Anteprima

Lightspeed Frontier

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a cura di il Fed

Negli ultimi anni abbiamo assistito a una nuova rinascita del genere dei videogiochi ambientati nello spazio. Non è un caso, infatti, che si trovino in un periodo decisamente prospero per potersi esprimere sia a livello tecnico che narrativo. Giochi come l’ultimo Mass Effect Andromeda, o i principali generatori di questo nuovo corso spaziale, Elite: Dangerous e Star Citizen, ci ricordano come l’ignoto, l’infinito, catturino immancabilmente l’immaginario comune, affascinando enormi schiere di aspiranti Capitani Kirk, sempre pronti a mettersi ai comandi, virtuali o non virtuali, della nuova Enterprise. In questo contesto si inseriscono, inoltre, tutte quelle serie di produzioni dal basso che vanno ad arricchire, e in alcuni casi a diversificare, il sostrato di questo peculiare genere. Lightspeed Frontier rientra in quest’ultima categoria, e noi abbiamo avuto modo di provarlo nella sua versione Steam Early Access. Siete pronti a partire per la frontiera galattica?
Verso la Frontiera, e oltre!
Il concetto dietro Lightspeed Frontier, titolo sviluppato da Crowdwork Studios in collaborazione con Riveted Games, è tanto semplice quanto efficace. Muniti di una minuscola unità modulare con cui spostarci nello spazio profondo, il nostro scopo sarà quello di costruire l’astronave dei sogni e diventare i capitani più bravi dell’universo. Per farlo, avremo la possibilità di seguire le diverse vie che il gioco ci offrirà nella modalità Campagna, prima delle due modalità disponibili e attualmente ancora in fase di sviluppo, la cui struttura base risulta essere già alquanto definita. Una volta avviata la modalità, ci troveremo davanti a una stazione spaziale da cui potremo muovere i primi passi per raggiungere l’obiettivo e da cui potremo accettare le missioni che ci proporranno gli npc presenti, i quali ci permetteranno di racimolare i crediti Wex necessari all’acquisto di componenti utili al miglioramento della nostra navetta. Non solo, con la moneta del gioco avremo modo, sempre tramite le stazioni spaziali, di effettuare rifornimento e di giocare in borsa, acquistando e vendendo le azioni dei vari listini presenti. Quest’ultimo aspetto ci è parso essere il metodo più veloce per guadagnare crediti Wex all’interno di Lightspeed Frontier, proprio perché le fluttuazioni dei valori delle azioni sono repentine e il sistema, di fatto, va dunque a premiare l’approccio di tipo speculativo. Il timore principale legato a questo tipo di stratagemma, è il rischio di appiattire l’esperienza del giocatore nell’effettuare le missioni che lo porteranno poi ad acquisire crediti Wex. Siamo fiduciosi che, ad ogni modo, gli sviluppatori sapranno trovare il giusto equilibrio nella versione finale di Lightspeed Frontier.
Fantasia (quasi) senza limiti
Un altro dei punti cardine su cui Lightspeed Frontier basa il suo gampelay è senza dubbio l’eventualità di costruirsi la propria astronave. In questo caso potremo beneficiare di un sistema di costruzione modulare, semplice e immediato, con cui dare, letteralmente, libero sfogo alla fantasia. Avremo quindi diversi moduli che potremo agganciare alla nostra navicella per poterle dare la forma che vogliamo. I componenti, divisi per tipo e forma, sono però decisamente esigui, pur permettendo comunque di creare astronavi molto particolari, come il Batwing che abbiamo utilizzato per incutere timore nei pirati spaziali incontrati. In merito a questi ultimi, nelle nostre scorribande per i sistemi abbiamo avuto modo di incontrarne diversi, tutti per lo più minacciosi e pronti a fare fuoco appena entravamo nei loro radar. Infatti, in Lightspeed Frontier non mancheranno certamente battaglie spaziali all’ultimo colpo. L’arsenale a nostra disposizione sarà composto da armi di tipologie diverse, che varieranno dal cannone laser alla torretta mitragliatrice, e gli scontri si articoleranno in combattimenti frenetici ma, al tempo stesso, divertenti e ben congegnati. Ci sarà presumibilmente poco spazio per combattimenti tattici ma, in compenso, si guadagnerà sul fronte della velocità degli scontri, che verranno aiutati grazie anche a un sistema di controllo reattivo e abbastanza preciso.
Orizzonti inesplorati
Gli elementi su cui Lightspeed Frontier mostra il fianco a critiche sono principalmente due. Il primo è sicuramente il comparto tecnico. Tralasciando lo stile grafico scelto, che supponiamo sia quasi sicuramente frutto di esigenze di design e di budget, è l’insieme a ridare, durante le sessioni di gioco, un forte senso di artificiale, di posticcio. Gli effetti particellari e le texture non aiutano in tal senso, e sono i due aspetti principali su cui si dovrà lavorare maggiormente. Oltre a queste problematiche, anche la traccia sonora, nelle situazioni di calma, appare fortemente avulsa dalla filosofia del gioco e presenta, inoltre, lunghe pause silenziose tra un loop e un altro. Sono tutti aspetti che, sicuramente, non minano l’esperienza complessiva di Lightspeed Frontier, che resta ugualmente godibile e scanzonata con i suoi rimandi allo sci-fi umoristico, ma su cui si dovrà intervenire per poter dare un prodotto di qualità ai videogiocatori. Discorso differente per gli effetti dei buchi neri oppure quelli dedicati ai viaggi a velocità luce: veramente ben fatti. Il secondo elemento, invece, riguarda l’esplorazione. In Lightspeed Frontier, infatti, avremo la possibilità di muoverci per un’enorme galassia fatta di stelle, che fungono da nodi, raggiungibili solo se siamo collegati direttamente a essi. Per intenderci, se volessimo spostarci dalla stella A alla stella C, dovremo passare necessariamente anche dalla stella B prima di puntare verso l’obiettivo. Questo comporta una moltitudine di possibilità esplorative che, però, al momento sembrano essere del tutto fini a loro stesse. Ogni nodo sembra infatti estremamente vuoto: a parte qualche pianeta – non visitabile – e l’immancabile stazione spaziale, che reitera il tipo di giocabilità di cui parlavamo prima, ci sarà ben poco da fare, se non affrontare qualche nemico che arriverà casualmente nella vostra zona, o capitare davanti a un buco nero da cui scappare via. Il tutto viene ulteriormente amplificato nella seconda, e ultima, modalità disponibile attualmente, la modalità Libera, che sarà incentrata interamente sulla costruzione piuttosto che sull’esplorazione, andando a sfoltire di molto il numero di nemici che avremo l’opportunità di incontrare. La speranza è che, nella versione finale, la varietà apportate dalle missioni e dai lavori che potremo svolgere, tra cui il raccogliere le risorse da asteroidi e altri elementi presenti nello spazio, potrà sorreggere l’intero gioco di Crowdwork Studios.

– Sistema di costruzione delle astronavi semplice e immediato

– Combattimenti frenetici e divertenti

– Divertente e scanzonato, ricco di humor

La nostra prova con Lightspeed Frontier ha evidenziato alcuni aspetti positivi e altri negativi del titolo di Crowdwork Studios. Tra i positivi non possiamo non citare il sistema di costruzione della propria astronave, che risulta essere immediato, veloce e potenzialmente infinito, a patto che ci siano, nella versione finale, un numero cospicuo di nuovi moduli per la nostra navicella e, inoltre, un sistema di combattimento frenetico e divertente. Di contro, alcuni limiti tecnici e di gameplay, come l’incoraggiamento all’esplorazione o il poco equilibrio nella borsa galattica, dovranno essere sicuramente sistemati, in modo tale da garantire una struttura di gioco corposa e di qualità.