Recensione

Not a Hero

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

I due Hotline Miami, The Talos Principle, Gods will be watching, Luftrausers, i due OlliOlli: il catalogo di Devolver Digital è uno dei più brillanti ed innovativi dell’attuale panorama videoludico, e comprende team di sviluppatori indipendenti tra i più talentuosi della scena.Tra questi ci sono i ragazzi di Roll7, già autori dei due OlliOlli, che lo scorso anno hanno cambiato genere proponendo uno shooter tanto frenetico quanto sanguinolento, dotato di un umorismo completamente fuori di testa: parlo di Not a hero, ovviamente, già recensito su queste pagine dal buon Lorenzo in versione PC.É giunto il momento di verificare come se la cava il team di Bunnylord su PS4.

Un coniglio ci salverà tuttiLondra, e l’umanità tutta, sono, a loro insaputa, sull’orlo del baratro, in quanto nel mirino di una non meglio precisata (ma devastante!) razza aliena che si sta preparando ad uno sbarco in grande stile sul nostro pianeta.Un solo uomo…ehm un solo essere…insomma, un coniglio antropomorfo può salvarci dall’imminente catastrofe, e per farlo, si è preso addirittura la briga di tornare indietro nel tempo, candidarsi alle elezioni e proporre un programma elettorale che prevede la totale ripulitura delle strade (e dei condomini, inspiegabilmente) dalla feccia malavitosa che le popola.Se avete già giocato a Not a hero al tempo dell’uscita in versione PC, questa trama non vi dirà nulla di nuovo, in caso contrario preparatevi a briefing pre-missione tra i più assurdi della recente storia dei videogiochi, battute al fulmicotone (alcune delle quali rimarranno oscure ai più), uno humour a metà tra quello inglese e quello nero e tanto, tanto non-sense.Ammesso che servisse dotare di un impianto narrativo uno sparatutto dalla forte anima arcade, Roll7 lo ha fatto con stile, tirando fuori dal cilindro (e scusate il gioco di parole…) una cricca di anti eroi mica male, capeggiata dal suddetto Bunnylord ma comprendente anche una nonnina armata fino ai denti, tabagisti, vegani arrabbiati e finanche omuncoli che indossano attillate tutine in spandex.Il non prendersi sul serio è una costante, e proprio la differenziazione tra i numerosi assassini impersonabili garantisce al titolo una discreta rigiocabilità, ancora di salvezza per una longevità che altrimenti non avrebbe raggiunto gli standard della sufficienza, nemmeno al prezzo di favore cui il titolo viene venduto.Ogni morto, un voto: così la vede il boss e noi, da bravi sottoposti, dovremo obbedire, e procacciare all’imperscrutabile coniglio il massimo consenso elettorale possibile.La buona notizia è che, su Playstation 4, farlo è divertente quanto (se non anche un pizzico di più) che su PC.

Pad e pallottoleSe su PC era consigliato l’utilizzo di un pad da gioco, su PS4 l’ultima fatica dei programmatori di OlliOlli si gioca benissimo, complice la semplicità delle meccaniche e l’immediatezza: un tasto per ricaricare l’arma (i colpi sono infiniti, il caricatore no), uno per scivolare, atterrando i nemici per poi giustiziarli comodamente con un colpo alla testa e uno, ovviamente, per vomitare loro addosso tonnellate di piombo.Ai più potrebbe sembrare strano che, nel 2016, bastino tre tasti (più quello per le armi speciali, ma lo si userà con molta meno frequenza) per destreggiarsi nei ventuno livelli che compongono la campagna principale di Not a hero e invece, sulla falsariga dei due Hotline Miami, pur senza raggiungerne le vette, il titolo Roll7 cavalca l’onda della sua semplicità con grande stile, regalando sprazzi di divertimento in pieno stile arcade dei primi anni ’90.Si spara a più non posso, si cerca di ottenere il meglio dal rudimentale sistema di coperture automatiche implementato, che entra in gioco ogni qual volta si decide di ricorrere alla scivolata, si sfruttano i power up che, di quando in quando, fanno capolino sul cadavere di uno dei malcapitati nemici e, quando possibile, si cerca di soddisfare i tre requisiti extra che ogni missione prevede, che vanno dal semplice massacro indiscriminato all’effettuare un certo numero di colpi critici o di uccisioni stealth.Nient’altro, davvero. Certo, c’è una manciata di livelli extra da sbloccare (e, ovviamente, mi guarderò bene dal dirvi come), ci sono nove diversi personaggi da impersonare, ognuno con uno stile peculiare e con pregi e difetti unici, ci sono tipologie differenti di nemici, e, purtroppo, una cronica mancanza di varietà, riscontrabile soprattutto nelle ambientazioni.Se, come credo, l’intenzione del team di sviluppo era di riproporre quel feeling arcade che andava tanto di moda una ventina di anni fa, l’obiettivo può dirsi riuscito alla grande, grazie ad un gameplay frenetico ma che non manca di piccole finezze tattiche e ad una continua giostra tra la prontezza dei vostri riflessi e quella della vostra lingua (nell’imprecare una volta colpiti a morte).Nel riprendere certi canoni, però, si ripropongono anche gli aspetti meno riusciti dei titoli arcade che furono, come una certa ripetitività di fondo, una preoccupante brevità dell’esperienza ludica e la succitata piattezza per quanto concerne il level design: la simulazione di ciò che era è così accurata, insomma, da portare in dote anche i difetti, che con un po’ più di attenzione potevano invece essere limati, ma il risultato finale è comunque molto buono, secondo solamente ai due titoli Dennaton.

Pixel grondanti sanguePer quanto sia inevitabilmente esposto ai gusti personali, lo stile pixelloso di cui si fa latore Not a hero mi aveva conquistato già al tempo dell’uscita originaria, e non sfigura nemmeno sul generoso schermo del salotto: le animazioni sono sempre molto convincenti, non v’è traccia di rallentamenti e la colonna sonora, guazzabuglio di chiptune con sfumature acide, sembra la naturale compagna di viaggio del massacro indiscriminato che Bunnylord ci chiamerà a compiere, magari sorseggiando uno dei suoi frappè.Detto della scarsità di ambientazioni (problema già evidenziato da Lorenzo in sede di recensione PC e a cui non è stato posto rimedio), va fatto un discorso a parte per la durata complessiva: se si possono terminare tutti gli stage in poco meno di tre ore, è anche vero che il titolo offre numerosi motivi per essere rigiocato e che alcuni degli obiettivi secondari della seconda metà dell’avventura sono difficili ai limiti dell’impossibile.Preparatevi ad una scomunica, insomma, se intendete ottenere la valutazione massima in tutti i livelli.Insomma, per quello che costa, la quantità di contenuti è tutto sommato adeguata, mentre non lo è stata la decisione (incomprensibile) di cancellare la versione per PSVita, che, come per i due Hotline Miami, avrebbe probabilmente rappresentato l’ambiente ideale per questo sfrenato arcade.

– Adrenalina a fiumi

– Colonna sonora ipnotica

– Arcade così se ne vedono pochi oggigiorno

– Ripetitivo e non troppo longevo

– Dov’è la versione per Vita?

7.5

Se sparare a tutto ciò che si muove dinanzi a voi, e farlo anche con un certo stile, è tutto ciò che chiedete a Not a hero, allora i soldi spesi per il download potrebbero rappresentare il migliore investimento di questo inizio anno.

Se, invece, sparatorie stilose e sanguinolente non vi bastano, e cercate profondità tattica, un level design ricercato e una longevità record, allora potreste non condividere la visione dei ragazzi di Roll7 e non riuscire a godervi a pieno quello che rimane, comunque, uno degli sparatutto indipendenti meglio realizzati negli ultimi mesi.

Peccato non poterci giocare sulla fida Playstation Vita.

Voto Recensione di Not a Hero - Recensione


7.5