Recensione

One Piece: Round the Land

Avatar

a cura di Fabfab

La giapponese Bandai ha costruito la sua fortuna, come produttore di videogiochi grazie ad un’infinita serie di titoli su licenza ispirati ai più famosi ed amati cartoni animati; invero non é che la qualità degli stessi sia mai risultata elevata, anzi, ma come é noto spesso basta un nome famoso per vendere un prodotto!Tuttavia pochissime produzioni della Bandai hanno raggiunto i nostri lidi fino ad oggi e non certo per problemi di qualità: così la stretta collaborazione che ha unito Atari e Bandai nell’ultimo periodo e che ha visto, tra le altre cose, l’arrivo della fortunata serie di Dragonball Budokai e della saga di .Hack rappresenta, da questo punto di vista, una vera novità…

Cappello di pagliaPur dando per scontato che chiunque legga questo articolo sappia che cosa sia One Piece, vediamo di fare un veloce riassunto: nota in Italia col titolo di “All’Arrembaggio”, la serie narra le vicende di un ragazzino coraggioso che sogna di diventare il re dei pirati. Ingenuo ma dotato di un forte senso dell’onore, Rubber (Rufy nell’originale giapponese) può fare affidamento anche sui poteri derivatigli dall’aver assaggiato un frutto magico (il Frutto del Diavolo) che l’ha trasformato in una creatura di gomma, in grado, dunque, di allungare gli arti, gonfiarsi come un palloncino e così via. A lui si uniscono ben presto tutta una serie di strani personaggi, che vanno a costituire la ciurma di cui lui è il capitano: Zoro, spadaccino formidabile che combatte con tre spade, Nami, ladra e cartografa, Usop, bugiardo cronico ma dalla mira infallibile (e dal naso sproporzionato), Sanji, cuoco impareggiabile e abile combattente, Bibi, principessa in fuga (assente nel gioco), Chopper, renna umanoide e dottore di bordo, e Nico Robin, splendida archeologa anch’essa dotata dei poteri del Frutto del Diavolo.Insieme solcano mari ed oceani, sconfiggendo avversari sempre più potenti in modo da diventare, un giorni, i numeri uno…

Un gioco…elastico!In realtà questo “Round the Land” non é il primo gioco di One Piece ad arrivare in Italia: un paio di anni fa, infatti, Infogrames distribuì “Grand Battle” per PSOne, ma il gioco riscosse poco successo a causa probabilmente della sua appartenenza ad una generazione di console ormai sorpassata. Non che questo nuovo capitolo sfrutti appieno le potenzialità della PS2, mi basta dire che il titolo assomiglia non poco a “Klonoa 2”, un platform uscito durante il primo anno di vita della console Sony, per far capire che se desiderate innovazione e spettacolarità é meglio se cercate altrove…Il titolo Bandai altro non è che un action/platform finto 3D nel quale, impersonando uno a scelta dei membri della ciurma di One Piece, dovrete combattere i numerosi nemici, saltare sulle piattaforme, raccogliere i soldi e i tesori sparsi in giro ed affrontare i saltuari boss: la via da seguire è tracciata ed immutabile, all’interno della stessa ci si può spostare avanti ed indietro, su e giù, ma non sono possibili escursioni fuori dal percorso.La trama é alquanto labile: giunti sulla misteriosa isola di Gandini, i nostri eroi saranno coinvolti in una caccia al tesoro che li vedrà in competizione contro i più forti avversari incontrati finora. Personaggi e situazioni sono aggiornate proprio agli ultimi numeri del fumetto, quindi allo scontro con God Ener (mentre da noi il cartone animato è rimasto un po’ più indietro). L’isola è divisa in vari livelli, ognuno caratterizzato a seconda del nemico che lo presiede (ci sono il circo di Baghy, la villa di Kuro, il Baratie e Creek, il parco di Arlong, il regno innevato di Dhrumm, il casinò di Crocodile e l’isola sulle nuvole di God Ener) e a sua volta suddiviso in cinque stages di cui tre costituiti da livelli platform e due adibiti agli scontri con i boss. Negli stages di impronta platform l’obiettivo, oltre ad arrivare alla fine indenni, é quello di recuperare i tesori disseminati nello stesso: il denaro, infatti, equivale ai punti esperienza, più ne accumuleremo, maggiori saranno i nostri poteri.Ogni livello può essere affrontato con un party di tre personaggi da scegliersi tra quelli a disposizione, uno impersonato dal giocatore e gli altri due di riserva e supporto: questa scelta non serve solo per fornirci di una vita in più qualora il nostro personaggio dovesse defungere, ma rappresenta una vera e propria componente tattica del gioco. Infatti ogni personaggio ha delle capacità speciali che può utilizzare nel momento del bisogno: Rufy può acchiapparci e portarci in salvo se cadiamo nel vuoto, Zoro può prendere il nostro posto quando la barra vitale è quasi esaurita e così via. Naturalmente é sempre possibile scambiare i tre personaggi, scegliendo quello più adatto all’occasione. Una volta abbattuto un personaggio non è più disponibile per tutto il resto del livello, se li perdiamo tutti e tre dovremo invece ricominciare dall’ultimo stage (e i continua sono infiniti).Per quanto riguarda i combattimenti, avremo a disposizione un discreto numero di opzioni: oltre ad un attacco normale, uno speciale (da caricarsi), poche combo e nessuna parata potremo saltare oppure attivare una modalità Carica durante la quale saremo invincibili e raddoppieremo l’efficacia dei colpi. La Carica consuma forza mentale e può essere attivata solo cinque volte per stage, ma è troppo potente e dura comunque 30 abbondanti secondi, nei quali sarà uno scherzo avere ragione persino dei boss finali. Non aiuta l’I.A. degli avversari, che è elementare in quanto si limitano ad attaccarci non appena entriamo nella loro zona di influenza.

Gom GomLo stile grafico adottato è in tema con la serie, dunque coloratissimo e leggermente super deformed. I personaggi sono realizzati con l’abusata tecnica del cel-shading e appaiono piuttosto fedeli agli originali, anche se non certo dettagliatissimi. I livelli si ispirano allo stile dell’autore ed agli ambienti visti nel manga, ma sono davvero troppo elementari nella struttura e poveri di dettagli per gratificare davvero l’occhio: direi quindi che il termine “funzionale” è il più adatto per definire la grafica.Il level design è lo stesso di un qualsiasi action/platform di 10 anni fa: percorso obbligato, trappole, power-up e nemici da sconfiggere sempre nello stesso modo. Gli scontri con i boss sono leggermente più vari, ma nemmeno di tanto.La “trama” procede attraverso schermate statiche in cui le silhouette dei personaggi dialogano tra loro, esibendosi spesso nelle buffe espressioni che siamo soliti vedere nell’originale: l’unico filmato presente è quello della sigla iniziale.L’audio si compone di musichette carine (ma non ufficiali) ed espressioni monosillabiche dei personaggi (in giapponese); la localizzazione dei sottotitoli appare piuttosto ben fatta, anche se ogni tanto si legge qualche frase fuori contesto.La longevità dipende molto dal giocatore: un appassionato della serie che voglia potenziare tutti i personaggi e recuperare tutti i tesori per far diventare Rufy il pirata più ricercato di tutti i tempi dovrà spendere parecchio tempo sul gioco, andando avanti ed indietro attraverso i livelli sbloccati (alcuni tesori possono essere recuperati solo dal personaggio con la capacità giusta) ma un utente normale ed interessato solo a raggiungere la fine non impiegherà più di 5-6 orette, complice anche l’assenza di diversi livelli di difficoltà tra cui scegliere.

– Ci sono tutti i personaggi di One Piece

– Abbastanza divertente

– Graficamente datato

– Poca varietà nel gameplay

– Solo per appassionati

6.5

One Piece: Round the Land è un action/platform dal gameplay datato e rivolto esclusivamente agli appassionati del manga: questi ultimi potranno anche trovarlo carino nella sua semplicità e nel suo voler omaggiare la serie cui si ispira. Un regalo perfetto per un bambino che sia fan di Rufy e soci, ma per l’utente più grande e scafato rappresenterà niente di più di un simpatico divertissement: meno male che viene venduto a prezzo ribassato…

Voto Recensione di One Piece: Round the Land - Recensione


6.5