Anteprima

One Piece Pirate Warriors 3

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a cura di Pregianza

Abbiamo ormai rinunciato a vedere reali evoluzioni nel genere musou. È chiaro che gli sviluppatori nipponici non hanno intenzione di migliorare questa tipologia di action, e ogni piccolo tentativo di evolverli viene smorzato sul nascere o abbandonato prima di poter diventare un elemento concreto nell’insieme. Costretti ad accontentarci di cosa passa il convento, ormai, è meglio giorire delle piccole cose, come gli avanzamenti tecnici o la volontà dei team coinvolti di rendere i loro titoli sempre più ricchi di contenuti e apprezzabili dai fan di un determinato marchio. One Piece quindi è una saga che nella categoria ci sta a pennello, perché pochi manga al mondo vantano una fanbase come quella dell’opera di Oda e un numero di personaggi altrettanto titanico da sfruttare. Al Level Up di quest’anno abbiamo potuto provare One Piece Pirate Warriors 3, ultimo capitolo di questa fortunata serie, e no, non siamo al solito di fronte a un capolavoro, ma se amate Rufy e compagnia bella, o rimanete comunque estimatori dei “figliocci” di Dinasty Warriors, potreste comunque volerlo tenere d’occhio.
Pirati combinati
Meglio iniziare col gameplay, anche perché è tutt’altro che difficile spiegarlo. La base è sempre la solita dei musou, con orde infinite dei nemici, attacchi base alternabili per le combinazioni, mosse speciali devastanti di solito usate per chiudere le combo e finire ancor più avversari, e un’IA nemica che va dal “manichino” al “manichino molto stupido”. Tutto nella norma, ma qui si è voluto esagerare con il kill count, sfruttando la potenza di ps4 per mettere in campo un numero di nemici a dir poco ridicolo. Non esageriamo quando scriviamo che durante le battaglie si mettono ko centinaia di avversari nel giro di pochi secondi ed è consolante notare che, almeno dal lato tecnico, gli Omega Force sono migliorati abbastanza da mantenere stabile il loro prodotto anche con un ammasso informe di nemici sullo schermo (ci sono cali di frame rate, ma non così devastanti come prevedibile con quel numero di modelli poligonali). 
La grossa novità a livello di meccaniche è il Kizuna Rush, una tecnica combinata poderosa che può venir utilizzata con un numero variabile di compari. Fino a quattro personaggi possono collaborare nel Kizuna Rush e usarlo in una stanza con molti soldati raggruppati può fare un disastro in un nanosecondo. 
Per il resto non c’è molto da dire, analizzeremo le meccaniche più a fondo una volta ottenuto il gioco completo e speriamo che vengano reintrodotte le fasi alternative già viste in altri musou dedicati all’epica di Oda, che spezzavano un po’ il ritmo pur non risultando particolarmente Curate. Per la cronaca, Luffy ha l’Haki a disposizione ora e manovre più varie rispetto al passato.
Il punto forte del gioco sono sicuramente i contenuti, per l’esattezza la modalità Dream-Log e il roster di combattenti, che tocca quasi la cinquantina di personaggi. Tra i combattenti abbiamo gradito molto l’arrivo di Sabo, personaggio molto interessante da usare (di cui eviteremo di dare troppi dettagli per evitare gli spoiler). Ma torniamo al Dream Log, cambiato per permettere di usare un personaggio a scelta in varie isole, dove si dovranno ottenere oggetti e sbloccare guerrieri di scontro in scontro, per una longevità notevole. Impressionante anche lo story mode, sembrerebbe, vista la partenza dagli inizi della serie fino all’arco di Doflamingo, con inserimenti tralasciati in passato. Ci riesce impossibile pensare a uno story mode che contenga tutti i volumi di one Piece, ma chissà che gli sviluppatori non sappiano stupirci con effetti speciali.
Altre caratteristiche interessanti sono la presenza di boss fight complesse, a volte anche contro enormi mostri, e l’uso del targeting visto in Hyrule Warriors, da cui gli Omega Force hanno chiaramente imparato qualcosina. Il resto delle parole va speso sul comparto tecnico, con un cel shading ben fatto, seppur non al “livello cyberconnect”, mappe con un conteggio poligonale limitato, modelli 3D dei protagonisti molto dettagliati e il succitato aumento dei modelli a schermo. Non abbiamo chiaramente visto la versione old gen, ma dubitiamo fortemente che conti lo stesso numero di nemici.
Chiudiamo precisando che gli sviluppatori stavolta non hanno avuto contatti diretti con Oda (contrariamente a quanto avvenuto per Unlimited World Red), ma il progetto è stato comunque supervisionato da Shueisha e nella squadra ci sono moltissimi fan del suo lavoro.

– Numero smodato di personaggi

– Story mode enorme

– Netto aumento dei nemici a schermo

One Piece Pirate Warriors 3 non rivoluziona certo i musou, ma a livello di contenuti potrebbe essere una manna per i fan sfegatati dell’opera di Oda, visto il numero di personaggi coinvolti e lo story mode, che si preannuncia immenso. Sappiamo già cosa aspettarci, ma chissà che con l’aumento di nemici a schermo e l’introduzione di un paio di meccaniche extra non sia aumentato anche il divertimento. In poche parole, se amate One Piece e i musou non sono ancora riusciti a stancarvi malamente, potrebbe essere un acquisto obbligato.