Recensione

One Piece Pirate Warriors 2

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a cura di Hybr1d

Ad appena un anno di distanza dal primo episodio, la ciurma di Cappello di Paglia è nuovamente pronta ad attraccare su PlayStation 3 con One Piece Pirate Warriors 2, musou che come il suo predecessore pesca a piene mani dallo sterminato universo messo in piedi dal maestro Eiichiro Oda. Tra manga e serie animata, Rufy e compagnia hanno conquistato milioni di appassionati e infranto ogni record di vendita e tiratura, affermandosi come un fenomeno globale in grado di superare addirittura pietre miliari come Dragon Ball e Naruto. Tale fenomeno non poteva certamente astenersi dall’universo videoludico, e un anno dopo il deludente esordio, Tecmo Koei e Omega Force ci riprovano con una storia inedita, tanti contenuti e un comparto tecnico meno problematico che in passato.

Una storia da sognoCon l’intento di coinvolgere maggiormente anche chi il manga lo conosce a menadito, per Pirate Warriors 2 gli sviluppatori si sono imbarcati nell’ostica impresa di confezionare una storyline ad hoc che proponesse un plausibile what if dell’universo di One Piece. Il rischio di fallire miseramente era molto alto, ma a rassicurare gli integralisti è bastata la stretta supervisione del maestro Oda durante l’intero processo creativo, a garanzia che personaggi, eventi e alleanze non venissero snaturati dal tutto in favore del fun service più becero e gratuito. Questo lavoro congiunto ha dato alla luce One Piece Dream Story, una coerente rivisitazione dell’universo narrativo che coinvolge tutti i luoghi e i personaggi più importanti del manga. Si parte da Punk Hazard, dove un misterioso Deal ha fatto impazzire la ciurma di Rufy che si è ribellata contro il suo stesso capitano, costretto a fuggire a gambe levate insieme a Nami per salvare la pelle. L’avventura principale si snoda in numerosi capitoli che vedono impegnati il pirata gommoso e compagnia nella ricerca dei compagni dissennati e nel tentativo di farli rinsavire, in un turbine di combattimenti e colpi di scena che porterà la ristretta ciurma a scendere a patti con la Marina del Governo Mondiale, anch’essa in subbuglio per via dei Deal ipnotici. Parte così la caccia ad una misteriosa organizzazione di pirati, nella quale sono coinvolti molte vecchie conoscenze di Cappello di Paglia. Il tutto si presta particolarmente bene ad un titolo di questo tipo e riesce nell’intento di non snaturare o spoilerare alcunché sulla trama principale dello shonen. Alcuni avvenimenti insoliti possono far storcere il naso ai più integralisti, ma nel complesso della narrazione le alleanze messe in piedi con la Flotta dei Sette e la Marina hanno il loro perché e riescono a strappare qualche sorriso in più di un’occasione. Come da tradizione per questo genere di giochi, la corposa modalità principale e il fulcro dell’esperienza offerta da One Piece Pirate Warriors 2 in grado di impegnare il giocatore per decine e decine di ore, soprattutto se l’obiettivo è quello di infrangere i record e ottenere la massima valutazione in ogni missione. A corollario degli episodi principali troviamo delle side quest o degli scenari speciali che propongono sottotrame marginali utili ad arricchire l’esperienza di gioco, il tutto fruibile anche in multiplayer, sia in locale che online. Attraverso il PlayStation Network è inoltre possibile ricevere richieste di SOS da parte di giocatori in difficoltà e prendere parte alle loro partite aiutandoli a battere il boss di turno. A livello contenutistico quindi non è adito di lamentarsi, ma purtroppo il tutto si riduce ad un’esperienza di gioco monotona e scialba. La causa di tutto questo ha un nome: musou.

Delle catene difficili da spezzareOgni volta che ci troviamo a recensire un musou, una disquisizione sulla difficile collocazione di questi titoli è d’obbligo. Ormai il genere viene perpetrato di titolo in titolo, schiavo di un sistema di gioco ormai superato e di una ripetitività di fondo che se da una parte fa la felicità degli estimatori che non cercano altro, dall’altra sottolinea l’arretratezza e l’assenza di evoluzione di un genere più che mai chiuso su se stesso. In Giappone i musou fanno numeri da primato, ma in terra occidentale è ormai palese che l’unico elemento in grado di trainarne le vendite è la licenza a cui sono legati, in questo caso di primissimo piano. Il primo Pirate Worrior, dal canto suo, aveva provato a dare una svecchiata al genere, inserendo fasi platform e quik time event per dare un po’ di ritmo all’azione, senza però riuscire a trovare il giusto equilibrio tra i due elementi. I qte erano il pretesto per compiere ogni azione extra combattimento, con il risultato di essere apprezzati inizialmente ma tediosi dopo un paio d’ore di gameplay. Questa sembra essere la maledizione del musou, la ripetitività: qualunque novità venga introdotta, questa si ripeterà ancora, ancora e ancora, fino a nausearti e a chiederti se sia stata davvero necessaria, nonostante inizialmente l’avessi accolta come l’acqua nel deserto. In Pirate Warriors 2, tanto per non sbagliare, gli sviluppatori sono ritornati alla formula del musou duro e puro, buttando alle ortiche tutte le varianti introdotte nel primo capitolo per lasciare spazio solamente a vagonate di mazzate. Il che è un po’ un peccato, contando che potevano affinare alcune meccaniche, tagliare drasticamente i QTE ed offrire un’esperienza realmente diversa che unita ad una licenza così potente avrebbe potuto davvero dare una svecchiata al genere.Invece ci siamo ritrovati in mezzo a livelli molto ampi, composti da stanze piene di nemici fotocopia e uno o due obiettivi da portare a termine, il tutto per accumulare Berry, trovare monete con cui attivare abilità speciali e sbloccare nuove combo. All’infinito. Quest’ultime, inoltre, non saranno più personalizzabili come nel primo capitolo, ma verranno aggiunte automaticamente al repertorio del personaggio solamente salendo di livello. Sul fronte del level design, invero poco ispirato e (chi l’avrebbe mai detto) ripetitivo, abbiamo una mappa divisa in vari territori da conquistare, per poi procedere a strom battuto verso il boss di turno, obiettivo principale di ogni capitolo. Fortunatamente a supportare una struttura così priva di profondità, ci pensa un sistema di combattimento molto soddisfacente e divertente, forte soprattutto di un parco mosse nutrito che pesca a piene mani dal manga di Oda. Questo non può che far le felicità dei fan più accaniti che avranno a disposizione un numero ancora maggiore di combo rispetto al capitolo precedente, tutte realizzate nel dettaglio e con animazioni capaci di trasmettere la sensazione di velocità e potenza delle mosse speciali più devastanti. In questa direzione spingono anche le combo di coppia che permettono di richiamare sul campo un compagno selezionato per dar vita a una successione di attacchi a catena e infliggere danni extra. Durante l’esecuzione della combo possiamo controllare per un breve frangente il personaggio di supporto e sfruttare le sue abilità peculiari; una trovata sicuramente interessante, che spezza la monotonia e regala agli appassionati la possibilità di sperimentare e costruirsi la propria coppia d’assalto preferita.

Pirati da tutti i mariAltro punto a favore della varietà va ricercato nel cast, mai così ricco e popolato. Oltre alla ciurma di Cappello di Paglia ci sono tutti i personaggi più forti e carismatici dell’universo di One Piece, e la combinazione di eroe e alleato può essere cambiata all’inizio di ogni missione. Per favorire l’alternanza dei personaggi anche nelle fasi avanzate del gioco, dai menu precedenti la discesa in campo è possibile spendere Berry per potenziare il livello del personaggio appena sbloccato o mai utilizzato, in modo da aumentarne le statistiche e poterlo utilizzare anche nelle fasi più avanzate di gioco senza dover per forza perdere tempo a livellarlo. Questo accorgimento riesce pienamente nell’intento di favorire il cambio di eroe, anzi stimola il giocatore a provare nuove combinazioni evitando di cadere nella monotonia di un gameplay fin troppo ripetitivo. Peccato che oltre a questa trovata il sistema di potenziamento dei personaggi offra ben poco. Come detto le combo non sono più personalizzabili e i miglioramenti addizionali alle statistiche passano per il possesso di medaglie trovate negli scrigni delle varie mappe. Queste vengono combinate in un apposito quaderno dove in una sorta di bingo, formano delle linee che sbloccano nuove abilità passive.Tecnicamente Pirate Warrior 2 rappresenta un passo avanti rispetto al primo capitolo, anche se siamo ancora lontani dalle vette raggiunte da Ultimate Ninja Storm. I modelli poligonali dei personaggi sono migliorati, merito di un cell shading di ottima fattura che, nonostante soffra un po’ l’aliasing, permette di utilizzare texture più definite e un’effettistica maggiormente curata. Le ambientazioni invece pagano dazio e risultano spoglie, povere, mancano di qualsivoglia interazione e sono afflitte da un fastidioso effetto pop-up. Il comparto sonoro sfoggia il doppiaggio in giapponese e una selezione di brani riciclati dal precedente capitolo a fare da sottofondo all’azione.

– Storia inedita

– Tanti personaggi

– Ottime animazioni

– Numerose combo e attacchi di coppia

– Mantiene intatti tutti i difetti del genere

– Sistema di potenziamento dei personaggi poco profondo

7.0

L’ultimo titolo dedicato alla ciurma di Cappello di Paglia è un bel titolo, godibile, divertente e pieno di contenuti. One Piece Pirate Warrior 2 propone un cast di personaggi stellare, una storia alternativa plausibile e un gran numero di combo e mosse speciali, tutte molto spettacolari e ben realizzate. I problemi che lo affliggono sono da ricondurre principalmente alla natura intrinseca del genere di appartenenza, che fa della ripetitività e della superficialità i suoi punti fermi. Se c’è qualcosa che non si può perdonare a Tecmo Koei e Omega Games è di aver messo da parte le varianti introdotte con il primo capitolo in favore di un ritorno al musou duro e puro, ma per gli amanti del genere questo non può che essere un titolo da prendere in considerazione. Se vi piace battervi contro eserciti di nemici fotocopia e prenderli violentemente a mazzate, oppure siete fan dell’immensa opera di Eiichiro Oda, questo titolo fa per voi, altrimenti volgete lo sguardo verso altri lidi videoludici.

Voto Recensione di One Piece Pirate Warriors 2 - Recensione


7