Anteprima

Metro: Last Light

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a cura di Mugo

Londra – Lo sfaldamento di THQ ha sparso sul mercato tutte le sue proprietà intellettuali. Si tratta di un portfolio puntellato di prodotti interessanti che, rapidamente, è stato preso d’assalto dalle aziende più intraprendenti. La tedesca Koch Media, tra le altre, ha saputo muoversi con maestria investendo in alcuni titoli tra i più apprezzati del fu publisher statunitense, titoli tra i quali ricopre un ruolo di primo piano Metro: Last Light, opera dei ragazzi ucraini di 4A Games seguito di quel Metro 2033 che ha saputo conquistare molti estimatori. Durante un recente evento organizzato nella capitale britannica, abbiamo potuto sederci davanti ad un PC e passare una buona oretta in compagnia di Metro: Last Light, per poi scambiare le nostre impressioni con gli sviluppatori e con Dmitry Glukhovsky, la mente dietro agli eventi raccontati nel titolo. 

Questione d’atmosfera 
Prima di sederci alla postazione di gioco sapevamo di poterci aspettare un titolo di un certo livello, sia dal punto di vista tecnico, che da quello narrativo e di gameplay. Le primissime immagini a schermo, infatti, hanno saputo tenere testa alle nostre aspettative regalandoci un primo impatto veramente di spessore. La produzione 4A Games si propone come una delle più curate a livello grafico, grazie ad una minuziosa cura del dettaglio e ad un motore capace di gestire un gran numero di strutture poligonali ed effetti. Sarà il gioco più spettacolare sul mercato? Sarà meglio di Crysis 3? Difficile rispondere prima di un’ approfondita analisi, quello che è certo è che, alla richiesta di delucidazioni in merito ad un’eventuale versione per console nex-gen, gli sviluppatori hanno risposto con un orgoglioso: “La versione next-gen è già qui, è quella PC”
Oltre alla potenza bruta che è stata sfoggiata, va detto, grazie ad un computer che aveva tutta l’aria di essere appena arrivato da una galassia lontana, è soprattutto la direzione artistica a convincere: le ambientazioni sono apparse varie, ricche di atmosfera, credibili e arricchite da una planimetria curata. L’evolversi della storia, poi, grazie ad alcuni eventi scriptati riesce senza problemi nel suo intento di accalappiare il giocatore ed immergerlo in un’avventura coinvolgente fin dalle prime battute. 
Stealth o action? 
Il gameplay di Metro: Last Light è un ibrido tra diversi generi e, soprattutto, permette al giocatore di scegliere l’approccio preferito alle situazioni. Durante la nostra prova abbiamo potuto sperimentare dei frangenti nei quali il nostro sangue freddo veniva messo a dura prova dalle atmosfere quasi horror, ma anche momenti nei quali un approccio stealth più tradizionale si rivelava vincente, o addirittura era possibile correre per i livelli come in un fps di stampo più action. I cambi d’atmosfera sono in parte dovuti alle ambientazioni, e ci mancherebbe, ma anche le diverse tipologie di nemici giocano un ruolo fondamentale nel dettare il ritmo del gameplay: dei fulminei quadrupedi a metà tra lupi e topi spingono il giocatore a rapidi movimenti attraverso scontri nei quali sono obbligatori riflessi attenti, mentre i nemici umani hanno scoperto il fianco ad un approccio più tattico. Le fasi stealth si sono rivelate particolarmente divertenti grazie alla possibilità di muoversi silenziosi da un’ombra all’altra, volendo senza neanche esplodere un colpo, anche se qualche appunto all’intelligenza artificiale dei nemici andrebbe fatto. I nostri avversari, a livello di difficoltà normale, sono parsi affetti da gravissime perdite della memoria a breve termine, visto che un semplice cambio di stanza era capace di far dimenticare la nostra presenza. Ad una nostra precisa domanda sull’IA gli sviluppatori hanno dato una mezza risposta, lasciando intendere come anche ai livelli maggiori questa non si evolva particolarmente in questa direzione, limitandosi a diventare più coriacea e precisa nel tiro. Attenzione però, non si pensi che questo si traduca in un’ingiocabilità delle fasi stealth, anzi, tutto funziona bene, solo che ci sono dei frangenti nei quali ci si ritrova a sfruttare queste mancanze a livello di routine comportamentali, e non è mai il massimo vincere grazie a dei vuoti del software. 
Da ultimo segnaliamo la possibilità di adottare uno stile molto più aggressivo. Certo, esporsi nel bel mezzo di uno stanzone pieno di nemici porterà a una tanto rapida quanto meritata morte, ma ci sono dei frangenti nei quali si può anche correre con una certa spavalderia, ripulendo stanza per stanza senza curarsi troppo di coperture e tattiche complesse. 
Nemici dello spoiler 
A patto di apprezzarne la particolare ambientazione, una delle caratteristiche più convincenti di Metro: Last Light si rivela essere il suo aspetto narrativo. Al contrario di quanto successo col precedente capitolo, la storia della produzione 4A Games è stata pensata fin dall’inizio per essere la sceneggiatura di un videogioco. Il fatto che Dmitry Glukhovsky abbia lavorato fin dai primissimi momenti a stretto contatto con il Creative Director del titolo ha fatto sì che gli elementi narrativi siano stati pensati originariamente per il software, eliminando così la necessità di riadattare parti magari meno vicine al nostro medium, nonostante il livello quantitativo e qualitativo dei dialoghi sia rimasto stabilmente sopra alla media. Non solo un discorrere necessario al proseguio della storia, infatti, ma anche dialoghi di contorno che potrebbero non essere neanche mai sentiti dai giocatori con meno interesse all’ascolto delle conversazioni degli npc. Detto questo, ci sembrerebbe decisamente scorretto anticiparvi qualcosa, pensiamo che l’esperienza di Metro: Last Light debba essere vissuta interamente in maniera pura, ci limiteremo dunque ad indicare solo la cornice temporale che fa da ambientazione per gli eventi, una cornice individuata un anno dopo i fatti raccontati nel primo capitolo. 
Rifiniture tecniche 
Il motore grafico proprietario dello sviluppatore ucraino ha subito un’ottimizzazione, così da renderlo compatibile anche con macchine meno performanti. Questo nonostante il livello raggiungibile dai computer più moderni sia di altissimo profilo, anche grazie ad una stretta collaborazione con Nvidia in fase di programmazione. Pure il sistema di controllo è stato limato, e possiamo dire con piacere che la gestione di inventario ed armi è particolarmente intuitiva, almeno dopo la spesa di una minima quantità di tempo per imparare i tasti. Per chi volesse poi cimentarsi in un’esperienza più radicale, i ragazzi di 4A Games hanno predisposto una speciale modalità di gioco nella quale si viene privati di HUD e aiuti a schermo, con l’obiettivo di raggiungere il massimo dell’immersione nel mondo di gioco. 

– Storia molto curata

– Ambientazione affascinante

– Tecnicamente eccelso

– Gameplay vario

Le nostre impressioni dopo avere provato Metro: Last Light sono più che positive: il titolo dello sviluppatore ucraino si è presentato forte di una storia curata e coinvolgente e, soprattutto, di un gameplay raffinato, divertente, e piacevolmente stimolante. A voler trovare qualche magagna potremmo dire che l’intelligenza artificiale dei nemici non ci è parsa esattamente il meglio che l’industria possa offrire, ma si tratta di un aspetto che non è parso andare a rovinare l’esperienza di gioco. L’uscita del titolo, nella sua rinnovata confezione targata Deep Silver, è prevista per il 17 di maggio, rimanete con noi per tutte le ultime novità.