Recensione

Mortal Kombat Deadly Alliance

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a cura di Ryuken

Ne avevo sentito parlare e non ci credevo. Ho visto filmati e foto e non ci credevo. Ho letto molte preview positive e non ci credevo ancora. Ho testato personalmente il gioco per una settimana e, credetemi, faccio ancora fatica a crederci. Credere a che cosa? Un attimo di pazienza e lo scoprirete leggendo da voi.

Il rivale storico di Street FighterErano i primi anni ’90 e nell’universo videoludico si affacciava un gioco particolare, a prima vista un clone di Pit Fighter, ma ad un’analisi più attenta qualcosa di più grosso, più bello, più accurato, qualcosa che fu poi in grado di sostenere ad armi pari il duello con l’altro grande picchiaduro 2D dei primi anni ’90. Sto alludendo a Mortal Kombat, la cui conversione da coin op per le console a 16 bit vide la luce, per la precisione, nel 1992. Ciò che colpì e calamitò l’attenzione di tutti fu la particolare, per l’epoca, realizzazione tecnica e l’estrema violenza che caratterizzava il gioco. La grafica di fondali e personaggi si presentava completamente digitalizzata, stile abbastanza inusuale per il tipo di gioco, ma che nel suo insieme risultò molto bene soprattutto grazie alla grande accuratezza con cui venne realizzata. Torniamo alla violenza: Mortal Kombat introdusse nel panorama mazzuolatorio one-o-one l’effetto sangue splatter e le Fatality.Entrambe le caratteristiche sono note ai più ma una rinfrescatina alla memoria non fa mai male: allora, l’effetto sangue splatter non era altri che l’esasperata riproduzione degli zampilli che si formavano in conseguenza ad un colpo, o ad una serie di colpi, ben assetanti. Le Fatality erano delle mosse segrete dalla violenza inaudita che potevano essere utilizzate solo una volta sconfitto l’avversario, in altre parole al termine di un incontro vittorioso, l’avversario rimaneva in piedi tramortito per qualche istante, in questo lasso di tempo spettava a noi decidere di quale morte farlo morire, se si decideva di essere buoni, bastava terminare il tutto con uno dei colpi di base, viceversa, se la decisione era quella cruenta non ci restava che realizzare la sequenza TASTI+FRECCIA DIREZIOALE in grado di scaturire la Fatality del personaggio al momento utilizzato. Queste andavano dallo strappa cuore, all’estrazione della colonna vertebrale, alla disintegrazione della testa, oppure, in particolari livelli, era possibile scaraventare l’avversario su dei paletti di ferro a forma appuntita. Sull’onda del successo, l’anno seguente, fu lanciato Mortal Kombat 2 (prima in versione Coin op e successivamente per le console a 16 bit) più bello, più grosso, con più personaggi e con l’aggiunta delle Babality e delle Friendship, le prime si presentavano come una sorta di Fatality di scherno al contendente sconfitto mentre le seconde ci davano l’opportunità di finire “amichevolmente” l’avversario. Venne poi il terzo episodio che approdò, intorno alla metà degli anni ’90, anche su PSX e Saturn con una grafica sempre più ricca ma con un gameplay che cominciava a soffrite gli anni. Arrivò anche il quarto episodio, primo esperimento con grafica 3D, che però passò ampiamente inosservato perché di fatto non aggiunse nulla a ciò che si era già visto nei tre precedenti capitoli e perché si trovava ormai a rivaleggiare con capolavori del calibro di Tekken e Virtua Fighter i quali presentavano un 3D di tutt’altro livello.

E ora…..Midway non si è data per vinta, ha messo assieme i cocci, e ci ha dato dentro alla grande realizzando ciò che io considero “La Rinascita” di un classico: Mortal Kombat Deadly Alliance! Prima di partire a spron battuto nell’analisi del gioco è doveroso un accenno alla storia che fa da sfondo alla nuova incarnazione di “Combattimento Mortale”.Due terribili figuri del calibro di Shang Tsung e Quan Chi hanno stretto alleanza con lo scopo di prendere il controllo assoluto sui Reami, i due sono anche riusciti a sconfiggere ed uccidere l’eroe storico della serie MK, nonché il più forte guerriero della terra Liu Kang. Fortunatamente vi sono altri grandi guerrieri che possono impedire che tutto ciò avvenga, di questo i due ne sono ben consci perciò si preparano a riportare in vita l’esercito scomparso del mitologico Re Dragone. Se riusciranno in questo intento per i Reami sarà la fine! I valorosi guerrieri della Terra sono ancora una volta costretti, capitanati dal Dio del Tuono Raiden ma privi di Liu Kang, a partecipare nel mondo esterno ad un nuovo torneo di Mortal Kombat!

GiocabilitàMKDA è sostanzialmente un picchiaduro ad incontri che offre però una variabilità contemporanea di stili di combattimento mai riscontrata in nessun altro esponente del genere. Ogni personaggio ha a disposizione tre diverse tecniche di lotta da alternare come meglio si crede durante gli scontri, due sono tecniche che prevedono l’utilizzo di calci, pugni e prese mentre una anche l’ausilio di un’arma. Ogni lottare ne presenta e padroneggia una diversa. La lista vanta vari tipi di spade (sciabole orientali e spadoni di grosso calibro), bastoni e bastoncini vari, pugnali, coltelli, etc. Tutte cosette che fanno assai male al contatto con parti vitali. La cosa che mi ha lasciato però maggiormente a bocca aperta è l’infinita intercambiabilità di stile combattivo che può portale alla realizzazione di combo formate addirittura da 18, e dico 18, colpi: roba mai vista in nessun’altro picchiaduro del genere. Gli scontri sono stati studiati per elevare all’ennesima potenza questa caratteristica innovativa che, sicuramente, sarà presa da esempio da molte altre softco. Novità in grado di portare davvero una ventata d’aria fresca in un panorama come quello mazzuolatorio da sempre avido di novità e che, spesso e volentieri, distingue il capolavoro dalla ciofeca basandosi puramente sulla realizzazione grafica. Per la riproduzione di tutti gli stili di combattimento e la realizzazione delle animazioni, i ragazzi di Midway hanno utilizzato al meglio l’ormai diffusa tecnica del montion capture che, come è noto, si risolve in una serie di sensori collegati al corpo di un modello umano il quale esegue tutte le mosse che poi il personaggio digitale dovrà riprodurre durante i combattimenti. Queste movenze vengono naturalmente registrate da un computer a sua volta collegato con i sensori di cui sopra; in merito v’invito a dare uno sguardo agli extra presenti nel DVD che comunque analizzeremo più avanti. Non mancano nemmeno le storiche Fatality, ora, più cruente, “realistiche” e spettacolari grazie al nuovo engine 3D ma sempre dannatamente difficili da realizzare, quasi disumane (sarà molto più semplice riceverle che farle). E non manca neppure l’effetto sangue che esalta all’ennesima potenza (sembra di stare al macello).Ma veniamo ora al sistema di controllo che risulta assai immediato, editabile e che sfrutta in buona misura tutte le peculiarità offerte dal pad di Xbox. Con la croce digitale si controlla il personaggio, con i tasti X e Y si portano i colpi di mano (o con l’arma se la si sta utilizzando), con A e B quelli con le gambe, con il grilletto posteriore di sinistra si cambia stile di lotta e con il grilletto di destra ci si para. I due piccoli pulsanti, bianco e nero, in combinazione, generano una presa diversa per ogni fighers, qualora si stia combattendo a mani nude e un mega colpo qualora si stia impugnando un’arma. Il tastino nero serve anche per schernire l’avversario in modo da recuperare energie preziose. Ovviamente la combinazione in sequenza di più tasti e della croce direzionale porta alla realizzazione di molteplici colpi letali. Caratteristica da rimarcare positivamente, secondo il sottoscritto, riguarda il tasto adibito alla parata che, come ho più volte sostenuto e scritto anche nella recensione di VF4, dona più realismo al combattimento. Naturalmente quelle che vi ho descritto sono le impostazioni di default, pertanto il compito da assegnare ad ogni tasto può variare a vostro piacimento anche se la disposizione dei controlli di base mi pare già molto buona. Vista la struttura completamente 3D delle arene mi sarei aspettato anche l’utilizzo del funghetto analogico di sinistra che invece è rimasto “disoccupato”, peccato perché negli spostamenti laterali ed in profondità è più indicato rispetto alla croce digitale.Concludiamo l’analisi dedicata alla giocabilità con la descrizione delle modalità di gioco. Il fulcro sta nella creazione del vostro profilo, di una vostra identità, che sarà poi salvato su HD e attivabile tramite una password di sei caratteri da voi scelta, in tal modo sarà possibile accumulate Koins ad ogni prova portata a buon fine e sfruttare la vostra identità nella modalità Arcade, opzione in cui selezionando il vostro lottatore prediletto avrete l’onere e l’onore di sostenere una serie di combattimenti fino ad arrivare ai due ultimi con i malefici Shag Tsung e Quan Chi; la sequenza delle sfide varia in base al personaggio ed alla sua eventuale appartenenza alla sfera dei buoni o dei cattivi. Come detto poco sopra, ad ogni combattimento vinto guadagnerete dei Koins, delle monete realizzate con differenti tipi di metalli, che vi torneranno utili in un’altra modalità.Come nei precedenti capitoli di MK dovrete sostenere anche delle prove di forza e di abilità, ad esempio dovrete frantumare una lastra di legno o di marmo con il sol colpo del taglio della mano oppure individuare sotto quale bicchiere si nasconde una moneta con il simbolo del dragone (avete presente il gioco delle tre carte? Una cosa del genere). Ovviamente anche queste prove vi porteranno in tasca dei Koins.Ci sono poi i classicissimi VS e Allenamento sui quali trovo superfluo dilungarmi.Andiamo avanti con la modalità Konquista una sorta di tutorial strutturato in una ventina di prove nelle quali dovrete imparare ad eseguire tutte le mosse in dotazione al vostro alter ego. Ogni esame superato vi porterà in dote altri Koins. E arriviamo alla vera chicca, la Kripta. Questa è un’enorme sala riempita da 676 bare ognuna contraddistinta da un prezzo. Utilizzando i Koins guadagnati si possono comprare e di conseguenza aprire queste casse da morto. In esse è possibile trovare nuovi personaggi, nuove locazioni in cui combattere, filmati esclusivi sui personaggi, ritratti, concept art e a volte nulla (solitamente nelle casse contraddistinte dai prezzi più bassi).

Personaggi Vista l’importanza di questa produzione mi pare doverosa anche una carrellata sui protagonisti, in tutto 21, dodici dei quali fin da subito disponibili.

KENSHIAccecato con un tranello da Shang Tsung, Kenshi ha giurato che ucciderà lo stregone per riscattarsi agli occhi dei suoi antenati.

FROSTNuova recluta del clan Lin Kuei, Frost aiuta Sub-Zero nella lotta contro l’Alleanza Mortale.

CYRAXCyrax, il ninja cyborg, è rimasto bloccato nel Mondo Esterno dopo che l’attacco di una creatura lucertola ha distrutto il suo collegamento con la Terra. Nitara gli ha offerto di riportarlo sulla Terra… in cambio del suo aiuto.

HSU HAOHsu Hao, schiavo del dovere, membro del clan del Dragone Rosso, ha distrutto la capacità delle Forze Speciali di passare al Mondo Esterno.

BO’ RAI CHOIl Maestro Bo’ Rai Cho diventa ancora una volta istruttore e addestra i guerrieri a combattere contro Quan Chi e Shang Tsung. Davvero schifida la sua mossa speciale: vomita addosso agli avversari, per poi farli scivolare sopra il suo rigurgito marrone (bleah)!

DRAHMINDrahmin, l’Oni del Mondo Occulto, ha aiutato Quan Chi a fuggire dal Mondo Occulto.

JAXL’agente delle Forze Speciali Jackson Briggs cerca il responsabile della distruzione dell’Agenzia di Investigazione sul Mondo Esterno.

KUNG LAOKung Lao, il monaco Shaolin, viaggia verso il Mondo Esterno per imparare da un vecchio maestro di arti marziali.

KANOKano il mercenario è rimasto nel Mondo Esterno come generale di Shao Kahn per molti anni.Adesso però deve decidere a chi prestare fedeltà: restare al servizio dell’indebolito Shao Kahn o unirsi alla nuova Alleanza Mortale?

LI MEIOriginaria del Mondo Esterno, Li Mei partecipa al torneo della Alleanza Mortale per vincere la libertà del suo popolo.

JOHNNY CAGEPresente fin dal primo episodio e insoddisfatto del suo attuale progetto cinematografico, Johnny Cage lascia il set per unirsi a Raiden nella lotta per salvare la Terra.

KITANALa Principessa Kitana, anch’essa vecchia conoscenza, guida un attacco preventivo contro le forze di Shao Kahn.

MAVADOMavado, il capo del Dragone Rosso, ha ottenuto la possibilità di combattere contro Kano in cambio del suo aiuto per uccidere una spia nel Mondo Esterno.

REPTILENella sua ricerca di un maestro, il mutevole Reptile ora ha giurato fedeltà alla manipolatrice vampira Nitara.

QUAN CHI (boss finale)Liberatosi dal Mondo Occulto, lo stregone Quan Chi ha scoperto un antico esercito e si è alleato con Shang Tsung nel tentativo di resuscitare l’armata.

SCORPIONScorpion, lo spettro ninja, continua la sua caccia per distruggere Quan Chi. Presente fin dal primo MK è il mio personaggio preferito soprattutto quando lancia il suo mitico arpione verso l’avversario.

NITARALa vampira Nitara cerca l’oggetto che può separare il suo reame dal Mondo Esterno.

RAIDENAltro grande vecchio, Raiden, il Dio del Tuono, ha percepito la rovina imminente. Ha rinunciato alla sua condizione di Dio Anziano e ora ritorna sulla Terra per cercare aiuto contro la bufera in arrivo.

SHANG TSUNG (secondo boss finale)Nella sua aspirazione alla vita eterna, Shang Tsung ha stretto un patto con lo stregone Quan Chi per poter consumare un numero infinito di anime attraverso un portale per i Cieli. Il lupo perde il pelo ma non il vizio…..

SONYA BLADEL’agente delle Forze Speciali Sonya Blade libererà i suoi uomini dal Mondo Esterno a qualsiasi costo. Anche questo personaggio è presente fin dal primo MK.

SUB-ZEROSub-Zero, altro storico personaggio della serie, dopo aver perso la maschera è diventato il Gran Maestro del riformato clan Lin Kuei.

MOLOCHMoloch, l’Oni, si è avventurato fuori dal suo reame natio nel Mondo Esterno attraverso un portaleaperto dallo stregone Quan Chi. La sua brama di carne umana verrà presto risvegliata. L’erede di Goro.

GraficaSeppur le produzioni multipiattaforma abbiano fino ad ora un po’ deluso e penalizzato le console maggiormente potenti a tutto vantaggio di quelle dotate di un hardware meno performante, nel caso specifico siamo messi molto bene. MKDA è dotato di un engine poligonale validissimo, senza sbavature e realizzato con grande cura sotto tutti i punti di vista. La gestione degli impatti è pressoché perfetta e le animazioni che ne scaturiscono sono esaltanti. Queste ultime sono presenti in numero elevatissimo: i ragazzi di Midway hanno studiato una miriade di animazioni e siparietti cruenti ma anche divertenti. Ad esempio sarà possibile piantare la vostra spada nella pancia dell’avversario che se la dovrà portare in giro per tutto l’incontro con relativo e copioso spargimento di sangue, oppure potrà capitarvi di veder scivolare sul vomito di quell’ubriacone di Bo’ Rai Cho il vostro personaggio con un’animazione davvero spassosa. Potrei citarvi molti altri casi ma lo spazio ed i tempi di consegna tiranni non mi permettono di dilungarmi ulteriormente. I poligoni abbondano e vanno a formare in maniera soddisfacente sia i personaggi che gli ambienti, rifiniti da texture ottime. L’atmosfera in generale è molto cupa, lo richiede il copione del gioco e se vogliamo l’unica pecca, che poi tanto pecca non è, va ricercata appunto in questo e anche nel particolare stile di disegno che si discosta molto dal classico tratto nipponico. Davvero ben realizzati gli effetti atmosferici come pioggia (fantastica), neve ed il vento che va a sollevare realisticamente la polvere in molti livelli.Quello che ha sempre esaltato di più in MK è il sangue e la riproduzione di violenza estrema caratterizzata da questo, sangue di color rosso porpora che scorre copioso anche in questo episodio a ciò va aggiunto il Real time facial damage, una speciale tecnica in grado di mostrare sui volti dei lottatori i segni dei colpi subiti.Le locazioni, presenti per altro in buon numero, vantano elementi interattivi come colonne di pietra, di ghiacchio oppure statue, completamente frantumabili durante la furia dei combattimenti e l’effetto grafico che ne scaturisce è davvero bello. Esaltanti ed egregiamente realizzati anche i cambi di postura qual’ora decidiate di far variare stile di lotta al vostro alter ego. Chiudiamo con l’ottima fluidità di gioco inchiodata sui 60 fps senza rallentamenti di sorta.

SonoroNon attendetevi ritmi di musica serrati e roccheggianti perché rimarreste delusi. In MKDA i ritmi delle battute sono contenuti, ma assai cupi, in piena atmosfera demonica. Il temi paiono quasi surreali come se provenissero da un altro modo. Diciamo che non ci troviamo di fronte a nulla di eccezionalmente bello, ad ogni modo ciò che c’è si adatta alla perfezione agli ambienti del mondo esterno. Gli effetti sonori sono anch’essi all’altezza ed il timbro di voce donato ai personaggi fa il paio con le tracce implementate. Perciò anche qui tutto ok, ma se volete godere alla grande dell’atmosfera che trasuda MKDA vi consiglio di dotarvi di cuffie e di giocare con quelle nelle orecchie nel buio della vostra stanza, non ve ne pentirete!

LongevitàPressoché infinita grazie a 4 livelli di difficoltà e a 21 personaggi (di cui nove da sbloccare), ognuno dei quali presenta tre diversi stili di combattimento da padroneggiare, e poi ci sono le Fatality da scoprire; una sfida al limite delle capacità umane, sia scoprirle che eseguirle (ad onor del vero forse sono un pò pochine, solo una per personaggio, ma tant’è).Una quantità di extra incredibile è contenuta nelle 676 bare poste nella Kripta: ne dovrete guadagnare di Koins prima di poterle aprire tutte!

ExtraNel DVD del prodotto sono inseriti anche tre extra davvero interessanti, io ve ne consiglio caldamente la visione. Nel dettaglio si tratta della documentazione di una tipica giornata dal team di sviluppo dalla quale si può dedurre l’incredibile passione di persone che hanno deciso di dedicarsi anima e corpo al mondo dei videogames. Poi trovate un bellissimo video musicale (ammesso che vi piaccia il metal) degli Adema, intitolato “Immortal” che vede il gruppo cantare all’interno delle ambientazioni di gioco in compagnia di alcuni fighters. Infine trovate la storia di MK dagli albori, 1992, fino ai giorni nostri.

-Viuuuuleeeenzaaaa!

-Atmosfera esaltante.

-Realizzazone tecnica in generale.

-Fatality.

-Extra in numero pazzesco.

-Lo stile grafico potrebbe non piacere ai nippo maniaci.

-Xbox può fare ancora meglio dal punto di vista tecnico.

-Fatality.

8.3

C’è rimasto ben poco da dire…. Midway è riuscita nel difficilissimo intento di dare nuova linfa vitale ad una serie che tutti credevano ormai defunta, è riuscita là dove Capcom ha miseramente fallito. Il 3D ha sancito la rinascita di MK e la morte del suo storico rivale SF. Sicuramente il picchiaduro più completo presente su Xbox. Un pezzo da collezione che non può mancare nella softeca degli amanti di beat’em up.

Voto Recensione di Mortal Kombat Deadly Alliance - Recensione


8.3