Recensione

Motorstorm Apocalypse

Avatar

a cura di andymonza

Durante la scorsa annata due importanti nomi nell’ambito dello sviluppo di giochi di corse si sono convinti di poter contribuire all’evoluzione del genere arcade, mixando una formula ormai ben nota con elementi quali la competizione online e la spettacolarità hollywoodiana, sperando di poter riportare l’esperienza corsistica ai fasti del passato. Non è certamente un caso che il fallimento commerciale di Blur abbia contribuito alla brusca chiusura dei Bizarre Creations e che quello di Split/Second: Velocity abbia convinto Disney a ridurre i suoi investimenti in ambito gaming, confermando che in questo momento il pubblico è in cerca di altre forme d’intrattenimento. Di fronte a questa poco rosea situazione si affaccia ora un nuovo concorrente, che ha il solo vantaggio di porsi come terzo capitolo di una serie di discreto successo, in grado negli anni di costruirsi una base di seguaci piccola, ma molto tenace ed affezionata. Parliamo naturalmente di Motorstorm Apocalypse, opera ultima dei ragazzi di Evolution Studios: dopo i canyon e l’isola vulcanica del Pacifico, la serie si sposta sulla West Coast americana, proponendo un’ambientazione perfetta per scatenare tutta la follia delle corse.

Eve of destructionIl nuovo setting proposto dagli sviluppatori prende le forme di una tipica metropoli americana della costa Ovest, chiaramente ispirata a San Francisco, colta in un momento decisamente drammatico: violente scosse di terremoto e devastanti tsunami minacciano di cancellare la città dalla faccia della Terra, lasciando solo un cumulo di macerie fumanti ed alta marea a coprire il tutto. Quale occasione migliore per organizzare un nuovo Festival delle corse e scatenare il delirio motoristico tra un crollo e l’altro? La nuova modalità singolo giocatore proposta da Evolution Studios prende le distanze dai Festival visti nei due predecessori: invece di una progressione parzialmente aperta di eventi, dove la scelta del veicolo diventava un elemento strategico e fondamentale dell’incedere, Apocalypse opta per una sequenza lineare di gare, nettamente divisa in tre progressivi livelli di difficoltà. Tramite gli occhi di altrettanti personaggi coinvolti nel Festival vivrete situazioni di gara predefinite, dove la scelta del veicolo di turno verrà meno in favore di un’impostazione decisa a priori, che vi vedrà costretti ad affrontare gli eventi con un mezzo predeterminato. Questa nuova concezione ha permesso agli sviluppatori di creare un’esperienza più coesa, legata persino da un filo narrativo, anche se appena abbozzato: cut scene realizzate come tavole a fumetti animate racconteranno le peripezie dei tre diversi personaggi coinvolti, dalle fasi precedenti al Festival sino alla fuga finale dalla città, in procinto di sparire per sempre. A questo proposito, va detto che soprattutto da metà in avanti le vicende narrate risulteranno sempre più slegate dall’azione a schermo, configurandosi come un contorno di scarso interesse. Dove infatti il cuore di Motorstorm Apocalypse batte è tra le macerie ed i palazzi in crollo della City, tra una folle derapata e un’iniezione suicida di Nitro.

Il giorno del giudizioSe è vero che la serie si è sempre vantata di proporre un’esperienza corsistica spettacolare e sopra le righe, quest’ultimo capitolo abbraccia tale filosofia senza più compromessi: i veri protagonisti di Apocalypse non sono i mezzi, a dire il vero piuttosto anonimi e predefiniti, bensì i tracciati. I designer si sono letteralmente sbizzarriti nell’immaginare percorsi urbani originali, condendoli con una distruzione a 360 gradi: correrete tra i tetti di palazzi in crollo, tra i binari della metropolitana, sulle vie di una tipica Highway e attraverso un Golden Gate in procinto di piombare in mare, senza contare una spettacolare fuga dallo Tsunami con il cielo rischiarato solo dai lampi della tempesta. Percorsi alternativi e spettacolari eventi scriptati – sottolineati da una telecamera dinamica attivabile alla pressione di un tasto in prossimità dei crolli più spettacolari – renderanno ogni gara imprevedibile ed adrenalinica, una vera e propria fuga a rotta di collo dalle ire della natura. Per quanto in quest’ultima caratteristica si possa trovare più di un’affinità con Split Second: Velocity, la filosofia alla base è completamente differente: data la grandissima quantità di eventi distruttivi che costellano ogni gara, padroneggiare la guida in Apocalypse diventa una questione di puri riflessi più che di imparare le peculiarità dei tracciati. Conseguentemente, i moltissimi percorsi alternativi che vi si presenteranno si riveleranno ottimi per sfruttare al massimo l’elemento improvvisazione. E’ altresì una presa di distanze non indifferente dai precedenti capitoli, laddove qualsivoglia strategia viene meno in favore di un’esperienza di guida “mordi e fuggi”, dove l’istinto ed un po’ di fortuna saranno le basi migliori per giungere indenni al traguardo. L’impostazione assolutamente lineare del Festival apre anche ad un limite evidente soprattutto da metà gioco in poi: trattandosi di una sequenza di eventi non modificabile, all’aumentare del livello di difficoltà (passibile tra l’altro di alcuni picchi non indifferenti) vi troverete costretti a ripetere la stessa gara fino al piazzamento utile a qualificarsi, senza alcuna alternativa a rendere il progresso più morbido e vario. Non eccezionale purtroppo la longevità: per quanto gli eventi non siano pochi, la mancanza di bivi e la facilità della prima metà vi porteranno alla fine del Festival in un massimo di otto ore, lasciandovi poi alla raccolta dei collezionabili (sotto forma di carte sparse nei circuiti), agli eventi extra (riproposizioni di gare con difficoltà aumentata o tempo limite) ed al comparto online: un’offerta buona ma non eccezionale, soprattutto considerata la linearità di fondo.

NitromaniaPer quanto vi siano alcuni miglioramenti nella maneggevolezza e nel “peso” dei veicoli, il modello di guida proposto dai ragazzi di Evolution Studios non si discosta da quello proposto con i predecessori, con tutti i suoi pregi e difetti. A farla da padrone è ancora una volta l’utilizzo del Nitro, da dosare per evitare i consueti surriscaldamenti: acqua e fuoco faranno come sempre da modificatori del calore del motore, da usare strategicamente per ottenere sempre la massima spinta possibile. Piacevole la possibilità di speronare gli avversari ai lati, spendendo una piccola parte del boost: oltre che per liberarsi dalle minacce, essa torna utile per improvvise correzioni della traiettoria di guida. Buona la varietà e la differenziazione dei veicoli, con l’unica eccezione rappresentata dalle due ruote, da sempre punto debole della serie: poco maneggevoli ed instabili, faranno rimpiangere l’impossibilità di selezionare liberamente i mezzi.

MultiplayerSe la modalità Festival si presenta in qualche modo semplificata rispetto ai precedenti capitoli, i ragazzi di Evolution Studios si sono nettamente concentrati sul lato online, donandogli tutta la varietà mancante alla componente singolo giocatore: un classico sistema di livelli ed un set di perk sbloccabili danno profondità al comparto, permettendo una progressione ben dosata e strategica. Sedici giocatori supportati e tutti i tracciati del Festival completano la corposa offerta, facendo della componente multigiocatore una fetta importantissima dell’offerta ludica di Apocalypse, quasi imprescindibile per chi ne consideri l’acquisto a prezzo pieno.

Comparto TecnicoLe visuali offerte da Apocalypse rappresentano un notevole passo avanti per la serie: densità poligonale di ambienti e veicoli, qualità delle texture e fluidità generale risultano di ottime, il tutto tenuto insieme da un design colorato, ricco di spunti ed idee “distruttive” originali. A parte qualche mancanza di rifinitura nelle cut scene dedicate agli incidenti ed un leggero pop up, l’unico lieve difetto riscontrabile è legato da sempre a doppio filo alla serie, ovvero un rilevamento delle collisioni a volte approssimativo, che vi porterà in alcuni frangenti al respawn anche in occasione di incidenti non gravi: come sempre, non si tratta di un difetto compromettente, ma in alcuni casi potrà rivelarsi frustrante.Ottimo il comparto sonoro, che tra musiche originali ed un’effettistica di qualità vi porterà ad alzare il volume dei vostri impianti.

– Spettacolare ed intenso

– Ottimo design dei tracciati

– Online molto completo

– Molto lineare

– Veicoli assegnati arbitrariamente

– Collisioni non sempre precise

8.0

Motorstorm Apocalypse si propone come un’esperienza in parte differente dai predecessori: pur mantenendo salde le basi del gameplay in pista, la progressione risulta semplificata e linearizzata, abbracciando completamente la natura arcade del gameplay e rinunciando a qualsivoglia aspetto strategico. A rendere l’esperienza comunque godibile ci pensa la spettacolarità con cui sono state condite le gare, che grazie ad un design di qualità ed all’elemento distruzione si rivela in grado di proporre momenti di notevole impatto. Discorso a parte per il comparto multigiocatore, completo e ricco di opportunità, in grado di ampliare notevolmente l’offerta ludica. In questo senso, il consiglio va a tutti gli appassionati della serie ed a coloro in cerca di un racing arcade spettacolare e bello da vedere, pur consapevoli che la durata della campagna singolo giocatore, da sola, difficilmente giustificherà l’esborso.

Voto Recensione di Motorstorm Apocalypse - Recensione


8