Recensione

Need for Speed Undercover

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a cura di Francesco Ursino

Pochi anni fa (correva il 2001) il film “Fast and Furious” apriva definitivamente la strada a tutto un filone di rappresentazioni artistiche più o meno riuscite riguardanti il mondo delle corse clandestine nelle grandi città occidentali e non solo.Come spesso succede il passo dai film ai videogiochi è molto corto: nel 2003, anno in cui uscì il seguito di Fast and Furious, “2 Fast 2 Furious”, Electronic Arts decise di cavalcare l’onda “tamarra” delle corse clandestine.Stravolse così il concept di una delle serie più amate della storia, Need For Speed, nata nell’ormai lontano 1994, proponendo Need For Speed Underground.Il successo dell’idea della casa di Redwood City è facilmente riconoscibile nei diversi seguiti che il primo Underground ha avuto, tutti con varianti diverse ma comunque riconducibili allo stesso background: i vari NFS Underground 2, NFS Most Wanted ed NFS Carbon.Nel 2007 EA decide di cambiare ancora e di puntare sulla parte “legale” delle corse, proponendo NFS ProStreet, che però non ottiene i risultati sperati, a causa anche di una difficoltà generale molto scarsa e di un appeal decisamente basso.Quest’anno i ragazzi di EA (e più precisamente quelli dello studio canadese Black Box) ci riprovano presentando l’ambientazione cittadina della fantomatica Tri City come sfondo per gare illegali e scontri con la polizia.

Il successore spirituale di Most Wanted Need for Speed Undercover comincia come potrebbe cominciare un qualsiasi episodio di CSI Miami: una bella carrellata della camera sul mare, un primo piano di un elicottero che si fa largo nel cielo per poi spostarsi sull’autostrada dove un paio di volanti della polizia stanno inseguendo una macchina super elaborata e velocissima (per la cronaca si tratta di una Porsche GT2) .La sensazione di essere dentro una pellicola hollywoodiana è aumentata poi da piccoli particolari, come i titoli di testa con i nomi degli attori protagonisti ed un taglio decisamente cinematografico delle riprese.Terminato l’inseguimento, che fra l’altro si conclude con il nostro arresto, non troveremo il caro Horatio Caine con i suoi occhiali e le sue frasi a effetto ma bensì il tailleur attillato e gli sguardi ammiccanti di Maggie Q. (fate voi quale sia meglio…); questa ci introdurrà nella solita storia di corse clandestine in cui noi, infiltrati della polizia, dovremo farci largo per poter arrestare qualche pezzo grosso.Naturalmente nessuno storcerà il naso per la struttura, diciamo fragile, della storia che fa da sfondo al gioco; in effetti come al solito quest’ultima è solo un pretesto da cui partire per poter sfrecciare per le vie molto poco trafficate di Tri City ed entrare nel mondo delle corse.

A Tri City non hanno problemi di traffico e si trova pure parcheggio…Fin qui sembra tutto molto bello, ma la sensazione che si prova mentre si gira per le vie della vastissima città è che sin dall’inizio manca qualcosa, un guizzo, un lampo d’inventiva.Il gioco scorre su binari troppo prevedibili, ci sono si le solite tipologie di gare con in più l’aggiunta di qualche missione nuova (sfasciare alcune macchine della polizia, per esempio), ma tutto sa di già visto.E se per alcuni questo può essere anche un bene, per molti altri no: la struttura da cui si dipana la story mode infatti prevede sempre il superamento di alcune gare al fine di sbloccare zone della città da esplorare per poter dominare la città quartiere per quartiere.Il problema però è che in fondo da esplorare non ci sarà proprio niente: attraverso la mappa infatti potremmo scegliere di andare direttamente sul luogo della gara senza sorbirci il viaggio e magari pure qualche rogna con la polizia, che ritorna dopo la parentesi di ProStreet.Ora, EA dovrebbe perlomeno fare una scelta chiara: o si torna ad un numero di eventi predefiniti da superare per andare avanti (come accadeva nel primo Underground) o si da un motivo per girare per la città (come in Underground 2). Il Free Roaming strutturato cosi serve davvero a poco. Anzi, se è possibile, è deleterio, perchè da modo di osservare nel dettaglio la città scoprendo che è senza traffico (se non quando alcune tipologie di gare lo prevedono), dall’architettura abbastanza monotona e sempre assolata. Anche nell’ultimo Need for Speed, infatti, si gareggerà solo nelle ore diurne, senza alternanza giorno-notte. Si rivedono, inoltre, idee già usate come gli elementi da investire per creare così un ostacolo alle macchine inseguitrici e la possibiltà di rallentare per pochi istanti il tempo in modo da affrontare meglio le sezioni più ostiche.La sezione tuning, un tempo vanto della serie, rimane in bilico tra tanti vorrei ma non posso: la cura maniacale di Undergound 2 è un bel ricordo e il tutto si riduce ad una serie di potenziamenti predeterminati ed anche per quanto riguarda l’estetica non si dà molto spazio all’inventiva, con poche alternative riguardo a minigonne spoiler e quant’altro.Per quanto riguarda invece il sistema di controllo ovviamente il gioco supporta la tastiera, la mappatura è sostanzialmente la solita e non da grossi problemi anche se, trattandosi di un racing game, un buon pad o un volante riescono a dare un feedback migliore.Il modello di guida è il classico arcade che concede molto, anche una bella guida di sponda sugli elementi della città come barriere e palazzi; alcune volte però il percorso sorprende con alcune curve a gomito, peraltro tipiche dei circuiti cittadini, che richiedono se non altro l’uso del freno a mano. Da questo punto di vista il gioco rende, è immediato e veloce, ma pecca clamorosamente in fatto di difficoltà: molto spesso ci si ritrova, fin dalle gare iniziali proposte dal gioco, ad essere primi dopo qualche curva ed a vincere in solitaria la maggior parte delle volte; da un lato questo può far bene trattandosi di un gioco spiccatamente arcade, ma dall’altro riduce drasticamente la voglia di andare avanti.L’IA si dimostra se non altro più aggressiva nel corso degli inseguimenti di polizia che riescono sempre a divertire, spezzando la monotonia delle altre tipologie di gare.Lo scarso ritmo delle competizioni, infatti, rappresenta senza dubbio uno dei punti più negativi della produzione, anche in rapporto al fatto che la sensazione di velocità, specialmente utilizzando un’inquadratura molto vicina alla strada, è notevole e ben realizzata.Per quanto riguarda la sezione dedicata al gioco in rete il titolo si appoggia ovviamente al solido servizio EA Nation che rende possibile giocare online in tutte le modalità presenti nel gioco con l’aggiunta di una modalità sullo stile di “guardie e ladri” in cui alcuni giocatori guideranno le volanti della polizia che dovranno catturare altri giocatori alla guida di macchine “bollenti”.

…ma i meccanici non sono molto fornitiAnche la parte grafica non è esente da difetti: questi ultimi sono sostanzialmente quelli degli ultimi Need for Speed “cittadini”: strutture poco originali, texture e modelli delle auto non coinvolte nelle gare poco definiti, assenza di effetti metereologici, ombre scalettate e via di questo passo.Il vero punto di forza è rappresentato dalle splendide macchine che via via ci sarà concesso guidare, la cui realizzazione oscilla tra il discreto e l’ottimo, con modelli molto definiti e piacevoli effetti come riflessi e ombre sull’asfalto. E’ evidente però che il contrasto tra le altre auto e quella guidata da noi è notevole e stride parecchio, ma se si vuole questo è da sempre una caratteristica, seppur negativa, della serie Need for Speed. Come è da prassi la totale assenza di persone per le vie di Tri City o di qualsiasi evento imprevisto, quali incidenti non provocati da noi.Il comparto audio invece è molto buono, la musiche di sottofondo sono azzeccate e ben sottolineano l’atmosfera esagerata del titolo, cosi come il doppiaggio in italiano delle scene d’intermezzo, girate peraltro sul modello di Command & Conquer, cioè con attori veri (la già citata Maggie Q. sarà uno dei personaggi principali). La recitazione di questi ultimi non presenta lampi degni di nota ma, se non altro, fa il suo onesto lavoro, cosi come fa la sua ottima figura il rombo dei motori delle vari modelli di auto presenti, da provare almeno una volta a tutto volume sfrecciando per le strade durante una sessione in autostrada.

HARDWARE

Requisiti Minimi

Windows XP con Service Pack 2 o superiore3.0 GHz Intel Pentium 4 o equivalente512 MB di RAMScheda grafica con 128 mb di memoria dedicati compatibile DirectX 9.0c (supportati i chipset Ati 9500/Geforce 6600 o superiori)Circa 6 gb liberi su Hard diskConnessione ADSL per il gioco online

Requisiti Consigliati

Windows Vista3.2 Ghz Intel Pentium 4 o equivalente1 Gb di RamScheda grafica con 128mb dedicati e supporto DirectX 9.0c

MULTIPLAYER

Sono supportate tutte le modalità del single player

– Ritornano gli inseguimenti con la polizia

– Immediato e veloce

– Rappresentazione grafica del parco macchine ottima

– Free roaming inutile

– Realizzazione tecnica della città e del traffico solo discreta

– Longevità generale sotto la media

– Nessuna novità di rilievo

6.3

La serie Need for Speed sembra non trovare pace: forse è il segno dei tempi ma risulta evidente che un gioco strutturato in questo modo, con un free roaming che sostanzialmente non serve a niente e con nessuna trovata nuova ha poco da dire nell’affollata corsa all’acquisto natalizio.

Solo il brand ormai consolidato e l’effettiva facilità di ottenere subito risultati nel gioco faranno si che questo non finisca subito nel dimenticatoio, ma dispiace constatare come EA, dopo aver rischiato e parzialmente fallito con ProStreet, torni sui suoi passi non riuscendo più a convincere.

Una grafica solo modesta e un’intelligenza artificiale drasticamente livellata verso il basso fanno il resto.

Voto Recensione di Need for Speed Undercover - Recensione


6.3