Recensione

Lost Planet: Extreme Condition

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a cura di Garese

Febbraio pare essere un mese importante per i possessori di PlayStation 3 appassionati dei titoli Capcom: la prima settimana è stata infatti dedicata alla release di Devil May Cry 4, mentre nell’ultimo giorno sarà reso disponibile Lost Planet: Extreme Condition. Venduto ad un prezzo ridotto, il titolo è disponibile già da oltre un anno per Xbox 360 e dalla scorsa estate per PC, ma, come si suol dire, meglio tardi che mai… Una volta inserito il disco di gioco nella propria PlayStation 3, sarà necessario, come per l’ultima avventura di Dante, attendere il completamento di un’installazione obbligatoria, che in meno di quindici minuti copierà sull’hard disk della console circa 5GB di dati, al fine di ridurre notevolmente i tempi di caricamento; al termine dell’installazione, saremo pronti ad immergerci in questa glaciale avventura.

Guerra fra i ghiacciIn un lontano futuro, il pianeta Terra è divenuto inospitale, e ciò ha obbligato la razza umana alla colonizzazione di nuovi sistemi, fra i quali E. D. N. III, che nonostante il nome ha ben poco in comune con il paradiso terrestre. L’esplorazione umana fra i ghiacci del pianeta ha risvegliato ben presto la fauna locale: giganteschi alieni dalla forma insettoide, chiamati Akrid, i cui corpi contengono una grande quantità di energia termica, un bene molto prezioso sul glaciale E. D. N. III. La minaccia Akrid costrinse ben presto gli umani ad abbandonare i propri piani di colonizzazione del pianeta, ma una tale risorsa vivente di energia continuava ad attirare la sempre avida razza umana, che inventò quindi i Vital Suit, grandi robot corazzati ed equipaggiati con potenti armi in grado di fermare i pericolosi alieni. L’invenzione dei VS permise il ritorno su E. D. N. III, ma i militari umani si trovarono di nuovo a fronteggiare una pericolosa minaccia, rappresentata questa volta dai Pirati delle nevi, i primi coloni abbandonati sul pianeta, ormai adattatisi alle sue condizioni inospitali, desiderosi di vendetta e totalmente ostili verso i nuovi arrivati.

All’interno di questo background, purtroppo poco approfondito e descritto unicamente nell’introduzione del gioco, vestiremo i panni di Wayne, un soldato afflitto da un’amnesia in seguito allo scontro con un gigantesco Akrid avvenuto durante il prologo del gioco, che si ritroverà coinvolto nel grande conflitto fra le tre fazioni in lotta.

Copriti, che fuori si gela…La ”Condizione Estrema” menzionata nel titolo si rivelerà il perno principale del gameplay di questo sparatutto in terza persona. A causa delle inospitali condizioni climatiche del pianeta, infatti, l’energia termica di Wayne diminuirà in continuazione, e saremo quindi costretti a recuperarne per proseguire l’avventura, raccogliendola dai nemici uccisi, da alcuni contenitori sparsi per i livelli, o dalle utili stazioni dati, le quali una volta attivate indicheranno inoltre la direzione da seguire. Nel caso in cui l’energia termica dovesse esaurirsi, anche l’energia vitale (in grado di rigenerarsi fino a quel momento) diminuirà progressivamente, fino al completo esaurimento. Una tale necessità di raccogliere energia termica ci spronerà continuamente verso l’azione, al fine di eliminare Akrid dai quali raccogliere il prezioso contenuto anziché evitare semplicemente gli scontri, ma non è ben chiaro come essa possa continuare a diminuire anche in ambienti chiusi o, ancor più insolitamente, in prossimità di un pozzo di lava.

Le undici missioni di gioco, che non fa certo della longevità il proprio punto di forza, saranno popolate da un vasto numero di nemici, siano essi Akrid o umani. Nel primo caso, ci troveremo a fronteggiare numerose specie diverse fra loro, in forma o dimensioni, che potranno strisciare, camminare o addirittura volare, ma tutte, soprattutto gli enormi boss di fine livello, con un unico obiettivo: la nostra eliminazione. Gli avversari umani saranno invece contraddistinti da un’intelligenza artificiale più sviluppata, e ci troveremo costantemente sotto il fuoco nemico; inoltre, combatteremo anche numerosi VS, dotati di un arsenale a dir poco letale.Per far fronte a tali minacce, avremo a disposizione una vasta gamma di armi, che troveremo sparse per i vari livelli, con le quali potremo equipaggiarci portandone fino a due tipologie, oltre ad una riserva di granate. La maggior parte delle armi avrà una quantità limitata di munizioni, mentre alcune avranno a disposizione colpi infiniti, ma attingeranno però alla nostra energia termica, rendendo necessaria una certa cautela nell’utilizzo. Fortunatamente, negli scontri più intensi potremo salire a bordo di varie tipologie di Vital Suit, ognuna contraddistinta dalle proprie peculiarità, quali la capacità di saltare molto in alto, o trasformarsi in una veloce motoslitta. Le armi dei VS sono inoltre rimovibili, e potranno anche essere imbracciate dallo stesso Wayne; in tal caso saremo ovviamente limitati nei movimenti dato le dimensioni tutt’altro che contenute.

Riguardo al sistema di controllo, infine, resta discutibile l’assegnazione di fuoco e granate ai tasti R2 ed L2, ormai abbandonata dalla maggior parte dei titoli in favore dell’utilizzo dei dorsali superiori. Inoltre, il sistema di mira di default potrebbe risultare scomodo in alcuni casi, ma fortunatamente è possibile impostare una fra le numerose modalità disponibili, che permetteranno ad ogni giocatore di trovare la velocità e la tipologia di mira più adatte alle proprie caratteristiche.

La battaglia continua onlineLa campagna per giocatore singolo di Lost Planet non è purtroppo caratterizzata da una longevità degna di tale nome, ed è possibile portare a termine le undici missioni in circa 6-7 ore, al livello di difficoltà normale. Fortunatamente però, è presente una corposa modalità online, nella quale fino a sedici giocatori di tutto il mondo possono prendere parte a partite di quattro diverse modalità: Eliminazione avversari, Eliminazione team, Conquista stazione dati e Fuggitivo. Potremo entrare nelle numerose partite esistenti, filtrando la ricerca in base a vari parametri, o optare per la creazione di un’altra partita, scegliendo una fra le sedici mappe disponibili ed uno fra i sei tipi di equipaggiamento. Al momento della recensione, i giocatori presenti online erano provenienti per la maggior parte dal lontano Giappone, ma non sono stati riscontrati problemi di lag tali da impedire il corretto svolgimento delle partite.

Grafica e sonoroGraficamente, il titolo non ha subito variazioni rispetto alla controparte per Xbox 360, e continua a mostrare paesaggi vasti ed evocativi, sia in ambienti esterni che interni, ed esplosioni ed effetti di fumo veramente realistici; purtroppo, non manca qualche calo di frame-rate durante le situazioni più affollate.Per quanto riguarda la componente sonora, invece, è doveroso menzionare l’avvincente colonna sonora che accompagnerà l’avventura di Wayne, oltre al buon lavoro svolto nel campo degli effetti audio, per dare una caratterizzazione sufficiente alla varie specie aliene.

– Uno sparatutto intenso e frenetico

– Mech e mostri giganti

– Modalità online ben strutturata

– Longevità limitata nella modalità single-player

– Trama poco sviluppata

– Qualche calo di frame rate

7.0

Lost Planet è un titolo sicuramente indicato a chiunque voglia riassaporare le gioie e i dolori dei vecchi sparatutto arcade, in cui ci si trova a fronteggiare un’ondata di nemici dietro l’altra. Qualche discutibile scelta nel sistema di controllo, ed occasionali cali di frame rate non influiscono pesantemente sul giudizio complessivo, mentre la trama poco sviluppata e la longevità bassa trattengono il titolo dall’essere un capolavoro. In ogni caso, Lost Planet è uno di quei titoli “brevi, ma intensi” che i fan del genere dovrebbero sicuramente provare.

Voto Recensione di Lost Planet: Extreme Condition - Recensione


7