Anteprima

Operation Flashpoint: Red River

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a cura di Antony

Operation Flashpoint: Dragon Rising è il primo capitolo della saga sviluppato internamente da Codemasters e arriverà dopo una lunga pausa dal precedente episodio, un interessante esperimento, rivelatosi non del tutto soddisfacente. Qualche buona idea era presente, ma la struttura delle missioni lasciava a desiderare e i combattimenti a corto raggio si erano rivelati privi di pathos, scialbi e ripetitivi. La struttura a metà fra simulazione e arcade risultava a volte incerta rendendolo un meticcio mal riuscito. Ora la domanda è: quale direzione prenderà Operation Flashpoint Red River?

Niente più simulazioneA tutti gli speranzosi di un ritorno alle origini, possiamo subito dare il consiglio di mettersi il cuore in pace. Il titolo ha scelto un’altra direzione, totalmente opposta, andando ad accostarsi ai più ben noti giochi di guerra moderna che spopolano su console, comunque non dimenticandosi del tutto del suo passato: un’infarinatura di simulazione dovrebbe rimanere, anche se dovrà prostrarsi al più totale ritmo serrato degli shooter moderni, poche scelte e percorsi prestabiliti. I giocatori riceveranno punti esperienza durante la campagna, i quali serviranno a sbloccare nuove armi, equipaggiamenti di vario tipo e abilità. Vi saranno delle classi sbloccabili, per la precisione quattro, divise in fuciliere, granatiere, scout, auto-fuciliere. Il fuciliere sarà il più equilibrato, il granatiere potrà trasportare armi speciali, lo scout risulterà particolarmente utile per eliminare nemici su lunghe distanze, mentre l’auto-fuciliere potrà supportare le altre classi con fuoco di copertura e armi a medio-corto raggio. In caso di partita cooperativa, fino a quattro giocatori, si avrà la più totale libertà di scelta: si potranno adottare le medesime classi, ma questo farà si che la parte ruolistica del gioco venga del tutto cancellata. L’ambientazione per la prima volta sarà reale, ponendo sotto una luce diversa tutti gli eventi narrati del gioco, riuscendo a donare una maggiore emotività e immedesimazione. Il luogo prescelto è il Tajikistan – un paese dell’Asia centrale vicino alla Cina, Afghanistan e Pakistan.. Come in altri giochi Operation Flashpoint, Red River si svolgerà in un futuro non troppo lontano, in cui un gruppo di ribelli afgani si farà strada, a suon di Kalashnikov , all’interno del paese, gettandolo in una guerra civile. Gli Stati Uniti, di risposta, muoveranno le proprie forze armate per cercare di arginare il problema. Ancora una volta, si andranno ad indossare i panni di un soldato americano coinvolto nel conflitto: attraverso la campagna single-player, che si snoderà lungo tre atti, dovremo prima sedare la rivolta e poi riunire le forze per un glorioso contrattacco finale. Lo scenario sarà simile a quanto già visto in Dragon Rising, ma questa voltale intenzioni degli sviluppatori sono di renderlo più vario e dinamico. Il paese è stato dichiarato indipendente dall’Unione Sovietica nei primi anni ’90, ma la maggior parte dell’architettura è ancora appartenente a quell’epoca, elemento che regalerà un forte contrasto con l’arido deserto e le montagne sullo sfondo a perdita d’occhio.

Sempre la stessa guerra?Non ci sono dubbi: gli sviluppatori puntano tutto sul rendere il gioco più accessibile, nel gameplay stesso ma anche nell’interfaccia mettendo tutto al posto giusto e facilmente raggiungibile, senza mille passaggi ripetitivi e macchinosi. Red River comprende inoltre un sistema di auto puntamento, facilmente disattivabile da quei temerari alla ricerca di un maggiore grado di sfida e di realismo. La coordinazione delle azioni di squadra sarà gestibile da un menù radiale, ma senza troppi sforzi richiesti; di fatto le truppe si organizzeranno autonomamente, inducendo il giocatore ad intervenire solo nel caso in cui volesse adottare particolari strategie militari.Se si lascerà fare alla IA amica non si avranno di certo problema ad avanzare, soprattutto se ad ogni commilitone si assegnerà una diversa classe. Ognuno avrà un compito ben preciso e si focalizzerà principalmente su quello anche se cambiare strategia di tanto in tanto risulterà produttivo, soprattutto nelle situazioni più concitate. Saranno inoltre presenti i classici checkpoint, disposti sensatamente sulla mappa che salveranno stato e posizione attuale. Dal punto di vista tecnica, sebbene gli sviluppatori dispongano ancora di molto tempo, Operation Flashpoint: Red River non ci si discosta molto da quanto visto nel capitolo precedente, con un framerate che soffre di vari cali, assestandosi saltuariamente sui 30 frame al secondo, ma è comunque ancora troppo presto per giudicare. Se i problemi tecnici verranno risolti potremmo ritrovarci tra le mani un prodotto qualitativamente migliore rispetto a Dragon Rising, anche se il problema resta un altro: eliminata la componente realistica il titolo si affiancherà ai blasonati brand di Call of Duty e Medal of Honor, riuscirà Codemasters a sostenerne la concorrenza?

– Miglioramento delle missioni

– Suddivisioni in classi specifiche

– Nuova veste grafica

E’ ancora troppo presto per un commento su Red River, ma tutto sommato un salto in avanti dal predecessore è già tangibile. L’eliminazione della componente realistica, peculiare della serie, potrebbe trasformarsi in un punto a sfavore, ridimensionandolo ad un classico shooter moderno, genere iperinflazionato nell’ultimo periodo. A questo punto attendiamo con ansia di poterci mettere le mani sopra per testare le novità inerenti il gameplay. Il titolo è attualmente previsto per il 2011 su PC, Xbox 360, e PlayStation 3, restate con noi per tutti i futuri aggiornamenti.