Recensione

Moon Diver

Avatar

a cura di Alex Overkilll

Tanti anni sono passati da quando i beat’em’up a scorrimento spadroneggiavano nelle sale giochi di tutto il mondo, così come sulle console casalinghe. Tanta l’acqua passata sotto i ponti. Eppure, a distanza di decenni, quel sottogenere ancora viene riproposto da molte case di sviluppo, portando sulla corrente generazione di macchine da gioco il ricordo dei bei tempi andati, nel tentativo di riproporre – graficamente aggiornati – quei piacevoli sapori di una volta. Non tutte le ciambelle vengono però col buco, si sa. Alcuni progetti eccellono nelle proprie intenzioni, altri falliscono miseramente, precipitando nel baratro della mediocrità. Di quale destino Moon Diver si è allora fatto fautore?

Luce riflessaMoon Diver si presenta come un classico picchiaduro 2D (tale almeno sono nell’azione, data la tridimensionalità di personaggi e ambientazioni) a scrolling orizzontale, geneticamente modificato da moderni elementi ruolistici, potenziali garanti di maggiore profondità e attualità al genere di appartenenza. Scelto uno dei quattro personaggi a disposizione, il giocatore dovrà così muoverlo attraverso dodici livelli, annientando le forze nemiche che lo ostacoleranno. Due i metodi per conseguire tale scopo: i colpi ad arma bianca, sferrati con la pressione di un semplice tasto, e le potenti abilità magiche (Combinazioni Lunari), attivabili per mezzo di un secondo comando. Poche altre le cose da padroneggiare: salto e doppio salto per superare mortali precipizi o procedere lungo piattaforme sospese, e una scivolata per eludere acrobaticamente gli attacchi avversari. Apprezzabile è la volontà di offrire una selezione molto generosa di magie, reperibili nelle diverse aree che compongono ogni livello ed aggiunte al repertorio personale dell’eroe in uso. Quattro quelle che è possibile scegliere e portarsi appresso, associandole ad ognuna delle altrettante frecce della croce direzionale.Molto vasta la disponibilità di incantesimi, spaziando da semplici attacchi energetici a distanza, a protezioni contro danni fisici, incrementi della potenza, alterazione degli status nemici, o ripristino più o meno parziale dei punti salute. Intelligente anche l’inserimento di un funzionale sistema cooperativo, che permette fino a quattro giocatori di collaborare sullo stesso schermo, online ed offline, lasciando partecipare gli utenti alla partita in qualunque momento della stessa. The dark side of the moonMalgrado i più o meno buoni intenti del gioco, pessimo invero si rivela essere il risultato finale nell’esperienza fatta e finita, portando al tritacarne ogni premessa lasciata intravedere.Sorvolando sulla narrazione che sta alla base, consistente quanto un foglio di carta velina e raccontata visivamente da insignificanti intermezzi decisamente mal realizzati, l’intero gameplay viene sfigurato da mancanze e debolezze colossali. I movimenti dei personaggi sono legnosi e poco fluidi, facendo sembrare l’azione complessiva un arrugginito incastro di ingranaggi obsoleti. Aspetto poco gradevole, considerata la scheletrica semplicità del sistema di comandi. Semplicità che in questo caso fa anche rima con ripetitività. Attaccare i nemici significa infatti premere forsennatamente senza cognizione lo stesso identico tasto infinite volte. Nessun attacco articolato, nessuna mossa sbloccabile, solo la ripetuta pressione di un unico tasto sul joypad, eventualmente interrotta (anche a seconda dei propri attributi) dall’innescamento di qualche magia. Le sfide collocate sul proprio cammino non vengono poi incontro alla diversificazione del confronto bellico, limitandosi a vomitare una massa informe di nemici in quantità via via sempre più generose. Unica eccezione: i ben poco memorabili boss qua e là disseminati, necessitanti di un livello strategico appena superiore.L’accumulo di esperienza con l’uccisione degli avversari assicura il progressivo avanzamento nel livello dei quattro eroi, accompagnato dalla distribuzione di punti in ognuna delle loro caratteristiche formative: salute, magia e attacco. Peccato solo che ben poche risultino essere le reali differenze tra i personaggi, al di là delle loro iniziali impostazioni, senza alcuna capacità personale specifica, e l’economica condivisione delle stesse identiche abilità magiche.Critica la situazione anche sul comparto grafico ed estetico. Artisticamente il prodotto lascia molto a desiderare, con un design delle scenografie, dei personaggi e dei loro avversari semplicemente derivativo e privo di qualsivoglia identità, così come con un bagaglio tecnico di modelli poligonali spogli e poco dettagliati. Musiche altrettanto anonime e una totale mancanza di ulteriori modalità al di fuori di quella principale condiscono il già poco allettante piatto amaro.Discussione a parte merita l’ennesima deficienza del prodotto: il livello di sfida. Mal calibrato, questo propina sezioni dalla struggente semplicità, in cui massacrare con noia masse di nemici, insieme a interi livelli quasi pensati apposta per essere superati insieme ad altri giocatori, rendendo l’esperienza in singolo insopportabilmente frustrante.

– Interessanti opzioni multiplayer

– Tante magie da reperire

– Difficoltà mal calibrata

– Tecnicamente scarno

– Vomitevolmente ripetitivo

– Design anonimo

– Povero di modalità

4.0

Definire Moon Diver titolo affetto da uno spropositato numero di carenze e qualità sarebbe anche troppo clemente nei suoi confronti. Il prodotto fa acqua da ogni parte, allestendo un universo di gioco azzoppato sotto ogni punto di vista. Tecnicamente povero, insopportabilmente anonimo, totalmente mancante di una narrazione che possa essere considerata tale, equipaggiato di un gameplay scheletrico, anemico, ripetitivo, portatore di noia ed ampie dosi di button mashing. Quel pochissimo che riesce a salvarsi viene sopraffatto da una povertà contenutistica disarmante e un livello di difficoltà gestito oltremodo pessimamente. Senza considerare l’altissimo prezzo a cui viene venduto, inconcepibile in rapporto a quanto esso sappia offrire.

Voto Recensione di Moon Diver - Recensione


4