Anteprima

Mafia III

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Quando ci venne mostrato per la prima volta alla Gamescom di Colonia, lo scorso anno, Mafia III divise i fan della saga: una parte era felice del ritorno del franchise e incuriosita dalle possibili novità, mentre l’altra era preoccupata dai cambiamenti radicali – uno su tutti, quello del team di sviluppo, con il gioco affidato ad Hangar 13. Il rischio che la serie venisse in qualche modo snaturata sembrava dietro l’angolo, e l’attesa per scoprire ulteriori dettagli su questo prossimo episodio è sembrata decisamente lunga. Con l’arrivo del nuovo trailer e della data d’uscita, fissata per il prossimo 7 ottobre, sono però giunte un bel po’ di novità sul gioco, che ne mettono in evidenza la filosofia e la personalità. Andiamo quindi a vederle nel dettaglio.

Vendetta, tremenda vendetta
Il gioco ci consentirà di vestire i panni di Lincoln Clay, afroamericano orfano che ha passato buona parte della sua vita all’interno degli ambienti mafiosi. Il periodo in cui non è stato circondato dalle brutte compagnie (si fa per dire), lo ha visto combattere in Vietnam, dal quale è tornato come veterano. Nuovamente nella sua New Bordeaux – un’interpretazione di New Orleans data dagli autori del gioco – nel 1968, si mette a caccia del clan mafioso italiano per compiere una vendetta in nome della sua famiglia, disposto a tutto pur di spodestare l’odiato boss.
Se è vero che la sceneggiatura vanta spunti molto interessanti, come la condizione degli afroamericani negli Stati Uniti degli anni Sessanta e quella dei reduci del Vietnam, all’altro lato della medaglia è onesto ammettere che la tremenda vendetta non sia esattamente lo spunto narrativo più originale che si sia mai visto. Poco male, però, perché gli sviluppatori hanno già voluto assicurare che il gioco punterà fortemente sulla storia e su personaggi caratterizzati e riconoscibili, cercando di raccogliere l’eredità dei primi due episodi, che hanno conquistato i fan di Mafia.
In attesa di scoprire ulteriori risvolti delle vicende, i riflettori sono tutti puntati sul gameplay: Mafia III vuole essere in tutto e per tutto un gioco di ampia scala, e New Bordeaux sarà, per questo motivo, un vero e proprio open world. Significa, in buona sostanza, che avete un obiettivo – indebolire il clan avversario ed infastidirlo al punto tale da riuscire ad avvicinarne i piani alti – e che starà a voi trovare il modo più efficace e a voi più consono per raggiungerlo. La mafia italiana finita al centro del mirino di Lincoln, ad esempio, gestisce dei racket sparsi nel territorio di New Bordeaux, che potremo andare a strapparle. O ancora, sarà possibile impedire l’arrivo dei furgoni del clan con denaro e rifornimenti, o direttamente distruggerli. O ancora, potrete rintracciare i luogotenenti del boss, eliminandoli per fargli terra bruciata intorno, o infiltrarvi nelle strutture del clan rivale mirando all’attacco diretto. Se poi volete risultare ancora più fastidiosi, potete tagliare i collegamenti telefonici del quartiere, rendendo innocui i numerosi informatori che sono pronti a chiamare rinforzi, spifferando al cuore del clan le vostre malefatte. Le strategie possibili sono molteplici, e l’intento degli sviluppatori è quello di fare in modo che non esista alcun modo di fallire la propria missione, ad eccezione della morte di Lincoln: pianificare la propria strategia sarà utile, a patto che si tenga conto che le cose potrebbero prendere in qualsiasi momento la piega sbagliata, e richiederanno una correzione in corsa e la capacità di adattarsi agli eventi. Mafia III, insomma, vuole dire che non esiste un modo giusto per raggiungere il proprio obiettivo, o uno predefinito e altri “alternativi”: è il giocatore, e solo lui, a decidere il percorso da intraprendere – e a farsi ovviamente carico delle conseguenze. In una commistione di meccaniche che mescola la guida, il combattimento corpo a corpo, le sparatorie action o semplicemente le dinamiche stealth, sarete quindi voi a cercare il giusto equilibrio e il modo di agire più affine al vostro stile, mentre mettete in atto il disegno che porterà (o almeno dovrebbe) alla caduta del clan rivale.
La libertà di farsi degli amici (e dei nemici)
Appare abbastanza chiaro che, rispetto ai capitoli precedenti, Mafia III punti quindi in modo molto convinto sulla libertà d’azione e di scelta del giocatore, che non si limita alla sola messa in atto delle missioni: dopo che avrete ripulito ciascuno dei nove distretti della città dal clan mafioso italiano, dovrete spartire la posta con i vostri alleati. Al vostro tavolo, infatti, siede il clan degli haitiani, rappresentato da Cassandra, quello degli irlandesi, guidato da Burke, e quello che ben conoscete, guidato da Vito Scaletta. Ognuno di loro prenderà volentieri in gestione il distretto appena conquistato, consentendovi di ottenere, a seconda di chi sceglierete, nuove armi e potenziamenti (come un van che vi rifornirà di armi, o supporto diversivo durante un’infiltrazione). Attenzione, però, perché fare una scelta piuttosto che un’altra avrà ripercussioni anche sulla storia, andando ad influenzare il finale, tra i diversi presenti, che sbloccherete. Tanto per fare un esempio, nella recente demo Cassandra non era particolarmente interessata al quartiere ottenuto – poiché ne aveva già ottenuto degli altri – ma Vito e Burke sembravano decisamente agguerriti. Assegnando la gestione dei racket e la protezione del territorio a Vito, Burke non ha nascosto il suo malcontento, sibilando frasi minacciose che non promettevano nulla di buono per gli scenari futuri. La vostra posizione di potere sarà quindi molto delicata e richiederà una certa e quasi insospettabile delicatezza, visto che dovrete ricordarvi che state pur sempre spartendo quanto ottenuto con ben altri tre clan criminali dai diversi interessi. Gli equilibri sono fragili e le relazioni decisamente labili.
In fin dei conti, New Bordeaux è un bel posto
Il titolo dice già tutto sulle intenzioni degli sviluppatori: New Bordeaux è un bel posto (a parte i racket, le famiglie criminali in guerra e i discutibili rapporti della cittadina con le forze dell’ordine). Rispetto ai precedenti episodi, i ragazzi di Hangar 13 hanno voluto che Mafia III, complice anche il progresso degli hardware, potesse contare su una città più credibile e popolosa, che non fosse fatta di sola atmosfera, ma anche di numerosi abitanti che ne calcano le strade. Per riuscire a proiettarci al meglio alla fine degli anni Sessanta, il team propone ovviamente veicoli adatti all’epoca, sportivi o meno, che potrete sia possedere che, semplicemente, rubare. In caso l’auto sia vostra, però, avrete il vantaggio di poter intervenire su di essa, applicando modifiche che, tanto per dirne una, vi agevoleranno in caso decidiate di affrontare delle corse – rigorosamente illegali. Il team vuole anche assicurarsi che il modello di guida sia soddisfacente, e che quindi ogni singolo veicolo abbia un suo peso ed un suo feeling riconoscibili, pad alla mano.
La voglia di coinvolgere pienamente il giocatore nell’atmosfera di quegli anni si evince anche dalle scelte operate in sede di colonna sonora, con tutta una serie di artisti particolarmente celebri che andranno ad allietare le vostre scorribande mafiose per New Bordeaux: tra questi, possiamo annotare i Rolling Stones, Aretha Franklin e The Beach Boys.
Appare chiaro, insomma, che Hangar 13 stia facendo del suo meglio per non lasciare niente al caso e, in un titolo la cui ambientazione storica è di grande fascino e di grande richiamo, la cura per i dettagli, per quanto piccoli possano sembrare, è fondamentale.

– Grande libertà di approccio

– Finali multipli

– Città viva e credibile

– Gestione dei rapporti con gli alleati

Mafia III punta fortemente sulla libertà d’interpretazione: il giocatore ha per le mani un obiettivo, abbattere il clan rivale, e dovrà trovare il modo a lui più congeniale per estirparlo quartiere dopo quartiere. Le vostre azioni dipenderanno solo da voi, così come il finale che sbloccherete tra quelli multipli presenti, sicuramente influenzato dal modo in cui distribuirete i territori ai vostri tre clan alleati. Le premesse, come appare chiaro, sono ottime ed affascinanti, ed anche la grande cura per i dettagli che gli sviluppatori hanno messo in mostra nella realizzazione dell’atmosfera lascia pensare che possiamo trovarci di fronte ad un’opera maiuscola e che potrebbe non sfigurare di fianco agli illustri episodi precedenti, dai quali eredita sopratutto la volontà di narrare una storia di alto livello, ora sposata ad un approccio di gioco più libero e soggettivo.

Parleremo sicuramente ancora di Mafia III prima del suo debutto di ottobre, per cui non perdete di vista le nostre pagine per qualsiasi ulteriore novità.