Recensione

Last Day of June, la recensione della nuova avventura di Ovosonico

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Se oggi c’è sempre meno bisogno di specificare che anche in Italia si fanno grandi videogiochi, parte del merito della situazione attuale va anche ad Ovosonico. Il talento dei ragazzi che lavorano nella ormai nota villa in quel di Varese è altrettanto noto, ed è per questo che, sin dall’annuncio, Last Day of June ha catalizzato l’attenzione di molti, italiani e non. Sin dal primo minuto si vede che è un titolo Ovosonico: grande atmosfera e un design unico. Non guasta neanche la collaborazione illustre di Steven Wilson (cantante dei Porcupine Tree negli anni ’90), di cui Massimo Guarini di Ovosonico è un grande fan. Proprio intorno all’estetica del video “Drive On” del cantante è partito il lavoro di Last Day of June che, proprio sulla musica, costruisce un’avventura interessante, poetica, ma che lascia il fianco ad alcune criticità.

Cosa sei disposto a fare per salvare chi ami?Esattamente intorno a questa domanda nasce l’idea di Last Day of June, la cui risposta arriva solo nei momenti finali ovviamente. Invece, l’avventura comincia su un lago, colorato dagli artisti di Ovosonico con delle pennellate di colori caldi e delle luci fortissime, come a voler scaldare il cuore dei giocatori fin dai primi minuti. Altrettanto caldi sono i cuori di Carl e June, la felice coppia di fidanzati che, sul molo di quel lago, se ne stanno seduti a “parlar d’amore” come direbbe un cantautore italiano d’epoca. June sta disegnando su un taccuino (il disegno non è una semplice passione per lei, lo scoprirete giocando), Carl prova a sbirciare ma non c’è niente da fare. Lei ha un regalo da dare e un annuncio da fare al suo amato, ma inizia a piovere, e i due sono costretti a correre in auto. Già in questa breve sequenza si vede tutta la cura di Ovosonico nei particolari, nello specifico nelle animazioni. Come nella realtà, sono i piccoli gesti che danno spessore a un rapporto di coppia, come il brivido di June che fa correre Carl a prenderle un maglione in auto.Il viaggio di ritorno in auto è fatale per June però, come scopriamo al risveglio di Carl su una poltrona, che dorme e sogna gli ultimi istanti di vita della sua dolce metà, della quale vestiamo anche i panni in una breve sequenza di gioco, impegnati a nascondere il regalo da dare a Carl. In una stanza dai colori diametralmente opposti a quelli del lago, in cui la quantità di rosso del sole è speculare a quella della stanza, ora che è tiepidamente illuminata solo da un fuocherello, apprendiamo che Carl è costretto sulla sedia a rotelle a seguito dell’incidente e, con poca forza ed altrettanto poca convinzione, si costringe a salire sulla sedia per mangiare qualcosa. C’è solo cibo in scatola, ma l’apriscatole è nella stanza dove dipingeva la sua amata, una stanza inaccessibile per il cuore del povero Carl, che tutto vorrebbe meno che ricordare quanto fosse felice la sua bella quando dipingeva. Dopo essersi fatto forza e aver varcato la soglia della porta più pesante di tutte, di lì si scopre l’evento che dà il via al gioco: i quadri dipinti dalla fu June possono permettere a Carl di manipolare il tempo.

June is StrangeLa premessa di Last Day of June è tutt’altro che originale, e probabilmente non ha neanche intenzione di esserlo. L’ineluttabilità del destino, i pericoli nel viaggiare all’indietro nel tempo e manipolarlo, l’effetto farfalla e tanti temi legati al tempo, alle scelte e agli eventi drammatici della vita che un fruitore medio di prodotti di intrattenimento ha già visto numerose volte in altrettante variazioni. Ciò che conta durante le quattro ore scarse che sono richieste per portare a termine Last Day of June non è il “cosa”, ma il “come”. Lo ridico per l’ultima volta, ma voi fate finta che lo ripeta all’inizio ed alla fine di ogni paragrafo: la messa in scena da parte di Ovosonico è ottima. Dal character design, grottesco ma a suo modo simpatico con questi personaggi privi di occhi che si esprimono a versi, alle già citate animazioni, i colori, l’effetto pennello per i dettagli grafici, e la strepitosa colonna sonora, tutto questo rende questa produzione iconica. Le indicazioni sulla vita dei due protagonisti, raccontate a volte con un disegno, in altre occasioni tramite delle scene in cui i due, sotto forma di spiriti immobili, mostrano un piccolo spaccato della loro relazione, ma che regalano in ogni caso delle forti emozioni. Tutto ciò contribuisce a rendere Last Day of June, finiti i titoli di coda, un’avventura che lascia il segno, e fa raddrizzare più volte il naso ed abbassare il sopracciglio che, invece, in alcuni momenti del gioco sono rispettivamente storto e alzato più volte.Tutto ruota intorno al piccolo villaggio in cui vivono Carl e June. Quattro storie (un bambino, una vicina innamorata, un cacciatore e un anziano) si intrecciano con quelle della nostra coppia preferita, talmente tanto da segnarne il destino come già detto. Il compito di Carl, e quello del giocatore, è di far sì che tutto vada per il verso giusto, e che il viaggio di ritorno dalla gitarella al lago non subisca impedimenti di sorta. Ovviamente è necessario incastrare tutta una serie di fattori perché tutto vada bene.Vista l’esigua durata del gioco, anche svelare solo uno di questi passaggi mi farebbe sentire terribilmente in colpa. Vi basti pensare che si tratta di rapporti di causa-effetto, con oggetti che devono essere resi disponibili per altri personaggi, o comunque degli status quo da cambiare per far sì che ne avvengano altri, che a loro volta ne sbloccano altri, e così via. Ogni quadro offre un paio di situazioni finali, il primo da affrontare è quello del bambino, per poi passare alla vicina, al cacciatore ed infine all’anziano. Già dal secondo quadro è necessario tornare anche nel primo per aggiustare le cose, e ancora più ingarbugliata diventa la situazione quando si arriva al terzo, e oltre. Proprio qui, negli enigmi ambientali e nei puzzle da risolvere, Last Day of June ogni tanto si perde, rallenta. Ogni volta che si conclude il giorno, e quindi la macchina della coppia ritorna indietro, si vede come e perché l’incidente avviene oppure no. Considerando che bisogna ripetere più volte alcune sezioni per intuire la giusta sequenza di eventi, sarebbe già bastata la possibilità di saltare la cutscene dopo la prima volta, così da rendere l’esperienza meno noiosa. Inoltre, nonostante buona parte degli enigmi e delle situazioni siano interessanti e anche intelligenti, molte volte si ricorre ai famigerati muri invisibili, e in alcune situazioni ci sono delle soluzioni narrative poco eleganti. Sono costretto a fare un esempio, stavolta, per spiegarmi. Il cacciatore, ad un certo punto, ha bisogno del suo cane che, nel frattempo, viene distratto dal bambino e dalla sua ben più invitante palla. Il molosso non risponde al fischio, ma il cacciatore in quella sequenza può raggiungere fisicamente il cane, ma anche in quell’occasione, nonostante sia possibile per l’uomo prenderlo fisicamente di peso volendo, il cane non si sposta.

Le strade della vitaOvviamente, Last Day of June è anche un gioco estremamente lineare. Ad esempio è impossibile “rompere” le dinamiche di gioco prevedendo un evento ed agendo diversamente, ma prima è necessario almeno una volta assistere al fallimento di ogni storyline. Non è un difetto in sé, perché di certo il titolo non vuole essere un open world, ma è bene non aspettarsi dall’avventura di Ovosonico un’avventura “spacca-cervello”, ecco. Come detto, si tratta di una storia che racconta temi già noti, ma lo fa in un modo unico e apprezzabile. Avanzando nei livelli, la depressione di Carl è sempre più palese nello scoprire che, come sappiamo, il destino è ineluttabile e, in fondo, non si può fare poi molto per cambiare le cose. Su questa idea Last Day of June spinge moltissimo nella parte finale in cui si prende gioco del giocatore in un certo senso, ribalta una prospettiva solida fino a quel momento fa per offrire una chiave di lettura nuova che cede al sovrannaturale, in un momento finale che risulta abbastanza inaspettato e imprevedibile.Cosa è disposto a fare Carl per salvare June? In un momento in cui le conclusioni delle storie del mondo dell’intrattenimento devono e vogliono essere aperte per motivi commerciali e/o scarso coraggio, è sempre bello vedere qualcuno in grado di prendere una posizione netta e decisa. Non aggiungo altro, ma resterete soddisfatti quando scoprirete la risposta alla domanda iniziale, ve lo garantisco.

Atmosfera ad alti livelli

Character design ben riuscito

Gli espedienti per narrare la vita di Carl e June sono toccanti

Colonna sonora ed animazioni ottime

La sequenza di enigmi si attorciglia su sé stessa in alcuni momenti

Le tematiche affrontate non vi sconvolgeranno la vita

8.0

Last Day of June di Ovosonico non racconta niente di nuovo, ma lo fa in un modo caldo ed eclettico, come sempre iconico grazie ai talenti dello studio di Varese. A livello ludico si incarta un po’ su sé stesso, forse le “sliding doors” ordite dalle penne dello studio sono eccessive in alcuni momenti, mentre è indubbia la grande potenza emotiva di quest’opera che, nonostante tutto, non lascia indifferenti. Nonostante le emozioni provate, la mia parte lucida mi impedisce di gridare al capolavoro, ma Last Day of June è sicuramente un’avventura da vivere.

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8