Anteprima

Metal Gear Solid V: The Phantom Pain

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Dopo la presentazione a porte chiuse dell’E3 e una sostanziale riproposizione dello stesso filmato di gameplay in altre occasioni, Metal Gear Solid V: The Phantom Pain ha fatto una nuova apparizione durante il Tokyo Game Show, mettendo in evidenza diverse nuove caratteristiche completamente inedite per la serie. Assieme alle novità, era possibile apprezzare tutta la densità di una mappa talmente ampia da dare l’illusione che si trattasse di un vero e proprio open world, a dimostrazione del fatto che questo quinto capitolo ha tutta l’intenzione di svecchiare alcune meccaniche e tagliare un paio di funi che ancora reggono i ponti col passato.

Infiltrazione nella giungla
La struttura a missioni di The Phantom Pain viene rimarcata dalla presenza di Snake all’interno di un elicottero di ricognizione sempre pronto a lasciarlo nel punto meno affollato della mappa, e puntualmente messo a disposizione dalla chiamata dell’iDroid nei momenti in cui bisogna effettuare un’estrazione o un rapido salvataggio degli ostaggi. in questo caso, si partiva nei pressi di un dirupo oltre cui sgorgava una cascata d’acqua, in una posizione da cui era in effetti impossibile proseguire nella maniera canonica. Ecco che veniva dunque mostrata la prima novità, ossia la possibilità di scalare delle pareti rocciose, aggiungendo di fatto una verticalità dell’azione pressoché assente nei capitoli precedenti. Come in Ground Zeroes, purtroppo, non si è vista nemmeno l’ombra della classica barra della stamina, assente anche durante la corsa, che a questo punto si trasforma in qualcosa che non ha davvero più limitazioni di alcun tipo. I puristi storceranno il naso, perché la mancanza di stamina, significa sostanzialmente l’eliminazione totale della fatica, pertanto Snake potrà rimanere appeso a ogni sporgenza per tutto il tempo che vuole e scappare via fin quando non avrà trovato un giaciglio in cui attendere la quiete in piena sicurezza. Attendiamo naturalmente il prodotto finale per capire se questa feature chiave verrà eliminata o meno, così come se saranno presenti le classiche razioni che ripristinano l’energia (che in Ground Zeroes si rigenerava automaticamente come in un qualunque sparatutto moderno, purtroppo).
Tecnicamente, già da adesso, The Phantom Pain è davvero un trionfo agli occhi di chi lo osserva, con un Fox Engine che ribadisce quanto di buono è già stato visto nel prologo. Ma questa, non è di certo una novità; d’altra parte, la serie è sempre stata rinomata per il suo comparto tecnico sempre all’avanguardia, che fino all’uscita (un laconico 2015) non può che fare ulteriori progressi.

In buona compagnia
Durante la missione, Snake veniva accompagnato da Quiet, il cecchino donna senza voce che ha la capacità di volatilizzarsi letteralmente e spostarsi da un punto all’altro con una velocità impressionante, sollevando vistosi sbuffi di polvere. A più riprese, durante le fasi di infiltrazione, si concentrava sui nemici circostanti mentre mugugnava uno strano motivetto; tuttavia, non è ancora chiaro il suo ruolo all’interno delle vicende di questo quinto capitolo, così come non è dato sapere se queste sessioni fanno parte a tutti gli effetti di un primo passo verso meccaniche cooperative indirette. Rimanendo in tema di novità, è da segnalare anche la possibilità di lanciare delle esche e aggirare le pattuglie dalla direzione opposta. Dalle esche a forma di disco fuoriescono dei fantocci gonfiabili con le sembianze di Snake, che tengono occupate le sentinelle fin quando non fanno esplodere i simulacri di plastica col loro coltello; inoltre, possono essere usate anche come armi non convenzionali a distanza, ad esempio facendo cadere un nemico in un burrone. Vista la vastità delle mappe e la conseguente difficoltà di scorgere l’esatta ubicazione dei nemici, è previsto l’uso di un SOP posizionale che rileva le guardie, che restano ovviamente marcabili per controllarne le routine. Se la situazione si dovesse fare veramente troppo affollata e la penetrazione nella base nemica risultasse proibitiva, verrà in nostro aiuto il phantom cigar, un sigaro dal fumo olografico in grado di far scorrere il tempo rapidamente, in modo tale da permettere un’infiltrazione un po’ più agevole nei momenti in cui i controlli diventano meno ferrei, magari proprio durante la notte. A quest’ultima feature già nota e mostrata a Los Angeles, si aggiunge anche il braccio stordente, che fa stramazzare al suolo i soldati dopo una potente scarica elettrica. L’effetto è praticamente identico a quello generato dal piccolo robot bipede MK-II, già visto in Guns of the Patriots. La presentazione si chiudeva con un’adrenalinica battaglia contro un elicottero, prima di mostrare Snake che tornava sano e salvo a bordo del velivolo militare alleato insieme a Quiet, muta, determinata e a suo modo terribilmente inquietante.

– Tecnicamente è una certezza

– Tante piccole novità che impreziosiscono le meccaniche di gioco

– La vastità delle mappe apre a molteplici approcci

Metal Gear Solid V: The Phantom Pain è riuscito per l’ennesima volta a far aumentare a dismisura le nostra aspettative, mostrando novità che potrebbero sfruttare in modo inedito alcune delle dinamiche rinnovate all’interno della saga. Non abbiamo ancora una data di uscita, ma è già confortante sapere che il titolo non arriverà oltre il 2015. Fino ad allora, inscatolatevi.