Anteprima

Lost Odyssey

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a cura di Songoku

Non è passato neanche un mese dall’ultima anteprima di Lost Odyssey (cui vi rimandiamo soprattutto per i dettagli sulla trama), ma siamo ancora qui perché una nuova preview giocabile è arrivata nelle nostre mani, a mostrarci la versione anglofona del titolo. Il gioco è pressoché completo, anche se per averne un’opinione definitiva occorre aspettare il doppiaggio italiano, di cui questa variante è ancora del tutto sprovvista.

Rispetto alla versione nipponica, come ci si poteva aspettare, non è cambiato molto. Lost Odyssey ha la responsabilità di portare la console Microsoft nel cuore degli amanti dei J-RPG, dopo che giochi come Blue Dragon e Eternal Sonata hanno mostrato buone cose, senza però riuscire a lasciare veramente il segno, forse a causa di un’impostazione ancora troppo fanciullesca.La nuova creatura di MistWalker punta invece su un target più maturo: le tematiche sono più profonde, i personaggi più adulti, la violenza più cruda, le ambientazioni più cupe e un po’ meno fiabesche. Sotto molti punti di vista si può vedere il tentativo di lanciare la sfida alla serie di Final Fantasy, con la quale Lost Odyssey condivide diversi aspetti, dagli sforzi grafici al gameplay.Per quanto riguarda quest’ultimo, l’impostazione è abbastanza classica, con combattimenti a turni in cui scegliere le nostre mosse senza fretta, ragionando attentamente sulla migliore strategia da adottare. La componente tattica pare molto più accentuata rispetto ad altri titoli (FF compresi), per cui la vittoria in battaglia è spesso determinata dall’astuzia e dalla perspicacia del giocatore, più che dalla sua pazienza e dal numero di pozioni per la salute. I combattenti, disposti su due file, si sfidano come di consueto con attacchi fisici, armi a distanza e poteri magici, legati alla componente elementale: ritroviamo perciò fuoco, acqua, vento e terra, che contraddistinguono in misura diversa ogni creatura che affrontiamo, determinandone i punti deboli e quelli di forza.I nostri personaggi sono dotati di diverse abilità (curioso come il protagonista Kaim, un immortale, non sia capace di apprenderle da solo, ma debba sempre appoggiarsi su un suo compagno, che le deve imparare prima al posto suo, per poi “passargliele” immediatamente), e ovviamente dispongono di numerosi potenziamenti, capaci di aumentare la loro resistenza, la forza fisica, la capacità di evitare l’avvelenamento ecc.Interessante, in questo senso, il sistema degli anelli: nel corso dell’avventura ci si imbatte spesso negli oggetti più disparati, ottenibili combattendo o rovistando in giro (in casse di legno, vasi, bauli, sotto carrelli da minatore e quant’altro). Tra questi oggetti vi sono anche dei componenti speciali necessari alla creazione di anelli dai grandi poteri. Questi gioielli garantiscono gli aiuti più svariati in battaglia, dall’aumento della potenza negli attacchi diretti alla maggiore efficacia delle magie, passando per abilità più particolari come poter capire le caratteristiche principali del nemico o raggiungere di sana pianta un certo livello di magia, prima sconosciuto.Per costruire un anello bisogna recuperare un numero preciso di esemplari di uno specifico componente, che può essere più o meno raro. Spesso, per anelli più evoluti, è necessario possederne già uno di livello inferiore, che verrà modificato per ottenere un nuovo strumento più efficace.Questo meccanismo stimola il giocatore a percorrere ogni angolo delle varie location, e rappresenta una spinta in più per affrontare gli scontri, consci che potrebbero fornire il materiale necessario per la fabbricazione di un nuovo anello. Fatto un passo avanti, se ne fa però uno indietro: Blue Dragon e Eternal Sonata avevano eliminato il sistema degli scontri casuali, sostituendoli con nemici ben visibili durante il cammino, che il giocatore può decidere se incontrare o meno. Lost Odyssey torna all’antico, facendo partire le sequenze di combattimento quando meno ce lo si aspetta, mentre si sta passeggiando tranquillamente. Questa è la tradizione, e milioni di giocatori si sono divertiti per molti anni anche con gli scontri casuali: rimane tuttavia il dubbio che in questo senso si poteva fare qualcosa di più, per spezzare meno la narrazione e rendere il giocatore maggiormente padrone del proprio destino. Ulteriore fastidio è dato dall’impossibilità (almeno per ora) si saltare la sequenza introduttiva dei combattimenti, che alla lunga diventa parecchio ripetitiva, riportando in auge vecchie lentezze tipiche dei giochi di ruolo orientali.

I creatori di Lost Odyssey avevano promesso una storia complessa, che avrebbe avuto molto peso nell’esperienza di gioco. In effetti il titolo non pare adatto a chi voglia semplicemente divertirsi senza pensare a nulla, perché gran parte del suo fascino è legata alla trama e alle sue mille sfaccettature. Il protagonista Kaim è un immortale dal passato lungo e pieno di misteri, e fin da subito si capisce che dialoghi, flash-back e racconti avranno un ruolo centrale nella creazione dell’atmosfera.Esempio lampante sono i sogni: spesso Kaim, magari a seguito di un particolare incontro, si mette a pensare, sbloccando dei sogni-ricordi che ricostruiscono il puzzle della sua esistenza. Tali visioni non sono altro che schermate vagamente oniriche e monocromatiche: su di esse scorre una gran mole di testo, accompagnato solo dal sonoro, che riproduce gli eventi che vengono raccontati verbalmente (passi, vociare di persone in una locanda e via dicendo). Non è esagerato dire che alla fine di Lost Odyssey si potrebbe avere la sensazione di aver letto un romanzo, visto che moltissime informazioni sono veicolate in forma testuale.Questo potrebbe spingere qualche giocatore a diventare sospettoso, ma va sottolineato che la trama è davvero bella, e le parti più dinamiche (esplorazione e combattimenti) sono comunque in grado di appassionare fin subito, perché intuitive e funzionali. Se si ha la volontà di affrontare l’odissea di Kaim, il ritorno in termini di soddisfazione ed emozioni dovrebbe essere più che soddisfacente.

Comparto tecnico: è ancora sfida a Final FantasyAnche l’aspetto prettamente audiovisivo sembra voler fare concorrenza al colosso di casa Sony. La grafica è pregevole, malgrado qualche incertezza nelle texture, e propone protagonisti e mostri dall’ottimo design e ricchi di dettagli. Anche le ambientazioni, pur non rivoluzionarie, offrono scorci molto piacevoli e ispirati. Nota di merito per le cutscenes, che proprio come in Final Fantasy sono realizzate in computer grafica, con grande perizia tecnica e impostazione cinematografica.Non manca qualche interessante variante: la telecamera che segue i nostri spostamenti non può essere comandata dal giocatore, ma se il personaggio resta immobile è possibile ruotare il punto di vista in ogni direzione, per darci una prospettiva più ampia dell’ambiente circostante. Peccato che basti fare un passo per tornare improvvisamente nella visualizzazione standard. Anche i combattimenti sono visivamente più dinamici rispetto al passato: mentre scegliamo la tattica da adottare, la telecamera virtuale si sposta a cogliere differenti prospettive, restando comunque vicina ai personaggi per aumentare il pathos.L’audio si attesta certamente su un buon livello, con le sempre azzeccate musiche di Nobuo Uematsu e un ottimo doppiaggio inglese. Restiamo in attesa di vedere come si comporterà la versione italiana, non nascondendo qualche brivido di apprensione.

A poco meno di un mese dall’uscita sul suolo europeo, Lost Odyssey continua ad ingolosire gli appassionati di giochi di ruolo orientali. Malgrado non sembri esserci nulla di particolarmente innovativo (le fasi di esplorazione e combattimento ricalcano modelli più che conosciuti), l’ottimo comparto tecnico e l’atmosfera epica e profonda sembrano garantire un risultato di prim’ordine. La cosa più importante è che siamo di fronte al primo J-RPG di alto profilo prodotto per 360, e per gli affezionati utenti di casa Microsoft potrebbe essere la prima, vera occasione di cimentarsi con giochi di questo tipo in un’atmosfera così adulta e di spessore. Cosa che renderebbe meno criticabili alcuni aspetti fin troppo tradizionali del titolo. Non resta che aspettare la definitiva release europea, ben sapendo che all’orizzonte c’è un Final Fantasy XIII che sarà avversario tosto per chiunque.