League of Legends - World Finals

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a cura di FireZdragon

Los Angeles – Il più grande avvenimento dell’anno per quanto riguarda League of Legends è ormai alle porte. Le finali mondiali si disputeranno infatti in tarda serata e decreteranno chi, tra i migliori esponenti del MOBA firmato Riot, merita di portarsi a casa un bottino da un milione di dollari e l’onore di poter essere incoronato campione del mondo.
L’occasione era di quelle ghiotte e non potevamo lasciarci scappare la possibilità di presenziare a questo super evento. Seguiremo per voi la finalissima direttamente dallo Staples Center di Los Angeles e, per sabato, dovreste già trovare sulle nostre pagine il resoconto completo con tanto di eroi usati durante le partite e una breve descrizione dei match. La vigilia dell’evento ha visto ospitare nell’area stampa dello Staples una conferenza esclusiva per gli addetti ai lavori, tramite la quale Riot ha voluto fare il punto della situazione sull’e-sport e per i loro tornei più in generale. Ne sono nati diversi spunti interessanti.
Un nuovo sport
Per chi segue con passione il contesto torneistico mondiale non è difficile comprendere quanto l’e-sport si sia ormai allargato a macchia d’olio in tutto il mondo. Ovviamente Cina e Corea sono i primi paesi per quanto riguarda affluenza e interesse, ma anche l’America e l’Europa stanno iniziando ad accorgersi del fenomeno in maniera importante, con alcuni team veramente forti in grado di competere ad armi quasi pari con le corazzate asiatiche. Stiamo parlando dei Fnatic, che negli ultimi hanno ottenuto sempre ottimi piazzamenti, vincendo la season one ad esempio ed arrivando terzi al torneo di quest’anno, sconfitti in semifinale dai Royal Club che, secondo noi, sono i favoriti per la superfinale di questa sera.
League Of Legends non è però l’unico gioco dove l’Asia domina incontrastata, ma anzi la normalità vuole che i ragazzi dagli occhi a mandorla siano quasi sempre in vetta alle classifiche dei top player, capaci come sono di dedicarsi anima e corpo a un titolo pur di ottenere risultati concreti.
La più grande differenza dei due mondi quindi risiede proprio nella tipologia di approccio ai match e all’ambito competitivo in linea generale, da loro visto come un vero e proprio lavoro e nel resto del mondo vissuto, soprattutto da chi i team li potrebbe e dovrebbe sponsorizzare, come un mero passatempo: ed è un cane che si morde la coda.
Finché la mentalità occidentale infatti non arriverà a capire che questo tipo di mercato è pronto a ricevere nuovi investimenti in cambio di un ritorno di immagine incredibile, sarà sempre tutto troppo complicato per le squadre nostrane. Per arrivare infatti a poter competere a livelli decenti, le ore di impegno giornaliere richieste per allenarsi e trovare un feeling perfetto con i propri compagni rende il tutto un lavoro vero e proprio, e le poche centinaia di euro, nei migliori dei casi, offerte dai promoter a fatica riescono a coprire le spese delle trasferte. In altre parti del mondo però, questo sistema ha già ingranato e i giocatori sono visti come veri e propri sportivi, con tanto di contratti e, soprattutto, un giro di denaro che gli permette di allenarsi in comodità e con costanza.
Da questo punto di vista anche Riot cerca di fare il suo, inserendo montepremi ogni anno sempre più grossi e rendendo le competizioni mondiali il culmine di un sistema che porta i giocatori dalle normalissime ranked di League of Legends fino ai tornei di caratura internazionale, finanziando peraltro i propri campioni con stipendi regolari e contratti di collaborazione.
Tutti i giocatori capaci hanno quindi le possibilità di farsi vedere e di essere accolti nei team più famosi. Team che, ridendo e scherzando, iniziano ad avere sulle spalle molti più anni rispetto a squadre più blasonate di baseball, di calcio o ancora di football. Il team Liquid per esempio è in ballo dal 1997, cosa che dovrebbe dare un’idea precisa di quanta sia la dedizione di questi ragazzi e l’impegno profuso per arrivare a questi livelli.
Punti di vista
A un panorama europeo ancorato a vecchie idee di marketing si contrappone fortemente l’America che, visto il potenziale, ha deciso, a partire da quest’anno, di far entrare nei circuiti torneistici di League of Legends alcuni degli sponsor più grossi sulla piazza, come ad esempio Coca-Cola.
E’ un segnale importantissimo questo, che indica, una volta di più, come l’e-sport inizi a fare presa anche sui grossi marchi e sui vecchi manager ormai incollati alle poltrone polverose. E’ il bacino di utenza raggiungibile, senza ombra di dubbio, ad aver attirato l’attenzione del colosso USA, dato che durante il solo All Stars di Shanghai erano ben otto i milioni di spettatori connessi contemporaneamente a guardare le prestazioni dei propri beniamini.
Una community in rapida ascesa quindi, che fonda le radici in profondità e che lentamente sta permettendo di sviluppare nuovi media per l’intrattenimento e nuove vie per arrivare al grande pubblico.
E’ ormai vetusta l’era della televisione e, benché Riot non faccia mistero di essersi ispirata alle dirette delle partite FIFA o NHL per partire con il piede giusto, ormai la tv sembra un  ricordo terribilmente lontano e vecchio se confrontato con le trasmissioni completamente gratuite degli e-sport. Immaginate di poter vedere in chiaro, con repliche e highlights subito pronti nel dopogara, una qualsiasi delle vostre partite sportive preferite, di qualsiasi sport esistente, senza dover pagare canoni o impazzire dietro a satelliti e abbonamenti vari, una realtà già radicata in questo ambito e che sembra ancora lontanissima per tutti gli sport più seguiti. Questi tornei rappresentano già il futuro dell’intrattenimento, una strada battuta quotidianamente da milioni di spettatori, con strutture che nulla hanno da invidiare ormai alle produzioni milionarie di calcio, basket e football, qualitativamente parlando. Gli shoutcaster sono esperti, riescono a intrattenere il pubblico e soprattutto hanno alle spalle grandissime nozioni sui giochi che commentano, coadiuvati come sempre da un supporto tecnico di prim’ordine e regie di altissimo livello.
I passi avanti fatti in questo senso negli ultimi anni sono qualcosa di incredibile e se pensiamo quanto in fretta stia crescendo il fenomeno si fa addirittura fatica a prevederne tutti i possibili sviluppi.
I pro player iniziano a divenire vere e proprie personalità, osannati in patria e trattati come professionisti in quello che fanno, concetti tuttavia ancora lontani nel nostro paese, come sempre dannatamente arretrato.
Questo purtroppo è il limite più grosso per l’Italia, fanalino di coda quando si tratta di progresso tecnologico. E’ importante sottolineare tuttavia come Riot stia investendo anche nel nostro paese, indice che l’interesse è forte verso tutte le comunità mondiali, Turchia, Brasile e Russia comprese e segnalate come quelle più importanti tra le emergenti.
Non ci resta quindi che rimboccarci le maniche e scendere in campo più agguerriti che mai, pronti ad agguantare un futuro che è veramente alla nostra portata, un futuro che i giocatori si meritano e al quale il mondo si sta lentamente preparando.

I tempi sono ormai maturi per l’e-sport, un mercato in rapidissima ascesa sul quale puntare e credere visti i continui progressi fatti negli ultimi anni. Riot sta investendo su tutte le community mondiali e sebbene il nostro bel paese, ovviamente, risulti ancora molto arretrato, il supporto a League of Legends non manca e le possibilità di sfondare ci sono tutte. Il problema più grosso rimangono gli sponsor per i pro team, ancora restii ad affacciarsi su un mercato che probabilmente non comprendono, rendendo il tutto dannatamente più complicato. Questa sera allo Staples Center, davanti ad un pubblico di undici mila spettatori e più di otto milioni di visitatori da casa, assisteremo alle finali del titolo più giocato al mondo, sperando che in un futuro prossimo su quel palco ci possa essere qualche nostro connazionale, con una realtà alle spalle solida che gli permetta di sviluppare la sua passione in un lavoro. Questo è l’augurio più grande che possiamo fare a tutti voi.