Recensione

Operation: Vietnam

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a cura di Darkzibo

I giochi ambientati durante la guerra del Vietnam, che vide i soldati americani impegnati in battaglia contro i vietcong, si moltiplicano su tutte le console. Il momento è arrivato anche per Nintendo DS. Tutti quelli interessati a questo gioco si domanderanno se l’atmosfera e le caratteristiche storiche di quel famoso conflitto siano state riprodotte in Operation: Vietnam, sviluppato da Coyote.

La giungla vietnamitaDurante l’introduzione vi saranno presentati i membri della vostra squadra che, per le caratteristiche che hanno, vi sembrerà di aver già visto in altri titoli del genere (Conflict: Desert Storm e tutta la serie in primo luogo): Hopper lo specialista in armi pesanti, Doc il medico, Scopes il tiratore scelto e il vostro primo personaggio, il generale. Durante un’operazione di ricognizione, il nostro aereo viene abbattuto da un vietcong. Il generale, seppur malconcio, è l’unico a non essere stato catturato dal nemico e, dopo aver constatato che i piloti dell’elicottero sono stati uccisi, decide di andare alla ricerca dei suoi compagni e riformare il gruppo. Quindi, inizialmente guiderete solamente il generale, alla fine del primo livello, però, sarete già in tre e nella seconda mappa recupererete anche il quarto soldato catturato, Hopper. Il titolo si presenta con una visuale dall’alto che ricorda molto da vicino i vari Guerrilla, Caliber 50 e Commando (dovete avere un po’ di anni per ricordare questi vecchi titoli da sala giochi), con la differenza che si sviluppa in un ambiente tridimensionale. Giocando a Operation: Vietnam ci si accorge come alcuni aspetti del gioco siano in grado di renderlo interessante. In primis, la possibilità di istruire la propria squadra con tre diverse tipologie di comando: seguire, fermarsi e sparare ai nemici. Vi sarà concesso di selezionare il personaggio che vorrete impiegare nella missione, questo vi rappresenterà all’interno del gruppo e sarà quello che dovrà dare gli ordini agli altri. I comandi sono impartiti tramite quattro semplici pulsanti presenti sullo schermo tattile (come nei lettori dvd un pulsante simile a play per farsi seguire dagli altri, uno simile a stop per bloccare il compagno, uno con doppio play per far sparare all’impazzata il nostro gruppo, mentre una stella indicherà chi, in quel momento sta dirigendo l’azione). Questa modalità potrebbe interrompere il ritmo di gioco se, durante un’azione concitata, dovrete puntare il pennino sullo schermo tattile e abbandonare l’azione. Se però calcolate che i comandi possono essere impiegati anche tramite i pulsanti, capirete come il touch screen diventi una zavorra utile solo per vedere lo stato di salute dei nostri e la mappa.Il sistema di puntamento è semi-automatico, nel senso che avvicinando il mirino a un nemico, automaticamente si proietterà su di esso, consentendovi di sparare. I colpi dei vietcong sono facilmente evitabili, eccezion fatta per gli agguati o quando i nemici chiameranno i rinforzi. A questo punto bisogna sottolineare una nota dolente: se avrete al vostro fianco i compagni, essi potranno rispondere al fuoco, ma se il soldato guidato da voi dovesse evitare un colpo, questo potrebbe andare a colpire un commilitone. I comandi da impartire, seppur semplici, possono garantire una buona strategia, garantendovi di posizionare nel miglior modo possibile, per esempio, il cecchino capace di colpire i nemici dalla lunga distanza. Le armi di base possiedono munizioni infinite, dovrete fare attenzione solo a non surriscaldarle. Durante il percorso, troverete granate, kit medici (che funzionano al meglio se utilizzati da Doc, il medico) e fumogeni da impiegare per segnalare una zona da bombardare con un attacco aereo.Purtroppo ci sono alcuni aspetti negativi: il gioco garantisce sì una buona durata, ma purtroppo non sono presenti altre modalità oltre alla missione e, una volta conclusa questa, non riprenderete in mano questo titolo tanto facilmente. L’assenza di una modalità cooperativa è una mancanza grave, dato che in questo genere di giochi avrebbe garantito una maggiore rigiocabilità.

‘Se stai attraversando l’inferno continua a camminare’Dal punto di vista grafico non ci troviamo di fronte a un capolavoro: la giungla praticamente ripresenta ovunque la medesima vegetazione e solo ogni tanto vedrete uccelli che sorvolano le teste dei nostri soldati e serpenti che strisciano sul terreno. Le ambientazioni urbane mostrano diverse strutture che, nella loro semplicità però risultano ben realizzate. Insomma la grafica, composta da pochi poligoni ricoperti da texture semplici e prive di dettagli ricercati, è abbastanza scialba, anche nella rappresentazione di nemici e protagonisti, però mostra qualche segno di raffinatezza in alcuni particolari che ricordano l’epoca degli sparattutto bidimensionali con visuale dall’alto. Il sonoro presenta diversi difetti: i rumori degli spari sono poco presenti e troppo diversi da quelli reali, le urla e le voci sono poco udibili e sovrastate da un incomprensibile fruscio. Non esiste una colonna sonora degna di essere menzionate e forse l’unico aspetto che si salva di questa sezione è il mix di rumori prodotti dalla giungla.

– Buon revival

– Guidare i propri compagni

– Abbozzo di strategia

– Varietà di azione

– Sonoro inesistente

– Grafica migliorabile

– Mancanza di multiplayer

– Touch screen impiegato male

6.5

I ragazzi di Coyote hanno creato un prodotto che poteva essere buono per diversi aspetti: lo spirito revival degli sparattutto anni ‘80 con visuale dall’alto e il fatto di comandare un gruppo di soldati con caratteristiche diverse. Questo titolo, però, presenta diverse lacune: in particolar modo la mancanza di una modalità cooperativa e la presenza della sola missione in Vietnam. Un’occasione mancata per creare un titolo capace di unire lo spirito dei vecchi arcade con le potenzialità dei giochi dei giorni nostri.

Voto Recensione di Operation: Vietnam - Recensione


6.5