Anteprima

Need for Speed

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a cura di FireZdragon

A poco più di un mese dall’uscita di Need for Speed, il titolo arriverà infatti sugli scaffali dei negozi il prossimo 5 novembre, siamo volati nella fredda Goteborg, presso i nuovissimi studi del team Ghost per provare una build avanzata del gioco e saggiarne le tanto decantate qualità.Avevamo già avuto il modo di testare il titolo, prima all’E3 e poi a Colonia, ma oltre al gameplay questa volta siamo riusciti a scavare più a fondo nella modalità singleplayer, conoscendo meglio i protagonisti e riuscendo a capire a grandi linee cosa il titolo EA potrà davvero offrire a tutti gli appassionati.Non è tutto però, nella lunghissima giornata passata con il pad in mano abbiamo speso qualche ora nel garage a modificare in ogni più piccolo dettaglio le oltre settanta auto fino ad ora rivelate. Andiamo a vedere allora cosa ne è emerso!

Si riaccendono i motoriChi scrive è uno che ha sempre apprezzato i lavoro di Craig Sullivan e i suoi, ultimo team rimasto attivo in grado di offrire un’esperienza di guida arcade molto simile a quella vissuta negli anni 2000.Rivals e Most Wanted, pur con i dovuti limiti, erano buoni giochi e con ogni iterazione il brand ha saputo proporre comunque qualcosa di nuovo, abbandonando tristemente uno degli elementi che i fan hanno sempre apprezzato di più: stiamo ovviamente parlando del tuning.Finalmente, dopo anni di suppliche, siamo stati accontentati e il nuovo Need for Speed porterà con sé le tanto attese modifiche alle auto, tanto estetiche quanto meccaniche. Il concetto di base è quello di comprare con i crediti del gioco l’auto che più ci aggrada, magari una vecchia BMW M3, una Supra o una Ford Focus, e cambiarle i componenti in modo tale da renderla competitiva anche in gare contro delle Mustang o delle rapidissime Lamborghini.È un concept che mancava da tantissimo tempo, da quell’Underground che dai più è ancora ricordato con entusiasmo e nostalgia, ma non preoccupatevi, se era il tuning quello che stavate aspettando quest’anno avrete finalmente pane per i vostri denti.Come dicevamo, le modifiche estetiche sono quelle classiche e prevedono alettoni, minigonne, un cambio completo della carrozzeria attraverso i bodykit, fino ad arrivare a cambiare cerchioni e verniciature, con tanto di decal personalizzabili a proprio piacimento. Non sappiamo se sarà implementata una feature per caricare in rete le proprie opere d’arte e poterci guadagnare sopra, non sarebbe affatto male e Forza ha già dimostrato che la cosa è possibile, staremo a vedere.Nota a margine è la mancanza completa dei neon sotto la vettura. Sappiamo che in molti si staranno strappando i capelli ora, ma mettetevi il cuore in pace: è una moda che andava quindici anni fa, ora sono persino stati banditi dal codice stradale, non credo li rivedremo.Tra le buone notizie invece annoveriamo modifiche strutturali alla meccanica dell’auto. Motore e Nitro sono solo la punta dell’iceberg dato che più di una decina di parametri possono essere presi in considerazione per aumentare le statistiche e affrontare in scioltezza le gare, gare che però non ci hanno soddisfatto appieno.

2015 ed elasticoIl problema più grosso lo abbiamo riscontrato infatti nell’intelligenza artificiale e in un marcatissimo effetto elastico, utile a tenere accese le competizioni, ma ormai meccanica superata nei giochi di guida. Recuperi incredibili da auto nettamente più lente di noi e piloti in pole che rallentano senza motivo apparente per far guadagnare terreno al giocatore sono elementi che andrebbero ormai accantonati. È un problema che viene marcato dalla presenza del tuning, vanificando le differenziazioni tra prestazioni dei bolidi sul tracciato e appiattendo di molto quanto di buono fatto nel garage. Durante le nostre ore di prova non abbiamo mai sentito la necessità di migliorare la velocità di punta o l’accelerazione, visto che le gare ci hanno sempre dato l’impressione di essere continuamente alla nostra portata, a prescindere dal mezzo guidato. Speriamo sinceramente che questa situazione venga sistemata in release, problema secondario di una produzione che altrimenti convince, diverte e riesce anche a coinvolgere. Quest’anno infatti arriva anche una trama a fare da collante tra le varie gare, pur non facendo nulla di clamoroso: saremo il solito rookie preso dalla strada che dovrà conquistare a suon di vittorie la fiducia della crew e divenire un punto di riferimento per gli street racers. A dare manforte e spessore al tutto ci pensano cinque leggende delle quattro ruote, ognuno abbinato a performance specifiche. Ken Block e il suo stile inimitabile, Magnus Walker legato alla velocità più sfrenata, Nakai San come emblema del tuning, i Risky Devil che rappresentano la voglia di guidare insieme e Morohoshi-san il lato oscuro della città. Ognuno di questi personaggi sarà legato ad una “fazione” e noi, completando le gare relative, potremo migliorare la reputazione per sbloccare eventi sempre più tosti e via discorrendo. Tornano anche i duelli con la polizia, anche se non invasivi o importanti come quelli visti in Most Wanted, in modalità che vogliamo però approfondire con la release del titolo visto che quanto assaggiato ci ha lasciato piuttosto freddini, ancora una volta per colpa di una IA non proprio esente da difetti.Ad amalgamare tutte queste cose da fare (Craig Sullivan ha affermato che ci vorranno più di 20 ore per completare il tutto al 100%) ci pensa un modello di guida diviso in due rami ben distinti. Il primo basato tutto sul drift estremo e l’incontrollabilità della vettura, mentre l’altro su tenuta e velocità. In questo modo ogni auto potrà essere adattata alle gare da affrontare, semplicemente modificando i parametri base nel garage. Tutti gli stili sono funzionali e i giocatori potranno senza problemi trovare quello che si addice meglio a loro, ponendo il gameplay di questo Need for Speed sopra ogni altra cosa.

Tutto quello che vi abbiamo raccontato fino ad ora sarà ambientato in una Los Angeles re-immaginata, questa volta con un’ambientazione notturna che riesce a mettere in risalto i magici giochi di luce che Ghost ha messo in campo. Vedere Need for Speed in movimento è sublime, con l’asfalto bagnato che riflette i fari delle auto in maniera estremamente credibile e le gocce di pioggia o di polvere che vanno a sporcare gradualmente la visuale del giocatore. Risultano eccellenti anche le sezioni di guida all’alba, con il sole che sorge dietro la Skyline americana e un motore grafico che riesce a mettere in risalto una buona profondità di campo. Buoni, ma ancora migliorabili per quanto visto, i danni, presenti solo sotto forma di graffi e ammaccature, e ovviamente relativi solo al lato estetico della vettura senza influire minimamente sulle prestazioni in gara. Nota super positiva infine anche per la colonna sonora che anche quest’anno sembra volerci far muovere la testa senza sosta mentre schiacciamo l’acceleratore al massimo sulle highway americane

– Il gran ritorno del tuning

– Buona recitazione

– Buona longevità

Il tuning torna in Need for Speed e con lui una storia che farà da collante alle gare, una buona varietà di eventi e un modello di guida adattabile a qualsiasi stile di gioco. Se Ghost riuscirà a sistemare i problemi riscontrati con l’intelligenza artificiale e qualche bug nella fisica degli impatti, il prossimo 5 novembre potremmo avere tra le mani uno dei migliori NFS degli ultimi anni.