Occhio Critico - Mosche bianche

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Scene di panico collettivo e pioggia di critiche piuttosto acide hanno fatto seguito all’annuncio, da parte dei ragazzi di Cd Projekt, sulla presenza di due contenuti aggiuntivi per il prossimo The Witcher 3, entrambi a pagamento, che saranno rilasciati tra la fine di quest’anno e la prima metà del 2016, per i quali, peraltro, è già possibile acquistare un Season Pass a scatola chiusa, basandosi solo sulle promesse degli sviluppatori e su una presunta durata totale di circa trenta ore.Ma i DLC sono davvero uno dei mali di questa industria?O si sta condannando il cane per il padrone?

Gaffe comunicativeSe c’è un aspetto su cui, in effetti, il team polacco è inciampato, prestando così il fianco a critiche (seppure esagerate) è stato sicuramente quello relativo alla tempistica dell’annuncio, che arriva a poco più di un mese dall’arrivo del gioco sugli scaffali, dopo due, consistenti ritardi, e a poche settimane di distanza dalla dichiarazioni di Marcin Iwinski, uno dei fondatori del team che ha dato i natali alle avventure dello Strigo, che preannunciava contenuti del tutto gratuiti per il prodotto.Questi ultimi sicuramente non mancheranno, ma il grosso dell’offerta integrativa a livello contenutistico sarà invece a pagamento, con una prima espansione da dieci euro (per circa dieci ore di gioco) e una seconda, più in là nel tempo, dal costo di circa venti euro, che corrispondono ad altrettante ore di gioco, in un’equazione “un euro per ogni ora di gioco” che, in assoluto, riterrei raccapricciante.Il condizionale, però, è d’obbligo: la storia della compagnia di sviluppo insegna che CD Projekt si è sempre distinta per pratiche commerciali assolutamente favorevoli ai videogiocatori, dal portale GOG (Gold Old Games), che ripropone classici senza tempo a due spicci e giochi contemporanei a prezzi davvero concorrenziali, il tutto senza l’ombra di DRM, al supporto post lancio di cui entrambi i titoli dedicati a Geralt di Rivia hanno goduto, con aggiornamenti costanti, gratuiti, e spesso decisamente corposi.Peraltro, stando alle stime del team di sviluppo, il gioco base, di per sé, potrebbe intrattenere i suoi acquirenti per almeno un centinaio di ore di gioco, che, con i tempi che corrono, non sono esattamente bruscolini: perché, allora, alzare un polverone ed equiparare un team che ha sempre dimostrato amore e dedizione verso i suoi fan a case di sviluppo che hanno messo le mani nelle tasche di noi videogiocatori in modi assai più biechi?Peraltro, diverse software house hanno dimostrato come un contenuto scaricabile ben programmato e proposto ad un prezzo equo aggiunge molto all’esperienza di gioco: facciamo un breve excursus, allora, di queste mosche bianche.

I maestri…Senza alcuna esitazione, quando penso a contenuti scaricabili di qualità mi vengono istantaneamente in mente quattro nomi: Rockstar, Bethesda, Blizzard e Gearbox.I padri della serie Grand Theft Auto hanno accompagnato al quarto capitolo della loro saga principe due dei migliori contenuti scaricabili della scorsa generazione di console, creando personaggi di grandissimo carisma, storyline a tratti migliori di quella dell’avventura principale e intersecando le varie linee narrative alla perfezione: gli Episodes from Liberty City hanno spinto milioni di giocatori a tornare tra le strade della versione digitale della New York di Niko Bellic.Discorso analogo per Undead Nightmare, che, pur non aggiungendo significativi sviluppi a livello narrativo alle vicende di John Marston, ha integrato benissimo gli zombie, vero e proprio fenomeno culturale degli ultimi trent’anni, in una struttura solida e divertente.Armature per cavalli a parte, anche Bethesda ha legato il suo nome a contenuti scaricabili che univano quantità e qualità come pochi, sin dai tempi di Tribunal e Bloodmoon per il terzo episodio della saga di The Elder Scrolls, per poi sfornare, tutti d’un fiato, Shivering Isles, Knights of the Nine, Dawnguard e Dragonborn: in ognuno di questi casi, nessun giocatore ha osato alzare un sopracciglio o lamentarsi per il rapporto qualità/prezzo, potendo spendere ulteriori decine di ore in mondi amati al costo di un terzo di un titolo nuovo.Di più, anziché sentirsi rapinati, sensazione purtroppo familiare ai giocatori odierni, i fan attendevano con trepidazione gli annunci legati ai contenuti scaricabili, mentre oggi c’è quasi paura di sapere quanto è stato tolto dal prodotto principale per essere rivenduto a parte.Blizzard, dal canto suo, sforna espansioni di qualità eccelsa da una ventina d’anni ormai, tanto da riuscire ad ingannare l’abnorme attesa intercorsa tra il secondo e il terzo capitolo della saga di Diablo solo grazie alla bontà di Lord of Destruction e riportare in carreggiata Diablo III, reduce da un esordio controverso, con Reaper of Souls: a questo bisogna aggiungere il consueto, eccellente supporto post lancio e la continuo perfezionamento di ogni aspetto dei propri prodotti, anche a diversi anni di distanza dal lancio.Chiude questa breve carrellata Gearbox, che ha accompagnato entrambi i suoi Borderlands (con The Pre-Sequel che si avvia sulla stessa strada) con una serie di dlc entusiasmanti, tanto per numero di missioni e loot, quanto per caratterizzazione dei personaggi inediti inseriti, che strappano un mare di risate tra una sparatoria e l’altra.Il risultato è che la comunità videoludica attende con ansia di conoscere la seconda espansione di Diablo III, la prima di GTA V e, una volta annunciati i fantomatici Borderlands 3 e The Elder Scrolls VI, non esiterà a mettere mani al portafogli per arricchire la loro esperienza con i titoli preferiti: la classica situazione win-win.

…e gli allieviOltre ai ragazzi di CD Projekt, alle prese con i primi contenuti scaricabili della loro carriera, c’è anche un altro studente un po’ pigro, che si è applicato tardi ma sta tentando di recuperare il terreno perduto: Nintendo.Ben lontana delle vette di eccellenza citate precedentemente, la casa di Kyoto sta timidamente battendo la strada dei DLC e lo sta facendo con il suo stile, proponendo offerte ludiche sostanziose e prezzandole in maniera fin qui adeguata: Mario Kart 8 è l’esempio più eclatante di questo trend, con due DLC che offriranno poco meno della metà dei contenuti del titolo originario, ma come non citare il riuscito esperimento che porta il nome di New Super Luigi U o l’ottimo lavoro svolto su percorsi e personaggi aggiuntivi per Mario Golf World Tour su 3DS?Quando si lavora bene, con l’intenzione di ampliare davvero l’esperienza di gioco e offrire ore di divertimento supplementari agli appassionati, i contenuti scaricabili sono una manna dal cielo e non una piaga da debellare: come anticipato in apertura d’articolo, demonizzare i DLC significa prendersela con il cane, quando il vero destinatario delle critiche e delle bacchettate dovrebbe essere il padrone, ovvero quei team di sviluppo che sottraggono contenuti ad opere finite, dalla durata complessiva magari risicata, per venderle in un secondo momento, spesso a prezzi nemmeno troppo concorrenziali.Ecco perché sono tra quelli che, pur non acquistando il Season Pass a scatola chiusa (NULLA andrebbe comprato a scatola chiusa, o quasi), ha esultato all’annuncio dei due contenuti scaricabili per The Witcher 3, perché mi daranno un paio di buone scuse per tornare a vestire i panni di uno dei miei (anti)eroi preferiti.

I contenuti scaricabili, al cui arrivo molti inorridiscono, rappresentano un rinforzo consistente al ciclo vitale di un prodotto e al divertimento che da esso un utente può trarne, a patto che siano realizzati con la stessa cura del pacchetto base e che vengano adeguatamente posizionati sul mercato a livello di prezzo.

Noi videogiocatori possiamo supportare case come Bethesda, Rockstar, Gearbox e Blizzard, sperando che, così facendo, molte altre software house, come Nintendo, ne seguano l’esempio e riescano a regalarci DLC di qualità senza farci per questo sentire in qualche modo defraudati.

Altrimenti, potrebbe toccarci un futuro di costumi, armature, bandane e mappe personalizzabili, tutti, rigorosamente, a pagamento.