Recensione

Monkey Labour

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a cura di Artemis

Gioco testato con iPhone 4 

C’erano una volta, prima dell’avvento del Game Boy, prima della venuta del Game Gear, i primi giochi elettronici portatili con schermo a cristalli liquidi. Erano delle periferiche con un monitor costituito da una griglia di piccoli pixel, progettate per giocare una partita, in voga dal 1970 fino all’inizio degli anni ‘90. Per i nostalgici dei precursori delle console portatili odierne è arrivato su App Store Monkey Labour, riproposto perfettamente su iPhone e iPad.

Aiutiamo Mobot!In questo titolo sviluppato da Razum e pubblicato da Dawn of Play dovremo aiutare il robot Mobot a mantenere attiva una catena di montaggio industriale trasportando il combustibile da una parte all’altra dello schermo per riporlo nella fornace. Un lavoro noioso e monotono, se non fosse per il suo capo, una scimmia particolarmente irascibile e frustrata, che si diverte a lanciargli addosso dei mattoni! Per portare a termine il proprio lavoro, Mobot dovrà continuamente spostarsi a destra e sinistra evitando quindi i continui ostacoli. Fortunatamente, ben presto il robottino scoprirà come rispondere ai continui soprusi: man mano che si alimenta la fornace, da un tubo che corre sopra la testa del boss-scimmia inizieranno a uscire lingue di fuoco che potranno essere utilizzate per bruciare il nemico e farlo uscire dalla scena per un paio di secondi. Inutile dire che, una volta che il capo scimmia tornerà, sarà ancora più arrabbiato e deciso a sfidare il robot. Alla dinamica in stile retrò, perfetta per una pausa veloce, si aggiungono diversi obbiettivi da raggiungere e le classifiche Game Center, per mantenere vivo l’interesse dei giocatori.

Una riproduzione perfettaSicuramente oltre ad apprezzare il gameplay semplice e divertente di questo gioco vecchia scuola, una menzione speciale deve essere riservata alla cura con cui il team di sviluppo di Razum ha riprodotto, sin nei più piccoli dettagli, la vecchia console. Una volta avviata l’app, sullo schermo viene visualizzato il pannello posteriore della console con le diverse opzioni. L’attenzione per i dettagli non manca, tanto che è possibile aprire lo sportellino e sostituire (con la stessa fatica!) le pile da orologio che la alimentavano. Criptiche e per nulla immediate le istruzioni… Esattamente come lo erano trentanni fa! Anche in questo caso, la fedeltà nel riprodurre il manuale è davvero apprezzabile. Arrivato il momento di giocare, si vedrà comparire il pannello frontale della console, con i pulsanti e persino il rivestimento un po’ logorato in prossimità dei controlli, così come avveniva un tempo dopo ore e ore di utilizzo sfrenato. La grafica retrò proposta è qualcosa di stupefacente. Si distinguono chiaramente i diversi livelli di cristalli liquidi che componevano lo sfondo e, inclinando il dispositivo, questo contrasto aumenta esattamente come succedeva con le vere console portatili del tempo, ma c’è di più. Il team si è spinto fino al punto di ricreare esattamente l’effetto arcobaleno che compariva quando si premeva con il pollice sullo schermo LCD. Anche gli effetti sonori sono gli stessi di un tempo. Per quanto l’incedere sia potenzialmente infinito, l’unica pecca di questo gioco è sicuramente la ripetitività del gameplay, problema che affliggeva tutta questa tipologia di giochi elettronici.

– Grafica estremamente fedele all’originale

– Gameplay immediato

– Cura dei dettagli

– Come i giochi dell’epoca, risulta ripetitivo

8.0

Per i nostalgici, i collezionisti o coloro che hanno avuto la fortuna di provare una console portatile a cristalli liquidi, questo gioco è da considerarsi un ‘must’. Grazie alla grafica estremamente realistica, sarà un vero e proprio tuffo nel passato, per far passare piacevolmente i momenti morti della giornata. Anche il prezzo, in offerta a 0,79 euro, invoglia ad acquistarlo.

Voto Recensione di Monkey Labour - Recensione


8