Recensione

NHL 12

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a cura di ViKtor

Per gli appassionati di sport statunitensi, guardare il calendario e realizzare di essere a settembre inoltrato significa due cose: l’estate è finita ed EA pubblica i suoi nuovi capolavori dedicati ai ragazzoni delle squadre a stelle e strisce. La serie NHL, spesso tra i favoriti per la palma di gioco sportivo dell’anno, fa parte di queste uscite autunnali. Amanti del puck e del freddo unitevi, qui c’è ghiaccio abbastanza rovente da scaldarvi per tutto l’inverno.

Welcome to Madison Square GardenSedendosi sugli allori di una produzione eccellente, EA pubblicò un NHL 11 molto simile al diretto predecessore, osando a malapena una piccola introduzione nel motore fisico. Pur non lesinando valutazioni lusinghiere, la critica specializzata non nascose il fatto, auspicandosi di avere un seguito maggiormente rinnovato. NHL 12, gravato da questo pesante fardello, arriva sulle console maggiori con la consueta offerta infinita di modalità e statistiche e, soprattutto, con un paio di interessanti novità. Partiamo dall’implementazione più importante e di maggior peso per il gameplay: il “Full Contact Physic Engine”. Lo stesso motore fisico di cui parlavamo prima è stato questa volta modificato pesantemente e reso in grado di calcolare e riprodurre in modo decisamente più realistico i contatti tra i giocatori, siano essi corpo a corpo o bastone contro bastone. Per chi conosce minimamente l’hockey, appare subito chiaro come ciò possa impattare su ogni fase di gioco, dal face-off al tiro, chiedendo al giocatore di considerare una grande quantità di variabili in più prima di agire. Il miglioramento è tangibile nel momento in cui si scende sul ghiaccio e si notano partite più fluide e credibili, soprattutto se confrontate con le vecchie edizioni. Ad accompagnare questa miglioria ci pensa la rinnovata IA dei portieri, ora molto più “vivi” e intelligenti: ogni estremo difensore ha un proprio grado di spregiudicatezza che lo porta a uscire dai pali e a partecipare attivamente all’azione difensiva, esponendosi a maggiori rischi, ma aiutando così i compagni di squadra. L’uno contro uno contro di Roberto Luongo è ora un esercizio adrenalinico e di grande tensione, perché gli automatismi che fino all’anno scorso avrebbero portato a un gol sicuro qui perdono ogni efficacia. Portieri e “Full Contact Physic Engine” risultano, di fatto, le grandi modifiche di cui beneficia un gameplay rimasto alla base immutato; per questo motivo non possiamo parlare di una vera e propria rivoluzione, piuttosto di un ulteriore passo avanti verso la simulazione di hockey perfetta. E non è poco. Solitamente se un gioco diventa più profondo diventa automaticamente più complesso e NHL 12 in questa logica non fa eccezione. Il sistema di controllo impostato di default dal gioco è quello gestito principalmente tramite le due levette analogiche, lo stesso già proposto in NHL 11, qui riveduto e perfezionato per quanto riguarda la precisione di passaggi e tiri. Si tratta, per osare un paragone, del “full-manual” di FIFA. Ostico e duro all’inizio quanto appagante una volta assimilato, NHL 12 non è un titolo semplice e adatto alla classica partita sporadica. E’, piuttosto, una simulazione accurata e fine, un titolo in grado di ripagare con grandi soddisfazioni quando dominato dopo un lungo periodo di tirocinio.

We are sixLa moda e la richiesta del pubblico lo impongono: una simulazione sportiva che si rispetti deve offrire una modalità carriera profonda e complessa, in cui il giocatore si senta coinvolto. Se poi ha la possibilità di controllare un unico atleta creato a sua immagine e somiglianza, è ancora meglio. NHL 12 si guarda bene dall’invertire questa tendenza, offrendo un “Be a Pro” profondamente rinnovato rispetto al passato. Il concetto è sempre lo stesso: si crea un buon pattinatore, si viene assunti da una squadretta di una lega minore e si cerca di raggiungere un posto nel draft NHL. Nuove opzioni quali il giudizio in-game da parte del coach o il controllo del tempo passato in panchina elevano l’immedesimazione a standard mai toccati e garantiscono divertimento per svariate ore. Il “Be a Pro”, così come in altri titoli, è quindi divenuto molto più che un valore aggiunto, assumendo un’importanza pari alle classiche “Season” e “Play-off” e donando all’intero pacchetto un’ottima varietà e, inevitabilmente, alti tassi di longevità. Da segnalare anche l’introduzione, in un “Be a Pro” parallelo, delle leggende di questo sport: un bel diversivo in cui impersonare giocatori del calibro di Jeremy Roenick e Wayne Gretzky (gli appassionati sanno benissimo di chi stiamo parlando). Analizzando l’offerta online troviamo tutto ciò che ci aspetteremmo. L’immancabile 1 contro 1 classificato, la possibilità di creare e partecipare a leghe personalizzate e l’ormai celeberrimo Ultimate Team (da noi conosciuto per il successo avuto in FIFA) reclamano il vostro tempo libero a patto, purtroppo, di possedere il controverso “Online Pass”. Il codice è presente in ogni nuova confezione di NHL 12 ma, nel caso in cui doveste acquistare una copia usata, potreste doverlo riscattare separatamente su Xbox LIVE o PSN. Volenti o nolenti, questa è ormai la norma.

NHL Winter Classic 2012Parallelamente all’evoluzione del gameplay, i titoli sportivi EA si aggiornano in egual misura anche dal punto di vista tecnico. FIFA e Madden godono di motori grafici ormai assodati e difficilmente assisteremo ad una rivoluzione in questa generazione di console. Ciò non toglie che NHL 12 regali qualche dettaglio e qualche effetto di luce in più rispetto al predecessore. Il Full Contact Physics Engine, innanzitutto, è accompagnato da un nuovo set di animazioni che donano una grande varietà a tutte le situazioni di gioco. Non assisteremo più a contrasti e a pattinate sempre uguali (vero tallone d’Achille di NHL 11) ma il peso e lo sbilanciamento del corpo influiranno anche graficamente sul comportamento dei giocatori. Questa è la novità di maggior impatto per quanto riguarda il comparto tecnico, a cui fanno da corollario dettagli come modelli poligonali leggermente più definiti e un pubblico dinamico e globalmente più curato. La presentazione generale del gioco beneficia dell’introduzione del Winter Classic Game, ovvero della partita di regular season che, ogni anno, viene giocata all’aperto il giorno di Capodanno nella cornice di uno stadio della NFL. Inserito in calendario per la prima volta nel 2008, questo evento ha un grande riscontro mediatico e viene adesso simulato in ogni sua peculiarità, comprese le condizioni atmosferiche: vivere una partita di NHL sotto la neve è un’esperienza magica, inedita e imprescindibile per ogni appassionato della serie.

– Si conferma una delle migliori simulazioni sportive sul mercato

– Ulteriori miglioramenti nel motore fisico e nella IA

– Longevità alle stelle

– Alto livello di sfida

8.8

L’ammiraglia della scuderia sportiva di EA si conferma una simulazione rigorosa e di alto livello. Le poche, ma interessanti aggiunte alla fisica e alla IA avvicinano ulteriormente il motore di gioco alla perfezione, regalando partite sempre più credibili e vicine a ciò che si vede in televisione. La rigida curva di apprendimento non rende NHL 12 un gioco adatto a tutti, ma non per questo merita di essere relegato a esclusiva per veri appassionati di hockey. Chiunque si interessi di sport di squadra deve, almeno una volta, indossare i pattini e godere di questo superbo esercizio di programmazione.

Voto Recensione di NHL 12 - Recensione


8.8