Anteprima

Nero

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a cura di Forla

Quando si parla di sviluppatori italiani non è possibile nascondere un moto d’orgoglio. Il Belpaese non è certo famoso per le sue case di sviluppo e Storm in a Teacup con il suo Nero rappresenta di certo una delle poche realtà nostrane in grado di sbarcare con efficacia sulla next gen. Il titolo sarà infatti un’esclusiva Xbox One e si propone come un viaggio onirico che il giocatore intraprenderà nei panni di un piccolo bambino incappucciato. Forte di un’atmosfera molto ispirata che fa del contrasto tra buio e fluorescenza il suo marchio di fabbrica, Nero ci ha incuriosito parecchio fin dal suo primo trailer, e alla Gamesweek abbiamo avuto modo di dargli un’occhiata più approfondita. 
Quando Journey incontra Myst
Meglio partire da una breve descrizione diretta della nostra prova: l’esperienza comincia dopo essere scesi da una piccola barchetta, approdata presso un molo abbandonato e circondato da alcune catapecchie di legno. Fluttuano a mezz’aria scritte iridescenti, le quali ci consegnano informazioni frammentarie spingendoci a proseguire attraverso un sentiero immerso in una fitta vegetazione. Dopo poco giungiamo in un’area in cui sono presenti delle colonne di roccia sormontate da raggi di luce e sulle quali appaiono degli strani simboli. Abbiamo quindi modo di interagire con esse e di risolvere così il primo enigma legato all’apertura di un portale. Una volta attraversato il varco ci troveremo a percorrere un buio passaggio sotterraneo illuminato solo da alcune formazioni cristalline che protendono dalle pareti. A farci compagnia ci sono gli onnipresenti wall text dai colori fluorescenti che mano a mano lasciano intravedere sprazzi di quello che speriamo essere un comparto narrativo in grado di colpire al cuore. Più avanti durante la nostra prova abbiamo sperimentato una meccanica che ci vedeva evocare una sfera luminosa da lanciare verso la sommità di alcuni obelischi, dalla cui cima partivano dei raggi di luce. Questo ci ha permesso di aprirci la strada verso nuove possibilità di esplorazione ed avanzare nel magico mondo di Nero.
Purtroppo è stato difficile godere appieno del concept a cui il gioco è votato in un contesto come quello delle Gamesweek. Il titolo richiede di essere giocato con la calma necessaria a ponderare la risoluzione degli enigmi e ad apprezzare le atmosfere surreali e visionarie di cui è pregna la produzione. Se avessimo potuto testarlo in una camera buia con un buon sistema di riproduzione audio invece che in uno stanzone illuminato a giorno e gremito di una folla urlante sicuramente l’esperienza sarebbe stata migliore.
Tra il sogno e la dura realtà
Nero è sicuramente un progetto ambizioso, i titoli che fanno della componente sentimentale, delle sensazioni e delle emozioni il loro punto di forza giocano però su un terreno difficile. Se da un lato l’intento è nobile e degno di rispetto, dall’altro vi è la realtà di una community di giocatori affamata di solido gameplay e meccaniche a prova di noia. Titoli come Journey non sono certo famosi per essere campioni di vendite e, al giorno d’oggi, anche i remake delle gloriose avventure punta e clicca ad enigmi, come Monkey Island o il recente Gabriel Knight, non possono certo dirsi delle killer application. Durante l’intervista live che potete trovare sul nostro canale youtube, Alberto Belli, insider di Storm in a Teacup, ha inoltre dichiarato che la società ha dovuto affrontare alcune difficoltà di natura tecnica durante lo sviluppo del titolo su Unity. Il motore, a cui spesso viene preferito l’Unreal Engine, si e rivelato una sfida per i ragazzi dello studio italiano e alcuni dei problemi da loro incontrati si rispecchiano nella build da noi testata. Il comparto artistico, seppur ispirato, infatti non è affiancato da una mole poligonale esagerata o da texture in ultra HD. Gli FPS inoltre sembrano essere sotto la soglia del consentito e, anche se il gameplay non richiede una fluidità di gioco elevata, le animazioni e gli spostamenti in generale soffrono di una scattosità poco gradevole alla vista. Il tempo di ottimizzare comunque c’è ancora tutto e non vogliamo in alcun modo puntare il dito su piccole magagne tecniche che sono tranquillamente risolvibili.

– Ambientazione onirica ispirata

– Narrativa in grado di commuovere

– Puzzle ambientali ed enigmi ben strutturati

Nero si vuole porre come un’esperienza onirica capace di andare oltre il semplice gioco così come siamo abituati a conoscerlo. Le sue fonti di ispirazione sono titoli come Journey e Myst, opere che non fanno parlare di sé per il gameplay adatto al palato di tutti ma per il messaggio che vogliono comunicare e il modo personale con cui viene divulgato. Se saprà toccare le corde giuste e lasciare un segno nel cuore di coloro che lo giocheranno, Nero potrà forse diventare un piccolo capolavoro dell’industria videoludica italiana, noi ce lo auguriamo di certo.