Recensione

NAM-1975

Avatar

a cura di E.Onizuka

Signore e signori, eccovi il gioco che fece conoscere al mondo il sistema NEO∙GEO AES, ovvero la versione casalinga dell’immortale scheda arcade made in SNK. NAM-1975 ebbe infatti, il primo Luglio 1991 insieme a Baseball Stars Professional, l’onore del bundle con la console, tanto da essere marchiato sulla confezione con la dicitura “NGH 001”… il primissimo gioco… La fama del titolo è bene o male da ricercarsi solo in questo particolare, dato che come vedremo analizzandolo, le qualità dello stesso sono purtroppo tutt’altro che esaltanti.

Copia più o meno spudorata, ludicamente parlando, del già recensito Cabal, NAM-1975 prende in prestito dal suddetto gioco il gameplay e da film come Full Metal Jacket, cui i richiami durante il gioco si sprecano, l’ispirazione per la trama. Per descrivere il gioco basterebbe rileggere la recensione di Cabal e, da lì, si potrebbe già avere un’idea di quello che vi aspetta, ma non sarò pigro… e partirò da zero. Esattamente come nell’arcade sopracitato da cui trae ispirazione, troveremo una visuale di gioco con inquadratura posteriore al nostro alter ego digitale e, allo stesso modo, avremo a disposizione i soli movimenti laterali (sinistra o destra) e tre pulsanti di azione. Nello specifico: il tasto fuoco, la granata e lo spostamento laterale veloce. Quest’ultimo può essere sia una semplice corsa, limitandosi a premere il pulsante e lo stick nella direzione desiderata, che una capriola, premendo pulsante e stick verso una diagonale bassa. La caratteristica, a ben vedere, che più differenzia NAM da Cabal è che lo schermo qui non è fisso ma, piuttosto, scrollerà sotto i vostri piedi verso sinistra e non è suddiviso in mini stage ma costituito da sei stage complessivi, al termine dei quali troverete il classico boss di fine livello. Degni di nota sono il plot costruito intorno al gioco, seppur chiaramente ispirato alla pellicola cinematografica già citata, e le ambientazioni di gioco che, anche se non fanno gridare tecnicamente al miracolo, sono ben disegnate seppur piuttosto spoglie di particolari. Lo stesso si può dire dei cattivi, abbastanza ben caratterizzati, con un plauso speciale per il nemico finale, un arzillo vecchietto munito di sedia a rotelle che, più che dal Vietnam, sembra uscito dall’horror “Non aprite quella porta”… Cosa che non mi è piaciuta, sono invece i boss di fine livello che, in diversi casi, invece di essere mezzi militari sembrano mech di stampo anime-fantascentifico che centrano davvero poco con l’ambientazione Vietnamita e seriosa del titolo. Di tanto in tanto infine, sarete affiancati da una bella bionda che, una volta liberata, vi darà una mano finchè resterete in vita cosa che, data l’alta difficoltà del gioco, durerà davvero poco… Quasi dimenticavo di aggiungere che è possibile affrontare il gioco in coppia con un secondo giocatore, esperienza che giova sicuramente non poco alla longevità del titolo altrimenti scarsina.

Il motore grafico, tenendo conto dell’anno di produzione (’90), è piuttosto approssimativo e non avrebbe affatto faticato a girare su sistemi “minori” come Mega Drive o Super Nintendo. Ma chiarisco, non è affatto brutta, anzi, le aree di gioco sono ben caratterizzate e l’ambientazione da inferno Vietnamita ben resa, complice anche i diversi intermezzi tra uno stage e l’altro di chiaro stampo cinematografico che aiutano sicuramente a calarci nella storia. Certo, non è molto ricercata e si sollevano dalla mediocrità le animazioni dello sprite principale o i piccoli tocchi di classe come i fori lasciati dal nostro mitra un pò dappertutto, ma titoli dello stesso anno e genere, come Blood Bros (il seguito di Cabal) gli sono sicuramente superiori in diversi aspetti. Il sonoro, veramente fiacco, offre i soliti effetti sonori appena sufficienti.

Il più grosso difetto di questo gioco comunque non è insito ne nell’aspetto grafico ne tantomeno in quello sonoro, settori sui quali si poteva tranquillamente passare sopra, quanto la sua assurda difficoltà. Davvero troppo ma troppo difficile, tanto da diventare spesso frustrante, si fa realmente fatica con un solo gettone (o partita, se ci giocate a casa…) a vedere si e no il primo boss. Tanto per cambiare i programmatori, quasi volessero prendere seriamente per il sedere il giocatore, hanno pure pensato di inserire due finali differenti: il “bad ending” si attiva perdendo tutte le vite durante lo scontro con il boss finale, il “Good Ending” sconfiggendolo con un solo credit. Questo non fa altro che indispettire ulteriormente il giocatore, che già è dovuto scendere a compromessi con un gioco tutt’altro che stupefacente. Cartuccia decisamente semplice da reperire sul mercato sia in edizione occidentale che asiatica e a prezzi che non dovrebbero superare i cinquanta euro, NAM-1975 è meritevole di acquisto per quanto mi riguarda, solo a fini strettamente collezionistici, essendo il primo gioco in assoluto prodotto per il NEO∙GEO casalingo. Conta pochissimo o niente nel giudizio finale, ma devo dire che la cover (copertina) è veramente ben fatta, di quelle in tempi in cui i videogiochi si sceglievano anche solo per una bella illustrazione in copertina, che ti facevano venir voglia immediatamente di una partita. Alla prossima.

Buona l’atmosfra di gioco

In due ci si diverte parecchio

Tecnicamente sotto la media dei titoli NEO∙GEO

Tanto difficile da essere frustrante…

6.5

Per quanto sia alla fine gradevole nell’aspetto se si ama il genere e discretamente divertente da giocare, il fattore difficoltà non può alla lunga non indispettire qualunque videogiocatore, per quanto masochista esso possa essere. Un peccato perchè il gioco con un livello di difficoltà più basso avrebbe riscosso sicuramente più successo.

Voto Recensione di NAM-1975 - Recensione


6.5