Recensione

Kingdoms of Amalur: Reckoning

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a cura di Ctekcop

Si capisce che EA è un gran publisher quando irrompe nel mercato con titoli di spessore proprio come Kingdoms of Amalur: Reckoning. Un vero e proprio titolo tripla A quest’opera prima dei 38 Studios coadiuvati dallo studio sussidiario Big Huge Games noto per Rise of Nations. Quanto a nomi scesi in campo tra i trecento e più dipendenti è impossibile non citare personaggi dell’industry come R.A. Salvatore, scrittore pluripremiato capace di vendere più di 15 milioni di libri nei soli stati uniti e mettere lo zampino in un titolo come Forgotten Realms: Demon Stone, Todd McFarlane, famosissimo disegnatore che ha dato alla luce Spawn, ma sopratutto e sopratutti Ken Rolston, ex lead designer presso Bethesda del terzo e del quarto capitolo della serie The Elder Scrolls, ossia MorrowindOblivion; un vero e proprio veterano che indubbiamente ne sa a pacchi.

Considerando anche la buona campagna di marketing che lo ha preceduto nell’ultimo anno ci sono, o sarebbe meglio dire c’erano, tutte le aspettative e le prerogative per un gran titolo. Tale si è rivelato sulle versioni console già recensite sulle pagine di Spaziogames. Varrà lo stesso anche su PC? Alle nostre schede grafiche l’ardua sentenza!
Fantasy per tutti
In Kingdom of Amalur: Reckoning viene proposta la solita, trita e ritrita storia di un eroe che deve salvare il mondo. Ci si risveglia senza nome e senza memoria e si fa solo in tempo a rendersi conto di essere appena tornati in vita prima di scappare dal laboratorio preso d’assalto dai Tuatha. Scopriamo poi di avere il potere di creare il proprio destino e che per forza di cose starà a noi, privi di un fato predeterminato, cambiare l’ordine degli eventi nel regno di Amalur sperando di scoprire magari pure qualcosa su chi fossimo prima di morire, come e perché siamo morti e tornati in vita. Di certo non una storia clamorosamente originale ma tutto sommato ben narrata e sufficientemente coinvolgente da spingere a completarla. I dialoghi per quanto non sempre interessanti non sono troppo prolissi e sopratutto si possono saòtare con facilità senza perdere troppe informazioni.
Il vero punto di forza di questo gioco di ruolo però è un altro: la miriade di quest secondarie che costellano il vasto mondo liberamente esplorabile. Come spesso accade sono veramente ben fatte al punto che oscurano la trama principale. Eseguire le missioni delle fazioni o aiutare qualche personaggio o paese in difficoltà ha sempre il suo perché. Talvolta inoltre ci si trova a dover effettuare delle velate scelte morali dalle conseguenze tangibili, proprio come dovrebbe accadere nei giochi di ruolo che ambiscono a definirsi tali. Apprezziamo anche la sostanziale mancanza di tempi morti grazie all’implementazione del viaggio veloce.
God of War? The Witcher?
Caratteristica fondante del GDR di 38 Studios è il particolare sistema di combattimento fortemente votato all’azione. Risulta molto semplice e immediato: si inanellano con piacere vere e proprie combo semplicemente in base al tempismo con cui premiamo il tasto dell’attacco. Anche l’impostazione della telecamera ne sottolinea la spettacolarità rendendo il tutto estremamente piacevole e soddisfacente, sopratutto quando riempita un apposita barra, si possono eseguire delle stupende mosse finali, con tanto di immancabile quick-time event, mediante le quali guadagnare maggior esperienza.
Anche il sistema di sviluppo del personaggio convince senza risultare troppo astruso o complicato ma chiaro e sufficientemente ampio. Si può quindi scegliere se puntare su forza, destrezza, magia o un misto tra queste andando quindi a sbloccare mosse diverse anche in funzione dell’arma che andremo a impugnare. In particolare è molto apprezzabile la possibilità di ricreare da zero la build del proprio personaggio per una cifra estremamente modesta così da poter sperimentare quale sia il proprio stile preferito. Non manca ovviamente un ricco sistema di crafting con cui creare pozioni, armi e armature. 
Nel complesso una parola descrive in maniera ottimale ciò che Reckoning lascia nel giocatore : appagamento.
Stile warcraftiano
Per quel che riguarda l’aspetto tecnico Kingdoms of Amalur è chiaramente un porting da console.
Bisogna però dare adito agli sviluppatori di aver svolto nel complesso un ottimo lavoro: lo stile è complessivamente gradevole, dai colori accesi e vivaci, sempre in linea con i canoni fantasy che delineano l’intero titolo. Le architetture sono gradevoli e abbastanza imponenti sebbene si sia visto di meglio in altri titoli pure con qualche anno sulle spalle come per esempio Dragon Age. Buona la realizzazione dell’acqua e delle ombre. Ciò che più colpisce sono i personaggi discretamente caratterizzati anche nelle movenze dei dialoghi che risultano così più vivi e meno stantii; anche la sincronizzazione del labiale non è certo da buttare via. Spicca tra tutti il protagonista il quale è in grado di sfoggiare splendide armi e corazze. Le sue movenze sono fluide e durante i combattimenti effetti vari riempono lo schermo di scie rendendo tutto estremamente gradevole all’occhio complice anche la già citata telecamera spettacolarizzante che non sempre permette di cogliere correttamente il posizionamento degli avversari sul campo. Alcune mosse sono veramente belle da vedere al punto da continuare a ripeterle ossessivamente solo per ammirarle ancora una volta. Il tutto risulta essere estremamente leggero: a 1080p e con i filtri anti-aliasing e anisotropici a stecca una scheda video di fascia media come la HD6850 è sufficiente per godere appieno di cotanta bontà in tutto il suo splendore e senza incertezze. Segnaliamo di esserci imbattuti in qualche compenetrazione poligonale ma per un gioco di queste dimensioni si tratta di un peccato veniale.
Purtroppo manca quel qualcosa in più e paga dazio in virtù delle sue origini consolare: le texture non fanno gridare al miracolo e inoltre manca quella draw distance, quel riempire il paesaggio di vegetazione, quel continuo far mostra di ampi panorami mozzafiato come in Skyrim, mancano quei dettagli grafici, in particolar modo nella vegetazione, che permeano The Witcher 2 rendendolo ancora oggi uno dei titoli più belli da vedere in assoluto. Seppur colorato e cartoonesco in alcuni momenti sembra veramente triste per la pochezza di poligoni a schermo.
I caricamenti, quando presenti, si rivelano sempre rapidi e mai fastidiosi. Ottimo pure il sistema di salvataggio che oltre a consentire di salvare liberamente quando e dove si vuole, anche mediante quick-save, presenta numerosi checkpoint ben posizionati così da non costringere mai a ripetere sezioni troppo lunghe sebbene a livello normale il gioco risulti facile al punto che difficilmente si morirà più di qualche volta.
Un applauso al sistema di controllo: l’accoppiata tastiera più mouse riesce a rendere ancora più rapido e semplice lanciare magie, concatenandole rapidamente, e utilizzare gli oggetti dell’inventario risultando un vero e proprio valore aggiunto di questa versione. Il pad è comunque supportato: piacevole notare e sottolineare il cambiamento al volo dell’interfaccia nel caso si passi in-game senza soluzione di continuità da un sistema di controllo all’altro.
Anche i menù impressionano in positivo: l’organizzazione degli stessi e dell’interfaccia in generale è semplice e intuitiva, per nulla astrusa o troppo complessa. Le quest sono presentate in maniera ordinata e facilmente comprensibile con tanto di obiettivi indicati sulla mappa, si può organizzare il proprio inventario scartando gli oggetti inutili nelle cianfrusaglie, confrontare facilmente armi ed equipaggiamenti e così via.
Molto positiva anche la colonna sonora con brani che incalzano nelle sessioni di combattimento mentre rilassano e creano atmosfera nei momenti di tranquillità. Anche il doppiaggio inglese è molto buono mentre nella localizzazione è presente qualche piccola rarissima svista nei sottotitoli, ancora una volta un peccato veramente veniale.

HARDWARE

SO: Windows XP SP3 / Windows Vista SP2 / Windows 7 SP1Processore: 2.2GHz Intel Core 2 Duo o 2.6GHz AMD Athlon 64 X2 5000+Memoria RAM: 1 GB per Windows XP / 2 GB Windows Vista e Windows 7Hard-Disk: 10.5 GB di spazio liberoScheda Video: NVIDIA GeForce 8800 / 512MB RAM o superiore, ATI Radeon HD3850 / 512MB RAM (supporto Pixel Shader 3.0), 1280×720 risoluzione minimaSouno: DirectX 9.0c compatibileDirectX®: DirectX 9.0c

– Spettacolare sistema di combattimento che regala soddisfazioni

– Vasto mondo da esplorare con tantissime quest da completare

– Leggero e ottimizzato

– Grafica non al top, inferiore alla concorrenza

– Trama non proprio originale

– Forse addirittura troppo accessibile e poco profondo per alcuni

8.5

Kingdoms of Amalur: Reckoning è un ottimo gioco e su PC se ne può godere nella sua miglior incarnazione: i caricamenti sono rapidi, il sistema di controllo migliora ancora grazie alla tastiera e la grafica è pulita come su console non può essere.

I suoi punti di forza sono il gameplay action che non sacrifica l’aspetto ruolistico e il gran numero di quest che popolano un ampio mondo esplorabile. Solo l’aspetto grafico cede il passo rispetto ad altri titoli pensati maggiormente per sfruttare le nostre fiammanti schede grafiche.

Voto Recensione di Kingdoms of Amalur: Reckoning - Recensione


8.5