Anteprima

Ninety Nine Nights 2

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a cura di Alex Overkilll

Ninety Nine Nights era un promettente ibrido fra gioco hack’n’slash alla Dynasty Warriors e uno strategico, uscito nel primo anno di vita della console Microsoft grazie al congiunto lavoro di Q Entertainment, la casa di sviluppo di Tetsuya Mizuguchi (padre di Rez e Lumines) e Phantagram, compagnia coreana celebre per la serie Kingdom Under Fire. Il risultato finale del prodotto si poté definire assai deludente: per quanto ricco di potenzialità e innegabili qualità sotto il profilo del gameplay, veniva sfigurato da una realizzazione tecnica poco curata, da una quantità allarmante di bug e imperfezioni, e dalla tragica assenza del multiplayer. Tutte carenze che sembravano essere imputabili allo sviluppo accelerato del titolo, per permetterne la distribuzione simultaneamente all’arrivo su suolo nipponico della console Microsoft. L’accoglienza del pubblico risultò quantomeno glaciale, tanto da rendere la comparsa di un sequel evento ben sorprendente. La domanda sorge allora spontanea: saprà questo seguito essere in grado di rischiarare l’oscuro passato del capitolo originale?

Un universo in eterna lottaLa promessa che muove il plot del gioco è chiara e semplice, riallacciandosi poi perfettamente alla conclusione del predecessore. Dopo la distruzione del demone che aveva condannato il mondo a novantanove notti di oscurità, il suo assassino, custode della pietra maledetta causa dei mali passati, viene a sua volta ucciso e la pietra stessa divisa in due parti, una in mano agli umani e l’altra ai goblin. Si profila così un nuovo scontro tra queste due fazioni, la prima stretta in alleanza con gli elfi, e la seconda invece soccorsa dalle infernali forze del signore delle tenebre. Un’introduzione quasi disarmante nella propria carenza di originalità, ma capace comunque di servire un buon punto di partenza narrativo per una tipologia di videogioco di suo poco avvezza a plot troppo elaborati.Cuore pulsante dell’intera esperienza vuole infatti essere il sistema di combattimento, filo conduttore degli scontri inscenati. E tutto il sapore del gamplay originale sembrerebbe essere rimasto inalterato, se non addirittura arricchito, insaporito dal livellamento dei personaggi, la personalizzazione di abilità e tecniche, e una vasta gamma di armi tra cui scegliere, ognuna segnata da parametri e caratteristiche peculiari. Muovendosi tra centinaia di nemici in movimento, il nostro alter ego sarà capace di saltare, parare e sferrare tre tipologie diverse di attacchi, concatenabili tra loro per dare vita a molteplici sequenze di manovre offensive, graziate da effetti speciali piacevoli e coreografie mozzafiato. Ogni personaggio è poi dotato anche di personali arti arcane, utilizzabili solo nel caso un apposito indicatore su schermo risultasse essere abbastanza pieno, e utili soprattutto contro gli avversari più coriacei, dato il devastante danno ad area.

Solo ricordi del passatoIl comparto grafico, punto dolente nel primo NNN, è stato – come sarebbe lecito aspettarsi – notevolmente migliorato, sfoggiando una veste decisamente più presentabile, pur ancora ben lungi da far strabuzzare meravigliati i propri occhi (altri sono i limiti oggi raggiungibili dalla macchina Microsoft). Ogni personaggio visualizzato su schermo risulta abbastanza solido e dettagliato da renderne il massacro – sempre ben contornato da spruzzi rossi di sangue – incredibilmente appagante; aspetto poi maggiormente palpabile grazie all’entrata in scena di colossali boss, mastodontiche creature che regalano all’esperienza un ulteriore senso di epicità e varietà. Grosse quanto condomini e letteralmente scalabili come fossero sporgenze rocciose, simili mostruosità sembrano essere proprio uscite da Shadow of the Colossus, certo sostituendo la magia e l’incanto del titolo Sony con spietata e cruda violenza e brutalità.NNN2 sembra poi avere imparato un’altra importante lezione dal capostipite: quella in tema di possibilità multigiocatore. Il nuovo episodio finalmente introdurrà infatti nella serie una necessaria (e in passato inconcepibilmente mancante) funzionalità co-op, attraverso cui sarà possibile partecipare alle missioni del gioco insieme a un altro utente. I personaggi giocabili promessi sono cinque, roster che dovrebbe fin d’ora assicurare una discreta libertà di scelta, proprio a fronte dell’inedito multiplayer. L’augurio è che simili combattenti riescano a presentare la stessa ammirevole caratterizzazione posseduta da quelli del primo episodio.Nella versione dimostrativa fruita del gioco era possibile impersonare uno dei nuovi protagonisti dell’avventura, un guerriero dal bianco crine armato di doppie spade, facendosi largo con esso tra frotte di nemici dentro un’immensa e lugubre fortezza di pietra. Interessante è stato notare la presenza di quick-time events, in cui premere i pulsanti mostrati a schermo, e l’apprezzabile implementazione di piccoli rompicapi da risolvere. Nulla di trascendentale, solo qualche distruzione mirata dello scenario per aprirsi nuovi passaggi, ma abbastanza utile a variare l’offerta ludica, lasciando lavorare un po’ la materia grigia oltre ai i polpastrelli delle mani. Solo ottime le impressioni avute dal sistema di controllo, ben reattivo e facilmente memorizzabile, correlato da una moltitudine di combo, e adatto a scongiurare il pericolo di ripetitività e ridondanza, per lo meno sotto l’ottica del genere d’appartenenza.

– Distese brulicanti di nemici da annichilire con stile

– Giocabilità immediata e solida

– Finalmente il multiplayer!

Il materiale visionato e toccato con mano di Ninety Nine Nights 2 è risultato sufficientemente esaustivo. Abbastanza per affermare come il titolo voglia ritornare in scena con le stesse meccaniche distintive, le epiche battaglie su vasti terreni bellici, la luminosa spettacolarità di mosse offensive e attacchi magici, e un taglio decisamente maturo di plot e vicende narrate. Il gameplay si è dimostrato solido, con un buon sistema di combo e soddisfacenti ramificazioni di attacchi. Tutto questo, unito a un forma estetica finale piacevole e una curata sezione cooperativa, dovrebbe saper offrire un lavoro certo non rivoluzionario e memorabile, ma quantomeno divertente e valevole d’interesse, in grado di risollevare le sorti del franchise.