Recensione

Odama

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a cura di Onilink

Aspettando Baten Katos 2, Chibi Robo e l’ormai leggendario (nel senso che manca poco che se ne tramandi la presunta esistenza da padre a figlio come una leggenda) The Legend of Zelda: Twilight Princess (e scusate il bisticcio), fa la sua comparsa, nel saziare la fame di titoli degli utenti Gamecube, il nuovo titolo del geniale Yoot Saito.La Vivarium, software house indipendente fondata dal game designer giapponese nel lontano 1996 può vantare al suo attivo diversi progetti, fra i quali Sim Tower, un gestionale, e la sua conversione per GBA, The Tower SP; ma la creazione che ha portato alla ribalta quest’eccentrica casa è Seaman, nato per Dreamcast e trasportato poi su Playstation 2 e PC, dove si allevava un inquietante pesce con la faccia umana al quale si potevano confidare i propri segreti, con l’aiuto di un microfono.Come i precedenti lavori, anche Odama presenta una sua “difference” dai giochi dello stesso tipo, in questo caso un flipper… l’arte della guerra secondo Saito-san ha inizio!

Tanto tempo fa, in un regno lontano….Yoot Saito adora creare un contesto quanto più realistico possibile attorno alle sue creazioni, ne è esempio Seaman, con finti telegiornali, fossili falsi come i biglietti da sei euro e fantomatiche mummie conservate in musei inesistenti.La storia di Odama non è giustificata in maniera così minuziosa da falsi storici, ma è altrettanto fantasiosa e coerente al contesto: Nell’anno 1540 la pace del regno, instaurata dal clan Yamanouchi subisce un’interruzione. Karasuma Genshin, fidato amico di Lord Yamanouchi Nobudata tradisce il suo shogun, trascinando il Giappone in una sanguinosa guerra civile.Non avendo altra scelta Yamanouchi si toglie la vita (harakiri, in giapponese), mentre il suo figliolo di undici anni viene protetto dalla milizia fedele al padre.Qualche anno dopo Tamachiyo (rampollo del suicida Nobudata), sotto il nome di Kagetora, torna a reclamare il trono che gli spetta di diritto e vendicare la morte del padre, contro il traditore Genshin. Il giovane Kagetora non ha a disposizione un esercito numeroso, ma un manipolo di fedeli soldati e l’Odama, un’enorme sfera metallica capace di distruggere tutto ciò che incontra sul suo cammino.

Fra Martino, Campanaro…Dopo aver aperto il voluminoso scatolo di Odama, troveremo al suo interno gioco (e vabè…), microfono ed un supporto per agganciarlo al pad.Fondamentalmente Odama è un mix tra un flipper ed uno strategico, ma con un qualcosa in più.Scopo del gioco è quello di trasportare una campana dai poteri mistici, la Ninten-Bell, da una parte all’altra del tavolo di gioco.Il mondo di Odama, infatti, è formato da diversi tavoli da flipper (undici, per l’esattezza… A tal proposito una curiosità: Yoot Saito ha rappresentato l’area intorno agli uffici Nintendo in un campo), con una piccola particolarità; non avremo respingenti segnapunti, tunnel e lucine ma colline, fiumi ed edifici contro i quali scatenare la potenza distruttiva della gigantesca sfera.I fattori principali da tener d’occhio durante una partita sono tre: la gigantesca sfera Odama (ovviamente), la campana Ninten-Bell ed il proprio esercito, per vincere il livello e passare al tavolo successivo bisogna, come già detto, portare la campana a destinazione, evitando di perdere l’Odama.Al posto della classica levetta a molla che spinge la pallina nel tavolo (come di solito succede in un classico flipper), qui avremo un cannone la cui balistica è regolata dall’analogico, sparare l’Odama tra le file nemiche è un buon modo per semplificarsi la vita, ovviamente con i respingenti si può continuare a far strage di soldati del clan Genshin, indirizzando l’enorme biglia contro di loro.Di contro, anche la propria milizia può essere travolta dall’impropria massa metallica, ci si può in ogni caso no complicare troppo le cose attirando l’esercito nemico in determinati punti, oppure preservare dal mortale peso il proprio esercito raccogliendo determinati bonus, alcuni dei quali in grado di convertire i soldati ostili, ovviamente se usati nel giusto modo.Occupatici del lato arcade del gioco, buttiamo un occhio anche sulla parte strategica. Il proprio clan può essere usato per aiutare i portatori della campana a fare il proprio dovere, ed è qui che entra in gioco il microfono.Con il suddetto accessorio si può ordinare al proprio esercito di interagire con particolari punti dello scenario, al fine di liberare la strada all’Odama, per far piazza pulita dei nemici, o spianare il cammino ai portatori della sacra reliquia, al fine di vincere la partita; compito quindi del generale ( e quindi nostro) capire al primo colpo d’occhio quali sono i punti strategici della mappa sui quali agire.Il microfono viene utilizzato anche per spostare i propri uomini, metterli in formazione, bloccare l’avanzamento del nemico, ecc… E’ possibile inoltre nutrire i propri uomini, od utilizzare il cibo per distrarre gli avversari.Ovviamente non è tutto rose e fiori, il gioco è molto, molto difficile, ed il limite di tempo posto per il completamento di ogni scenario creerà non pochi grattacapi ai giocatori meno smaliziati.Per finire si avvisa che non è presente alcuna modalità multiplayer.

Una sfera tutta tonda…Graficamente il titolo oscilla tra alti e bassi, mantenendosi però in una situazione di sufficienza.Le texture si mantengono su una qualità media, non troppo slavate ma neanche particolareggiate. I modelli tridimensionali, se escludiamo quelli di buona fattura riguardanti l’ambiente, subiscono un notevole calo (giustificato, come vedremo in seguito) andando a ricordare molto da vicino i personaggi visti nella generazione a 64 bit. Calo, come già detto, giustificato dalla frequenza di refresh dello schermo ancorata ai 60 frame per secondo, garantendo quindi una notevole fluidità d’azione; ovviamente non è solo questo a giustificare la bassa resa poligonale dei soldati.L’enorme quantità di figure su schermo (e dico enorme per usare un eufemismo) ha dell’incredibile, e buoni gli effetti grafici relativi al passaggio dell’Odama.Relativamente al sonoro, da notare le voci giapponesi dei soldati (con relativo fumetto che riporta la traduzione nell’italico idioma) che rendono più realistico il tutto, coinvolgendo il giocatore nell’azione.Dulcis in fundo, è presente il solito selettore per i 60Hz.

– Originale

– Evocativo

– Fluido

– Difficile

– Solo 11 livelli

– Niente multiplayer

– Grafica che lascia un pò a desiderare

6.8

Odama porta un pò d’aria fresca nello stantio mondo del flipper, peccato però per la difficoltà che accompagna il gioco fin dalle prime battute.

Consigliato comunque a chi voglia cimentarsi in un gioco diverso dal solito… speriamo in un seguito riveduto e corretto.

Voto Recensione di Odama - Recensione


6.8