Recensione

Need for Speed: Underground

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a cura di pWi

Sette volte Need for Speed Che la saga di Need for Speed abbia determinato in maniera senz’altro massiccia la storia dei giochi di guida arcade non lo dico certamente io. Fin dal 1995, infatti, con il primo dei Need for Speed, Electronic Arts è riuscita a stabilire nuovi canoni per questo genere e ad affermare un marchio che, in futuro, avrebbe conquistato fasce di pubblico di grande consistenza. Il primo Need for Speed introduceva nel concetto di gioco di guida arcade, soprattutto, la possibilità di poter guidare bolidi di altri tempi, che solo nei nostri sogni potevano apparire e di rendere tali bolidi estremamente realistici in modo che l’esperienza di guida fosse molto elevata. Nulla riuscì a togliere il successo che meritava a quel fantastico gioco, nemmeno quel grande titolo che nessuno di noi potrà mai dimenticare che risponde al nome di Screamer. Tuttavia, la saga di Need for Speed non riconosce purtroppo solamente grandi giochi, ma piuttosto dobbiamo definirla a luci ed ombre. Se il primo gioco fu un grandissimo esponente del genere, infatti, il secondo capitolo della saga, pur restando su livelli qualitativi assolutamente alti, presentava già qualche difetto in più e soprattutto non sapeva introdurre delle sostanziali novità, cosa che invece aveva saputo fare il suo predecessore. Per questo, i ragazzi di Electronic Arts decisero di dare un nuovo aspetto alla saga e, con tale obiettivo, realizzano Need for Speed: Hot Pursuit. Il gioco, con questo episodio, diventa ancora più arcade e soprattutto pone gran parte delle attenzioni sugli inseguimenti della polizia. Scappare dagli sbirri, infatti, diventa il nostro principale obiettivo, mettendo un po’ più in ombra quello che è il vero cuore della saga, il correre con i bolidi da sogno che prima accennavamo. Il quarto episodio, poi, ricalcherà molto da vicino le orme di Hot Pursuit. Si tratta di High Stakes, uno dei titoli della saga purtroppo meno ricordati dal grande pubblico. Con High Stakes, comunque, Electronic Arts sembra ricadere nello stesso errore fatto in precedenza: i Need for Speed sembrano assomigliarsi troppo tra di loro. Ecco che serve una nuova poderosa sterzata. Questa si chiama Need for Speed: Porsche 2000. Ritorna il concetto della simulazione della guida sui grandi bolidi, ma qualcosa di veramente innovativo c’è sotto il sole. Porsche 2000 è un gioco molto vicino alla simulazione, cosa che non si era mai verificata in precedenza nella saga. Probabilmente per questo, si dimostra un gioco unico (e non solo all’interno della saga Need for Speed) e, per certi versi, è possibile anche considerarlo il migliore in assoluto. Dopo Porsche 2000, Electronic Arts decide di fare un passo indietro ed ecco che viene fuori Need for Speed: Hot Pursuit 2. Non vi nascondo che, a mio modo di vedere le cose, si tratta del peggiore tra i Need for Speed. Infatti, pur avendo una grafica veramente sbalorditiva, è piuttosto carente dal punto di vista fisico e soprattutto ripetitivo da quello del modello di guida. Dopo questo viaggio tra tutti gli episodi della serie non ci resta che buttarci senza pensarci più su questo settimo episodio. Un episodio del tutto nuovo, quasi scollegato dalla saga, nel quale l’unica vera simulazione è quella delle corse clandestine. Qualcuno ha detto Fast and Furious?

Troppo rapidi troppo furiosi Si, è proprio così. Per la prima volta nella saga, Electronic Arts ha avuto la necessità di – diciamolo pure tranquillamente – copiare l’atmosfera di fondo di un suo videogioco. Need for Speed: Underground, infatti, mutua moltissimo dalla saga cinematografica dei Fast and Furious e, soprattutto, dal secondo episodio di questa. Ci riferiamo ovviamente a 2 Fast 2 Furious, film d’azione senza molti risvolti psicologici o filosofici che ha aperto una nuova moda cult, quella delle gare clandestine e delle macchine superpotenziate. Se ci pensate bene questa moda si sta diffondendo rapidamente non solo nel mondo del cinema, ma anche in altri settori, uno di questi è senza dubbio proprio quello dei videogiochi. Se, infatti, una serie forte e con una grande tradizione nel suo campo come quella di Need for Speed ha la necessità di dover usare l’ambientazione di un qualcosa che comunque le è esterno, anche altri giochi recenti hanno avuto tale necessità. Primo di questa lista è certamente l’ottimo Midnight Club 2, uscito anche su PC qualche mese fa. Comunque, ritornando a noi, come avrete capito lo sfondo che sta dietro a questo nuovo episodio della saga è quello delle corse clandestine, delle macchine truccate, delle ambientazioni notturne e delle città abbaglianti con le loro miriadi di luci, di scommesse e di donne, dell’orgoglio di essere il pilota più bravo: in una sola parola del divertimento più sfegatato. Tutto questo è riprodotto nel gioco fin nei minimi dettagli come vedremo meglio tra poco, ma le cose che subito saltano agli occhi sono principalmente l’asfalto con tutti quei riflessi, tale da sembrare quasi luccicante, e quelle luci abbaglianti, continue, quasi a rappresentare l’eccesso. Noi impersoneremo un giovane pilota, inizialmente sconosciuto e pieno di tanta voglia di emergere. Con il passare delle gare ci renderemo sempre più famoso, fino a conquistare una posizione di prestigio all’interno della società malavitosa delle corse clandestine. Il nostro cammino sarà così composto da 111 tappe (non le definisco momentaneamente semplicemente corse per una serie di motivi che vedremo meglio tra un po’) e, soprattutto, da tantissime macchine e da tutte le loro evoluzioni. Infatti, Need for Speed: Underground punta moltissimo sull’espansione delle stesse macchine e sul fatto che questa espansione porta anche a sostanziali differenze nell’approccio alla guida e al comportamento della macchina. Se a questo aggiungete la presenza di ben 20 veicoli completamente diversi e di 6 modalità di gioco differenti capirete bene che l’arma vincente di questo settimo episodio della saga è certamente l’abbondanza.

Per chi non può fare a meno delle corse clandestine In Need for Speed: Underground due sono le modalità principali: gara veloce e underground. La prima ci permetterà di giocare in una delle sei modalità di cui prima accennavamo in maniera libera e, appunto, veloce. Tuttavia potremo affrontare questa modalità con le macchine, i circuiti e tutte le espansioni che abbiamo guadagnato andando avanti nella campagna vera e propria, cioè nella modalità underground. Prima di tuffarci in questa la quale, ovviamente, costituisce il cuore pulsante del gioco, vediamo quali sono le sei modalità che abbiamo menzionato. Si tratta di circuito, sprint, accelerazione, sbandata, eliminazione, prove libere. Esaminiamole ad una ad una. La modalità circuito ci vedrà guidare in una pista ad anello. Questo tipo di gara è inoltre costituito da un numero variabile di giri, numero che può comunque essere impostato liberamente dal giocatore nella modalità veloce. Il tipo di corsa sprint, invece, ci vede impegnati in una pista libera e, quindi, non chiusa. L’obiettivo è quindi quello di raggiungere un posto B partendo da un posto A. La modalità accelerazione è la classica drag race tanto sponsorizzata in sede di press release dalla stessa Electronic Arts. Questa è leggermente diversa dalle altre modalità e questo ne determina anche un approccio completamente differente. Nelle drag race, infatti, cambierà anche l’interfaccia di gioco: a destra sarà rappresentato il contagiri del nostro motore. Perché tutto questo? Perché in questa modalità la nostra bravura sarà sostanzialmente quella di trovare il tempo giusto nel quale inserire le varie marce. La lancetta del contagiri, infatti, diventerà verde solo per pochissimi istanti, quelli giusti per ingranare la marcia più alta. A parte questo dovremo stare attenti a schivare il traffico, cosa comunque ricorrente in tutto il gioco. Nella modalità accelerazione, inoltre, non saremo liberi di indirizzare la nostra macchina, questo infatti avverrà automaticamente. L’unica cosa che potremo fare sarà quella di cambiare corsia e ciò sarà possibile girando il nostro sterzo a destra o a sinistra. Ad ogni modo, questa modalità è stata inserita comunque per creare un diversivo alla struttura di gioco principale e non costituisce certo il vero fulcro di Underground. La modalità sbandata è un altra modalità che potremo definire accessoria. Questa mi ha ricordato molto da vicino la serie Tony Hawk’s Pro Skater e le sue evoluzioni. Infatti, la cosa principale è quella di tenere il più a lungo possibile la nostra macchina in sbandata. Più secondi sbanderà e più punti riceveremo. Inoltre, questa modalità si svolgerà su particolari circuiti, pieni zeppi di curve ad “U”, in modo da permetterci di compiere ogni tipo di sbandata possibile. La modalità eliminazione ci riporta invece ad un approccio più classico. Questa è infatti molto simile a quella circuito, con l’unica differenza che, ad ogni giro, verrà squalificato un pretendente fino a quando non si rimarrà in due. Infine, le prove libere ci permettono di gareggiare da soli su una particolare pista con il solo obiettivo di prepararci bene per le gare che contano.Ma, come dicevamo prima, il fulcro di Need for Speed: Underground sta certamente nella campagna, o per meglio dire, nella modalità underground. Questa ci vedrà inizialmente nei panni di un giovane pilota che, per far fortuna e per cercare la notorietà, si imbatte nelle corse clandestine. Da qui inizierà una vita di corse, di pericoli, di macchine e quant altro possa offrire una grande metropoli nelle ore più buie. Questa modalità è composta da 111 tappe che si dividono nelle sei modalità che abbiano sin ora descritto. In pratica, potrà capitare che ci venga proposta una gara sprint, subito dopo una accelerazione e poi una ad eliminazione: insomma, le sei modalità presenti vengono mischiate casualmente fino a raggiungere le 111 competizioni che abbiamo citato. Inoltre, in questa modalità saranno presenti tante classifiche per ogni tipo di corsa (accelerazione, sprint, circuito e così via). Vincendo le varie gare potremo scalare queste classifiche adempiendo proprio il nostro obiettivo finale, cioè essere primi in ogni classifica. Le varie gare non ci permetteranno, inoltre, solo di scalare le classifiche ma ci consentiranno di upgradare la nostra macchina praticamente in ogni minimo dettaglio o anche di acquistare vetture più performanti. La nostra avventura partirà infatti con auto molto poco potenti, o perlomeno possiamo definirle tali in confronto a quello che vedremo dopo. Insomma, il primo impatto col gioco sarà sì impressionante ma mancherà quell’adrenalina che può venire solo guidando un bolide potentissimo. Tutto questo avverrà, però, con l’andare avanti nel gioco quando ci troveremo al comando di vetture che è difficile definire solamente vetture, ma che si avvicineranno, in quanto a potenza, a jet o a quant’altro di simile. Nel gioco sono presenti ben 20 vetture ufficiali e con questo vogliamo dire che sono proprio identiche alla realtà, soprattutto per quello che riguarda l’aspetto esteriore. Le vetture disponibili fanno parte praticamente di tutte le società del settore dei motori: si va da Peugeot a Ford, da Volkswagen a Toyota, da Nissan a Subaru, da Mitsubishi a Suzuki, da Mazda ad Honda. Inoltre, non sono solamente presenti macchine di grandissima cilindrata ma, soprattutto nelle prime ore di gioco, avremo a disposizione anche macchine più modeste da questo punto di vista. E’ così che potremo imbatterci nella Peugeot 206, nella Ford Focus o nella Volkswagen Golf. Immaginate queste piccole macchine e tutte le espansioni che potremo applicare ad esse, uscirà fuori quello che possiamo definire un mostro a quattro ruote. Infatti, anche queste macchine sulla carta meno potenti con le giuste espansioni possono raggiungere prestazioni di tutto rispetto, in certi momenti sugli stessi livelli di vetture certamente più potenti. Inoltre, ognuna di esse ha un comportamento assolutamente differente rispetto alle altre. Il comportamento di una vettura può mutare anche in base alle migliorie che le apportiamo e alle espansioni che le applichiamo. Ma procediamo con calma.Uno degli aspetti che stanno alla base di Need for Speed: Underground è quello dell’espansione delle vetture. Vincendo gare, accumulando soldi e sbloccando tali espansioni infatti potremo installare di tutto sulla nostra vettura. Il menu delle espansioni è suddiviso in tre parti principali: estetica, prestazioni e scambio. L’ultima ci consentirà di scambiare la nostra vettura con un’altra qual ora sbloccheremo una macchina che riteniamo più potente della nostra. In questa operazione dovremo spendere soldi se la nuova macchina vale di più della vecchia ma potremo anche riceverne se la vecchia vale, per qualche motivo, di più della nuova. Nella sezione estetica potremo applicare di tutto, e ripeto di tutto, sulla nostra macchina. E’ possibile installare alettoni, minigonne, cofani, cerchioni, paraurti, terminali, prese d’aria e quant’altro è possibile mettere su una macchina. Pensate inoltre che vi sono tantissimi tipi diversi per ogni espansione e questo non può che alimentare quel discorso sull’abbondanza che prima facevamo. La nostra vettura potrà diventare veramente molto diversa da quella originale, visto che tutte queste espansioni saranno assolutamente ben visibili anche nel gioco vero e proprio. A parte le installazioni materiali potremo applicare anche delle colorazioni del tutto personalizzate alla nostra vettura. Non solo potremo dipingere come vorremo anche i minimi dettagli come carrozzeria, fiancate, cofano, cerchioni, alettone, finestrini e addirittura pinze dei freni, ma potremo anche applicare delle decorazioni o delle aerografie. Nelle prime rientrano diversi tipi di adesivi che sponsorizzano alcuni dettagli della nostra macchina. Ad esempio, potremo mettere delle decorazioni riportanti i marchi di società come Brembo, Momo, PIAA e di altre società legate al mondo dei motori. Le aerografie invece sono dei disegni che potremo applicare su fiancate e cofano. Insomma, per rendere meglio le idee, queste sono molto simili a quelle già viste nei soliti film della saga Fast and Furious, in quanto l’obiettivo dei programmatori è proprio quello di ricreare le macchine viste nei due film in questione. Di aerografie ne avremo a disposizione moltissime. E’ vero che sono già pronte a priori e che non potremo disegnarle noi, ma sono veramente tantissime e, soprattutto, si possono combinare tra loro. Infatti, potremo agire su ben quattro stati di aerografie: per ogni strato è possibile metterne una. Così uscirà alla fine un disegno assolutamente personale, quasi come se lo disegnassimo noi di sana pianta. A tutto questo si aggiungono ancora le espansioni relative alle prestazioni. Sarà possibile, con lo stesso procedimento visto per le espansioni estetiche, aggiornare il motore, i freni, il turbo, la centralina e quant’altro costituisce una vettura. Ovviamente, essendo in clima Fast and Furious, non poteva mancare l’ormai mitico NOS. Questo è disponibile in tre livelli. La differenza tra un livello e l’altro consisterà nella durata effettiva dell’effetto in gara che questo meccanismo genera. Ovviamente, quanto abilitato moltiplicherà la velocità massima della nostra vettura, garantendoci prestazioni, in potenza pura, veramente elevatissime. Insomma, per chiudere questo discorso, dobbiamo dire che l’opportunità di espandere così tanto le nostre vetture ci ha divertito tantissimo soprattutto perché tutto quanto applicato sulla nostra vettura ha un suo riscontro preciso sulla pista. Ogni disegno è infatti ben visibile anche in gara e ogni espansione tecnica dà il suo effetto sul sistema di guida o su altre componenti come il suono del motore e così via. Le macchine possono, infatti, diventare più maneggevoli con un nuovo impianto frenante o i motori più o meno roboanti con una nuova centralina. Per dirla in una parola: è tutto veramente – concedetemi il termine per una volta – veramente molto tabbozzo!E’ vero che espandere la nostra vettura richiederà molto tempo, ma Need for Speed: Underground resta naturalmente un gioco di guida e quindi è proprio il sistema di controllo della vettura che dobbiamo analizzare con precisione. Premesso già il fatto che le vetture hanno comportamenti veramente molto dissimili tra loro e che, soprattutto quelle meno potenti richiedono un approccio completamente diverso da quelle molto potenti, cerchiamo di generalizzare un po’ proprio il sistema di guida che sta alla base di Underground. Puntualizziamo che si tratta di un gioco prettamente arcade e, quindi, come per tutta la serie Need for Speed (tranne per alcuni aspetti Porsche 2000) l’obiettivo non è quello di simulare perfettamente le vetture reali ma quello di creare un gioco il più possibile divertente. La guida in Underground è certamente molto nervosa e frenetica. E’ vero che le vetture non sbandano come magari farebbero nella realtà e che, in alcuni momenti, la fase di accelerazione sembra un tantino “leggera”, ma è anche vero che le folli velocità che si raggiungono danno quell’adrenalina e quella frenesia che pochi altri giochi possono vantare. Il controllo della vettura quindi deve essere preciso nello schivare gli ostacoli della pista come guard rail e traffico e preciso nelle frenate e nel dosare per bene il motore. Spesso infatti capita di dover affrontare un tratto di pista magari contromano e con un sacco di vetture che compongono il traffico. In queste circostanze saper dosare l’acceleratore è fondamentale ma, attenzione, non parlo di frenare. In Undeground è infatti fondamentale tenere la macchina il più possibile al massimo della sua potenza. Essendo presenti tantissimi rettilinei nei quali stare dietro gli avversari e pareggiare la loro velocità di punta è fondamentale, si richiede di tenere il più possibile la velocità di punta e tantissima precisione in fase di accelerazione. Moltissime volte, infatti, prendere bene la traiettoria di una curva e accelerare al momento opportuno è veramente fondamentale per affrontare il rettilineo successivo con la giusta velocità. Inoltre, proprio per questo discorso, sarà fondamentale sfruttare bene anche le tantissime scorciatoie che ci vengono messe a disposizione di volta in volta. I vari circuiti presentano, infatti, delle strade alternative che spesso ci possono aiutare sia per guadagnare del tempo sia per sfruttare la componente di accelerazione della nostra vettura. Spesso capita, infatti, di prendere una scorciatoia ma di essere costretti a frenare per rientrare sul circuito vero e proprio. In queste condizioni, anche in base alle caratteristiche della vettura che stiamo guidando, dovremo ponderare bene le circostanze e valutare se conviene guadagnare tempo e spazio sfruttando la scorciatoia in funzione della perdita di velocità che avremo una volta che ci ritroviamo sul circuito. Insomma, tutto questo rende Underground sì frenetico e divertente ma anche valido dal punto di vista della guida vera e propria, proprio perché alla fine va bene che è possibile espandere la propria macchina come meglio si crede ma se non si è bravi nella guida non sempre si può avere la meglio sugli avversari gestiti dal computer.Un discorso a parte lo merita quello riguardante l’intelligenza artificiale dei piloti gestiti dal computer. Diciamo subito che anche questa è su livelli elevatissimi e più di una volta il comportamento del computer ci ha stupito. E’ infatti possibile vedere i nostri avversari chiuderci la strada o cercare di spingerci verso una barriera per farci urtare contro di essa o, ancora, darsi battaglia fra di loro. Inoltre, proprio come noi, sono soggetti a degli errori sia di guida, possono sbagliare una curva e finire sul guard rail, sia di riflessi, è infatti facile vederli sbattere contro una macchina del traffico. A questo si aggiunge un sistema chiamato dal gioco “recupero”, mirato a rendere le gare sempre divertenti. In pratica, una volta che il computer ha molto ritardo da noi questo guiderà mediamente meglio per cercare di recuperarci, mentre se è di molto in vantaggio guiderà peggio e ci consentirà di recuperare. So che tutto questo potrebbe far storcere il naso ai puristi, ma comunque contribuisce a rendere le gare sempre aperte e assolutamente divertentissime. Ad ogni modo, proprio per tali puristi, i programmatori hanno pensato bene di poter consentire al giocatore di abilitare o disabilitare l’opzione “recupero” a piacimento. Insomma, concludendo, non possiamo che essere contentissimi per quanto riguarda l’intelligenza artificiale dei piloti gestiti dalla CPU. Purtroppo, non è così per il traffico. Infatti, le varie vetture che lo costituiscono si comportano in maniera del tutto innaturale. Anche se vedono dei pazzi scalmanati venire loro contro a più di 300 chilometri orari non accennano a fermarsi, solo qualvolta a rallentare, e comunque non fanno niente per impedire l’incidente. E’ vero che il traffico è messo lì proprio per dar disturbo e quindi non avrebbe molto senso, da questo punto di vista, se le varie auto si spostassero, ma il tutto resta comunque fortemente irrealistico. Dato che siamo in clima di problemi, non possiamo non accennare ad un certo senso di frustrazione che il gioco genera quando siamo chiamati a dover ripetere più volte una gara. E’ vero che il tutto è sempre molto divertente, ma spesso può risultare ripetitivo e appunto frustrante il dover ripetere sempre la stessa gara per 10-15 volte solo perché all’ultima curva si sbatte con una macchina del traffico o per motivi ancora più banali.

L’era del motion blur Che dire di una grafica praticamente perfetta? Insomma, Need for Speed: Underground vanta un impatto grafico di primissimo livello. Le varie luci, i tantissimi poligoni dei palazzi, le riflessioni straordinarie che ricoprono macchine e asfalto sono solo le vette di un iceberg del tutto perfetto. A tutto questo si aggiunge un effetto di motion blur (lo sfocamento dei contorni degli oggetti) di grande effetto. Pensate che questo è più o meno presente in base alle velocità che raggiungiamo. Quindi sarà più difficile notarlo con una Peugeot 206 che con una potentissima Nissan 240SX. Inoltre, questo effetto aumenterà a dismisura con l’utilizzo del NOS e quindi a velocità del tutto pazzesche, ben al di sopra dei 300 chilometri orari. Tuttavia, tutto questo ha un risvolto abbastanza pesante dal punto di vista dei requisiti hardware. E’ infatti richiesta una scheda video di ultima generazione (è quasi impossibile giocarci con schede video al di sotto della GeForce 3) e un buon processore, almeno sui 2 Ghz. Se il vostro PC è al di sotto di questi requisiti dovrete venire drasticamente a patto con i dettagli, comunque ampiamente configurabili, e rinunciare a gran parte delle meraviglie che abbiamo sin qui descritto. Passando all’audio restiamo su toni senz’altro molto lusinghieri. Come abbiamo detto i motori delle vetture hanno suoni completamente diversi l’uno dall’altro. Inoltre, possono assumere suoni diversi anche quando li aggiorniamo con nuovi pezzi come nuove centraline. Gli effetti audio degli urti o quelli generati dall’effetto Doppler sono anch’essi di grandissimo impatto e rendono il tutto ancora più realistico. Un discorso a parte va fatto per le musiche. Queste infatti possono essere di gradimento a seconda dei gusti musicali di ognuno. In ogni caso, vi basti sapere che ricordano molto da vicino quelle di 2 Fast 2 Furious, un po’ per completare il discorso relativo all’atmosfera che abbiamo fatto prima. Non possiamo, infine, non spendere due parole sul supporto multiplayer, sul quale ovviamente contano molto gli stessi programmatori. Su Internet sarà, infatti, possibile sfidarsi fino in quattro contemporaneamente sui server ufficiali Electronic Arts. Inoltre, saranno tenute classifiche e graduatorie varie per i migliori piloti del pianeta. Insomma, delle gare clandestine con i relativi fattori notorietà e reputazione ma stavolta sulle calde reti di una connessione Internet.

– Grande grafica e grande ambientazione

– Divertente in ogni aspetto

– Comportamenti delle varie vetture sempre differenti tra loro

– E’ possibile personalizzare le macchine anche nei minimi dettagli

– Requisiti hardware elevati

– Ripetitivo in alcune circostanze

8.6

Need for Speed: Underground ci ha assolutamente meravigliati. E’ uno di quei giochi dal quale non riesci a staccarti, al quale pensi anche quando non sei davanti al PC, del quale ci ricorderemo negli anni. Insomma, Electronic Arts ha fatto di nuovo centro proponendo un gioco fresco, divertentissimo, longevo (grazie alle espansioni delle macchine e alle tantissime modalità presenti), adrenalinico e, in fin dei conti, anche originale! Questo è dovuto alle ambientazioni che propone e per l’approccio comunque diverso dagli altri giochi di guida. A questo va aggiunto un sistema di controllo delle vetture adeguato ad un gioco arcade, una grafica di grandissimo impatto, macchine realizzate fin nei minimi dettagli e che si possono upgradare come meglio si crede, un supporto multiplayer ben congegnato e ancora molto altro. Se, però, dobbiamo trovare il pelo nell’uovo possiamo dire che il tutto diventa un tantino ripetitivo quando si è costretti a ripetere la stessa gara tante volte. Tuttavia il gioco resta, anche in queste circostanze, comunque molto divertente per cui, lo ripetiamo, è solo un settaglio. Il vero difetto potrebbe invece essere rappresentato dagli elevati requisiti hardware che purtroppo impediranno a molti giocatori di giocare a Need for Speed: Undeground con tutti i crismi del caso. Comunque, bando alle ciance, questo settimo episodio della serie ci ha saputo convincere pienamente e anzi lo riteniamo uno dei migliori, se non il migliore in assoluto, tra i giochi della stessa serie Need for Speed. Il consiglio ad acquistarlo è rivolto a tutti, senza distinzioni di sorta.

Voto Recensione di Need for Speed: Underground - Recensione


8.6