno appassionati di una delle più famose icone videoludiche di sempre.

Voto Recensione di Pac-Man 256 - Recensione


7