Recensione

Musashi Samurai Legend

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a cura di Alastor

Indubbiamente è stata nell’era PlayStation che la Square attraversò il periodo di suo massimo splendore, finora ineguagliato, fatto di gran capolavori come Vagrant Story, i vari Final Fantasy, Xenogears, Chrono Cross, Final Fantasy Tactics. Tra questi pezzi da novanta nel 1998 fece la sua apparizione un Action-RPG sulla falsariga di Zelda, Brave Fencer Musashi, che fece breccia nel cuore dei fans della casa di Final Fantasy, rimanendo purtroppo ad esclusivo appannaggio di giapponesi ed americani.A distanza di sette anni dalla sua uscita ci troviamo a parlare del suo seguito Musashi Samurai Legend che, sfortunatamente, non riesce a replicare la qualità che Squaresoft raggiunse nel ’98 col primo episodio.

Un eroe venuto da lontano..Per quanto concerne la trama, il gioco mantiene una certa coerenza con l’elemento giocabilità, rivelandosi purtroppo semplice, banalotta, e poco coinvolgente. Il popolo dei Mistici, abitanti di Antheum (cittadella arroccata sul dorso di Anthedon, creatura volante simile ad un campidoglio) un tempo era una potente tribù specializzata nell’uso di particolari arti magiche, che col tempo però si affievolirono; gli unici a poter ancora contare su tali poteri mistici furono la principessa Mycella e alcune sacerdotesse del villaggio. I problemi per la tribù ebbero inizio quando la Gandrake Enterprise, fondata dallo spietato Gandrake, inventò i macchinari a nebulite, una forma di energia che sprigiona la forza del mondo se a contatto con poteri magici. La Gandrake Enterprise vide nei Mistici la soluzione ad ogni problema: gran parte degli abitanti di Antheum vennero rapiti e costretti a prestare aiuto alla crudele organizzazione. La principessa Mycella però riuscì ad evocare l’eroe della leggenda, colui che avrebbe portato alla salvezza Antheum: si tratta naturalmente del samurai Musashi!

Semplice, sempre e comunqueMSL si presenta come un Action-RPG sullo stile di Kingdom Hearts, privato però di quell’eccezionale inventiva di cui era pervaso l’opera Square-Disney, e reso perciò meno coinvolgente e appassionante nella sua totalità. Le situazioni che il gioco propone non brillano per varietà o originalità: nella maggioranza dei casi, si tratta di esplorare i livelli al fine di salvare la donzella di turno, rappresentata o dalla graziosa Mycella, o da una delle sacerdotesse del villaggio. I livelli esplorabili difettano in estensione, dimostrandosi piccoli e davvero eccessivamente lineari: già da questo spuntano i primi due difetti di MSL, che sono strettamente collegati tra loro, ovvero la linearità e l’eccessiva facilità. Le ambientazioni sono un lungo percorso lineare, in cui non si ha quasi mai la possibilità di poter esplorare veramente, poiché la via da percorrere è una sola; linearità esplorativa quindi, ma anche linearità decisionale, in quanto lo svolgimento della trama non potrà subire alcuna modifica a secondo del nostro metodo di prosecuzione. Purtroppo tanto la mancanza di una vera sfida (a parte alcuni scontri con i boss) quanto l’abnorme linearità nello svolgimento si rivelano difetti gravi che inficiano gravemente l’esperienza di gioco. Nei livelli sono disseminati i 28 Mistici da salvare, rappresentati da sfere azzurre che galleggiano a mezz’aria. Dopo esser stato recuperato, ogni Mistico si posizionerà in una diversa zona di Antheum, per svolgere ognuno le proprie attività quotidiane: fabbro, commerciante, bibliotecario, indovino, panettiere e molti altri. E’ possibile interagire con tutti questi personaggi, per fare compere oppure per sbloccare le (poche) missioni secondarie. Nella struttura MSL è un classico Action-RPG di scuola nipponica, dotato di tutti gli stilemmi del caso, l’unica peculiarità è rappresentata dal metodo di apprendimento delle abilità: TUTTE le tecniche che può imparare il nostro Musashi (difensive, offensive e speciali), devono essere copiate dagli avversari, con un semplice procedimento. Peccato però che questa tecnica sia molto abusata nel corso del gioco, tanto da perdere di divertimento, diventando quasi una pratica abituale. Altra dimostrazione della grande facilità già citata è data dalla scarsa IA dei nemici: pensate che per sconfiggere moltissimi avversari sarà necessario utilizzare esclusivamente l’attacco standard, ogni tecnica speciale sarà superflua il più delle volte. Detto questo, va precisato però che comunque il gioco alla fin fine diverte nella sua semplicità: ci si ritrova ad affrontare fasi platform, a fare acquisti, ad aumentare di livello (con un conseguente potenziamento delle caratteristiche del nostro alter-ego), ad abbattere nemici su nemici, cose già viste e riviste, che però si fondono creando un piacevole passatempo, ma nulla di più. Infatti dà fastidio vedere che il gioco non soffre di lacune strutturali evidentissime, ma manca quel qualcosa in più che distingue i giochi ottimi da quelli discreti. La durata dell’avventura va dalle 10 alle 15 ore, completando le sub-quest presenti. Longevità nella media, molto inferiore a quella del ben più longevo Kingdom Hearts.

Uno stile accattivanteDi certo il look di cui si fregia il titolo è la sua maggiore qualità. Il cell-shading utilizzato dai programmatori, commisto all’azzeccatissimo character Design (Nomura docet), offre una una veste grafica più che dignitosa, colorata e ben fatta; inspiegabilmente, però, la fluidità è davvero affaticata anche nelle situazioni più imprevedibili: la grafica, anche se piacevole, non è mai un mostro di poligoni, effetti di luce o strepitoso dettaglio, e risulta quindi davvero inspiegabile la presenza di frequentissimi rallentamenti, considerando anche che talvolta le ambientazioni sono un spoglie e povere di dettagli. Buone, senza eccellere, le animazioni e gli effetti di luce. Diciamo quindi che da premiare pienamente vi è solo lo stile grafico, davvero particolareggiato e piacevolissimo. Il comparto sonoro, a differenza della regola di casa Square-Enix, non impressiona: motivi di accompagnamento abbastanza riusciti, che però non rimangono in testa dopo aver spento la console; il doppiaggio è orecchiabile, le voci ben adattate a ogni personaggio. Discreto anche sotto questo punto di vista

– Bella grafica…

– Divertente nella sua umiltà

– Character Design piacevole

– …ma scarsamente fluida!

– Gameplay non molto originale

– Molto facile e lineare

7.2

Sarà per la prossima, Musashi!

Musashi Samurai Legend è un discreto Action-RPG, che però non presenta caratteristiche di rilievo che gli permettano di essere un gioco di ben altro livello.

Accattivante stilisticamente e divertente per quanto limitato, il nuovo titolo Square-Enix non riesce a regalare ai possessori di PS2 un’esperienza intensa, come invece riuscì Kingdom Hearts, Action-RPG sempre della Square-Enix (allora ancora Squaresoft). E un’occasione stupidamente sprecata, a causa delle mancanza di quella cura a cui la casa di Final Fantasy ci ha sempre abituato. Peccato, sarà per la prossima volta.

Voto Recensione di Musashi Samurai Legend - Recensione


7.2